Stefano Goberti è il nuovo amministratore delegato di Eni gas e luce

Il consiglio di amministrazione di Eni gas e luce ha nominato Stefano Goberti amministratore delegato della società.

Goberti, forte di una pluriennale esperienza manageriale in ambito finanziario nel Gruppo guidera’ la nuova societa’ che integra le attivita’ retail gas&power di Eni e la produzione di energia da fonti rinnovabili e che punta alla quotazione azionaria nel corso del 2022.

Come annunciato lo scorso ottobre strategia, obiettivi e nome della nuova società saranno comunicati al mercato in occasione del Capital Market Day in programma per il prossimo 22 novembre. Il cda di Eni gas e luce ha nominato Rita Marino presidente della societa’.

Alberto Chiarini lascia l’incarico di a.d. di Eni gas e luce e dirigera’ il progetto ‘Building a Sustainable Mobility’ di Eni, con l’obiettivo di sviluppare e valorizzare la produzione e la commercializzazione dei prodotti e servizi low carbon per la mobilita’ sostenibile.

Samsung, telecomandi a energia solare ed eco-packging per i nuovi televisori

Un futuro ancora più green per i televisori Samsung. A partire dal 2021la società intraprenderà un percorso definito “Going Green” che coinvolgerà il business audio-video attraverso programmi di sostenibilità a lungo termine. In particolare Samsung prevede di ridurre sistematicamente la propria impronta ecologica derivante dalla produzione di televisori, abbassare il consumo energetico dei propri prodotti e impiegare sempre più materiali riciclati per la realizzazione della propria line up tv.

Non solo. Sulla base dei preziosi feedback ricevuti dai consumatori, Samsung sta estendendo il premiato design “Eco-packaging” all’intera gamma 2021 di Lifestyle TV e alla maggior parte dei modelli Neo QLED. Questa soluzione sostenibile, permetterà di riciclare fino a 200.000 tonnellate di scatole di cartone ondulato ogni anno. Riducendo al minimo il testo e le grafiche sull’imballaggio ecologico, viene inoltre eliminato l’inchiostro a base di olio che viene normalmente utilizzato per le scatole dei televisori, riducendo ulteriormente gli sprechi.

Infine, i telecomandi. Nel 2021 i tv Samsung saranno dotati di un telecomando a energia solare che potrà essere ricaricato dalla luce del sole ma anche dalle luci di casa, o tramite Usb. Questo contribuirà a eliminare lo scarto di 99 milioni di batterie AAA in sette anni. Per costruire questo telecomando, Samsung ha innovato inoltre il processo di produzione, impiegando il 24% di materiale riciclato da bottiglie di plastica.

In arrivo 5 milioni di euro per la formazione professionale nel settore dell’autotrasporto

Con un decreto firmato dalla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli sono stati destinati complessivamente 5 milioni di euro agli incentivi per le attività di formazione professionale nel settore dell’autotrasporto. Lo comunica il MIT in una nota.

“Sono risorse importanti perché promuovere una formazione professionale – commenta la Ministra De Micheli – continua e qualificata significa investire sulle persone, il principale patrimonio delle aziende. Aggiornarsi e valorizzare il capitale umano è ancora più strategico per un settore che ha un ruolo fondamentale nell’economia e nella tenuta del sistema Paese”.

I fondi – si legge – dovranno essere utilizzati dalle imprese per iniziative di formazione o aggiornamento professionale degli operatori finalizzate all’acquisizione di competenze adeguate alla gestione d’impresa, alle nuove tecnologie, allo sviluppo della competitività ed all’innalzamento del livello di sicurezza stradale e di sicurezza sul lavoro. Dagli incentivi sono esclusi i corsi di formazione finalizzati all’accesso alla professione di autotrasportatore e all’acquisizione o al rinnovo di titoli richiesti obbligatoriamente per l’esercizio di una determinata attività di autotrasporto.

I soggetti destinatari delle azioni di formazione professionale sono le imprese di autotrasporto di merci per conto di terzi, i cui titolari, soci, amministratori, nonché dipendenti o addetti siano inquadrati nel contratto collettivo nazionale logistica, trasporto e spedizioni.

I corsi oggetto di finanziamento devono essere realizzati attraverso piani formativi aziendali, oppure interaziendali, territoriali o strutturati per filiere e, considerando l’attuale stato di emergenza sanitaria, la formazione a distanza costituisce la modalità di svolgimento preferenziale. L’attività formativa deve essere avviata a partire dal 19 aprile 2021 e concludersi entro il 6 agosto 2021.

Le domande per accedere ai contributi devono essere presentate a partire dal 15 febbraio 2021 ed entro il termine perentorio del 19 marzo 2021, seguendo le specifiche modalità che saranno pubblicate, a partire dal 1 febbraio 2021, sul sito della Società R.A.M. S.p.a., e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il contributo massimo erogabile per l’attività formativa – conclude la nota – “è fissato secondo differenti soglie che variano dai 15mila euro per le microimprese (con meno di 10 occupati) ai 200mila per le grandi imprese (con 250 o più occupati), mentre i raggruppamenti di imprese possono ottenere un contributo massimo di 800mila euro. Le spese complessive inerenti l’attività didattica dovranno essere pari o superiori al 50 per cento di tutti i costi ammissibili”.

Il 25% dei millennial propenso ad acquistare auto ibrida secondo un’indagine di EY

In Italia e nel mondo cresce l’interesse per i veicoli ibridi ed elettrici ma i mezzi a benzina o diesel restano ancora la scelta preponderante per chi deve acquistare un’auto nuova (70%). I millennials sono i più propensi ad acquistare veicoli ibridi (25%) mentre i più giovani della Gen Z (16-23 anni) sono quelli che prediligono di più l’elettrico (7%). E’ quanto emerge da un’indagine condotta in nove paesi (Germania, Italia, Regno Unito, Svezia, Corea del Sud, India, Singapore, Stati Uniti) nel “White Book” di Ey.


 Nel mercato italiano, “si registra un incremento di interesse per le soluzioni a motorizzazione ibrida (23%), plug-in (11%) ed elettrica (6%), che si prevede ammontare nella totalità al 40% della domanda di nuove vetture green per i non automuniti”.

Tuttavia, “un’adozione su larga scala di quest’ultima – spiega l’indagine – appare limitata dal momento che necessita di un’offerta che deve essere più completa, flessibile, sicura e dunque vantaggiosa per il consumatore”. In generale, a livello globale, in uno scenario post-pandemia il mezzo privato rimarrà quello più utilizzato dalle categorie di viaggiatori per motivi di lavoro (60%), piacere (62%) e familiari (66%) con una riduzione (-6%) nell’uso dei trasporti pubblici per tutte le categorie, a favore di mezzi privati e di micro-mobilità. Il lavoro da remoto ha quasi dimezzato (-49%) il numero di viaggi effettuati, sebbene siano aumentati gli spostamenti di breve durata, ovvero meno di 30 minuti, per ragioni di piacere nel tempo libero (+79%). 

Coop Alleanza 3.0 sigla accordo sullo smart working per 1.000 dipendenti

Coop Alleanza 3.0, la piu’ grande cooperativa di consumatori in Italia, a fare da apripista per la regolamentazione dello smart working nella Grande Distribuzione: l’accordo siglato con le principali organizzazioni sindacali di categoria consente, infatti, alla Cooperativa di avviare una inedita e innovativa sperimentazione che, dal primo febbraio 2021, coinvolgera’ su base volontaria la popolazione dei circa 1.000 dipendenti di sede.

La prospettiva di inserire la regolamentazione del lavoro agile all’interno della contrattazione integrativa ha visto convergere gli intenti di Coop Alleanza 3.0 e delle organizzazioni sindacali, che insieme promuovono cosi’ una piattaforma progettuale del tutto innovativa, lungimirante e condivisa. L’accordo introdotto in forma sperimentale dalla Cooperativa prevede la possibilita’ di adesione volontaria, individuale e reversibile per tutti i dipendenti di sede, che possono cosi’ scegliere di lavorare da remoto (dalla propria abitazione o da altro luogo) da un minimo di 2 a un massimo di 4 giorni alla settimana.

“Lo Smart Working come strumento di organizzazione del lavoro per obiettivi e risultati, come driver di innovazione delle competenze al servizio dei negozi e dei soci/consumatori, come leva di conciliazione casa/lavoro e di attenzione all’ambiente: e’ questa la visione che ci ha orientati verso la firma dell’accordo collettivo sul lavoro agile, raggiunto con le organizzazioni sindacali di categoria”, sottolinea Milco Traversa, Direttore Risorse Umane di Coop Alleanza 3.0. “La pandemia ha accelerato un percorso innovativo intrapreso da tempo dalla Cooperativa: a gennaio 2020 abbiamo avviato un progetto pilota che ha coinvolto circa 100 colleghi, che in un successivo sondaggio hanno manifestato il desiderio di proseguire anche in futuro l’esperienza dello smart working, nel 90% dei casi”.

L’aspetto di innovazione dell’accordo risiede sia nell’idea di una pianificazione del lavoro agile, ai fini della massima efficienza ed efficacia del lavoro a supporto dei punti vendita, sia nell’attenzione a tutti gli aspetti di sicurezza: dalla privacy alla tutela dei dati fino al diritto alla disconnessione. I risultati della sperimentazione verranno costantemente monitorati sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, per valutarne l’impatto sulla Cooperativa, sui lavoratori e sull’ambiente. La Cooperativa sceglie, dunque, di investire su un approccio al lavoro basato sulla fiducia, sulla misurazione dei risultati e sulle nuove competenze (digitali e di collaborazione), al consolidamento delle quali saranno dedicati specifici percorsi formativi e informativi.

Brembo si rafforza nel comparto dei freni eco-friendly con l’acquisizione di SBS Friction

Brembo ha completato l’acquisizione di SBS Friction, azienda danese che sviluppa e produce pastiglie freno in materiali sinterizzati e organici per motociclette, particolarmente innovativi ed eco-friendly. L’esborso complessivo per l’operazione, spiega una nota, e’ stato di 224 milioni di corone danesi, pari a circa 30,1 milioni di euro, pagato utilizzando la liquidita’ disponibile ed e’ soggetto agli usuali meccanismi di aggiustamento previsti per operazioni simili.

Il valore della transazione (enterprise value) e’ pari a 300 milioni di Corone Danesi, corrispondenti a circa 40,3 milioni di euro. L’acquisizione, in linea con la nuova missione di Brembo di diventare un autorevole “solution provider”, consente di integrare un componente strategico come le pastiglie freno nell’attuale gamma di prodotti Brembo, con particolare attenzione all’ambiente, e di rafforzare ulteriormente la leadership di Brembo nel settore delle motociclette.

Enel Green Power, accordo con Qatar per rinnovabili in Africa

Enel Green Power ha concluso un accordo con Qatar Investment Authority per una joint venture destinata al finanziamento, alla costruzione e alla gestione di progetti rinnovabili in Africa subsahariana. Le parti hanno inoltre firmato un accordo in base al quale Qia acquisira’ il 50% della partecipazione di Egp in progetti in esercizio e in costruzione in Sud Africa e Zambia con una capacita’ di circa 800 MW.

“Attraverso questa nuova partnership, uniremo la strategia sostenibile del nostro Gruppo, rafforzata dall’esperienza industriale in Business Development, ingegneria e costruzione, nonche’ Operation & Maintenance (O&M) di impianti rinnovabili, con la strategia di investimento a lungo termine di Qia, in linea con gli obiettivi di sostenibilita’ e decarbonizzazione delle due societa’ – commenta in una nota Francesco Starace, a.d. di Enel -. Lavoreremo insieme per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili nell’Africa subsahariana, contribuendo al perseguimento continuo dei suoi ambiziosi obiettivi in questo settore sfruttando l’immenso potenziale rinnovabile della regione e contribuendo a un modello di sviluppo economico piu’ sostenibile in questa parte del mondo”.

Mansoor bin Ebrahim Al-Mahmoud, a.d. di Qia, ha dichiarato che “siamo lieti di collaborare con Enel Green Power per investire nella generazione di energia pulita nell’Africa subsahariana. Qia si impegna a sostenere la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio e riteniamo che questo investimento possa avere un impatto ambientale e sociale significativo. Condividiamo una visione comune con Enel nel sostenere gli sforzi di decarbonizzazione e riteniamo che questo investimento rappresenti un’ottima opportunita’ per sviluppare e far crescere una piattaforma leader nel settore delle energie rinnovabili nella regione”. Durante la prima fase, l’operazione prevede l’acquisizione da parte di Qia del 50% della partecipazione di Egp in quattro progetti in costruzione in Sud Africa e due impianti operativi nello stesso Paese e in Zambia, per una capacita’ totale pari a circa 800 MW (“il portafoglio iniziale”).

L’operazione complessiva e’ condizionata all'”approvazione del cambio di controllo” e all'”approvazione delle competenti autorita’ antitrust” da parte delle istituzioni e delle autorita’ di regolamentazione competenti. Nell’ambito dell’operazione, Egp e Qia daranno vita a una nuova entita’ legale per gli sviluppi futuri in Africa subsahariana. A seguito del perfezionamento dell’operazione, si dovrebbe poi procedere a raggruppare tutte le entita’ legali in un’unica joint venture. L’accordo prevede che Egp sia responsabile dello sviluppo di ciascun progetto, mentre la joint venture ha il diritto di investire nei progetti a seguito del completamento con esito favorevole della fase di sviluppo da parte di EGP e l’ottenimento di eventuali approvazioni normative richieste. A quel punto, la joint venture si occupera’ del finanziamento e della costruzione dei nuovi progetti per le energie rinnovabili.

Quest’operazione complessiva rientra nel quadro del modello di business di “Stewardship”, in linea con il Piano strategico 2021-2023 di Enel, in cui il Gruppo offre importanti servizi, prodotti o know-how mediante piattaforme che mobilitano gli investimenti da parte di terzi per massimizzare la creazione di valore. Egp, anche attraverso le controllate a livello locale, sosterra’ ciascun progetto nella joint venture rispetto alle attivita’ di finanziamento, costruzione ed esercizio. Il portafoglio iniziale, per una capacita’ installata complessiva di circa 800 MW, consiste di un impianto gia’ pienamente operativo in Zambia (l’impianto fotovoltaico di Ngonye da 34 MW), un impianto in Sud Africa di recente connessione (il parco eolico di Nxuba da 148 MW) e quattro progetti in costruzione per un totale di 587 MW, ovvero i parchi eolici sudafricani di Oyster Bay (148 MW), Garob (145 MW), Karusa (147 MW) e Soetwater (147 MW). Tali impianti detengono accordi di fornitura elettrica a lungo termine. La messa in funzione dei parchi eolici di Oyster Bay, Karusa, Soetwater e Garob e’ prevista nel corso del 2021. In Sud Africa, Enel Green Power conservera’ la proprieta’ di oltre 500 MW inclusi i parchi eolici di Nojoli (88 MW) e Gibson Bay (111 MW), oltre agli impianti solari di Upington (10 MW), Adams (82,5 MW), Pulida (82,5 MW), Tom Burke (66 MW) e Paleishuewel (82,5 MW). 

Elettra Investimenti insieme a Prometeo per sfruttare mercato dell’Ecobonus

Elettra Investimenti, società attiva nella produzione di energia elettrica e termica, nell’efficienza energetica e nel car sharing, quotata al mercato Aim Italia, ha firmato attraverso la controllata 3EGECO un accordo con Prometeo srl, ampliando cosi’ “il portafoglio di professionisti e potenziali clienti di 3EGECO su tutto il territorio nazionale”.

Prometeo è una società specializzata nell’erogazione di servizi tecnici B2B che dal 1997 opera nel campo dell’ingegneria e delle prestazioni professionali in ambito tecnico, commerciale e legale. 3EGECO è la società di Elettra Investimenti che si occupa della riqualificazione energetica degli immobili connessa agli interventi previsti dall’Ecobonus 110% e agli incentivi che ne derivano previsti dal ‘Decreto Rilancio’.

Enea, nuovo brevetto per produrre idrogeno e ossigeno da acqua e sole

Nato nei laboratori dei Centri Ricerche Enea di Frascati e Casaccia, con il coinvolgimento di ricercatori dei dipartimenti di “Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare” e di “Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili”, il nuovo brevetto Enea consentirà di produrre idrogeno ed ossigeno attraverso la decomposizione termica dell’acqua realizzata con l’energia solare.

“Nella decomposizione termica, – ha spiegato il ricercatore Enea Silvano Tosti – la molecola dell’acqua è scissa ad alta temperatura direttamente in idrogeno ed ossigeno che devono poi essere opportunamente separati. Con l’utilizzo di processi tradizionali ciò avviene a temperature tanto alte da rendere non praticabile questo processo”. Per ovviare al problema delle alte temperature – si legge in una nota di Enea – il brevetto propone un innovativo reattore a membrana costituito da una camera di reazione dove sono presenti contemporaneamente due tipi di membrane: una in tantalio per separare l’idrogeno ed una in materiale ceramico per separare l’ossigeno. “In questo modo – aggiunge Tosti – riusciamo a produrre con 500 gradi in meno la stessa quantità di idrogeno e ossigeno di un reattore tradizionale”.

L’altra innovativa proposta – ha annunciato Enea – consiste nell’unire questo reattore a membrana ad impianti solari a concentrazione, in grado di fornire calore ad alta temperatura, rendendo così possibile la produzione di idrogeno direttamente dall’energia solare. “La produzione diretta di idrogeno dal Sole rispetto ad altri sistemi, come ad esempio l’accoppiamento di solare fotovoltaico con elettrolizzatori alcalini, è di grande interesse per la realizzazione di una catena energetica green ed è caratterizzata – conclude Tosti – dal raggiungimento di elevate efficienze energetiche e da costi di investimento contenuti sia in applicazioni stazionarie, come utenze elettriche civili ed industriali, sia in quelle mobili come i veicoli elettrici”.

Un altro settore interessato da notevoli ricadute è quello della produzione di gas puri, in questo caso idrogeno ed ossigeno, che possono trovare impiego nella chimica fine, nella farmaceutica, e nell’industria elettronica. L’ulteriore sviluppo di questo tipo di reattore potrà beneficiare dei progressi tecnologici dei sistemi solari ad alta temperatura e dei materiali per alti flussi termici.

Kimbo, bonus da 300 euro a tutti i dipendenti che hanno garantito attività industriale durante il Covid

Nonostante il momento di difficoltà derivante dal Covid19, Kimbo ha deciso di riconoscere un bonus pari a 300 euro a tutti i dipendenti che, in questo difficile periodo legato all’emergenza sanitaria, hanno garantito l’attività industriale.

Con questa azione Kimbo ha voluto rinnovare la sua vicinanza a tutti i lavoratori che, nel corso dell’intera pandemia, hanno prestato la propria attività lavorativa con la consueta professionalità e continuità presso il sito industriale e logistico della società. 

Patuanelli, operativo il Fondo Rilancio per sostenere Pmi e start up

“Il Governo, ed in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, ha messo in campo negli ultimi 2 anni una serie di strumenti senza precedenti volti a sostenere il percorso di innovazione di startup e Pmi italiane. Oggi si aggiunge un nuovo tassello: diventa pienamente operativo il Fondo Rilancio, gestito dal Fondo Nazionale Innovazione. Avrà il compito di supportare lo sviluppo e sostenere progetti di rilancio di start up e Pmi innovative italiane grazie a co-investimenti con investitori qualificati e regolamentati”.

Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, spiegando che “è un altro step importante di politica industriale che si aggiunge alle operazioni fatte dal Mise negli ultimi mesi”.

Secondo i dati forniti da StartupItalia al 5 dicembre scorso, ha continuato il ministro, “sono 691 i milioni di euro investiti in aziende innovative italiane o startup fondate da imprenditori italiani nel 2020. Una leggera contrazione rispetto ai 723 del 2019, nonostante la pandemia: il chiaro segnale di un sistema a sostegno dell’innovazione che sta iniziando a dare i propri frutti”.

“Numeri che indicano la forza delle giovani imprese italiane: in una situazione non incoraggiante, le idee innovative e le eccellenze hanno trovato spazio grazie ad investitori privati e pubblici pronti a mettersi in gioco puntando sulle eccellenze italiane dal biotech, alle soluzioni per la transizione energica, alla space economy, al digital. Il sostegno pubblico ha consentito al sistema italiano dell’innovazione di reggere l’impatto dell’emergenza sanitaria e, soprattutto, rappresenta la solida base su cui fondare la ripartenza e il rilancio economico e occupazionale del Paese”, ha concluso Patuanelli.

Sace, al via i primi 7 progetti del Green New Deal per oltre 600 milioni di euro

Entra nel vivo la nuova operatività di Sace legata al Green New Deal, il piano Ue che promuove un’Europa circolare: moderna, sostenibile e resiliente, che sarà un tassello fondamentale del prossimo piano industriale della società, in rampa di lancio quest’anno.

A pochi giorni dalla firma della Convenzione operativa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sace ha già individuato diversi progetti e approvato le prime 7 operazioni targate Green New Deal per oltre 600 milioni di euro. Interventi che consentiranno di riconvertire processi industriali per ridurre sprechi ed emissioni inquinanti, sostenere l’economia circolare e la mobilità smart oltre che la produzione di energia da fonti rinnovabili, quali solare ed eolico.

“L’attenzione a sostenibilità e resilienza per tutti in chiave circolare – ha commentato l’amministratore delegato di Sace Pierfrancesco Latini – è oggi imprescindibile. In questo senso, la riconversione del tessuto produttivo italiano, attraverso il sostegno agli investimenti “green”, costituisce un’occasione unica per far crescere la competitività del nostro Paese nel mondo e noi siamo orgogliosi di sostenere le aziende italiane che contribuiranno a rendere “circolare” l’Europa. Ecco perché, invito tutti gli stakeholder interessati a bussare alla porta di Sace per dialogare con noi e aprirsi a nuove opportunità, contando sul nostro supporto”, ha concluso.

Sciuker Frames, gli infissi ecosostenibili volano con un nuovo appalto

Sciuker Frames, società quotata all’AIM Italia ed attiva nel settore degli infissi ecosostenibili, tramite la controllata Sciuker Ecospace, specializzata nella progettazione e realizzazione di interventi di riqualificazione energetica, ha sottoscritto un nuovo contratto di appalto dal valore complessivo lordo di 1,7 milioni di euro per l’esecuzione dei lavori di riqualificazione energetica di un nuovo complesso residenziale.

Il gruppo ha comunicato di aver chiuso il 2020 con 31,2 milioni di euro di appalti firmati di cui sono stati realizzati 10,8 milioni di euro SAL; pertanto 20,4 milioni di euro di acquisito 2020 sarà realizzato nel corso del 2021. A tale numero si sommano 1,7 milioni di euro dell’appalto appena annunciato, che porta il contributo di Sciuker Ecospace sul fatturato 2021 di Sciuker Frames a 22,1 milioni di euro.

“Partiamo con slancio anche questo 2021, sulla scia degli ottimi risultati conseguiti nel 2020. Siamo molto onorati che tali risultati aziendali siano stati apprezzati dai nostri investitori – commenta Marco Ciprian, amministratore delegato di Sciuker Frames – e che il Gruppo Sciuker sia stato il secondo titolo del FTSE AIM con le migliori performance del 2020. Questo conferma che il modello di business del gruppo è quello giusto per affrontare i prossimi anni nei quali ci aspettiamo risultati molto positivi”. “Con il backlog finora accumulato iniziamo questo 2021 con un potenziale di fatturato che già supera il risultato realizzato in tutto il 2020, al quale dovranno aggiungersi gli ulteriori sviluppi commerciali che riteniamo ci porteranno nuovamente a superare gli obiettivi prefissati”, ha aggiunto.

Green bond, record di emissioni a 329 miliardi di euro nel 2020 (Cbi)

Se il 2020 non sarà ricordato solo come l’anno nefasto della pandemia Covid-19, una parte di merito andrà al rally dei green bond: una prestazione senza uguali dal 2007, quando questi strumenti finanziari sono nati con la prima emissione da 807,2 milioni di dollari targata Banca europea degli investimenti.

Secondo i dati di Cbi (Climate bond initiative, il più accreditato termometro del settore), l’anno si è chiuso con volumi superiori ai 329 miliardi di dollari, contro i 265,4 miliardi di dollari del 2019. Brilla su tutte la performance di settembre, che ha totalizzato emissioni per ben 36,8 miliardi di dollari. Fanalino di coda in questo bilancio di fine anno è marzo, il mese che ha coinciso con i lockdown più severi per contenere la diffusione del virus: il controvalore delle emissioni registrate da Cbi è stato di appena 5,4 miliardi di dollari. Da lì in avanti la corsa è stata inarrestabile, e già aprile aveva riportato l’asticella in linea con le attese, risalendo a ben 19,2 miliardi di dollari. Al totale di 329 miliardi di dollari concorrono per 50,1 miliardi le emissione col bollino Cbi, quelle cioè che legano la raccolta sul mercato alla lotta al cambiamento climatico. Altri 172,7 miliardi di dollari appartengono alla categoria comunque considerata allineata ai criteri Cbi, mentre l’ultima fetta di 106,2 miliardi di dollari comprende i green bond più generici. Una data che rimarrà negli annali del settore è quella del 15 dicembre, quando sempre Climate bond initiative ha annunciato il raggiungimento del trilione.

Il volume delle emissioni dal 2007 a oggi ha raggiunto così (e già superato) il controvalore di mille miliardi di dollari. Le attese per il 2021 sono buone, anche alla luce della vittoria di Joe Biden alle presidenziali negli Stati Uniti, che riporterà il Paese nel club degli accordi di Parigi per contrastare il surriscaldamento globale. La stima è che l’anno in corso si chiuda con emissioni per circa 350 miliardi di dollari. Gli Usa sono già leader nei green bond, con volumi cumulati per 211,7 miliardi di dollari, un quinto circa del trilione appena celebrato. Segue la Cina, protagonista di una vera e propria rincorsa, con 127,3 miliardi di dollari.

Partnership tra DSM e Clariter per nuove soluzioni di riciclaggio chimico

Partnership strategica tra Royal DSM e Clariter, per la ricerca di una soluzione di riciclaggio chimico per i prodotti basati sul Dyneema di DSM, una fibra di polietilene ad altissimo peso molecolare. Una gamma di prodotti campione – tra cui corde, reti e materiali balistici realizzati con Dyneema – sono stati convertiti con successo presso limpianto pilota in Polonia, dimostrando il potenziale di riciclabilità di Dyneema e sottolineando l’impegno attivo di DSM Protective Materials nel plasmare un mondo più sostenibile.

In linea con i suoi ambiziosi obiettivi di sostenibilità e dopo il riuscito lancio del Dyneema a base biologica (bilanciamento della massa), DSM Protective Materials persegue attivamente soluzioni di riutilizzo e di riciclaggio per i prodotti a fine vita basati sul Dyneema®. Nell’intento di promuovere le soluzioni tecniche di riciclaggio, DSM Protective Materials e Clariter si sono associate per testare la fattibilità dell’utilizzo di Dyneema® come materia prima nel processo di riciclaggio chimico di Clariter. I prodotti campione realizzati con Dyneema® sono stati utilizzati nei test della Clariter presso il suo impianto pilota in Polonia. I risultati positivi confermano la fattibilità tecnica della trasformazione dei prodotti finali a base di Dyneema® in famiglie di prodotti di alto valore e di qualità industriale: oli, cere e solventi attraverso il processo di riciclaggio chimico in tre fasi brevettato da Clariter. Possono essere successivamente impiegati come ingredienti per fabbricare nuovi prodotti finali e di consumo.

Anche nel futuro, DSM Protective Materials e Clariter continueranno a sostenere questa iniziativa per plasmare un mondo più sostenibile. In particolare, alla luce del buon esito dei test di laboratorio, nel 2021 Clariter ha programmato prove su scala commerciale presso il suo stabilimento in Sudafrica, con l’obiettivo di utilizzare la materia prima derivata dal Dyneema® negli impianti industriali europei che realizzerà nei prossimi anni. Inoltre, DSM continuerà a esplorare attivamente le possibilità di ridurre l’impatto ambientale di Dyneema® in tutte le fasi di vita del prodotto.

Secondo Petra Koselka, Coo di Clariter, “estendere ed esplorare i confini della prossima soluzione circolare richiede coraggio, lungimiranza e tenacia, che DSM ha dimostrato di avere in abbondanza. La portata dell’impegno logistico richiesto per raccogliere svariate tonnellate di corde marine, reti e materiali balistici può scoraggiare. Tuttavia, una volta che si delinea un percorso economico, l’obiettivo successivo diventa improvvisamente realizzabile. Siamo lieti di lavorare con DSM per svolgere attività di ricerca e sviluppo su materiali che abbiamo definito “esotici e stimolanti” e che intendiamo utilizzare negli impianti industriali in via di realizzazione in Europa.”

Roeland Polet, presidente di DSM Protective Materials ha aggiunto: “dopo i nostri proficui sforzi per introdurre il Dyneema® a base biologica (bilanciamento della massa), questi risultati segnano un nuovo passo importante nel percorso di circolarità di DSM Protective Materials. La riciclabilità è fondamentale per noi, per i nostri clienti e per la società in generale, e il suo raggiungimento richiede sforzi condivisi a ogni livello della catena del valore. A tal fine, siamo impazienti di rafforzare la nostra partnership con Clariter e di continuare a impiegare le nostre capacità scientifiche al fine di offrire una vita migliore a tutti.”

Clariter si avvale della consulenza finanziaria di REYL & Cie.

Asthma, appello per evitare l’uso di camini e stufe a legna

Gli esperti di una fondazione britannica per la cura delle malattie polmonari, la Asthma UK and British Lung Foundation, hanno lanciato un appello per evitare l’uso di camini e stufe a legna, in quanto emettono grandi quantità di polveri sottili, pericolose per la salute. Lo riporta il quotidiano britannico Guardian.

“Sappiamo che bruciare legno e carbone rilascia polveri sottili PM 2,5, la forma di inquinamento più pericolosa per la salute umana – ha detto al Guardian la responsabile della ong, Sarah MacFayden -. E’ quindi importante considerare combustibili meno inquinanti per riscaldare la nostra casa o cucinare, specialmente se carbone o legno non sono la nostra primaria fonte di carburante”.

Stufe e camini a legna secondo un recente studio triplicano i livelli di polveri sottili all’interno delle abitazioni, e provocano livelli di inquinamento pericolosi nelle zone dove sono diffusi.

Lenovo, compensate 26.000 tonnellate di Co2 con il programma Offset Services

Rivoluzione verde per i clienti Lenovo che possono scegliere di compensare le emissioni di carbonio dei nuovi prodotti a marchio Think direttamente al momento dell’acquisto, come parte della nuova iniziativa CO2 Offset Services promossa dall’azienda.

Lenovo ha inizialmente lanciato un programma pilota a febbraio 2020 nei Paesi scandinavi. Partendo dal successo dell’iniziativa, sta ora programmando di estendere il programma alle regioni Europa Medio Oriente e Africa, Asia-Pacifico e Nord America nel 2021. Si tratta di un innovativo progetto, tra i primi del genere nel settore IT. Rende semplice e trasparente la comprensione dell’impatto ambientale di ogni singolo prodotto e del suo utilizzo durante tutto il ciclo di vita. Le aziende potranno quindi contribuire a specifici progetti ecologici per compensare un quantitativo equivalente di emissioni.

Potranno scegliere fra diverse iniziative approvate dalle Nazioni Unite in tutti i continenti ed emisferi, ricevendo un certificato associato al numero di serie che conferma le emissioni compensate, oltre a un badge per ciascun prodotto. A oggi, sono state compensate più di 26.000 tonnellate di biossido di carbonio, pari alle emissioni prodotti in 1,7 milioni di km di volo, o 1.789 voli europei.

Oggi gli utenti in Europa, Medio Oriente e Africa, Asia-Pacifico e Nord America che desiderano avere un IT più sostenibile possono aggiungere il servizio CO2 Offset alle specifiche dei prodotti che acquistano.

Compensazione per tutto il ciclo di vita del prodotto

Lenovo CO2 Offset Services mira a rispondere al crescente desiderio di trasparenza ecologica mostrato dalle persone nei loro acquisti ed è tra le prime iniziative al mondo a legare la compensazione delle emissioni ai singoli prodotti, in modo da dare una migliore comprensione dell’impronta-carbonio individuale.

Il servizio funziona calcolando le emissioni prodotte nella costruzione e nell’invio di ogni prodotto, oltre a quelle stimate in un periodo di utilizzo fino a cinque anni. Questo quantitativo è compensato attraverso l’adesione a iniziative di diversi partner tra cui progetti svolti con la supervisione delle Nazioni Unite e di ClimeCo, uno dei più grandi produttori di credito volontario di emissioni di carbonio negli Stati Uniti sotto gli auspici della Climate Action Reserve.

“La differenza sta nel fatto che adottiamo un approccio micro piuttosto che macro”, commenta Thilo Bayerlander, Direttore di Lenovo EMEA Services Sales. “Abbiamo calcolato con precisione l’impatto in termini di emissioni di carbonio del singolo prodotto acquistato e sarà possibile scegliere di compensare questa impronta ambientale (PCF – Product Carbon Footprint) al momento dell’acquisto. Si tratta di una delle prime volte in cui è possibile associare il singolo acquisto al numero di tonnellate compensate. Crediamo di essere la prima azienda del settore IT a rendere questa compensazione tangibile per il cliente mostrando direttamente il legame fra causa ed effetto”.

“Agire sul clima è più urgente che mai. La consapevolezza dei consumatori riguardo a questa problematica è elevatissima e le aziende più importanti stanno rispondendo”, aggiunge Niclas Svenningsen, Manager, Global Climate Action di UN Climate Change. “Lenovo ha uno storico consolidato nell’affrontare problematiche ambientali, incluso il cambiamento climatico, attraverso la definizione di un obiettivo, basato su riscontri scientifici, che comprende la riduzione del 50% delle emissioni di gas serra (GHG) entro il 2030 e riportata al CDP (l’iniziativa no-profit che gestisce il sistema globale di divulgazione per investitori, aziende, città, stati e regioni al fine di gestire gli impatti ambientali), oltre a iniziative interne”.

“Siamo lieti di collaborare con Lenovo sotto l’egida della nostra iniziativa Climate Neutral Now, con l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza e incoraggiare l’utilizzo volontario dei mercati del carbonio come strumento per accelerare l’azione sul clima, Questa è la prima collaborazione di questo genere per Climate Neutral Now e auspichiamo che abbia successo”, ha concluso Svenningsen.

Adesione rapida

“L’iniziativa Lenovo CO2 Offset Services ha visto una rapida e positiva adesione da parte dei clienti, che hanno già scelto di compensare circa 26.000 tonnellate di biossido di carbonio, l’equivalente delle emissioni annuali di 8.600 case o di togliere 10.400 veicoli dalla circolazione per un anno”, afferma Stefan Brechling Larsen, EMEA Business Development Manager di Lenovo CO2 Offset Services.

Questa è solo una delle iniziative che le imprese possono scegliere di sostenere per ridurre l’impatto ambientale dei loro acquisti. Come parte di un’ampia offerta verde, Lenovo ha fornito alla compagnia di assicurazioni tedesca LVM Versicherung 4.000 nuovi laptop convertibili ThinkPad X1 Yoga e 4.500 monitor ThinkVision P27h-20, tutti certificati per la compensazione delle emissioni. Inoltre, l’ordine – proveniente da uno dei centri di produzione di Lenovo in Cina – sarà consegnato a LVM per via ferroviaria invece che aerea, riducendo notevolmente le emissioni associate alla spedizione.

Fare attenzione all’ambiente quando si acquista una fornitura IT non è mai stato tanto importante”, commenta Marcus Loskant, Executive Board Member for IT di LVM Versicherung. “Compensare ogni singolo computer al momento dell’acquisto, riducendo ulteriormente le emissioni di CO2 grazie al trasporto ferroviario, e a una minore quantità di imballi prodotti con materiali sostenibili è un ulteriore passo verso il raggiungimento degli obiettivi di impatto ambientale di LVM Versicherung, oltre a essere una conferma tangibile verso tutti i nostri dipendenti che il loro ambiente di lavoro fa parte dei nostri impegni e dei nostri valori di sostenibilità”.

Lenovo sta inoltre lavorando per consentire ai propri clienti aziendali di compensare retroattivamente le emissioni legate agli acquisti negli ultimi tre anni, dove sono disponibili i dati.

CO2 Offset Service è disponibile a partire da oggi nella regione Europa, Medio Oriente e Africa e Lenovo sta lavorando per estenderlo alle regioni Asia Pacifico e Nord America.

Telespazio ed e-GEOS, con National Geographic il calendario Love Planet Earth 2021

I grandi temi posti dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) dell’Agenda 2030 dell’Onu, come la desertificazione, la carenza d’acqua, l’inquinamento provocato dall’uso della plastica, raccontati attraverso la bellezza delle immagini satellitari e la forza delle fotografie d’autore. È questo Love Planet Earth 2021, il calendario di Telespazio ed e-GEOS che per la sua tredicesima edizione vede la prestigiosa partecipazione di National Geographic Italia.

Il calendario Love Planet Earth 2021 è solo la prima di una serie di iniziative che saranno dedicate ai Sessanta Anni di attività di Telespazio – società fondata ai primordi dell’era spaziale, nel 1961 – e che si susseguiranno nel corso dell’anno. Nei prossimi dodici mesi l’azienda di Leonardo racconterà il suo passato, intrecciato a doppio filo con la storia spaziale italiana, europea e mondiale, ma soprattutto la sua idea di futuro, basata sull’attenzione alla sostenibilità e sulla costante spinta all’innovazione.

Nell’edizione 2021, il calendario Love Planet Earth si snoda non a caso intorno al tema “Sostenibilità e sviluppo: necessità conciliabili per il futuro del Pianeta” e propone una riflessione sui grandi obiettivi posti dall’Agenda 2030 dell’ONU. Temi quali la ricerca di un’alternativa alla plastica, il rispetto della biodiversità, la mobilità sostenibile e la necessità di città più verdi sono raccontati mese dopo mese attraverso una coppia di immagini: una satellitare realizzata da e-GEOS, società costituita da Telespazio e dall’Agenzia Spaziale Italiana, e una d’autore di National Geographic Italia.

Le spettacolari immagini elaborate da e-GEOS sono state catturate dagli occhi radar dei satelliti italiani COSMO-SkyMed di prima e seconda generazione e dalle costellazioni dei principali operatori internazionali di osservazione della Terra. I partner di e-GEOS, per Love Planet Earth 2021, hanno acquisito e messo a disposizione straordinarie e inedite visioni del nostro Pianeta. Dalla Germania al Perù, passando per l’Italia e fino alle Maldive, gli scatti di e-GEOS propongono un vero e proprio viaggio intorno al globo, in grado di raccontare la sfida quotidiana di popoli e culture nel tentativo non sempre agevole di conciliare sostenibilità e sviluppo.

Il calendario Love Planet Earth si inserisce all’interno del più ampio impegno di Telespazio, di e-GEOS e di Leonardo verso i temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Un’attenzione che da un lato riguarda gli imprescindibili gesti quotidiani dal grande impatto, come ad esempio l’uso di carta riciclata per la stampa del calendario o la campagna Plastic Free, e dall’altro la consapevolezza dello stretto legame che unisce il settore spaziale alla tutela dell’ambiente.

Il progetto Love Planet Earth rappresenta per il gruppo Telespazio non solo una consolidata tradizione, ma anche una responsabilità nell’ottica di rispondere alla grande sfida posta dal Green New Deal. Nelle nostre aziende l’innovazione tecnologica ha l’obiettivo di fornire strumenti per ottimizzare l’uso delle risorse e la crescita sostenibile, nonché un profondo impegno verso il contrasto agli effetti del cambiamento climatico”, ha dichiarato Luigi Pasquali, Coordinatore delle Attività spaziali di Leonardo e Amministratore Delegato di Telespazio.

Gli svizzeri di Susi Partners scommettono sull’energia green ed entrano in Genera Group

La svizzera Susi Partners, gestore di fondi infrastrutturali, ha acquistato la maggioranza della societa’ di servizi energetici italiana Genera Group attraverso Susi Energy Transition Fund. Il gruppo svizzero rafforza cosi’ il suo impegno negli investimenti in infrastrutture per l’efficienza energetica.

Il gruppo Genera ha sede a Roma ed è guidato dal fondatore Filippo Ghirelli. L’azienda è attiva prevalentemente in Italia, ma continua a espandere la sua portata, anche in regioni extra europee. L’impegno di Susi e la formazione di una partnership a lungo termine forniranno, spiega la nota, certezza di finanziamento e aiuteranno la societa’ a proteggere e costruire la sua gia’ consistente pipeline di progetti, implementando una varieta’ di tecnologie di risparmio energetico, tra cui l’illuminazione a led.

Il Susi Energy Transition Fund, attraverso il quale è stata realizzata l’operazione, è un fondo che investe in infrastrutture energetiche sostenibili con l’obiettivo di decarbonizzare la produzione di energia, aumentare l’efficienza energetica delle infrastrutture esistenti e consentire l’uso e l’espansione di soluzioni integrate di energia pulita.

Dall’Alto Adige il primo battipista a idrogeno a zero emissioni 
targato Prinoth

Rivoluzione green sulle piste da sci. A guidarla, con un motore totalmente ecologico da 544cv, è Leitwolf h2Motion, il primo battipista al mondo con motore elettrico alimentato a idrogeno. A realizzarlo l’azienda altoatesina Prinoth che ha già iniziato la fase operativa di test proprio sul territorio dolomitico di casa. L’azienda di Vipiteno ha così deciso di alzare l’asticella della ricerca e sviluppo, in un periodo complesso per il settore, con gli impianti fermi a causa della pandemia.  

Fino a oggi, il carburante diesel era indispensabile per i motori dei battipista. Ora però Prinoth accende il cambiamento culturale che vedrà il progressivo abbandono delle fonti energetiche fossili in favore di un futuro di gestione delle piste totalmente sostenibile e attento alle risorse. Oltre a Leitwolf, l’azienda altoatesina presenta anche un nuovo modello di battipista 100% elettrico: l’Husky eMotion.  

Il Leitwolf h2Motion si potrà ammirare dal 20 al 21 dicembre in Alta Badia accanto alla pista Gran Risa dove domenica e lunedì si terranno le due gare di Coppa del Mondo di sci. 

«Il nostro gruppo aziendale passa dalle parole ai fatti quando si tratta di tutela ambientale: dalla produzione di energie rinnovabili alla costruzione e installazione di impianti eolici, fino all’implementazione, grazie alla tecnologia funiviaria, di una mobilità elettrica innovativa nei sistemi di trasporto pubblico e ora all’introduzione di battipista CO2-neutri. Per noi la sostenibilità non è uno slogan, ma un impegno», dichiara Anton Seeber, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo HTI, definendo Prinoth un precursore in tal senso. 

Mitsubishi, sarà in Austria la più grande acciaieria a idrogeno al mondo

La società giapponese Mitsubishi Heavy Industries costruirà in Austria la più grande acciaieria a idrogeno al mondo, per conto del produttore austriaco voestalpine. I test del nuovo impianto cominceranno quest’anno: a regime la produzione sarà di 250.000 tonnellate di acciaio all’anno. L’utilizzo dell’idrogeno permetterà di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra CO2 da parte dell’acciaieria.

Il gas sarà usato come combustibile, al posto di carbone o gas naturale, per ridurre il minerale ferroso e trasformarlo in ferro, eliminando l’ossigeno. E’ questa l’operazione che produce più CO2 nel corso della produzione dell’acciaio. Il processo che sarà applicato dalla Mitsubishi in Austria si chiama DRI (Directed Riduction Iron) e sostituisce i tradizionali altoforni. Usando l’idrogeno in questa operazione, le emissioni di CO2 vengono eliminate.

Nel 2019 voestalpine ha realizzato nel suo stabilimento principale di Linz un impianto che produce idrogeno dall’acqua utilizzando fonti di energia rinnovabili, quindi a zero emissioni di gas serra.

Gli impianti DRI costano la metà come investimento rispetto agli altoforni tradizionali. Producono meno acciaio, ma sono più convenienti se il prezzo dell’idrogeno è abbastanza basso. Al momento non lo è ancora: secondo il Ministero dell’Economia giapponese, dovrebbe scendere dagli attuali 0,97 dollari al metro cubo a 0,29. La cosa è fattibile: molte aziende stanno investendo massicciamente sulla produzione di idrogeno, e l’Unione europea a luglio del 2020 ha annunciato di voler investire 470 miliardi di euro in questo gas entro il 2050.

In Italia, la società impiantistica Danieli sta collaborando con la tedesca SMS (leader mondiale nella costruzione di acciaierie) per sviluppare impianti siderurgici a idrogeno.

Rgs, nuovo cogeneratore muletto per la manutenzione di impianti a biogas

Una intera sezione di cogenerazione facilmente trasportabile con tutte le componenti necessarie per l’avviamento ed il funzionamento di un impianto biogas. E’ questa la soluzione messa a punto da RGS, la societa’ piacentina specializzata nei servizi di manutenzione e gestione di impianti biogas e di sistemi di cogenerazione e trigenerazione, per le imprese del settore.

La soluzione realizzata da RGS ha l’obiettivo di limitare, se non eliminare completamente, i periodi di fermo macchina degli impianti ed evitare cosi’ danni importanti agli impianti stessi grazie all’implementazione di interventi preventivi di manutenzione. Il guasto di un componente principale di un impianto di biogas comporta generalmente l’arresto dell’intero sistema e quindi una mancata produzione di energia, causando a sua volta un’importante perdita economica per il proprietario dell’impianto che deve comunque continuare a sostenere i costi fissi di mantenimento durante il fermo, come gli stipendi del personale, l’energia elettrica per servizi ausiliari, la consulenza biologica e le materie prime per l’alimentazione ridotta dei biodigestori.

Il nuovo sistema messo a punto da RGS e’ il risultato di un processo che l’azienda ha intrapreso nel 2017 avviando un importante progetto di ricerca e sviluppo con l’obiettivo di strutturare un innovativo sistema sperimentale di assistenza tecnico-specialistica agli impianti di cogenerazione, finalizzato ad operare senza comportare il fermo macchina. Il progetto ha avuto come finalita’ la progettazione sperimentale e l’ottimizzazione delle tecnologie e dei nuovi servizi con cui eseguire manutenzioni periodiche utilizzando un cogeneratore facilmente trasportabile e adattabile alle diverse tipologie di impianto. 

Wellio Milan Dante, primo edificio in Italia a ottenere la certificazione WiredScore

La sede milanese del concept di pro-working Wellio, lanciato da Covivio nel 2017 e arrivato in Italia l’anno scorso, è il primo edificio in Italia ad avere ottenuto la certificazione WiredScore, grazie agli standard di connettivita’ digitale e avanguardia tecnologica dell’immobile.

Il palazzo neoclassico, di proprieta’ di Covivio, e’ in via Dante, tra Piazza Cordusio e il Castello Sforzesco e ospita appunto la prima sede italiana di Wellio. La certificazione WiredScore e’ un sistema riconosciuto a livello internazionale per la valutazione delle infrastrutture, della connettivita’ e della capacita’ tecnologica degli edifici commerciali, che incentiva una maggiore trasparenza in termini di infrastruttura digitale.

“Siamo contenti che WiredScore abbia riconosciuto la performance di connettivita’ digitale che Wellio Milan Dante offre ai propri clienti e che abbia attribuito la prima certificazione in Italia al nostro immobile”, ha detto Alexei Dal Pastro, amministratore delegato Italia di Covivio.

Boom di vendite (+251%) di auto elettriche in Italia nel 2020

Impennata delle vendite di auto elettriche in Italia nel 2020 con un dato record in termini percentuale (+251,5% rispetto all’anno precedente), e un totale di 59.875 auto immatricolate di cui 32.500 Bev (auto con batteria elettrica) e 27.375 Phev (auto ibride plug in).

Nel 2019 il totale dell’immatricolato delle due categorie, Bev e Phev, era stato di 17.600 unità.

Sono i risultati del report che ogni mese pubblica Motus-E, associazione fondata nel 2018 che oggi raggruppa oltre 60 operatori del mondo automotive, delle utilities, fornitori di infrastrutture elettriche e di ricarica, filiera delle batterie, studi di consulenza, società di noleggio, università, associazioni ambientaliste e associazioni di consumatori.

“Tuttavia, non si può non considerare la drammatica riduzione di più di 500.000 auto sull’immatricolato totale, che in percentuale si traduce in un -27.1% rispetto al 2019″, rimarca Motus-E.

“Oggi possiamo contare su quote di mercato relative al 2020 di Bev e Phev pari rispettivamente al 2,3% e 1,97%, ma se il mercato fosse stato pari a quello del 2019 le quota di sole Bev e di sole Phev sarebbero state dell’1,6% e dell’1,4%; questi dati ci dicono che di strada da fare ne abbiamo ancora tanta e che gli incentivi sono necessari al sostegno di un mercato, ancora parzialmente maturo, per almeno altri 3 anni”, sottolinea l’associazione.

Nel dettaglio del mese di dicembre 2020, si segnala “una crescita molto importante delle vendite rispetto al mese precedente: le elettriche pure e plug-in, registrano rispettivamente 7.258 e 6.354 unità vendute. Questo si traduce in un aumento delle vendite rispetto a novembre 2020 del 52% per le Bev e del 30% per le Phev“.

Il consuntivo 2020 nelle vendite di auto elettriche e ibride plug-in conferma che quest’anno, nonostante la pandemia, può essere considerato, l’inizio della rivoluzione nella mobilità. Questo è vero un po’ in tutta Europa ed anche in Italia (nonostante permanga un grosso gap di sviluppo, soprattutto rispetto a Germania, Francia e i Paesi del Nord). Le aziende che hanno deciso di investire in questo settore ci dimostrano quanto la mobilità elettrica non sia più solo una previsione futuribile ma una realtà concreta. Chi non l’ha fatto, alla luce dei dati e dei fatti sta reagendo cercando di screditare quella che percepiscono erroneamente come una minaccia. Piuttosto riteniamo che proprio la crescita straordinaria del mercato dei mezzi ‘alla spina’ ci deve fare concentrare nello sviluppo delle infrastrutture: una spina senza una presa cui attaccarsi diventa l’oggetto più inutile e frustrante che si possa pensare”, rimarca Dino Marcozzi, segretario generale di Motus-E.

Nucleare, la Basilicata dice no ai depositi radioattivi nel suo territorio

La Regione Basilicata si opporrà con tutte le sue forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi’. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa dopo la pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che vede anche alcune zone della Basilicata fra le aree indicate dalla Sogin.

‘Non eravamo stati informati – hanno aggiunto Bardi e Rosa – e ribadiamo la nostra contrarieta’ a questa scelta, certi di interpretare il comune sentire del popolo lucano che come e’ noto a tutti ha gia’ manifestato questo orientamento, in maniera composta ma decisa, 17 anni fa quando fu indicato il sito di Scanzano Jonico. Ora come allora il nostro territorio, che contribuisce in maniera rilevante al bilancio energetico del Paese con le proprie risorse naturali, non puo’ essere ulteriormente gravato da una attivita’ che rischierebbe di mettere in discussione e di pregiudicare la prospettiva di sviluppo sostenibile che con tanta fatica, in questa difficile congiuntura dovuta all’emergenza sanitaria in atto, le istituzioni e le forze economiche e sociali stanno cercando di concretizzare’.

‘Nella consultazione pubblica che e’ stata prevista – concludono Bardi e Rosa – la Regione produrra’ una serie di osservazioni negative che in queste ore sono in corso di elaborazione. A questo scopo giovedi’ mattina alle 10,30 si terra’ una riunione via web con tutti gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda’.

Programmi sviluppo rurale, nel 2020 erogati 3 miliardi di euro al settore agricolo

Anche nel 2020 sono stati erogati oltre 3 miliardi di euro al settore agricolo attraverso i Programmi di sviluppo rurale, cofinanziati dall’Unione europea con il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). E’ quanto annunciato dal Ministero dell’Agricoltura, secondo cui si tratta di interventi “rilevanti” destinati al sostegno di investimenti per la transizione digitale ed ecologica.

Nel periodo 2014-2020 erano disponibili 20,9 miliardi di euro, di cui oltre un quarto (il 27,3%) destinati ad investimenti per innovazioni dei processi produttivi, quasi un quarto (il 22,1%) a sostegno delle imprese agricole virtuose dal punto di vista ambientale (in particolare agricoltura biologica), il 7,8% riservato a imprese agricole operanti in aree montane e svantaggiate, il 7,1% a sostegno dei giovani agricoltori, il 7% per indennizzare gli agricoltori danneggiati da calamità naturali conseguenti ai cambiamenti climatici.

Alla fine del 2020, sono stati utilizzati complessivamente 12,1 miliardi di euro (il 58% dei fondi assegnati all’Italia), gli altri 9 miliardi potranno essere utilizzati nei prossimi 3 anni. Guardando al trend di spesa degli ultimi anni, il settore dello sviluppo rurale ha impiegato risorse per circa 3 miliardi all’anno: 3,19 miliardi nel 2018, 3,03 miliardi nel 2019, 3,05 miliardi nel 2020.

Fra le aree più attive la Provincia autonoma di Bolzano, il Veneto e la Valle d’Aosta, mentre i ritardi maggiori si riscontrano al Sud.

Sogin, individuate 67 aree idonee per il deposito dei rifiuti nucleari

LUBMIN, GERMANY – JULY 25: A symbol for radioactivity is visible on a container filled with radioactively-contaminated material at the nearby Greifswald former nuclear power plant at the Zwischenlager Nord temporary nuclear waste storage facility on July 25, 2013 in Lubmin, Germany. The Zwischenlager Nord, run by Energiewerke Nord GmbH, contains low, medium and high radioactive waste as well as spent nuclear fuel rods from both west and east German nuclear power plants and research reactors.(Photo by Thomas Trutschel/Photothek via Getty Images)

Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permettera’ di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attivita’. La pubblicazione e’ avvenuta con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Si tratta di un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilita’ da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorita’ a seconda delle caratteristiche), di fatto da’ l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terra’, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale.

Sara’ questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedra’ la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, universita’ ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornera’ la Cnapi, che verra’ nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convalidera’ la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee.

La Cnai sara’ il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sara’ una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avra’ una struttura a matrioska.

Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi gia’ condizionati. In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attivita’: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attivita’ di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano. Le aree interessate dalla Cnapi sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformita’ ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse.

A2A si rafforza nella circular economy con l’ingresso in Saxa Gres

A2A ha siglato un accordo per rilevare il 27,7% del capitale di Saxa Gres S.p.A., gruppo imprenditoriale con sede ad Anagni (FR) nato nel 2015 per introdurre i principi dell’economia circolare nel settore della produzione di ceramiche. Saxa Gres, spiega una nota, e’ la prima Circular Factory a realizzare pavimentazione urbana con un innovativo processo “end of waste” che permette il recupero di materiali provenienti dal ciclo dei rifiuti, come ad esempio le ceneri prodotte dai termovalorizzatori, e il loro riutilizzo per la realizzazione di un nuovo prodotto.

Grazie a questo processo e’ possibile innescare meccanismi virtuosi che evitano il piu’ possibile il consumo di materia o, peggio ancora, il ricorso alle discariche per lo smaltimento. L’ingresso di A2A nel capitale di Saxa Gres rappresenta un esempio virtuoso di partnership fra una utility e il settore manifatturiero, e si pone come base per ulteriori sviluppi in campo ambientale.

“Questo accordo e’ un ulteriore passo avanti nel nostro percorso di crescita nel settore dell’ambiente e una importante opportunita’ di sviluppo nella gestione dell’intero ciclo dei rifiuti – ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – L’esperienza e la leadership nel trattamento e nel recupero di materia ed energia consentono al nostro Gruppo di coniugare efficacemente economia circolare e processi produttivi, a servizio della collettivita’ e della tutela dell’ambiente”.

Grande soddisfazione esprime anche Francesco Borgomeo, Presidente e Amministratore Delegato di Saxa Gres: “la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione verso la sostenibilita’ sono il futuro di ogni azienda che vuole stare sul mercato da protagonista. Noi siamo partiti prima e l’ingresso di un’azienda come A2A nel nostro capitale evidenzia lo straordinario potenziale di crescita dell’economia circolare nel mondo della pavimentazione urbana e del trattamento dei rifiuti”. Il perfezionamento dell’acquisto, soggetto all’avveramento di alcune condizioni sospensive, e’ previsto entro la fine del primo trimestre del 2021.

Industrie Chimiche Forestali ottiene certificazione Standard 100 by Oeko-Tex

Industrie Chimiche Forestali ha ricevuto la certificazione STANDARD 100 BY OEKO-TEX che attesta il rispetto dei requisiti umano-ecologici attualmente in vigore per i settori della calzatura e della pelletteria, mercati di riferimento per il Gruppo. Lo STANDARD 100 by OEKO-TEX e’ un sistema di controllo e certificazione indipendente adottato nel mondo tessile per le materie prime, i semilavorati e per il prodotto finale, applicato a tutte le fasi di lavorazione, e finalizzato alla realizzazione di prodotti privi di sostanze potenzialmente nocive.

Il processo di certificazione esamina anche eventuali componenti non tessili nel processo di fabbricazione. Per molte aziende, in particolare per i Brand del fashion di alta gamma, il rispetto dei criteri di OEKO-TEX risulta determinante per la scelta di un fornitore e per garantire elevati standard qualitativi dei propri prodotti. Guido Cami, Presidente & Ceo di Industrie Chimiche Forestali, ha dichiarato: “grazie alla attivita’ del nostro dipartimento di Ricerca e Sviluppo, costituito da 22 addetti, e alla continua sperimentazione di prodotti e soluzioni innovative, siamo riusciti ad ottenere questa importante certificazione.

Lo STANDARD 100 BY OEKO-TEX va sicuramente incontro alle esigenze dei clienti, gia’ in portafoglio e prospect, del settore calzaturiero e della pelletteria di alta gamma particolarmente esigenti e attenti alla qualita’ e all’impatto ecologico dei prodotti”.

Covid, lo smog non favorisce la diffusione del virus

Il particolato atmosferico non favorisce la diffusione in aria del Covid-19. È quanto risulta da uno studio congiunto tra Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr e Arpa Lombardia, pubblicato su Environmental Research.

“La prima ondata della pandemia da Covid-19, nell’inverno 2020, ha colpito in maniera più rilevante il Nord Italia rispetto al resto del Paese e la Lombardia, in particolare, è stata la Regione con la maggiore diffusione – ricostruisce una nota congiunta – A maggio 2020 vi erano registrati 76.469 casi, pari al 36,9% del totale italiano di 207.428 casi. Un recente studio, condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), sedi di Lecce e Bologna, e dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente-Arpa Lombardia, dimostra che particolato atmosferico e virus non interagiscono tra loro. Pertanto, escludendo le zone di assembramento, la probabilità di maggiore trasmissione in aria del contagio in outdoor in zone ad elevato inquinamento atmosferico appare essenzialmente trascurabile“.

La ricerca è stata condotta analizzando i dati, per l’inverno 2020, degli ambienti outdoor per le città di Milano e Bergamo.

“Tra le tesi avanzate, vi è quella che mette in relazione la diffusione virale con i parametri atmosferici, ipotizzando che scarsa ventilazione e stabilità atmosferica (tipiche del periodo invernale nella Pianura Padana) e il particolato atmosferico, cioè le particelle solide o liquide di sorgenti naturali e antropiche, presenti in atmosfera in elevate concentrazioni nel periodo invernale in Lombardia, possano favorire la trasmissione in aria (airborne) del contagio”, spiega Daniele Contini, ricercatore di Cnr-Isac (Lecce).

“È stato infatti supposto che tali elementi possano agire come veicolo per il SARS-CoV-2 formando degli agglomerati (clusters) con le emissioni respiratorie delle persone infette. In tal caso il conseguente trasporto a grande distanza e l’incremento del tempo di permanenza in atmosfera del particolato emesso avrebbero potuto favorire la diffusione airborne del contagio”, aggiunge.

Nella ricerca sono state stimate le concentrazioni di particelle virali in atmosfera a Milano e Bergamo in funzione del numero delle persone positive nel periodo di studio, sia in termini medi sia nello scenario peggiore per la dispersione degli inquinanti tipico delle aree in studio.

I risultati in aree pubbliche all’aperto mostrano concentrazioni molto basse, inferiori a una particella virale per metro cubo di aria – prosegue Contini – Anche ipotizzando una quota di infetti pari al 10% della popolazione (circa 140.000 persone per Milano e 12.000 per Bergamo), quindi decupla rispetto a quella attualmente rilevata (circa 1%), sarebbero necessarie, in media, 38 ore a Milano e 61 ore a Bergamo per inspirare una singola particella virale. Si deve però tenere conto che una singola particella virale può non essere sufficiente a trasmettere il contagio e che il tempo medio necessario a inspirare il materiale virale è tipicamente tra 10 e 100 volte più lungo di quello relativo alla singola particella, quindi variabile tra decine di giorni e alcuni mesi di esposizione outdoor continuativa. La maggiore probabilità di trasmissione in aria del contagio, al di fuori di zone di assembramento, appare dunque essenzialmente trascurabile”.

“Per avere una probabilità media del 50% di individuare il SARS-CoV-2 nei campioni giornalieri di PM10 a Milano sarebbe necessario un numero di contagiati, anche asintomatici, pari a circa 45.000 nella città di Milano (3,2% della popolazione) e a circa 6.300 nella città di Bergamo (5,2% della popolazione) – sottolinea Vorne Gianelle responsabile Centro Specialistico di Monitoraggio della qualità dell’aria di Arpa Lombardia – Pertanto, allo stato attuale delle ricerche, l’identificazione del nuovo coronavirus in aria outdoor non appare un metodo efficace di allerta precoce per le ondate pandemiche”.

“La probabilità che le particelle virali in atmosfera formino agglomerati con il particolato atmosferico pre-esistente, di dimensioni comparabili o maggiori, è trascurabile anche nelle condizioni di alto inquinamento tipico dell’area di Milano in inverno – conclude Franco Belosi, ricercatore Cnr-Isac di Bologna – È possibile che le particelle virali possano formare un cluster con nanoparticelle molto più piccole del virus ma questo non cambia in maniera significativa la massa delle particelle virali o il loro tempo di permanenza in atmosfera. Pertanto, il particolato atmosferico, in outdoor, non sembra agire come veicolo del coronavirus“.

Nuova vita per le biciclette abbandonate nelle strade di Bologna

Favorire la mobilità sostenibile, proteggere l’ambiente, incoraggiare il riuso e il recupero delle biciclette abbandonate, o di parte di esse, sul territorio di Bologna: è online l’avviso pubblico per raccogliere proposte di collaborazione da parte di associazioni o cooperative sociali con finalità di inclusione sociale di persone fragili e vulnerabili, per il riutilizzo delle biciclette abbandonate su strade e aree pubbliche, ma che possono avere parti ancora funzionanti da utilizzare per la riparazione o l’assemblaggio di una nuova bicicletta. L’avviso pubblico scadrà l’11 gennaio. Le biciclette trovate abbandonate saranno recuperate da una ditta incaricata dall’Amministrazione comunale e custodite nei propri locali per dieci giorni al massimo, in modo da permetterne la valutazione e il riuso.

Il recupero dei mezzi prevede la riparazione, il riassemblaggio o il riutilizzo di parti e componenti meccaniche per realizzare o riparare altre biciclette da destinare alla circolazione anche a favore di soggetti fragili o vulnerabili.

Chi aderisce all’avviso pubblico potrà così, secondo modalità concordate con l’Amministrazione, scegliere le bici utili al riuso tra quelle recuperate e depositate presso la ditta autorizzata. Al momento la procedura di recupero delle bici abbandonate, in quanto prive di alcune parti essenziali, distorte, arrugginite o in sosta da lungo tempo, prevede che si apponga un avviso sulla bici per 10 giorni, nell’impossibilità di identificare il proprietario. Se nei 10 giorni non accade nulla, la bici viene rimossa e prima della demolizione viene custodita dalla ditta incaricata altri dieci giorni: 5 giorni a disposizione del legittimo detentore e 5 per l’associazione/cooperativa sociale ai fini del riuso.

Economia circolare, nel 2020 salgono del 4% i rifiuti da prodotti elettronici

An employee reaches examines electronic waste awaiting to be dismantled as recyclable waste at the Electronic Recyclers International plant in Holliston, Massachusetts, USA.

Cresce il quantitativo gestito di rifiuti da prodotti elettronici in Italia nel 2020. Erion, sistema multi-consortile no profit nato dalla fusione di Ecodom e Remedia ed attivo nella gestione di questo genere di rifiuti, ha gestito lo scorso anno circa 300.000 tonnellate di rifiuti associati ai prodotti elettronici, in aumento del 4% rispetto alle 290.000 tonnellate del 2019. Di questi, RAEE domestici per oltre 260.000 tonnellate, Rifiuti Professionali per 9.500 tonnellate e Rifiuti di Pile e Accumulatori per oltre 29.600 tonnellate.

Tra i RAEE domestici prevalgono quelli del Raggruppamento R2 (Grandi Bianchi) con 112.000 tonnellate, pari al 43% del totale. Seconda posizione per i RAEE del Raggruppamento R1 (Freddo e Clima) con 79.000 tonnellate (30%), seguiti dai RAEE di R3 (Tv e Monitor) con 44.000 tonnellate (17%), R4 (Piccoli Elettrodomestici) con più di 25.000 tonnellate (10%) e, infine, R5 (sorgenti luminose) con circa 150 tonnellate.

I risultati operativi del 2020 confermano il ruolo chiave di Erion nello sviluppo di una reale Economia Circolare a livello nazionale. Il tasso di riciclo delle Materie Prime Seconde è stato pari all’89% del peso dei RAEE domestici gestiti. In dettaglio, dalle oltre 260.000 tonnellate, Erion WEEE ha ricavato 133.000 tonnellate di ferro, 5.000 tonnellate di alluminio, 6.000 tonnellate di rame e 35.000 tonnellate di plastica. Il corretto trattamento di questa tipologia di rifiuti ha permesso di risparmiare oltre 420 milioni di kWh di energia elettrica e di evitare l’immissione in atmosfera di oltre 1.700.000 tonnellate di anidride carbonica.

Enel Green Power, nuovo parco eolico da 70 GWh in Molise

Enel Green Power ha avviato la costruzione del parco eolico di Castelmauro, in Molise. L’impianto verra’ realizzato tra i comuni di Castelmauro e Roccavivara, nella provincia di Campobasso, e sara’ costituito da sette aerogeneratori da 4,2 MW ciascuno, per una potenza totale pari a 29,4 MW.

L’entrata in esercizio del parco eolico e’ prevista entro la fine del 2021. L’impianto produrra’ circa 70 GWh ogni anno da fonte rinnovabile, che corrispondono alla fornitura di energia per circa 29mila abitazioni, evitando l’emissione in atmosfera di circa 36mila tonnellate di CO2 all’anno.

“Con l’avvio del cantiere di Castelmauro confermiamo il nostro impegno per la crescita delle energie rinnovabili in Italia, contribuendo cosi’ alla transizione energetica verso la generazione del futuro – commenta Salvatore Bernabei, Ceo di Enel Green Power e Direttore della Divisione Global Power Generation -. Gia’ oggi, sia a livello globale che in Italia, la produzione di energia da fonti rinnovabili di Enel e’ superiore a quella termoelettrica. In linea con gli obiettivi globali del Gruppo e con quelli del Paese, intendiamo proseguire in questo percorso per accelerare la progressiva sostituzione delle fonti fossili con quelle a zero emissioni”.

Castelmauro e’ il secondo impianto eolico di Enel Green Power attualmente in costruzione fra quelli aggiudicati nelle recenti gare del Gse dopo quello di Partanna in Sicilia, in costruzione dallo scorso agosto.

Enel, passo avanti verso energia green. Chiusa centrale a carbone in Cile

Il Gruppo Enel, tramite la controllata Enel Generacion Chile S.A. ha effettuato la disconnessione dalla rete elettrica e la cessazione delle attività del gruppo I della centrale a carbone Bocamina, nella municipalità di Coronel in Cile. Il gruppo I da 128 MW stato disconnesso dalla rete elettrica con tre anni di anticipo rispetto alla data individuata nel Piano Nazionale di Decarbonizzazione cileno. Questo traguardo, che si unisce alla chiusura della centrale a carbone di Tarapacà il 31 dicembre 2019 e a quella dell’ultimo impianto a carbone di Enel in Cile, il gruppo II di Bocamina, prevista per maggio 2022, segna un ulteriore progresso nella decarbonizzazione del mix di generazione di Enel in Cile.

“Abbiamo raggiunto un traguardo storico per la nostra presenza in Cile”, ha commentato Salvatore Bernabei, responsabile Global Power Generation per il Gruppo Enel, “stiamo avanzando a tutta velocita’ verso un mix di generazione sempre piu’ sostenibile. Per il 2023, avremo sia dismesso l’intera flotta a carbone cilena che ancora contava 636 MW fino al 2019, sia completato circa 2,4 GW di capacità rinnovabile aggiuntiva nel Paese. Ad oggi, di questi obiettivi, abbiamo già dismesso 286 MW di generazione a carbone con la chiusura di Tarapacà e del gruppo I di Bocamina e abbiamo circa 1,3 GW di rinnovabili in costruzione. Allo stesso modo, con la chiusura del gruppo II di Bocamina, prevediamo di diventare la prima azienda elettrica ad uscire dalla generazione a carbone in Cile”.

La chiusura dei gruppi I e II di Bocamina ha registrato un’accelerazione rispetto ai tempi previsti da Enel Generacio’n Chile nel quadro del Piano Nazionale di Decarbonizzazione cileno siglato con il ministro dell’Energia il 4 giugno 2019. In questa ottica, il Gruppo Enel ha annunciato ai mercati il 28 maggio 2020 di aver deciso di anticipare la chiusura, mentre Enel Generacio’n Chile il 6 luglio 2020 ha ricevuto l’autorizzazione dalla Commissione nazionale energia del Paese a disconnettere il gruppo I di Bocamina.

L’accelerazione del processo di transizione energetica e’ al centro del Piano Strategico del Gruppo Enel per il 2021-2023. Durante la presentazione del Piano, che comprende anche la Vision verso il 2030, Enel ha annunciato investimenti in rinnovabili, in linea con i modelli di business del Gruppo di “Ownership” e “Stewardship”, che si prevede porteranno a una capacita’ installata complessiva da fonti rinnovabili di oltre 67 GW entro il 2023, con l’obiettivo di salire a circa 145 GW entro il 2030. Enel ha inoltre annunciato che intende anticipare al 2027 la data di completa uscita dal carbone, rispetto al 2030 precedentemente annunciato, ben posizionando il Gruppo verso l’obiettivo di decarbonizzazione science-based per il 2030, pari a una riduzione dell’80% delle emissioni di gas serra (GHG) rispetto ai livelli del 2017, e verso l’obiettivo di decarbonizzazione completa entro il 2050.

Anas, 100 milioni di euro per abbattere l’inquinamento acustico

Anas continua ad incrementare il suo impegno sul fronte della riduzione dell’inquinamento acustico pubblicando sulla Gazzetta Ufficiale un bando dell’importo complessivo di 100 milioni di euro per l’affidamento di quatto Accordi Quadro, di durata quadriennale, per l’esecuzione di interventi di mitigazione acustica su tutto il territorio nazionale.

L’appalto, si legge in una nota, e’ suddiviso in 4 lotti: il lotto 1 Nord per il valore di 18 milioni di euro; il lotto 2 Centro per il valore di 33 milioni di euro; il lotto 3 Sud del valore di 31 milioni di euro; ed il lotto 4 Isole del valore di 18 milioni di euro.

Gli interventi saranno attivati mediante Accordo Quadro che garantisce la possibilita’ di avviare i lavori con la massima tempestivita’ in relazione alla programmazione prevista per la manutenzione della rete stradale.

BF Energy, 26 milioni di investimenti e 10.300 tonnellate di Co2 in meno all’anno

Investimenti per 26 milioni di euro in tre anni e una riduzione delle emissioni in ambiente pari a 10.300 tonnellate di CO2, ogni anno, con un taglio di fonti energetiche fossili misurabile in circa 3.600 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) per anno. Quanto prevede il piano industriale 2021-2023 della Newco “BF Energy Srl” deliberato dopo un’intensa attivita’ preliminare volta a individuare iniziative di grande mercato. Quattro i segmenti operativi sui quali sono spalmati gli investimenti: nuovi fotovoltaici, revamping, efficientamento energetico e biometano, per una produ-zione di energia pari a circa 15 GW per anno.

La Newco è frutto dell’accordo di joint venture sottoscritto tra Graded e Bonifiche Ferraresi. La JV è stata realizzata attraverso il conferimento di due impianti fotovoltaici per un importo complessivo di 1,380 milioni di euro da parte di Bonifiche Ferraresi, che ha ulteriormente deliberato un aumento di capitale per un importo di 2,070 milioni di euro interamente sottoscritto da Graded. Con questa operazione la societa’ napoletana ha rilevato una partecipazione di maggioranza del 60% del capitale di BF Energy Srl. La JV si propone di rappresentare un modello integrato capace di cogliere le opportunita’ della transi-zione energetica in agricoltura, valorizzare gli impianti di produzione di energia rinnovabile esistenti, realizzare nuovi impianti, promuovendo l’efficienza energetica nelle filiere e nei processi agricoli, un utilizzo consapevole delle risorse, la mobilità sostenibile attraverso i biocombustibili, e l’economia circolare, attraverso il riutilizzo delle biomasse da scarti agricoli e zootecnici.

Per conseguire tali obiettivi, la JV si avvarrà delle competenze specialistiche di Graded e del network di operatori agricoli di Bonifiche Ferraresi cui verranno proposte operazioni di acquisizione di impianti fotovoltaici e successivi interventi di revamping e, dove possibile, di repowering, anche per impianti che rimangono di proprietà dell’operatore agricolo, nonche’ di consulenza per permettere di recuperare la performance degli impianti.

Nell’operazione Graded e’ stata assistita da Alexandre Moscianese (Executive Director), Graziano Novello (Executive Director) e Matteo Castelli (Director) di Sella Corporate & Investment Banking, e da Alfredo Mazzei dello studio Commercialisti e revisori. Bonifiche Ferraresi e’ stata assistita da Riccardo Bovino (Socio) e Giada Salvini (Senior Associate) di Grimaldi Studio Legale.

Commissione Ue seleziona progetto Infrastrutture Verdi del Mit

Porta la firma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il progetto per le Infrastrutture Verdi selezionato dall’Unione Europea. La decisione arriva dalla Direzione generale per il Sostegno alle Riforme strutturali della Commissione che ha preferito il piano italiano a numerosi progetti alternativi facendogli cosi superare la prima fase del Programma comunitario TSI 2021 (Technical Support Instrument).

Per la decisione e la scelta finale del progetto assegnatario dei 450.000 euro di sostegno del Programma si dovra’ attendere la fine di febbraio 2021 quando si riunira’ il Collegio dei Commissari. Se fosse confermata la scelta, il Mit diventerebbe un centro di competenze in materia di Infrastrutture Verdi di portata nazionale, un riferimento anche per le altre amministrazioni pubbliche, centrali e territoriali.

Le Infrastrutture Verdi rappresentano un efficace strumento per la messa in sicurezza del territorio, in primo luogo quello italiano particolarmente esposto, per la sua orografia, a rischi di inondazioni e frane. Sono inoltre un valido aiuto nella prevenzione di conflitti sociali e politici che possono scaturire dallo sviluppo o l’upgrade di opere infrastrutturali e che difficilmente trovano soluzione nelle sole opere di compensazione ambientale. Il progetto Infrastrutture Verdi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti risponde a queste caratteristiche e offre soluzioni green integrate nella pianificazione dello sviluppo territoriale ed infrastrutturale, alternative o abbinate ad infrastrutture tradizionali, anche dette soluzioni “grigie”.

Enel X, accordo con Weltmeister su aumento export veicoli elettrici

Enel X, la linea di business del Gruppo Enel dedicata ai servizi e prodotti energetici avanzati, ha siglato un accordo con Weltmeister, il marchio di veicoli elettrici (EV) parte di WM Motor Technology Co Ltd, societa’ automobilistica con sede a Shanghai specializzata nella creazione di veicoli elettrici a batteria (BEV). Dopo il precedente lancio del suo primo ufficio commerciale dedicato alla e-Mobility in Cina, Enel X sosterra’ lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica di Weltmeister a livello globale, promuovendo cosi’ l’esportazione di veicoli elettrici e accelerando lo sviluppo dei mercati oltreoceano.

Le due aziende lavoreranno insieme per promuovere l’alta qualità e lo sviluppo sostenibile del mercato dei veicoli elettrici e il lancio del primo progetto e’ atteso in Cina nel 1* trimestre del 2021. I partner svolgeranno una cooperazione strategica multidimensionale e approfondita in settori quali l’esportazione di auto elettriche intelligenti e l’assistenza post-vendita, l’adeguamento delle infrastrutture di ricarica e il miglioramento dell’esperienza di ricarica, nonché l’applicazione della tecnologia V2G. Lavoreranno insieme per promuovere l’alta qualità e lo sviluppo sostenibile della nuova industria delle auto elettriche intelligenti e costruire una nuova ecologia del viaggio verde e intelligente.

“Questa partnership è un’ulteriore conferma della transizione di Enel X verso un modello di business pienamente sostenibile, in quanto l’azienda cerca costantemente di collaborare a livello globale con aziende che promuovono uno sviluppo duraturo e che creano reciprocamente valore condiviso per tutti gli stakeholder”, ha dichiarato Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X. “La collaborazione tra le due aziende per infrastrutture di ricarica, software e hardware, V2G e altri aspetti e’ un’alleanza forte, che accelererà la rivoluzione della mobilita’ elettrica”.

In base all’accordo, Enel X e Weltmeister realizzeranno un’approfondita cooperazione in materia di mobilita’ elettrica, poiche’ Enel X fornira’ soluzioni di ricarica intelligenti e servizi post-vendita one-stop per i prodotti Weltmeister Auto esportati nei mercati d’oltremare, come l’Unione Europea e il Sud Est Asiatico, oltre a garantire che le strutture di ricarica rilevanti soddisfino i requisiti degli standard locali in materia di ricarica, delle politiche e delle normative locali. Inoltre, le due societa’ esploreranno l’integrazione della tecnologia V2G in Europa, consentendo ai clienti di abbassare il costo di proprieta’ di un veicolo elettrico, offrendo al contempo una potenziale fonte di alimentazione di riserva. Attraverso questa partnership strategica, Enel X continua ad aumentare la creazione di valore e a contribuire positivamente al piu’ rapido raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ponendo SDG 13 per la lotta al cambiamento climatico al centro della sua strategia.

Due torri di Pisa di batterie per auto elettriche da smaltire entro il 2030

Questa la previsione di Erion Energy, il Consorzio dedicato ai rifiuti di pile e accumulatori

L’accelerazione delle immatricolazioni delle auto elettriche del +155% rispetto al 2019 (circa 30mila nuove auto, pari a oltre il 3% sul totale) dovuta alla trasformazione green del settore automotive, porterà nel prossimo futuro a una domanda esponenziale di batterie al litio e a una conseguente necessità di smaltimento e recupero delle stesse.

Secondo Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Pile e Accumulatori, se nel 2030 dovessimo riciclare tutte le batterie del parco di autovetture elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al peso di due Torre di Pisa.

Nei prossimi anni, la richiesta crescerà di 14 volte rispetto al 2018 e si prevede che, entro il 2030, il 17% di questa potrebbe arrivare dall’Europa. Solo in Europa sono state annunciate 15 Gigafactories per la produzione di accumulatori al litio entro il 2025, sufficienti ad equipaggiare 6 milioni di veicoli.

I produttori di batterie, da normativa europea, sono responsabili per l’intero ciclo di vita del prodotto, compreso lo smaltimento e riciclo.

Si stima che da qui al 2030 litio e cobalto serviranno rispettivamente in misura 80 e 50 volte superiore rispetto all’uso attuale, un dato significativo se si considera l’attuale dipendenza dell’Europa da Paesi terzi. La buona notizia è che sono materiali riciclabili, a patto che si sviluppi una filiera nazionale ed Europea in chiave circolare per il riciclo e il riutilizzo delle batterie.

Danilo Bonato, direttore generale di Erion Energy, spiega che “il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua, poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati”.

Mobilità per tutti, successo del welfare aziendale Arval

Con il successo di Arval For Employee e la recente presentazione del programma WellMakers, il gruppo BNP Paribas si conferma attento a sviluppare proposte in grado di proiettare il welfare aziendale nel futuro, facendo leva anche sulla mobilità. Pensata per soddisfare tutte le necessità di movimento del personale che non dispone di auto assegnate, la soluzione firmata Arval si è rivelata efficace nel contribuire al benessere dei dipendenti delle aziende clienti, persino in un anno difficile come quello appena trascorso.

Lanciata nel 2018, la piattaforma del player numero 1 al mondo nel noleggio di veicoli e nell’offerta di servizi per la mobilità ha, infatti, garantito spostamenti sicuri ed ecosostenibili a tanti lavoratori. Ha, così, mostrato parte del suo potenziale quando le reti di treni, bus e metropolitane pubbliche sono state messe alle corde dalle limitazioni di capacità legate alla pandemia da Covid-19.

Tra i prodotti offerti a condizioni dedicate con Arval For Employee figurano, tra l’altro, la disponibilità di auto ed e-bike, queste ultime in noleggio sia a breve sia a lungo termine. Il noleggio comprende una sezione dedicata alla mobilità ‘green’, con un’ampia offerta di vetture ibride e elettriche che, presto, sarà integrata con opzioni per le infrastrutture di ricarica. Per quello che riguarda le quattro ruote c’è, poi, l’opportunità di acquistare i veicoli dell’usato d’eccellenza di proprietà della multinazionale del gruppo BNP Paribas.

Si tratta di mezzi con chilometri certificati, non sinistrati, che godono di una garanzia di 36 mesi. Basandosi anche sulle opportunità legate alla mobilità, proprio il gruppo BNP Paribas ha recentemente rilanciato la sua strategia di welfare aziendale proponendo WellMakers. Si tratta di un programma che punta a creare un vero e proprio ‘ecosistema’ sostenibile e proiettato nel futuro. Ideato per aiutare le aziende di tutte le dimensioni ad aumentare l’utilizzo e la diversificazione del welfare, offre vantaggi concreti ai dipendenti e benefici a livello di immagine per le imprese.

Al contempo promuove un’attenzione concreta, appunto, alla sostenibilità ambientale oltre che a quella sociale ed economica che possa andare a vantaggio della collettività. Attraverso una piattaforma digitale, WellMakers offre oltre 400 servizi, messi a punto in Italia dalle società e dai partner del gruppo transalpino. Soluzioni che spaziano dalla salute alla prevenzione, dal supporto alla famiglia all’istruzione, dalla protezione casa e lavoro al tempo libero. Non mancano, poi, con WellMakers Academy le strutture dedicate alla formazione specifica del personale aziendale.

Assegnati i BMW Group Awards for Social Commitment

Cinque dipendenti del BMW Group sono stati onorati per il loro lavoro di volontariato. Premi aggiuntivi per altri cinque finalisti

Anche quest’anno il BMW Group ha premiato i dipendenti di tutto il mondo che si sono distinti per il loro eccezionale impegno sociale. I BMW Group Awards for Social Commitment sono stati assegnati a cinque dipendenti, due dei quali hanno ricevuto un premio speciale dalla Fondazione Vera e Volker Doppelfeld. Ogni premio di 5.000 euro è a beneficio diretto dei rispettivi progetti. I vincitori 2020 provengono da India, Germania e Sudafrica. A causa delle particolari circostanze di quest’anno, altri cinque finalisti riceveranno un premio monetario di 2.500 euro, che andrà a beneficio dei progetti di ciascuno dei cinque dipendenti.

“Impegnarsi coraggiosamente per il bene della società è sempre più importante, soprattutto in tempi senza precedenti come la pandemia che stiamo vivendo. Incoraggiare ogni individuo ad assumersi le proprie responsabilità è per me una priorità. I nostri Employee Awards contribuiscono a questo scopo, riconoscendo l’impegno dei nostri collaboratori”, ha spiegato Ilka Horstmeier, membro del Consiglio di Amministrazione di BMW AG responsabile delle Risorse Umane e curatrice del premio.

Molti dipendenti del BMW Group sono coinvolti in attività di volontariato – nella propria regione o in progetti internazionali. La diversità di questo impegno si riflette anche nei candidati al premio: le 111 candidature presentate sono pervenute da ben 16 Paesi diversi. A causa delle misure anti-contagio, la cerimonia di premiazione di quest’anno si è svolta sottoforma di evento digitale trasmesso in diverse località del mondo.

Impegno internazionale

Dopo soli sei mesi con il BMW Group, Sankar Sundaralingam di Chennai, India, è stato premiato con il BMW Award per la sua Fondazione Ooruni. In qualità di co-fondatore e amministratore fiduciario, Sundaralingam dal 2015 si impegna a promuovere un programma di sostegno educativo per gli orfani di vittime dell’AIDS e a organizzare un mercato del lavoro per persone con disabilità, oltre a raccogliere donazioni di cibo per bisognosi e a lanciare varie campagne ambientali. Ha in programma di utilizzare il premio in denaro per finanziare gli studi di 22 giovani.

Ludwig Donharl lavora come ingegnere energetico presso lo stabilimento BMW di Dingolfing dal 1987. Ha dimostrato una dedizione disinteressata nell’aiutare i giovani del Kenya da quando vi si è recato in vacanza nel 2017 – costruendo, in gran parte di sua iniziativa, una scuola per 200 bambini e otto insegnanti. Donharl realizza una vasta gamma di progetti diversi grazie alle donazioni che raccoglie, tra cui il sostegno a un giovane che ha subito un incidente e ha avuto bisogno di un’operazione per poter tornare al lavoro. I colleghi di Donharl hanno premiato il suo eccezionale impegno personale tramite il BMW Group Associate Award, introdotto per la prima volta quest’anno. Tutti i dipendenti dell’azienda hanno infatti avuto la possibilità di scegliere uno dei vincitori del Premio attraverso una votazione online.

Jörg Kaufmann ha fondato la Children’s Cancer Research Society. Come presidente, lui e i 45 membri dell’organizzazione si sono posti l’obiettivo di rendere i tumori infantili curabili – per quanto rari questi possano essere. Negli ultimi dieci anni l’associazione ha finanziato progetti di ricerca per un valore di oltre un milione di euro. Il più grande successo raggiunto dall’organizzazione è stata la promozione di una terapia anticorpale la cui prassi è ormai consolidata. Il premio in denaro del BMW Group Award andrà a beneficio di un progetto di ricerca sul cancro presso l’ospedale pediatrico Dr. von Hauner di Monaco di Baviera.

La Fondazione Vera e Volker Doppelfeld assegnerà quest’anno non uno, ma due premi speciali. Uno di questi andrà ad un altro fondatore: Solly Makgatho dal Sud Africa. L’addetto alla produzione si accorse che i bambini della sua comunità avevano un disperato bisogno di un alloggio sicuro. Mentre faceva volontariato come consulente legale, presentò al governo la sua idea per un’organizzazione umanitaria separata – gettando le basi per la Gauteng Community Organisation (GCO) nel 2011. Da allora, l’organizzazione ha offerto rifugio, assistenza e istruzione a non meno di 120 orfani. I bambini vivono nelle cosiddette “Green Houses” che offrono loro sicurezza, pasti e terapie. Il premio monetario sarà utilizzato per la ristrutturazione degli alloggi attualmente esistenti.

Il secondo premio speciale della Fondazione Doppelfeld è stato assegnato a Sipho Machaka, anch’esso sudafricano. Oltre a lavorare nel reparto verniciatura dello stabilimento di Rosslyn, Machaka è anche mentore, consigliere e formatore presso il Golden Youth Club (NPO). Questa iniziativa dinamica offre progetti di danza, arte e musica per bambini e adolescenti affinché possano occupare il loro tempo in modo costruttivo. L’iniziativa prevede anche opportunità per giovani che vogliano accrescere le proprie conoscenze sui temi dell’ambiente e dei diritti umani. Machaka stesso insegna loro a vivere uno stile di vita sostenibile contribuendo a rafforzare la loro autostima. Il prossimo progetto è già delineato: Machaka vuole utilizzare il premio per la creazione di un centro giovanile.

Dato che quest’anno, a causa della pandemia, non potrà esserci una cerimonia di premiazione ufficiale, il BMW Group ha deciso di offrire a tutti i restanti finalisti un premio monetario. I dipendenti riceveranno rispettivamente 2.500 euro per il loro impegno: per garantire che le famiglie svantaggiate in Kenya possano permettersi un’assicurazione sanitaria; per sostenere le persone con disabilità in Tunisia; per fornire assistenza alle case di cura; per sviluppare un test per identificare le infezioni da Covid-19; e per dare alle persone con la sindrome di Down in Sud Africa la possibilità di vivere una vita soddisfacente. I BMW Group Awards for Social Commitment hanno avuto inizio a partire dal 2011. Sono stati presentati quasi 1.000 progetti e sono stati premiati fino ad oggi 38 vincitori.Assegnati i BMW Group Awards for Social Commitment

Voli a emissioni zero grazie alla conversione della Co2 in carburante

Convertire l’anidride carbonica in un carburante per aerei utilizzando catalizzatori economici per voli a zero emissioni inquinanti. Questo l’obiettivo, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications, di un team dell’Università di Oxford, che ha sviluppato un processo in grado di utilizzare catalizzatori di ferro per catturare la CO2 in atmosfera e convertirla in carburante per aeroplani.

“Il nostro risultato rappresenta un significativo progresso sociale riguardo il modo in cui il gas serra viene convertito – sostiene Peter Edwards dell’Università di Oxford – e nel suo potenziale per ridurre notevolmente l’impatto del settore aereo”. La reazione chimica preleva l’anidride carbonica dall’aria e la converte in carburante in un processo carbon neutral, che non richiede cioè l’estrazione di petrolio.

“L’aviazione – continua lo scienziato – contribuisce in larga misura all’effetto serra ed è responsabile del 10 per cento delle emissioni di gas serra del Regno Unito. L’UK è legalmente obbligato a raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050, per cui è necessario trovare nuove soluzioni per carburanti”. Il team spiega che la loro tecnica consente di catturare il gas già presente in atmosfera, azzerando la necessità di fare rifornimento a terra. “La CO2 è altamente stabile – osserva l’esperto – ma un catalizzatore a base di ferro ci ha permesso di utilizzare il gas come carburante. Si tratta di un metodo che potrebbe portare la Gran Bretagna in prima linea nel settore di una industria verde rivoluzionaria. È un progresso davvero emozionante”.

I ricercatori sono in trattative con le industrie del Regno Unito per organizzare una dimostrazione dell’impianto. “Speriamo che il mondo possa vedere che la CO2 può essere utilizzata come vettore energetico e consentire l’aviazione sostenibile – dichiara Edwards – questi progressi scientifici possono portare a tecnologie e innovazioni rivoluzionarie per un mondo rinnovabile e sostenibile, per cui sono fondamentali per la salvaguardia del nostro futuro”.

Transizione energetica e parità di genere nel nuovo statuto di Snam

Il consiglio di amministrazione di Snam da deliberato di inserire in statuto “l’impegno della società a favorire la transizione energetica verso forme di utilizzo delle risorse e delle fonti di energia compatibili con la tutela dell’ambiente e la progressiva decarbonizzazione”.

La proposta sarà sottoposta all’assemblea degli azionisti convocata per il prossimo 2 febbraio insieme a quella di “riservare al genere meno rappresentato una quota pari ad almeno due quinti dei componenti da eleggere” in consiglio di amministrazione.

BiUnCrowd, 24 proposte per il crowdfunding targato Università Bicocca

La pandemia non ha frenato la voglia di innovazione e la creatività della comunità Bicocca. Sono 24 le proposte arrivate a seguito della terza call di BiUnCrowd, il programma di finanza alternativa dell’Università di Milano-Bicocca, in partnership con Produzioni dal basso. Sostenibilità ambientale e sociale, digitalizzazione dei servizi, salute e benessere, valorizzazione del territorio: sono questi i temi che hanno ispirato le candidature. Nella maggior parte dei casi, le proposte prevedono lo sviluppo di nuove applicazioni e piattaforme tecnologiche, ma non mancano veri e propri progetti di ricerca scientifica.

A conferma dello spirito multidisciplinare dell’iniziativa di raccolta fondi dal basso, i progetti presentati arrivano da 11 dipartimenti diversi: da giurisprudenza all’ambito scientifico, da psicologia a medicina, ma anche economia e sociologia. La maggior parte delle candidature provengono dalla componente più giovane della comunità accademica: studenti (14) ed ex-studenti (7). Quasi tutte le proposte (21) prevedono un lavoro in team che va da due a un massimo di dieci componenti; solo tre, invece, le candidature individuali.

Nei team di cinque progetti sono coinvolti borsisti, assegnisti, ricercatori e professori provenienti da ambiti disciplinari diversi: in tutto sono circa 20 i docenti e ricercatori che partecipano alla terza call di BiUniCrowd a supporto dei project leader. L’età media dei team leader è di 31 anni. A puntare all’obiettivo massimo di raccolta di 10mila euro sono 14 progetti su 24.

Le 24 proposte si contenderanno i primi posti della graduatoria che verrà stilata a gennaio da un’apposita commissione: saranno massimo cinque i progetti che a partire da marzo potranno avviare la campagna di crowdfunding.

I progetti selezionati e i loro team potranno contare sul supporto degli esperti di Produzioni dal Basso e sull’impegno dell’Ateneo nel cofinanziamento delle raccolte fondi. La formula è quella del 50 per cento: il sostegno scatta nel momento i cui la campagna di raccolta arriva almeno alla metà dell’obiettivo.

Anche questa edizione è sostenuta da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, che si impegna a cofinanziare un progetto sul riutilizzo degli imballaggi di plastica, e da Fondazione di Comunità Milano che cofinanzierà un progetto sulla cura e rigenerazione di beni comuni in ambito sociale, culturale e ambientale.

CDP e Comune di Genova, collaborazione per iniziative di mobilità sostenibile

Cassa Depositi e Prestiti e Comune di Genova hanno siglato un protocollo di intesa per rafforzare la collaborazione nella realizzazione di interventi strategici per il territorio e la collettività. Obiettivo comune delle parti è avviare progetti di sviluppo del sistema di trasporto pubblico urbano dotandolo di infrastrutture ad elevata capacità e a trazione totalmente elettrica.

Dare valore alle città significa anche dare un apporto concreto allo sviluppo della rete del Trasporto Pubblico Locale, un complesso ma indispensabile servizio per la comunità, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.  Per questo lo sviluppo di questo sistema diventa strategico soprattutto oggi in ottica di sostenibilità ambientale e di ripresa del turismo, fondamentale in una città come Genova.

In accordo con il suo piano industriale 2019-2021, CDP fornirà all’Ente attività di consulenza tecnico-amministrativa mirata ad ottimizzare le procedure di adeguamento e realizzazione delle opere.

Cassa Depositi e Prestiti fornirà al Comune di Genova consulenza durante tutto il ciclo di sviluppo delle opere, supportandolo dalla fase preliminare del progetto, alla programmazione e progettazione fino all’esecuzione dei lavori.

Tra gli interventi previsti per sviluppare il sistema di trasporto pubblico sono presenti:

  • il completamento della linea metropolitana esistente con la realizzazione delle nuove stazioni di Rivarolo, Canepari, Corvetto e Martinez/Terralba;
  • l’estensione della metropolitana con un nuovo ramo verso Sampierdarena/Fiumara;
  • la realizzazione del sistema degli Assi di Forza per il TPL (rete filoviaria);
  • la costruzione dell’impianto di risalita (monorotaia) verso il Parco Scientifico Tecnologico degli Erzelli;
  • la realizzazione dell’impianto per il trasporto rapido di massa in sede propria per la Val Bisagno (Skytram).

La collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti – ha detto l’assessore alla mobilità del Comune di Genova Matteo Camporarappresenta una risorsa in termini di supporto e progettazione del sistema di trasporto pubblico urbano per la realizzazione di infrastrutture ad alta capacità e totalmente green. Una sinergia di rilevanza strategica, che ha lo scopo di migliorare non solo i collegamenti fra punti nevralgici, ma anche di migliorare la città dal punto di vista ambientale, con il conseguente innalzamento della qualità della vita“.

L’obiettivo di Cassa Depositi e Prestiti è quello di accelerare il processo di sviluppo delle infrastrutture del Paese al fianco degli enti locali, fornendo assistenza sia tecnica sia finanziaria. In continuità con la nostra missione, grazie all’accordo firmato oggi con il Comune di Genova per lo sviluppo sostenibile della mobilità urbana, rafforziamo ulteriormente il modello di coesione con il territorio e la comunità”, ha dichiarato Paolo Calcagnini, Vice Direttore Generale e Chief Business Officer CDP.

Bper Banca, inaugurato parco fotovoltaico a Modena da 855 kW di potenza

Ridurrà di 321 tonnellate le emissioni di anidride carbonica

Il centro servizi Bper Banca di Modena si tinge di verde. L’istituto di credito ha inaugurato un parco fotovoltaico che con 2.312 pannelli e 855 kW di potenza, pari a due terzi del consumo giornaliero del centro servizi, è tra i più grandi costruiti in regione e triplicherà la capacità dell’istituto di produrre energia rinnovabile, con immediati impatti positivi sulla riduzione delle emissioni e sulla qualità dell’aria.

Si tratta di un pergolato modulare sotto il quale i dipendenti della banca potranno parcheggiare le proprie auto (690 posti complessivi, di cui 302 coperti) e produrrà, in base alle stime di progetto, oltre un milione di chilowattora l’anno, con una riduzione annua delle emissioni pari a 321 tonnellate di CO2.

Il progetto fa parte del piano energetico dell’istituto, il cui obiettivo è una riduzione dei consumi energetici del 10% nell’arco del triennio 2019-2021. Il nuovo impianto è al secondo posto per potenza installata in provincia di Modena. Quanto a dimensioni del pergolato fotovoltaico, è primo in provincia e terzo a livello regionale.

“La realizzazione di questo progetto – dichiara Alessandro Vandelli, amministratore delegato di Bper Banca – ci inorgoglisce e dimostra ancora una volta, in modo concreto, come perseguire interessi di sostenibilità con un’ottica di medio-lungo termine sia non solo ragionevole, ma anche utile dal punto di vista economico. La tutela dell’ambiente e la lotta al climate change comportano nuovi rischi ma anche nuove opportunità per costruire valore condiviso”.

Bper Banca, continua Vandelli, “vuole essere sempre più un partner per i propri stakeholder. Ciò significa riaffermare la vicinanza ai territori attraverso prodotti e servizi che permettano da un lato una maggiore sostenibilità e inclusione sociale, e dall’altro un aiuto concreto alle aziende e alle famiglie perché affrontino e gestiscano la transizione energetica cogliendo ogni opportunità di innovazione. Si tratta di percorsi che abbiamo avviato da tempo e che riteniamo imprescindibili per un’efficace strategia d’impresa”.

Il Parco Fotovoltaico non è l’unica struttura di questa tipologia che il Gruppo Bper ha realizzato in questi anni. A Modena, Campogalliano, Vignola, Carpi, Pianoro (Bologna) e Bra (Cuneo) sono già attivi altri nove impianti. Nel 2019 il Gruppo ha prodotto, grazie ad essi, 542.177 chilowattora di energia rinnovabile, il 5% in più dell’anno precedente. Nel 2020, inoltre, è stato attivato un altro impianto a Campogalliano, che insieme con quello di via Aristotele ha consentito di triplicare la potenza complessiva installata dal Gruppo (1658 kWp).

L’attenzione all’ambiente è un tema prioritario per Bper e si estende anche ad altre iniziative, tra cui l’efficientamento energetico degli immobili, l’attenzione alla mobilità dei dipendenti resa più sostenibile attraverso un’evoluzione green della flotta aziendale con l’inserimento di auto ibride ed elettriche, la riduzione nell’utilizzo della plastica e la sensibilizzazione dei dipendenti sulle tematiche di sostenibilità.

Kia e Fondazione Cariplo insieme per aiutare la didattica a distanza

Finanziato il Programma QuBì, promosso da Fondazione Cariplo, finanziando l’acquisto di dispositivi per la didattica a distanza a favore dei minori delle famiglie più fragili della città di Milano.

In occasione del Natale e in un anno difficile segnato dalla pandemia da Covid-19, Kia Motors Italia ha deciso di sostenere il Programma QuBì, promosso da Fondazione Cariplo, finanziando l’acquisto di dispositivi per la didattica a distanza a favore dei minori delle famiglie più fragili della città di Milano.

QuBì è un programma pluriennale contro la povertà infantile che coinvolge la città di Milano nel suo complesso: aziende, istituzioni e singoli cittadini, chiamati a realizzare una un “patto cittadino” che permetta di dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà e creare percorsi di fuoriuscita dal bisogno.

All’inizio dell’emergenza Covid-19, lo scorso marzo, le 23 Reti di “Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile” si sono attivate a sostegno delle famiglie colpite più duramente dal lockdown, contribuendo a garantire cibo con consegna settimanale a oltre 6.000 famiglie.

Sin da subito, però, è parso evidente quanto la povertà per le famiglie con figli non fosse solo una questione alimentare. Molti bambini e ragazzi delle famiglie più fragili non avevano accesso agli strumenti digitali, indispensabili per partecipare alle lezioni che insegnanti e dirigenti scolastici cercavano – giorno per giorno – di ripensare su piattaforme on line. Per intervenire efficacemente sul divario digitale in cui si è ritrovata una quota considerevole dei minori di Milano, Programma QuBì ha messo in campo uno stanziamento straordinario e ha chiesto collaborazioni per sperimentare una innovativa “filiera sociale” di recupero e distribuzione di pc e tablet nuovi e da ricondizionare, installare adeguati software dotati di parental control così da mettere a disposizione delle famiglie meno fortunate un accesso sicuro alla rete internet. Perché avere bambini e ragazzi che faticano a vivere il presente e che, ancor di più, vedono compromesso il loro futuro non è accettabile. Kia Motors Italia si è pertanto impegnata nel contribuire efficacemente a ridurre tali situazioni di disagio sociale, prodigandosi nel far arrivare a queste famiglie gli strumenti indispensabili per contrastare l’emarginazione, in un momento storico dove la didattica a distanza ha assunto un ruolo dominante.

“Per noi è un onore poter partecipare a un’iniziativa così nobile in un periodo tanto delicato dell’anno come il Natale – spiega Giuseppe Bitti Amministratore Delegato di Kia Motors Company Italy – Kia quest’anno è stata molto attiva sul piano della solidarietà per fronteggiare i disagi dettati dalla pandemia e il sostegno al progetto della Fondazione ne è la prova. Con questa iniziativa speriamo di portare un aiuto concreto dove c’è bisogno grazie alla collaborazione di realtà virtuose del territorio milanese”.

Il percorso che ha consentito l’arrivo dei device di Kia Motors Italia a QuBì è passato attraverso la collaborazione con la Fondazione di Comunità Milano dove si trova il Fondo di Programma QuBì, che si attiva per le differenti azioni di fundraising destinate a ridurre il fenomeno della povertà infantile a Milano (alimentare, digitale, educativa).

Kia Motors Italia non poteva esimersi dal partecipare, nota la sua collocazione e il suo forte legame con la città meneghina ma, soprattutto, per il suo impegno di lunga tradizione nel sociale. L’iniziativa va, infatti, ad incrementare la lunga serie di progetti di CSR (Corporate Social Responsibility) che Kia Motors Italia sostiene attivamente da sempre.

La filiale italiana con sede a Milano di Kia Motors ha quindi optato per un’azione concreta per questo Natale, a favore di chi ne ha più bisogno, all’insegna di un domani che sia davvero migliore per tutti.  

Istat, turisti in calo del 51% nelle strutture italiane nel corso del 2020

Durante i primi nove mesi del 2020 in Italia c’è stato un calo del 50,9% delle presenze di turisti negli esercizi ricettivi. Lo rileva l’Istat in un rapporto sulla domanda nel settore turistico in Italia tra gennaio e settembre 2020. In termini assoluti si tratta di 192 milioni di presenze in meno. L’Istat precisa che i dati evidenziano la gravità della crisi del turismo interno generata dall’emergenza sanitaria, dopo anni di crescita costante del settore.

In dettaglio, nei primi nove mesi dell’anno si registra un calo del 68,6% delle presenze di turisti stranieri in Italia. Nonostante la riapertura delle frontiere dopo il lockdown, le presenze di stranieri continuano a registrare flessioni molto negative, con un trimestre estivo che riesce a realizzare solo il 40% delle presenze di clienti stranieri rilevate nel 2019.

Quanto ai mesi del lockdown (in particolare, dall’11 marzo al 4 maggio) la domanda e le presenze nelle strutture ricettive si sono quasi azzerate. Sono state appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del 2019. In particolare, il calo delle presenze è stato pari a -82,4% a marzo, a -95,4% ad aprile e a -92,9% a maggio. Pressoché assente la clientela straniera (-98,0% sia ad aprile che a maggio). Complessivamente nei mesi del lockdown, la variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è pari a -91,0% con una perdita di quasi 74 milioni di presenze, di cui 43,4 milioni di clienti stranieri e 30,3 milioni di italiani.

Nel trimestre luglio-settembre le presenze totali di turisti sono state pari a circa il 64% di quelle registrate l’anno precedente, con una perdita di più di 74,2 milioni di presenze. Lo rileva l’Istat in un rapporto sulla domanda nel settore turistico in Italia tra gennaio e settembre 2020. L’istituto però sottolinea le ‘performance divergenti’ delle due campioni d’indagine: i pernottamenti dei clienti italiani raggiungono poco piu’ dell’86% di quelli rilevati lo scorso anno, quelli relativi ai clienti stranieri appena il 40%

Nelle grandi città, cioè nei 12 comuni italiani con più di 250 mila abitanti, infine si è registrata una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019). Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale (-29,3%).

FNM, A2A e Snam: accordo per la mobilità a idrogeno verde in Lombardia

FNM, A2A e Snam hanno firmato un memorandum d’intesa per dare ulteriore impulso allo sviluppo della mobilità a idrogeno verde in Lombardia.

L’accordo, sottoscritto dal presidente di FNM Andrea Gibelli, dall’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini e dall’amministratore delegato di Snam Marco Alverà, è finalizzato a studiare modalità di fornitura e rifornimento di idrogeno da fonti rinnovabili e dal recupero di materia per alimentare i nuovi treni della linea Brescia-Iseo-Edolo annunciati da FNM e Trenord lo scorso 26 novembre.

Il piano, denominato H2iseO, consentirà di dar vita in Lombardia, e in particolare nel Sebino e in Valcamonica, alla prima “Hydrogen Valley” italiana, dotandola, a partire dal 2023, di una flotta di treni a idrogeno e delle relative infrastrutture. In particolare, FNM, A2A e Snam, ciascuna per le proprie competenze, collaboreranno alla realizzazione di un sistema di produzione e rifornimento per i nuovi convogli a energia pulita, che saranno acquistati da FNM e affidati a Trenord e che sostituiranno gli attuali a motore diesel sulla linea ferroviaria gestita da FERROVIENORD (società al 100% di FNM). Successivamente, entro il 2025, la soluzione idrogeno verrà estesa anche al trasporto pubblico locale, con circa 40 mezzi gestiti in Valcamonica da FNMAutoservizi (società al 100% di FNM), con la possibilità di aprire anche alla logistica merci.

La conversione a idrogeno della tratta ferroviaria rappresenta infatti un primo passo verso la decarbonizzazione dell’intero sistema di trasporto pubblico locale della valle, offrendo opportunità in questo senso anche alla mobilità privata, grazie alla versatilità delle stazioni di rifornimento.

“L’iniziativa per la creazione della prima Hydrogen Valley italiana, promossa da FNM in collaborazione con Trenord – spiega il presidente di FNM Andrea Gibelli – guarda al futuro ed è parte di un disegno più articolato che punta alla creazione di servizi di mobilità costruiti secondo criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale. La presenza diffusa di centrali che producono energia da fonti rinnovabili come l’idroelettrico, ma non solo, è una delle peculiarità che rende la Valle Camonica particolarmente adatta allo sviluppo del progetto H2iseO, che ha una forte componente di innovazione e che ha l’ambizione di diventare un modello da replicare in altre aree del Paese. I primi treni a idrogeno che circoleranno sulla Brescia-Iseo-Edolo ricaveranno proprio dal territorio, in una logica di filiera e di economia circolare, l’energia necessaria a muoversi a zero impatto ambientale, realizzando il primo esempio di totale decarbonizzazione del trasporto pubblico locale”.

“Innovazione e sostenibilità sono due parole chiave della nostra azione, valori che sono alla base di questa importante collaborazione – ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – l’idrogeno potrà certamente avere un ruolo fondamentale nel favorire la transizione energetica per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo di emissioni di CO2 zero al 2050. La natura multibusiness del nostro Gruppo ci pone nella condizione di poter mettere a disposizione diverse soluzioni per la produzione di idrogeno green nell’area interessata dal progetto, dagli impianti idroelettrici ai nostri asset nell’ambito dell’economia circolare. Questo accordo è un ulteriore tassello nel percorso intrapreso da A2A per sviluppare le potenzialità di questa importante risorsa”. 

“Con questo accordo – commenta l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà –  rafforziamo il nostro impegno a investire per la decarbonizzazione dei trasporti ferroviari italiani grazie all’idrogeno. I treni rappresentano la prima applicazione nella quale l’idrogeno verde sarà competitivo.  Per questo, oltre a preparare la nostra rete a trasportare quantitativi sempre maggiori di idrogeno, abbiamo previsto nel piano 2020-2024 di Snam investimenti per circa 150 milioni di euro per lo sviluppo di sistemi di rifornimento dedicati alla mobilità ferroviaria sostenibile, che permetteranno di convertire le tante tratte ancora non elettrificate della rete italiana. I treni saranno uno dei primi passi nella creazione di una filiera nazionale dell’idrogeno, che potrà garantire nuove opportunità di sviluppo e occupazione”. 

Colletta Alimentare, 114.000 euro raccolti e donati da Bennet a Banco Alimentare

La Colletta Alimentare di Bennet raggiunge 114.000 euro. Dal 21 novembre all’8 dicembre sono state donate in totale 2.600 tonnellate di prodotti alimentari, equivalenti a 5.2 milioni di pasti. Questo contributo è stato ottenuto grazie alla generosità delle persone, in modo sicuro e nel rispetto delle normative anti Covid-19. Quest’anno Banco Alimentare ha infatti cambiato forma alla colletta, adottando le Charity Card: carte digitali realizzate in tre tagli di diverso valore – 2€, 5€ e 10€ -presenti alle casse di tutti i punti vendita Bennet. Anche i clienti Bennet hanno contribuito in modo cospicuo ai risultati della Colletta, acquistando Charity Card per un valore totale di 114.000 euro.

Nei prossimi mesi il corrispettivo in generi alimentari (pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti a lunga conservazione) verrà raccolto presso le sedi regionali di Banco Alimentare, che provvederanno successivamente a distribuirli presso le strutture caritative convenzionate su tutto il territorio nazionale. A loro volta queste si occuperanno di consegnare materialmente i generi alimentari alle persone e alle famiglie assistite.“Ringraziamo i nostri clientiper aver aderito con generosità all’iniziativa della Colletta Alimentare e i volontari di Banco Alimentare, fondamentali per la buona riuscita dell’operazione”, ha dichiarato Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet. “Consideriamo importantissimo questo piccolo gesto d’attenzione che ci accompagna ogni anno e ci impegniamo a mantenere inalterato il nostro sostegno a chi ha bisogno di aiuto”.

Cdp, 14 milioni di euro alla Regione Toscana per l’acquisto di attrezzature sanitarie a fronte dell’emergenza Covid

Le risorse saranno utilizzate per l’acquisto di impianti, macchinari, mezzi di trasporto e attrezzature sanitarie da destinare al Centro Covid Pegaso di Prato

Cassa Depositi e Prestiti ha firmato un contratto di finanziamento con la Regione Toscana del valore di circa 14 milioni di euro e della durata di cinque anni per l’acquisto di attrezzature sanitarie da destinare, in particolare, al Centro Covid Pegaso di Prato per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19.

Le risorse saranno dedicate per circa 8 milioni di euro all’acquisto, da parte della Regione Toscana, di impianti, macchinari, attrezzature tecnico-scientifiche, mezzi di trasporto e altri beni mobili. Più di 6 milioni di euro verranno, invece, utilizzati come contributi agli investimenti per le attrezzature sanitarie a favore delle Aziende sanitarie, delle Aziende Ospedaliero-Universitarie e degli altri Enti che fanno parte del Servizio Sanitario della Regione Toscana.

Il centro Covid è stato realizzato a tempo di record, neanche un mese, e i lavori affidati con somma urgenza sono stati conclusi addirittura in anticipo rispetto a quanto stabilito; abbiamo sostenuto interamente il costo, 5 milioni – ha dichiarato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. – Questo è il modo in cui la Toscana, in piena pandemia, conferma la scelta di concretezza e al servizio dei nostri cittadini. Siamo orgogliosi e più che mai determinati a usare le risorse con efficienza per strutture che rimangano permanentemente sul territorio. Ringraziamo CDP, perché questa sarà l’occasione per portare avanti  l’impegno in una situazione così delicata e perché crediamo che anche l’attenzione di CDP per il territorio possa incarnare lo spirito della nostra regione”.

In un momento ancora così complesso e delicato, questo finanziamento rappresenta un sostegno importante alla sanità regionale toscana, soprattutto alla luce della natura degli acquisti che verranno realizzati grazie alle risorse messe a disposizione. Cassa Depositi e Prestiti, conscia delle sfide che i territori si trovano ad affrontare, rafforza la vicinanza agli Enti territoriali anche per fronteggiare l‘emergenza Covid-19 e favorire la ripartenza”, ha dichiarato Paolo Calcagnini, Vicedirettore Generale e Chief Business Officer di CDP.

Morellato, prestito green da 10 milioni di euro da parte di Intesa Sanpaolo

Morellato consolida ul suo business all’insegna della sostenibilitò. La societ ha sottoscritto un contratto di finanziamento triennale con Intesa Sanpaolo da 10 milioni di euro con un tasso legato al raggiungimento di specifici target di alcuni indicatori ambientali, sociali e di governance (“ESG”). In particolare, il nuovo finanziamento sarà destinato al potenziamento di programmi di formazione per i dipendenti, all’incremento della presenza di materiali riciclabili nei
prodotti e al lancio internazionale dei nuovi marchi Oui&Me e Live Diamond. Oui&Me, marchio francese acquisito nel 2019, è il primo brand di orologi ad offrire prodotti con materiali interamente riciclati. Live Diamond propone una gamma completa di gioielli realizzati esclusivamente con diamanti ecologici.

Bennet e Mattel a fianco di Fondazione Umberto Veronesi

In arrivo le mascherine in tessuto di Barbie, Hot Wheels e UNO per Gold for Kids, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi a sostegno della ricerca scientifica sui tumori pediatrici.

Il 2020 è stato un anno particolare a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Tutti, dai più grandi ai più piccoli, hanno vissuto e stanno vivendo una situazione che presenta dei limiti. I piccoli, in particolar modo, hanno visto mutato il loro modo di vivere sia il tempo passato a scuola che il tempo libero, trovandosi ad affrontare una nuova «sfida»: l’utilizzo della mascherina.

In un periodo delicato come quello che stiamo affrontando, Bennet e Mattel da sempre accanto alle famiglie, sostengono Gold for Kids, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi, nato nel 2014 e dedicato alla ricerca scientifica sui tumori pediatrici con la creazione di mascherine per bambini con i marchi Barbie, Hot Wheels e UNO.

Le mascherine generiche, prodotte dal licenziatario So.Di.Co azienda titolare dei diritti Licensing Mattel e distribuite in esclusiva da Bennet, prevedono 3 modelli uno dedicato a Barbie, la fashion doll più famosa di sempre, dove il logo Barbie incontra l’arcobaleno sulla texture della mascherina di colore rosa; i motori e le fiamme sono le protagoniste della mascherina dedicata ad Hot Wheels; infine, un modello di mascherina protettiva dedicato ai colori delle iconiche carte +2 e +4 del gioco UNO. Le mascherine sono realizzate in cotone 100% doppio strato: lo strato esterno è idrorepellente con trattamento antigoccia e sono quindi lavabili e riutilizzabili. Il coordinamento del progetto è a cura di Victoria Licensing & Marketing, consulente Mattel per i Consumer Products in Italia.

Le mascherine sono in vendita in tutti i punti vendita Bennet e su bennet.com. Per ogni mascherina venduta, 1 euro verrà devoluto a Fondazione Umberto Veronesi, con due grandi obiettivi: finanziare il lavoro dei migliori ricercatori impegnati nello studio e nella cura dei tumori pediatrici e finanziare l’apertura e la gestione di protocolli di cura, garantendo ai piccoli e giovani pazienti accesso immediato alle migliori terapie.

Bennet e Mattel confermano così la loro l’attenzione al sociale ed estendono ai clienti l’invito a sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza acquistando queste mascherine in tessuto protettivo. Una misura, quest’ultima, importante anche sul piano ambientale, perché eviterà il consumo di 1-2 mascherine al giorno da parte di ogni bimbo.

“Siamo onorati di sostenere Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con un partner storico ed importante come Mattel, nella realizzazione di questo progetto. Fa parte della filosofia della nostra azienda e della nostra intera squadra essere in prima linea nel sociale, aiutando concretamente Fondazione e la ricerca scientifica” ha dichiarato Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet. “Bennet da sempre sostiene diverse realtà nel territorio in cui opera privilegiando iniziative concrete nel campo della sanità e delle attività culturali, progetti che possano essere vicini alle esigenze e ai valori di tutte le persone con cui l’azienda si relaziona ogni giorno”.

“Nel 2014 abbiamo deciso di creare il progetto Gold for kids per finanziare la ricerca scientifica nel campo dell’oncologia pediatrica. Abbiamo identificato le patologie che colpiscono maggiormente i bambini e abbiamo così deciso di finanziare protocolli di cura internazionali, in collaborazione con AIEOP. Ogni anno inoltre sosteniamo un numero crescente di ricercatori impegnati a sviluppare farmaci e cure tarati per bambini e adolescenti. Grazie al prezioso contributo di Bennet e Mattel potremo continuare il nostro impegno per la salute dei più piccoli, che sono il nostro futuro” – ha affermato Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi.

Museo del risparmio, Intesa Sanpaolo parla ai più piccoli

La sicurezza informatica e i bambini: il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo, insieme alla Direzione Cybersecurity della banca, ha lanciato una serie di iniziative online rivolte ai più piccoli, per favorire la consapevolezza dell’importanza della sicurezza dei propri dispositivi tecnologici, anche nell’ambito finanziario.

“Siamo partiti dai bambini delle elementari con il modulo ‘Io no che non ci casco’ – ha spiegato Giovanna Paladino, direttrice del museo. – perché i bambini sono i migliori ambasciatori all’interno della famiglia, ma il progetto è molto più ampio, si chiama ‘Drizza le antenne’ e sarà esteso alle scuole medie e superiori nei primi mesi del 2021. Nel caso specifico della cybersecurity siamo sicuri di poter sensibilizzare i genitori attraverso i bambini”.

Altro ambito cruciale si cui il Museo del Risparmio si impegna è quello della sostenibilità, intesa a tutto tondo. “La sostenibilità e la buona gestione del denaro – ha aggiunto la direttrice – sono molto più simili di quanto si possa pensare, perché richiedono di valutare l’impatto delle proprie azioni nel futuro. Considerare il futuro nelle decisioni del presente è un’abilità importante sia per il benessere personale sia per il benessere collettivo. E in questi anni il museo si è dedicato moltissimo a offrire attività didattiche che insegnino ai ragazzi il valore della pianificazione”.

Seguendo le indicazioni che provengono anche dall’agenda europea, che vede nella sostenibilità uno degli strumenti più importanti per la ripartenza post pandemia, il museo ha lanciato una nuova edizione del tour SAVE, ossia Sostenibilità, Azione, Viaggio, Esperienza, questa volta in formato virtuale.

“I moduli – ha concluso Giovanna Paladino – contengono video, giochi, laboratori a temi specifici per ogni ordine scolastico. Per esempio per le elementari il tema è la circolazione del denaro, dei beni e delle persone. Si parte dal valore della moneta per arrivare alla conservazione delle risorse, all’economia circolare, con attenzione a come evolveranno i trasporti nel futuro”.

Il progetto si rivolge anche alle scuole medie, con un focus sulle crisi economiche e ambientali, e alle superiori, dove ci si concentrerà sulla relazione tra inclusione sociale e uso consapevole delle risorse. Per il 19 gennaio 2021, poi, il Museo del Risparmio annuncia un’iniziativa del titolo “SAVE the School”, che vedrà coinvolti anche noti influencer.

Amazon, la sostenibilità passa da cibo, energie rinnovabili e progetti Stem

Dal cibo per i banchi alimentari ai progetti Stem per le ragazze, ai parchi eolici e solari: Amazon tira il bilancio delle attività sul fronte della sostenibilità avviate nel 2020 e annuncia i progetti per il futuro. Il colosso dell’ecommerce, si legge in una nota, quest’anno ha sostenuto, con 200,000 euro in prodotti, il progetto “Riscriviamo il Futuro” di Save The Children, ha collaborato con banchi alimentari e scuole per distribuire 12 milioni di pasti mentre e in Italia, ha chiuso la Colletta Alimentare donando l’equivalente per il recupero e la distribuzione di ulteriori 500.000 pasti.

Sul fronte della parità di genere Amazon ha lanciato la terza edizione della borsa di studio Women In Innovation e per la formazione ha annunciato che terrà corsi di formazione gratuiti per il cloud computing a 29 milioni di persone in tutto il mondo, per aiutare i lavoratori ad aggiornare le proprie competenze e a trovare nuovi posti di lavoro.

A sostegno dell’industria dello spettacolo Amazon ha investito con Prime Video 1 milione di euro per supportare i lavoratori colpiti dalla crisi dovuta al COVID-19 con una donazione a Scena Unita. Amazon inoltre ha annunciato 26 progetti di energia eolica e solare su scala industriale, due dei quali saranno parchi solari nel Sud Italia e ha aggiunto 30 nuove aziende che si uniscono al Climate Pledge, un impegno per a ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica entro il 2040, co-fondato da Amazon e Global Optimism.

Global Change Biology, clorofilla contro il cambiamento climatico

L’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di clorofilla potrebbe essere un’arma in più nella lotta al cambiamento climatico. È quello che sostengono i ricercatori Lorenzo Genesio, Franco Miglietta (Istituto per la bioeconomia del Cnr) e Roberto Bassi (Università di Verona) nell’opinion paper appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology.

“Una strategia utile a controbilanciare una parte del crescente ‘effetto serra’ è quella di aumentare la frazione della luce solare che viene riflessa dalla superficie terrestre che, tornando indietro verso lo spazio, non contribuisce al suo riscaldamento – spiega Lorenzo Genesio – e questo potrà essere fatto anche coltivando nuove piante con bassi contenuti di clorofilla; piante più ‘pallide’ che riflettono molta più radiazione solare”.

Alcune ricerche, e non solo quelle fatte dagli autori del lavoro appena pubblicato, dimostrano che riducendo il contenuto di clorofilla non solo si riflette più luce solare, ma si può arrivare ad avere tassi di fotosintesi più alti e maggiore produttività.

“In sintesi – afferma Franco Miglietta – coltivare varietà di piante più pallide (di grano, orzo, mais, soia) equivale a ridurre le emissioni di gas climalteranti, con un effetto di riduzione delle temperature a scala locale nelle zone più densamente popolate“.

Legambiente, ecco l’impatto della pandemia sulla mobilità urbana

Tutti in bici dopo il lockdown, o quasi. Il Coronavirus ha effetti anche sulla mobilità: aumentano gli spostamenti in bici, i cittadini sono più attenti alla mobilità ‘sostenibile’ grazie anche all’incentivo dell’ecobonus, e in questo 2020 che sta per chiudersi sono oltre 193 i km di ciclabili ‘leggere’ realizzate in Italia. “Covid Lanes”, le chiama Legambiente nel dossier diffuso oggi che analizza l’impatto dell’emergenza sanitaria sulla mobilità, in particolare quella a due ruote. Milano è la città italiana con più chilometri di ciclabili realizzati, ben 35, seguita da Genova con 30.

Nel 2020 abbiamo dunque scoperto che è possibile realizzare, anche in pochi giorni, corsie riservate alle bici con costi contenuti e interventi leggeri, che possono essere sviluppate successivamente trasformandole, nei mesi successivi, in vere ciclabili. Sono le cosiddette ciclabili pop-up, realizzate dopo il lockdown in ogni parte del mondo, quando sono stati annunciati, stando alle stime della European Cyclists Federation (Ecf), oltre 2.300 km di nuovi tratti, e realizzati più di 1.000 km con oltre un 1 miliardo di euro di investimenti in tutta Europa.

Tutti in bici, lo dicono anche Google Maps e Eco-Counter. Che il ricorso alla bici per spostarsi sia aumentato, lo dice anche Google Maps che monitorato il numero di richieste di indicazioni stradali in bicicletta in tutto il mondo, tra febbraio e giugno, rilevando un aumento globale delle richieste pari al 69%. L’Italia non fa certo eccezione: basta infatti considerare il notevole incremento di vendite di biciclette che, secondo le stime di Ancma, nel mese di maggio 2020 è stato del 60% in più rispetto al venduto nello stesso periodo dell’anno precedente, certamente anche grazie allo stanziamento degli incentivi governativi.

Inoltre, utilizzando la sua rete di contatori di biciclette in tutto il mondo (colonnine dotate di sensori in grado di identificare il passaggio delle bici) il sistema Eco-Counter ha realizzato uno studio che mette a confronto l’uso della bicicletta nel 2020 con l’anno precedente, rilevando nel mese di settembre 2020 un aumento del 27,5% in Italia, del 25,3% in Portogallo, del 24,5% in Francia e del 20% nel Regno Unito e in Germania rispetto a settembre del 2019. Nel mese di ottobre 2020, in quasi tutti i Paesi presi in esame dal sistema Eco-Counter, il numero di biciclette era superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente e la crescita più significativa è stata registrata in Italia (+48,4%). Inoltre, l’analisi dei dati mensili registrati da Eco-Counter in Italia nel corso del 2020, mostra picchi significativi dell’uso delle biciclette nei periodi di maggio (+81%) e settembre/ottobre (+73%): un boom certamente riconducibile agli effetti della pandemia e del lockdown sulle abitudini di mobilità in Italia, soprattutto durante i giorni infrasettimanali.

Forte di questi dati, Legambiente avanza una richiesta specifica. “L’obiettivo deve essere quello di raddoppiare le ciclabili entro il 2025, per mandare un messaggio chiaro di cambiamento in positivo a chi vive nelle città, e trasformare le nuove pop-up, in tempi ragionevoli, in veri percorsi protetti – dichiara il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini – Per realizzare tutto ciò, bisogna inserire questo tipo di infrastrutture urbane nel Recovery plan e investire un miliardo di euro in cinque anni, seguendo l’esempio di paesi come l’Inghilterra, per questi interventi”.

Il dossier ‘Covid Lanes’ analizza anche quali interventi sono stati realizzati nelle città italiane a favore dei ciclisti e quante vere ciclabili, interventi più o meno temporanei. Per fare qualche esempio, aumentano i km di percorsi ciclabili ad Arezzo (circa 3,5 km in più), Bari (dopo il lockdown sono nati la ciclabile light in corso Vittorio Emanuele di 2,5 km e il percorso sulla costa sotto il faro di San Cataldo, 1 km), Bologna (realizzati 5,5 nuovi km di ciclabile), Cagliari (+11 km), Ferrara (il nuovo percorso ciclabile ha una lunghezza di circa 5 km), Firenze (dal mese di maggio +9,6 km di percorsi ciclabili cittadini).

Poi ci sono le idee che al momento restano sulla carta. Roma nella classifica stilata la scorsa estate da Ecf (European Cyclist Federation) risulta prima tra le città europee per progetti di percorsi ciclabili annunciati, con 150 km previsti dal Piano Straordinario. Il bilancio a dicembre racconta una realtà diversa: i chilometri di piste transitorie realizzati con soluzioni diverse (corsie ciclabili disegnate sull’asfalto della carreggiata o su marciapiedi, tratti protetti da auto parcheggiate) sono complessivamente di 15,71. I tratti completati, sia delle ciclabili transitorie che definitive sono pari a 8,72 km (dato Roma Servizi Mobilità al 22/12/2020).

QBE Italia, nuove donazioni per i suoi partner di beneficenza

Nuove iniziative di solidarietà per QBE Italia. La società ha annunciato tre donazioni alla Croce Rossa Italiana, Save the Children Italia e L’amico Charly come risposta all’emergenza sanitaria e sociale causata dal Covid-19. 
 
Le risorse sono state donate attraverso la QBE European Operations e QBE Foundation, l’organismo che si occupa di supporto umanitario grazie a donazioni aziendali. 
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto del Gruppo, che ha visto un investimento europeo di 300.000 sterline a sostegno dei suoi partner no-profit. 
 
La Croce Rossa Italiana utilizzerà queste risorse per Il Tempo della Gentilezza, progetto che intende fornire attività di soccorso in risposta alle nuove forme di povertà e di esclusione sociale, rendendo accessibili i servizi di base agli individui più esposti ai rischi dell’emergenza e tutelando così la sicurezza dell’intera comunità. 
 
Le donazioni destinate a Save the Children, l’organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, saranno utilizzate a sostegno di Riscriviamo il Futuro, una campagna nazionale in Italia che intende combattere la povertà educativa e il precoce abbandono scolastico dei bambini appartenenti alle fasce più a rischio, che potrebbero essere lasciati indietro nell’apprendimento e sviluppo delle loro capacità e la cui situazione si è aggravata con la pandemia. 
 
Infine L’amico Charly, che si occupa di prevenzione al disagio giovanile, potrà potenziare i dispositivi tecnologici per la didattica a distanza e aprire gli spazi dell’associazione a bambini e giovani in difficoltà, consentendo agli studenti di seguire i corsi in un ambiente adeguato e con strumenti adatti. 
 
Questi aiuti si aggiungono all’investimento di circa 500.000 sterline che QBE Insurance Group ha donato ai suoi partner di beneficenza nel corso del 2020 tramite un’iniziativa europea e che sono stati impiegati a sostegno dell’emergenza sanitaria e umanitaria causata dal Covid-19. 
 
Grant Clemence, Presidente della QBE Foundation in Europa, ha dichiarato: “Quest’anno per Natale abbiamo deciso di donare fondi alle cause che riteniamo più urgenti in questo momento. I contributi a sostegno dei nostri partner in tutta Europa aiuteranno le persone più fragili ad essere resilienti durante questo periodo.” 

Angela Rebecchi, General Manager di QBE Italia, ha aggiunto: “Sosteniamo il fondamentale lavoro che Croce Rossa, Save the Children e L’amico Charly stanno svolgendo in Italia. Speriamo che il nostro contributo possa aiutarli a migliorare le condizioni di vita dei più fragili e a fornire loro un aiuto nell’anticipare, rispondere e riprendersi da possibili crisi. Il nostro obiettivo è sostenere progetti che abbiano un impatto duraturo sulla vita delle persone e contribuiscano a costruire comunità più inclusive e sostenibili.”

Bosch, un impegno futuro verso il mondo per crescere in modo sostenibile

Per un’azienda delle dimensioni di Bosch, che occupa oltre 400mila collaboratori nel mondo e realizza un fatturato di 78,5 miliardi di euro, il mantenimento dell’equilibrio fra redditività e sostenibilità è certamente uno degli traguardi più importanti. “Più significativo è l’obiettivo, maggiore deve essere l’impegno dei collaboratori – ha detto al riguardo Volkmar Denner, Ceo del Gruppo Bosch. – Le aziende guidate dai valori devono essere in grado di sopportare le tensioni nel loro cammino. tensioni tra libertà legali e autocontrollo etico nella pratica aziendale, tra redditività e sostenibilità, e non da ultimo tra persone e macchine. In questo contesto – ha sottolineato Denner – non è la risoluzione dei problemi il compito primario di gestione, ma sempre più la risoluzione dei dilemmi”.

“Niente lo illustra meglio dei tre poli rappresentati da economia, ecologia e società, e che la responsabilità imprenditoriale deve conciliare. Soprattutto in tempi di crisi e cambiamento, la leadership aziendale è un atto di equilibrio impegnativo e senza fine”. E ha ricordato che “solo le aziende che si muovono con successo creeranno valore duraturo”. Una affermazione che è supportata da una serie di analisi recenti: le aziende che agiscono in modo sostenibile hanno tenuto meglio sui mercati azionari di altre, anche di fronte al Coronavirus.

Denner sottolinea come “la sostenibilità non sia possibile senza innovazione e valori a guidarci” e lo fa citando le 15.000 vite salvate e i 450.000 incidenti evitati grazie all’ESP (il sistema antisbadamento inventato da Bosch) in un quarto di secolo solo in Europa. “Il fondatore Robert Bosch disse che la tecnologia deve essere progettata per aiutare l’intera umanità a trarre il meglio dalla propria vita e trovare la felicità. Per i momenti odini, l’idea del progresso tecnologico come panacea dei mali del mondo può sembrare esagerata. I nostri principi attuali per lo sviluppo del prodotto hanno un tono più sobrio e richiedono che qualsiasi prodotto salvaguardi la vita umana nella misura più ampia possibile e che l’impatto sull’ambiente e sulle risorse sia ridotto al minimo”.

L’etica Bosch ‘Invented for life’ è formulata proprio in questo spirito e per gli ingegneri del Gruppo tedesco è un imperativo. Per un’azienda tecnologica, ha perfettamente senso inventare una nuova tecnologia intelligente in risposta all’impatto negativo della stessa tecnologia, ad esempio gli incidenti stradali. Tuttavia, non tutti gli impatti a lungo termine che sono conseguenza dell’industrializzazione possono essere risolti con iniziative individuali. Nessuna azienda il cui codice di valori include la sostenibilità può ignorarlo. Uno di questi è il cambiamento climatico.

”L’azione per il clima sta spostando i limiti alla crescita – ha detto il Ceo di Bosch – ma la risposta non è abbandonare istantaneamente e completamente l’idea di crescita. Chiunque lo proponga sta negando a miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo la possibilità di ricevere salute, istruzione e prosperità. Ma soprattutto l’idea che la crescita abbia dei limiti implica che ci siano dei limiti anche al progresso tecnologico. Ma è vero il contrario. È il progresso tecnologico che può portare a un cambiamento verde nei limiti alla crescita”.

Denner sottolinea a questo riguardo che “l’efficienza energetica, la generazione di energia rinnovabile, l’uso dell’idrogeno verde per produrre combustibili sintetici: tutte cose che possono aiutare a decarbonizzare la crescita economica. Ed è proprio su queste leve che Bosch si sta muovendo”.

BNL–BNP Paribas, raccolti 7,1 milioni di euro a favore di per Telethon

L’assegno da 7 milioni e 100 mila euro, firmato BNL-BNP Paribas per Telethon, è stato svelato in diretta televisiva su Rai 1 dalla direttrice di una Filiale della Banca, Silvia Angeli, e consegnato ad Alessandro Betti, Responsabile Raccolta Fondi Telethon, e idealmente al Direttore Generale della Fondazione, Francesca Pasinelli, in collegamento.

Nonostante il distanziamento tra le persone a causa della pandemia da Covid-19, è stata forte la “vicinanza” dei 18 mila collaboratori di BNL e del Gruppo BNP Paribas in Italia, delle loro famiglie, dei clienti e di tutta la comunità che da sempre sostiene la ricerca scientifica di eccellenza per la cura delle malattie genetiche rare. Una ricerca che, grazie agli scienziati italiani, è un patrimonio universale per combattere anche altre patologie nel mondo, come lo stesso Coronavirus.

La partnership con la Fondazione Telethon è un caso di successo nell’ambito del fundraising a livello europeo: BNL-BNP Paribas hanno raccolto in 29 anni oltre 310 milioni di euro, supportando più di 1.630 ricercatori e finanziando 2.704 progetti di ricerca e lo studio di 586 malattie genetiche rare.

Q8 lancia ‘Svolta’, nuovo concept store green e digitale

Continua l’impegno di Kuwait Petroleum Italia (Q8) per rendere ancora più interattiva e coinvolgente l’esperienza dei propri clienti. Il nuovo progetto di branding prende il nome di ‘Svolta’, un innovativo concept store che, dopo le prime due aperture a Firenze e Roma, nel 2021 prevede altre 30 aperture. La nuova catena retail nasce per rispondere alle necessità di chi, durante il proprio viaggio, ha bisogno di una pausa e cerca un luogo moderno, accogliente, piacevole e smart dove potersi concedere un buon caffè e ritrovare le giuste energie per ripartire.

E non solo, perché ‘Svolta’ è il luogo dove trovare soluzioni utili per i clienti: al suo interno è disponibile una vasta gamma di prodotti food & beverage da asporto, articoli dedicati alla cura dell’auto e della moto, al viaggio, alla casa e agli amici a quattro zampe. La digitalizzazione e la sostenibilità sono protagoniste in questo nuovo concept store: oltre a un tablet a disposizione dei clienti con servizi utili e innovativi che danno accesso al mondo Q8 e alle offerte dei partner, i concept store ‘Svolta’ adottano materiali sostenibili per l’arredamento come il conclad ecocompatibile, il truciolare di pioppo ecologico prodotto in Italia e il Pvc 100% riciclabile.

“Svolta non allude soltanto all’azione di chi si ferma presso le stazioni di servizio Q8, ma è anche un cambio di direzione verso l’ampliamento dell’offerta e la soddisfazione dei bisogni dei nostri clienti in movimento”, ha dichiarato Gherardo Bisi, Direttore Marketing di Q8.

Cdp, Eni e Snam insieme per decarbonizzazione del sistema energetico

Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Eni e Snam hanno firmato una lettera di intenti per avviare una collaborazione strategica nella transizione energetica.

La lettera di intenti, sottoscritta dagli amministratori delegati di CDP, Fabrizio Palermo, di Eni, Claudio Descalzi, e di Snam, Marco Alverà, prevede che le tre aziende possano realizzare congiuntamente, lungo l’intera catena del valore, progetti integrati in settori chiave per la transizione energetica come la filiera dell’idrogeno, dell’economia circolare (tra cui l’utilizzo di biometano) e la mobilità sostenibile. In particolare, Eni e Snam apporteranno le proprie competenze tecniche e industriali complementari, rispettivamente nell’upstream/downstream e nel midstream, e CDP le proprie competenze economico-finanziarie nonché di gestione dei rapporti con le istituzioni coinvolte nelle iniziative.

L’accordo rientra nel più ampio impegno di CDP, Eni e Snam a supporto del raggiungimento del target di riduzione del 55% delle emissioni di CO₂ al 2030 stabilito dall’Unione europea e dell’implementazione delle strategie europee e nazionali sull’idrogeno e sull’economia circolare.

In dettaglio le tre società, nel rispetto della normativa applicabile (in primis della normativa in materia di unbundling), promuoveranno possibili iniziative congiunte, incluse partnership, finalizzate allo sviluppo della produzione, del trasporto e della commercializzazione dell’idrogeno verde. La cooperazione riguarderà anche la produzione e l’utilizzo di idrogeno nei trasporti ferroviari, facendo leva sulle competenze di Eni nella produzione elettrica e da energie rinnovabili e sulle competenze di Snam in ambito infrastrutture ed elettrolizzatori, nello stoccaggio e nelle soluzioni logistiche.

Più in generale, nella mobilità sostenibile, le parti collaboreranno per realizzare stazioni di rifornimento multifunzione a CNG (gas naturale compresso), LNG (gas naturale liquefatto) e idrogeno, e sviluppare infrastrutture necessarie a garantire l’approvvigionamento di LNG sul territorio nazionale per i trasporti terrestri e marittimi.

Le tre società coopereranno anche nella decarbonizzazione dei settori industriali nei quali è più difficile abbattere le emissioni di CO₂, come le raffinerie, sia attraverso lo sviluppo del potenziale di Carbon Capture and Storage (CCS) per promuovere la produzione di idrogeno blu nella fase di transizione, sia progressivamente attraverso l’idrogeno verde. La collaborazione riguarderà anche la realizzazione di infrastrutture e attività di ricerca e sviluppo per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno o della CO2.

L’Amministratore delegato di CDP, Fabrizio Palermo, ha commentato: “L’impegno congiunto di CDP, Eni e Snam è per noi motivo di grande soddisfazione. Si tratta di un’alleanza strategica, realizzata in un’ottica di sistema, che punta allo sviluppo di progetti innovativi legati alla transizione energetica e all’economia circolare, in grado di generare un impatto positivo a livello socio-economico ed ambientale su tutto il territorio nazionale. Questa intesa si inserisce pienamente nel percorso previsto dal Piano Industriale di CDP a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, contribuendo al contrasto dei cambiamenti climatici e alla realizzazione di un modello di crescita sempre più orientato alla sostenibilità”.

L’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: “Oggi abbiamo dato vita a un’alleanza strategica per il nostro paese, che riunisce competenze d’eccellenza e le mette a servizio del percorso di decarbonizzazione che il nostro Paese sta intraprendendo. Metteremo a fattor comune le nostre rispettive esperienze, risorse e tecnologie innovative per creare importanti sinergie in quegli ambiti della transizione energetica che rappresentano il futuro, come la cattura e stoccaggio della CO2, la filiera dell’idrogeno, verde e blu, le rinnovabili e i prodotti decarbonizzati per la mobilità sostenibile. L’Italia vanta importanti competenze economiche e industriali in grado di offrire al paese una pluralità di soluzioni fondamentali per vincere questa grande sfida della decarbonizzazione, e queste avranno ancora più valore se realizzate sfruttando tutte le possibili sinergie”.

“La collaborazione tra aziende – ha dichiarato l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà – è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali ed europei e consentire al nostro Paese di essere in prima fila nelle nuove tecnologie sostenibili a livello globale. In questo senso, l’alleanza strategica avviata oggi da Eni e Snam, due società leader nei rispettivi settori e dalle competenze complementari, con il supporto e il know-how di CDP, è una tappa essenziale per abilitare la transizione energetica lungo tutta la catena del valore, in particolare per favorire lo sviluppo dell’idrogeno verde nella mobilità e nell’industria, contribuendo a creare una filiera nazionale e nuove opportunità di sviluppo e occupazione nel nostro Paese”.

La presente intesa sarà sviluppata attraverso successivi accordi vincolanti che le parti definiranno nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di unbundling e operazioni tra parti correlate.

Ferrari leader per la sostenibilità secondo CDP

Ferrari figura fra i leader globali della performance ambientale e della trasparenza secondo la classifica annuale di CDP (Carbon Disclosure Project), l’organizzazione indipendente no profit specializzata nella rendicontazione ambientale e nella valutazione delle strategie aziendali per la sostenibilità. La Casa di Maranello ha ottenuto infatti il rating A- in riconoscimento delle azioni intraprese per il contrasto al cambiamento climatico, posizionandosi al di sopra della media regionale europea e della media di settore.

La valutazione di CDP ha riconosciuto gli sforzi e i progressi compiuti da Ferrari per mitigare il riscaldamento globale. Nel questionario Climate Change la Società si è distinta in particolare nelle categorie di Governance, Risk Management & Strategia di Business, nonché per l’accuratezza delle informazioni sulle emissioni di scopo 1 e scopo 2.

Il percorso intrapreso negli ultimi anni dal Cavallino Rampante verso la sostenibilità ha previsto una riduzione costante delle emissioni degli impianti di produzione e delle vetture. L’impegno di Ferrari si intensificherà nel corso dei prossimi anni con l’obiettivo di diventare “carbon-neutral”, attraverso una serie di azioni volte a ridurre le emissioni prodotte e a compensare le emissioni residue.

CDP valuta le società con una metodologia indipendente, assegnando un punteggio da A a D in base alla completezza dell’informativa, alla consapevolezza maturata sul tema dei rischi ambientali e all’evidenza dei progressi conseguiti nella lotta ai cambiamenti climatici.

I principali progressi e risultati conseguiti da Ferrari in tali ambiti chiave sono presentati nel Bilancio di sostenibilità.

Italia colabrodo, perso il 42% dell’acqua immessa nella rete idrica

Questo l’allarme lanciato dall’Istat attraverso l’ultimo Censimento sulle acque in Italia

Italia colabrodo. Quasi la metà dell’acqua potabile immessa nella rete idrica nazionale viene persa durante il trasporto. Il dato allarmante è stato messo in luce dai ricercatori dell’Istat nell’ultimo Censimento sulle acque in Italia. stando alle rilevazioni ufficiali, ben il 42% del volume di acqua immessa in rete sembra non arrivare a destinazione a causa delle perdite strutturali del sistema (a cui è attribuibile un 5-10% del totale), ma soprattutto dello stato di usura e di scarsa manutenzione degli impianti per la distribuzione dell’acqua. I dati parlano chiaro: negli ultimi venti anni le perdite di acqua potabile in Italia hanno registrato un incremento superiore al 30% a fronte di un consumo pro-capite di acqua che risultava ben superiore a quello odierno. Se è vero infatti che ogni italiano consuma oggi in media 215 litri di acqua al giorno a fronte dei 250 litri del 1999, è vero anche che il totale delle acque che entrano nelle nostre case si attesta attorno al 58% del totale erogato a monte contro il 77,4% di dieci anni prima.

«In Italia la dispersione in rete continua a rappresentare un volume cospicuo, quantificabile in 156 litri al giorno per abitante», hanno avvertito gli esperti dell’Istat secondo cui il volume di acqua disperso nel 2018 (3,4 miliardi di metri cubi) soddisferebbe le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone per un intero anno. «Le perdite totali si compongono di una parte fisiologica, che incide inevitabilmente su tutte le infrastrutture idriche, e che varia generalmente tra il 5% e il 10%», si legge nel rapporto dell’Istat, «una parte fisica associata al volume di acqua che fuoriesce dal sistema di distribuzione a causa della vecchiaia degli impianti, della corrosione, del deterioramento o della rottura delle tubazioni; una parte amministrativa, che determina anche una perdita economica per l’ente, legata a errori di misura dei contatori (volumi consegnati ma non misurati, a causa di contatori imprecisi o difettosi) e ad allacci abusivi (volumi utilizzati senza autorizzazione), stimata intorno al 3-5%».

Una situazione in progressivo peggioramento nonostante la concentrazione sempre più marcata dei gestori della distribuzione, passati in venti anni da 7.826 a 2.552. «Rispetto al 2015 le perdite di rete sono aumentate di circa mezzo punto percentuale a conferma della grave inefficienza dell’infrastruttura idropotabile», hanno avvertito gli esperti dell’Istat evidenziando, tuttavia, la grande eterogeneità nelle perdite di acqua tra territori e tra regioni. In cima alla lista de cattivi si trova infatti Sardegna (51,2% di perdita) e Sicilia (50,5%), seguite dai distretti dell’appennino centrale (48,4%) e di quello meridionale (48%). Quasi in linea con il dato nazionale il valore registrato nell’appennino settentrionale (42,1%) mentre nel distretto del fiume Po l’indicatore si è attestato sul livello minimo in Italia pari al 31,7% del volume immesso in rete.

«Una regione su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al 45%», hanno sottolineato dall’Istat evidenziando com le situazioni più critiche si concentrano soprattutto nelle regioni del centro e del Mezzogiorno, con i valori più alti in Abruzzo (55,6%), Umbria (54,6%) e Lazio (53,1%). «Tutte le regioni del nord, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia (45,7%), hanno un livello di perdite inferiore a quello nazionale. Mentre in Valle d’Aosta, nel 2018, si è registrato il valore minimo regionale di perdite idriche totali di rete (22,1%), anche se in aumento di circa quattro punti percentuali rispetto al 2015».

Stando alle rilevazioni dell’Istituto di Statistica, inoltre, tra i 14 capoluoghi di città metropolitana, Milano sembra essere il comune più virtuoso con appena il 14,3% di perdite totali di rete. Bene anche Bologna e Torino che hanno registrato un livello di perdite idriche inferiore al 30%. Mentre Napoli, Roma, Genova, Venezia e Firenze presentano perdite che oscillano tra il 30% e il 45%. In fondo alla classifica, i grandi centri del sud Italia come Palermo, Reggio di Calabria e Bari con perdite comprese tra il 46% e il 50%, meglio comunque di Cagliari, Messina e Catania dove la dispersione dell’acqua supera la metà di quella immessa in rete. 

Ma a quanto ammonta oggi il consumo di acqua in Italia e quali sono i cittadini più idrovori? Stando ai dati presenti nel censimento, ogni anno in Italia vengono erogati 4,7 miliardi di metri cubi pari al 51,4% del totale prelevato. «A partire dal 2008 i consumi idrici nei comuni italiani hanno registrato una diminuzione costante riconducibile a molteplici fattori», hanno spiegato gli esperti dell’Istat. «Comportamenti di consumo più sostenibili, cambiamenti nei metodi di calcolo dei volumi non misurati, contrazione delle utenze non domestiche a causa della crisi economica del Paese (soprattutto attività commerciali e servizi)».

Ma come avviene l’erogazione dell’acqua sul territorio italiano? La fotografia scattata dal Censimento mostra una situazione particolarmente eterogenea sul territorio. Con differenze che dipendono, oltre che dalla diversa dotazione infrastrutturale e gestionale, anche dalla densità demografica, dalla capacità attrattiva del territorio e dalle presenze che per motivi di lavoro, salute, studio o turismo, si aggiungono alla popolazione residente nell’utilizzo dell’acqua. «L’erogazione è mediamente più elevata nei comuni del Nord rispetto al Mezzogiorno», si legge nel documento. «La ripartizione Nord-ovest registra il volume maggiore (254 litri per abitante al giorno), ma con una forte variabilità regionale e valori che oscillano dai 233 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 446 della Valle d’Aosta (regione con il valore più alto). La diffusione dei fontanili, soprattutto nelle aree montane, può dar luogo a erogazioni per nulla trascurabili e spiega i valori sensibilmente più alti dei volumi pro capite. Mentre ai residenti nelle regioni insulari è erogato in media il minore volume di acqua (189 litri per abitante al giorno), anche se i valori regionali più bassi dell’indicatore si osservano in Umbria (164) e in Puglia (152)».

Mutti celebra le persone, risorsa fondamentale dell’azienda

Assieme a protezione e benefit, una cena stellata per le feste Natalizie

Il 2020 ha messo a dura prova le aziende sia nell’affrontare un periodo economico e sociale complesso, sia nel garantire luoghi di lavoro in grado di salvaguardare la salute delle proprie persone.


L’attenzione verso il capitale umano è un valore fondante di Mutti, ancora più importante in un anno così pieno di sfide, superate proprio grazie alla dedizione e alla professionalità delle sue persone. Ne sono una dimostrazione l’attivazione, a beneficio dei dipendenti, di una copertura assicurativa extra relativa al Covid-19 (da marzo 2020 a tutto il 2021) e la maggiorazione del 25%, fino allo scorso aprile, della retribuzione di coloro che, in quei giorni difficili, hanno permesso all’azienda e, al nostro Paese, la continuità produttiva. L’attenzione è proseguita con il percorso di screening per COVID-19 che l’azienda ha offerto ai propri dipendenti, con adesione gratuita su base volontaria. Tali programmi hanno previsto non solo l’effettuazione di test sierologici rapidi, ma un percorso completo e ben definito.


In quest’anno così complesso, inoltre, non è mancato l’impegno a supporto delle comunità locali: la scorsa primavera Mutti ha infatti donato 500.000 € all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, insieme ad altre donazioni a livello nazionale, tra le quali, l’invio dei propri prodotti al Banco Alimentare, all’Emporio Solidale di Parma e all’Ospedale da Campo di Bergamo.


Anche in occasione del Natale, Mutti pone al centro delle proprie iniziative i dipendenti del Gruppo, ritenendo che ciascuno di loro sia un tassello indispensabile alla crescita comune.


Per questa ragione, il tradizionale appuntamento della cena di Natale che, negli anni precedenti, li ha visti tutti coinvolti, quest’anno si è trasformato in un’iniziativa speciale da vivere e assaporare con i propri affetti più cari direttamente a casa loro. Le oltre 400 persone operanti nei tre siti di Montechiarugolo (PR), Collecchio (PR) e Oliveto Citra (SA) hanno ricevuto in questi giorni un kit pensato da grandi Chef stellati Michelin per la preparazione di una prestigiosa cena per quattro, insieme ad altri prodotti Mutti e alle specialità della cucina e della tradizione italiana. Un gesto di vicinanza e riconoscenza che l’azienda ha scelto di compiere per non rinunciare, seppur nelle modalità possibili, a un momento di allegria, gusto e spensieratezza.


“Il rispetto per le Persone, il desiderio continuo di migliorare e la spinta a restare agili e snelli per adattarsi più velocemente ai cambiamenti sono tutti elementi che caratterizzano da sempre il nostro modo di lavorare – dichiara Federico Luddi, HR Director di Mutti. Per questo, malgrado l’impossibilità di celebrare le feste attraverso momenti condivisi, abbiamo provato a tenere fede alle tradizioni, sempre con un tocco d’innovazione. Ci auguriamo che questa soluzione ‘smart’, insieme al classico cesto di doni, possano contribuire a far trascorrere alle nostre persone, in serenità, un momento piacevole durante queste festività che sicuramente saranno più intime.”

Le turbine eoliche dello stabilimento Bmw di Lipsia si illuminano come candele d’Avvento

Le quattro turbine eoliche dello stabilimento BMW di Lipsia generano energia green per la produzione di BMW i dal 2013. Ma durante le domeniche d’Avvento 2020 hanno svolto anche un’altra funzione, rappresentando simbolicamente delle candele d’Avvento che illuminano la strada verso la sostenibilità

Le quattro turbine eoliche situate nel parco dello stabilimento BMW di Lipsia producono energia eolica green utilizzata per la produzione di BMW i dal 2013. Infatti, fin dall’inizio, il BMW Group ha prodotto il suo primo modello completamente elettrico utilizzando energia green generata in loco. Con un’altezza di 190 metri e una potenza nominale di 2,5 megawatt ciascuna, nel 2019 le turbine hanno generato un totale complessivo di 26,4 gigawattora di energia elettrica esclusivamente eolica, sufficiente ad alimentare più di 5.000 famiglie composte da tre persone per un intero anno.

Durante l’Avvento 2020, le quattro turbine eoliche hanno svolto un altro compito molto speciale, rappresentando simbolicamente delle candele. Per ogni domenica d’Avvento, una turbina si è illuminata di un bianco brillante al posto del consueto blu, fino alla quarta domenica d’Avvento, quando tutte e quattro le turbine sono state accese. Ogni “candela” è illuminata in modo uniforme dalle otto potenti luci a LED che la circondano, alimentate anch’esse dall’elettricità delle turbine.

Le turbine eoliche forniscono circa un quinto di tutta l’elettricità utilizzata nello stabilimento BMW di Lipsia. Quando la produzione non è attiva, le turbine alimentano altre aree dello stabilimento e garantiscono la copertura del carico di base. Inoltre, forniscono l’energia alla BMW Battery Farm, che si trova anch’essa nello stabilimento di Lipsia. L’impianto comprende fino a 700 batterie BMW i3 ad alto voltaggio interconnesse ed è in funzione dal 2017. In combinazione con le turbine, connette la produzione di energia rinnovabile dello stabilimento con un impianto locale di stoccaggio e un importante utilizzatore industriale. Essendo integrato anche nella rete pubblica, il parco batterie aiuta a ridurne il carico e contribuisce ad aumentarne la potenza.

Le turbine eoliche dello stabilimento BMW di Lipsia simboleggiano l’impegno del BMW Group in materia di sostenibilità – un impegno che il Gruppo considera parte integrante della sua identità. La produzione presso lo stabilimento di Lipsia è alimentata esclusivamente con energia a zero emissioni dal 2018. E tutta l’energia derivante dai fornitori proviene da fonti rinnovabili.

Il Coronavirus non attacca la sharing mobility

Dopo un breve crollo iniziale che si è potuto registrare durante il primo lockdown, l’emergenza sanitaria ha paradossalmente portato ad un’esplosione del fenomeno della mobilità condivisa, soprattutto per quanto riguarda la micromobilità: monopattini (+554%), scooter (+26%) e biciclette (+25%), ritenuti più sicuri rispetto ai veicoli chiusi. A snocciolare questi numeri, basandosi sui dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e delle principali piattaforme di settore, è GreenVulcano Technologies secondo cui il valore medio dell’incremento del numero di veicoli, indica che per la micromobilità la crescita è del +202%.

Se poi si considera anche la fruizione del servizio, osservano gli analisti di GreenVulcano Technologies, il 2020 si chiuderà con un numero totale di ben 54 milioni di spostamenti in condivisione. Eppure la tendenza verso la sharing mobility sta prendendo sempre più piede, tanto da essere riuscita a spingere l’industria automobilistica a ricalibrare il proprio modello di business tenendo appunto ben presente la sharing economy.

Ma anche le patenti sono calate. Questo è un importante indicatore di come la tecnologia ed internet siano riusciti a sostituire l’automobile nei desideri dei più giovani, e molto spesso anche dei meno giovani, inducendo a ‘viaggiare’ sempre più spesso in rete e, per gli spostamenti fisici, a ricorrere precipuamente alla micromobilità, il cui incremento medio nell’ultimo anno è stato appunto più che quadruplo (+202%) rispetto a quello del carsharing (+48%).

“Entro il 2021 in Italia la sharing economy, includendo le sue 5 macro aree (finanza collaborativa, alloggi tra privati, condivisione di veicoli, servizi domestici on demand e servizi professionali on demand) potrà valere fino all’1,3% del Pil, ben 25 miliardi di dollari. Ma le vere protagoniste della crescita di questo settore sono le piattaforme di condivisione dei servizi di trasporto che entro il 2025 arriveranno a rappresentare il 40% del totale del mercato” sottolinea Marco D’Ambrosio, responsabile del business development di GreenVulcano Technologies.

L’impatto della sharing mobility sull’economia sarà pertanto, dal punto di vista delle aziende, di circa 8 miliardi di euro: il 40% di 25 miliardi di dollari. “Ma, cambiando prospettiva, l’impatto sulle persone sarà ancora più grande: già oggi si può intraprendere un viaggio di 20 minuti ad un costo variabile, in relazione alla combinazione di mezzi scelti, tra 50 centesimi e 5,3 euro” aggiunge Claudio Ortenzi, senior analyst di GreenVulcano Technologies.

Gli analisti del big player dietro le quinte delle maggiori società di smart mobility hanno poi preso in esame, attraverso un sondaggio, l’attuale situazione Covid-19 che vede l’Italia divisa in 3 zone. A seconda della regione, e in molti casi anche del colore ad essa attribuito, cambia il comportamento dei cittadini, ha potuto appurare GreenVulcano Technologies.

Gli italiani risultano così divisi, oltre che in 3 zone, anche in 3 tipi di comportamento prevalente: audace, pauroso oppure equilibrato. In alcune regioni delle zone rosse, o che sono state incluse in zona rossa per un periodo, la maggiore limitazione degli spostamenti ha fatto scattare il desiderio di trasgredire: succede ad esempio in Lombardia, dove i residenti sono più ‘audaci’ e non temono affatto di ricorrere al carsharing. Oltre alla Lombardia, tra le regioni che secondo GreenVulcano Technologies sono tendenzialmente più ‘audaci’ vi sono anche Toscana, Campania, Puglia ed Abruzzo.

Nel Lazio prevalgono invece i profili ‘paurosi’. Potendo scegliere, qui, nonostante i protocolli di disinfettazione delle autovetture offrano le più ampie garanzie di sicurezza, si preferisce evitare il carsharing ed optare piuttosto per i veicoli aperti: motorini, biciclette e monopattini. Tra le regioni tendenzialmente più ‘paurose’ vi sono anche Emilia Romagna, Marche, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. Gli ‘equilibrati’, infine, prevalgono in Umbria, Sicilia, Sardegna. In queste regioni non si esagera verso facili allarmismi e si continua la vita di sempre, ma senza abbassare troppo la guardia.

Il mondo del Faschion cambia pelle all’insegna della sostenibilità

La rivoluzione dell’industria conciaria parte da Solofra, in provincia di Avellino, sede del più importante distretto conciario di pelli ovine e caprine in Italia. A guidarla è ‘Be Green Tannery’, Pmi innovativa fondata nel 2018 da Felice e Annalisa De Piano, che ha deciso di cambiare le regole del mercato con un progetto intrapreso cinque anni fa. Dopo una lunga ricerca e numerosi studi è nato un materiale unico sul mercato: la pelle della conceria campana, infatti, è ottenuta grazie ad un processo brevettato, il primo al mondo ad aver ottenuto la certificazione di prodotto metal free dalla Stazione sperimentale per l’industria delle pelli (Ssip).

Un metodo di lavorazione virtuoso, che riduce gli sprechi e alimentato da energia ottenuta con fonti rinnovabili, capace di dare vita a un materiale durevole, performante e allo stesso tempo green in quanto l’assenza di metalli riduce significativamente l’impatto ambientale del ciclo produttivo. A caratterizzare Be Green Tannery è anche la volontà di posizionarsi come primo anello di un’economia circolare, un concetto relativamente recente nel mondo della moda, ma che secondo il report Circular Fashion genera attualmente 3 bilioni di dollari.

In totale, a parità di prodotto lavorato, l’innovativo processo messo a punto da Be Green Tannery permette di abbattere del 33% il tempo impiegato e l’energia consumata e del 30% l’acqua utilizzata. Ed è proprio il mix di qualità e sostenibilità che ha consentito all’azienda di raggiungere un fatturato di 3,7 milioni di euro nel 2019 e di esportare le sue pelli in tutto il mondo, da Taiwan agli Stati Uniti e dalla Francia alla Corea.

“Le nostre pelli derivano da animali allevati per la macellazione: quello che facciamo è nobilitare un prodotto di scarto, dando origine a un nuovo ciclo ed evitando che diventi un rifiuto inquinante – spiega Felice De Piano, fondatore di Be Green Tannery – Un processo che tutela l’ambiente, ma non trascura la qualità e fa sì che i nostri materiali, estremamente durevoli, siano adatti per la piccola e la grande pelletteria, per le calzature e l’abbigliamento”.

“All’origine del progetto c’è l’esigenza di differenziarci con un prodotto più sostenibile, ma allo stesso tempo in grado di rispettare gli alti standard richiesti dai nostri clienti, aziende italiane e internazionali che operano nel settore del fashion luxury. Imprese che sempre più spesso sono alla ricerca di materie prime che affianchino qualità e attenzione all’ambiente e che permettono di fare regali di Natale che coniugano stile e sostenibilità”.

Non solo per i brand, quello dell’impatto ambientale è un tema sempre più rilevante anche per i consumatori come dimostra un report elaborato da McKinsey: l’88% ritiene che gli attori del mondo del fashion dovrebbero impegnarsi nella riduzione dell’inquinamento, evidenziando questo punto come il terzo nell’elenco delle priorità che la moda dovrebbe abbracciare a breve termine, preceduto solo da una maggiore attenzione alla salute dei dipendenti e da un miglioramento dei salari dei lavoratori impiegati in Asia.

Una tendenza che si è rafforzata con la pandemia, dal momento che quasi 6 consumatori su 10 dichiarano di aver cambiato il loro modo di vivere per diminuire la propria impronta ecologica. Ma in che modo il processo conciario di Be Green Tannery può considerarsi sostenibile? Innanzitutto, la pelle dell’impresa di Solofra si caratterizza per una concentrazione di metalli inferiore allo 0,1% (1000 mg/kg), mentre solitamente il valore tocca i 10 000 mg/kg con presenza, oltre al cromo, anche di alluminio, titanio, zirconio e ferro.

Inoltre, l’impatto ambientale risulta inferiore grazie alla significativa riduzione di tempi di lavorazione, consumo energetico e idrico: sono 24 le ore di produzione richieste rispetto alle 36 dei classici metodi di conciatura, 360 i kW contro 540 e 7mila i litri d’acqua necessari in contrapposizione ai 10mila normalmente utilizzati. Non solo, il prodotto finale è resistente allo strappo, alla trazione e alla distensione e presenta performance migliori in condizioni di calore secco rispetto ad un cuoio conciato al cromo.

“La qualità della materia finale e del processo di lavorazione ci hanno permesso di chiudere accordi strategici con brand appartenenti ai più importanti gruppi del settore della moda e superare quota 50 clienti – conclude Felice De Piano – E anche in questo periodo difficile il nostro prodotto ha dimostrato la sua forza, subendo sì un’inevitabile contrazione, ma pari alla metà di quella registrata da chi produce pelli con conciatura al cromo”.

“Ma vogliamo puntare sempre più in alto, ecco perché all’inizio del 2021, prenderà il via la nostra campagna di finanziamento collettivo su Mamacrowd con l’obiettivo di crescere e aumentare ancor di più il grado di sostenibilità in ogni fase del processo di produzione: approvvigionamento di energia tramite fonti rinnovabili, ulteriore riduzione e ottimizzazione dei consumi energetici, idrici e di prodotti chimici, conseguimento di nuove certificazioni che attestino la nostra attenzione all’ambiente”.

Cdp, una fondazione a sostegno dello sviluppo sociale, culturale ed economico

CASSA DEPOSITI E PRESTITI CDP

Dall’impegno del Gruppo CDP per supportare la crescita del Paese nasce la nuova Fondazione CDP, costituita per perseguire specifiche finalità di sviluppo sociale, ambientale, culturale ed economico, con particolare attenzione alle iniziative a favore delle giovani generazioni e a sostegno del capitale umano.

Nell’anniversario dei 170 anni del Gruppo, Fondazione CDP sarà la piattaforma operativa per progettare soluzioni innovative assieme alle migliori energie dell’Italia, all’insegna dell’inclusione, della cultura e della crescita, per rispondere con coraggio alle grandi sfide del presente.

In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, la Fondazione CDP, già operativa su diversi progetti, promuoverà azioni ad alto impatto sociale in 4 principali ambiti di intervento:

  1. Formazione ed inclusione sociale: verranno attivati progetti di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, supportando la formazione dei giovani con un’alta specializzazione nelle discipline più richieste per l’ingresso nel mercato del lavoro come quelle tecnico-scientifiche con un focus sul digitale. È prevista la promozione di percorsi di crescita per colmare il divario tra la domanda e l’offerta, la lotta alle disuguaglianze educative e la promozione della formazione del capitale umano d’eccellenza;
  2. Cultura: insieme alle principali istituzioni culturali del Paese, verranno promosse azioni di valorizzazione delle eccellenze del patrimonio culturale e artistico italiano, supportando i giovani talenti.  Verrà valorizzato, inoltre, il patrimonio archivistico e immobiliare del Gruppo CDP, diffondendo la conoscenza e l’approfondimento dei valori e dei luoghi della cultura di impresa;
  3. Analisi, studi, ricerca: verrà supportata la ricerca scientifica in collaborazione con istituzioni, università, centri di ricerca, favorendo la crescita dei giovani talenti in Italia e all’estero;
  4. Sostenibilità e supporto emergenze: la Fondazione si impegnerà ad affrontare la sfida dello sviluppo sostenibile e responsabile, sensibilizzando anche la società civile in iniziative volte al contrasto ai cambiamenti climatici, promuovendo l’educazione alla sostenibilità ambientale, alla transizione energetica e all’economia circolare. Un particolare impegno, inoltre, sarà impiegato a supporto delle emergenze e delle calamità naturali. 


Nel board direttivo della Fondazione siederanno Pasquale Salzano in qualità di Presidente, Mario Vitale Direttore generale, Manuela Sabbatini, Davide Colaccino, Federico Delfino (quest’ultimo in rappresentanza delle fondazioni bancarie) e Riccardo Barbieri Hermitte (in quota Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Il Presidente di CDP, Giovanni Gorno Tempini, ha dichiarato: “La storia di CDP si intreccia con una parte significativa della crescita economica italiana, coniugando la cultura del saper fare impresa con una spiccata dimensione sociale e civile, particolarmente radicata nel Paese. L’idea alla base di questa iniziativa è quella di valorizzare ancor più le straordinarie potenzialità del nostro Paese, facendo leva sul capitale umano e sul dinamismo dei territori, in un’ottica di lungo periodo. La Fondazione CDP rafforza l’impegno profuso storicamente dal Gruppo per lo sviluppo sociale, culturale, ambientale ed economico dell’Italia.

L’Amministratore delegato di CDP, Fabrizio Palermo, ha affermato: “Con l’avvio della Fondazione, CDP si dota di uno strumento che, nella sua piena autonomia di governance e di azione, è chiamato ad agire con determinazione ed efficacia su tematiche strategiche per il futuro del nostro Paese. In CDP siamo convinti che investire sui giovani e sulle priorità educative e formative significhi garantire all’Italia solide basi per una crescita sostenibile valorizzando la straordinaria importanza della forte cultura di impresa del nostro tessuto produttivo, riconosciuta a livello internazionale. Possiamo e dobbiamo far sì che questo patrimonio di beni e di conoscenze diventi uno straordinario volano di crescita e di inclusione, perché nessuno deve rimanere indietro nel progetto di futuro che siamo tutti chiamati a ridisegnare.

La Mini ‘45’ EV di Hyundai mette in moto le emozioni dei bambini

Attraverso il progetto ‘Little Big e-Motion’, la mini EV supporta i piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Sant Joan de Déu di Barcellona

Hyundai ha svelato attraverso un cortometraggio su YouTube i dettagli sulla sua mini auto elettrica, unica nel suo genere e ispirata alla concept car ’45’.

Il video di 6 minuti mostra come la minicar utilizzi la tecnologia Emotion Adaptive Vehicle Control (EAVC) per supportare i piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Sant Joan de Déu (SJD) di Barcellona, all’interno del progetto ‘Little Big e-Motion’.

Basata sull’intelligenza artificiale, la tecnologia EAVC ottimizza l’ambiente a seconda delle informazioni raccolte dentro e fuori dal veicolo. Hyundai sta guidando lo sviluppo di questa tecnologia di nuova generazione come parte di una collaborazione di ricerca accademica con il laboratorio multimediale del Massachusetts Institute of Technology (MIT).

La tecnologia EAVC monitora le espressioni facciali, il battito cardiaco e la frequenza respiratoria, combinando il tutto con l’input proveniente dal veicolo, includendo la velocità, l’accelerazione, il rumore e le vibrazioni. La tecnologia elabora poi i dati attraverso il machine learning per ottimizzare l’ambiente del veicolo controllandone attivamente i sistemi come l’illuminazione, la climatizzazione, la musica e i diffusori di profumo.

EAVC è al centro del progetto ‘Little Big e-Motion’ di Hyundai. Equipaggiata con questa tecnologia, la minicar EV – progettata dallo stesso team che ha supervisionato il concept ‘45’ – verrà usata per sostenere le terapie dei giovanissimi pazienti negli ospedali. Hyundai ha infatti donato questa singolare auto elettrica all’ospedale Sant Joan de Déu di Barcellona, dove verrà impiegata per supportare la mobilità dei bambini dal letto dell’ospedale all’ambulatorio, considerato uno dei tragitti per loro più stressanti.

Il video segue una giornata di terapia di una bimba all’interno dell’ospedale SJD, che inizialmente è preoccupata per il trattamento. La mini EV, sua nuova amica, riesce magicamente a infonderle coraggio e a renderla più emotivamente pronta per la cura.

La mini EV dotata della tecnologia EAVC interagisce con la giovane ‘conducente’ attraverso cinque tecnologie chiave: il Facial Emotion Recognition System, il Breathing Exercise Belt, l’Heart Rate Monitoring Sensor, l’Emotion Adaptive Lighting e l’Emotion Adaptive Scent Dispenser.

Il Facial Emotion Recognition System utilizza una videocamera posizionata davanti al volante per identificare le emozioni del bambino in tempo reale. Il Breathing Exercise Belt viene avvolto attorno al corpo e le sue sacche d’aria applicano una leggera pressione con l’obiettivo di alleviare l’ansia e favorire una respirazione più stabile, mentre l’Heart Rate Monitoring Sensor misura il battito cardiaco e la frequenza respiratoria.

L’Emotion Adaptive Lighting proietta una luce verde, gialla o rossa per mostrare lo stato emotivo del bambino usando i colori. Infine, per far sorridere i giovani pazienti, l’Emotion Adaptive Scent Dispenser diffonde una fragranza a un ritmo armonizzato con quello del respiro. Il veicolo fa anche le bolle di sapone per celebrare i progressi compiuti dal bambino verso la terapia.

Oltre a offrire sostegno emotivo ai giovani pazienti, la tecnologia EAVC assiste anche il personale medico dell’ospedale, fornendo informazioni relative allo stato emotivo dei bambini senza interagire di persona, elemento particolarmente utile nel periodo della pandemia da COVID-19.

Hyundai prevede di continuare a sostenere le cure dei giovani pazienti all’ospedale SJD attraverso il progetto ‘Little Big e-Motion’, perfezionando allo stesso tempo la tecnologia EAVC mediante questa applicazione. L’azienda auspica di diffondere l’utilizzo di questa tecnologia di nuova generazione anche sui dispositivi per la mobilità, nel futuro, allo scopo di potenziare la sicurezza e migliorare il benessere dei guidatori.

Just Eat, oltre 2mila piatti ‘sospesi’ in Italia per Natale

Oltre 50mila euro per Comunità Sant’Egidio raccolti grazie a ordini via app

L’iniziativa “Un Piatto Sospeso per Natale” di Just Eat quest’anno ha visto la donazione di 1 piatto a domicilio per ogni ordine ricevuto da oltre 40 ristoranti a Milano, Torino, Roma e Napoli. Grazie al sostegno degli utenti e dei ristoranti partner, in una sola settimana dal lancio dell’iniziativa, sono stati raccolti oltre 2.000 pasti sospesi per supportare Caritas e famiglie e comunità che ne hanno più bisogno.

E ancora, la raccolta globale che ha coinvolto 17 Paesi del gruppo Just Eat Takeaway.com nella giornata del 19 dicembre, donando 50 centesimi per ogni ordine ricevuto, ha raggiunto 1 milione di euro, con la possibilità di un aiuto concreto alle 10 associazioni coinvolte nel mondo. Raccolta che in Italia, ha superato i 50.000 euro destinati a Comunità di Sant’Egidio.

Dal 14 al 20 dicembre, gli oltre 40 ristoranti solidali partner dell’iniziativa, nelle città di Milano, Torino, Roma e Napoli, hanno permesso di raccogliere 2.000 piatti sospesi che saranno consegnati a domicilio a famiglie, comunità e case accoglienza di Caritas Ambrosiana, Caritas Diocesana Torino, Caritas di Roma e Caritas di Napoli a partire dalla sera del 20 dicembre, Giornata internazionale della Solidarietà Umana e in successive occasioni.

Per aiutare ancora di più alcuni nuclei famigliari che ne hanno particolarmente bisogno, quest’anno la donazione è stata effettuata anche tramite la creazione di codici digitali prepagati utilizzabili su Just Eat in modo gratuito, che hanno raggiunto 250 famiglie nelle città di Milano, Roma e Torino, consentendo loro di ordinare in modo semplice, diretto e gratuito cibo a domicilio, supportandoli così nel consumo di più pasti.

A Milano sono stati donati a 100 famiglie individuate grazie all’aiuto di Caritas Ambrosiana, così come a Roma. A Milano è stato supportato anche il Refettorio Ambrosiano, con la realizzazione di 200 pasti in collaborazione con i ristoranti Muddica e Pizzeria 4 Stelle, e l’associazione Ronda Carità insieme a Luini con la distribuzione di panzerotti alle persone senza dimora per le strade della città.

A Torino in collaborazione con la Comunità Sant’Egidio sono stati serviti piatti di pasta e panini per la distribuzione serale per le vie della città, mentre a Napoli, oltre ai 200 piatti a domicilio consegnati presso le mense locali, saranno donate 20.000 vaschette monouso per il cibo e oltre 5.000 dispositivi di protezione individuale come mascherine.

La Winter Charity Campaign ha visto coinvolto tutto il gruppo Just Eat Takeaway.com nel suo più grande progetto benefico mai realizzato finora. Grazie all’iniziativa, che ha visto la donazione di 50 centesimi per ogni ordine ricevuto in occasione della Giornata Mondiale della Solidarietà Umana (20 dicembre), sono stati raccolti 1 milione di euro che verranno donati a oltre 10 associazioni di beneficenza in 17 mercati tra quelli in cui opera il gruppo.

In Italia sono stati coinvolti oltre 18.000 ristoranti su tutto il territorio, con oltre 50.000 euro raccolti per Comunità di Sant’Egidio, come supporto delle sue attività di sostegno alimentare, incrementate in tutta Italia per rispondere all’accresciuto bisogno di tante famiglie vulnerabili nel 2020 a causa della pandemia.

“Soprattutto in un anno difficile come questo – spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia – siamo davvero orgogliosi dei risultati raggiunti grazie all’iniziativa Piatto Sospeso, che ancora una volta ne confermano il successo e l’impegno anche da parte di chi ha ordinato via app e dei nostri ristoranti partner che insieme a noi consegnano i piatti a domicilio. Anche i risultati raggiunti grazie alla campagna di donazioni globale ci hanno permesso di fare la differenza, contribuendo ad aiutare enti di beneficenza in 17 dei paesi nel mondo in cui operiamo”.

Galbani, 2mila pranzi di Natale donati in 10 città

Iniziativa realizzata in collaborazione con Caritas Italiana al fianco di ristoratori e famiglie in difficoltà

Donare un pranzo di Natale speciale a chi è meno fortunato, grazie al supporto di Caritas Italiana, e allo stesso tempo sostenere le attività della ristorazione in difficoltà sono gli elementi alla base del progetto Galbani per il Natale 2020, con l’iniziativa solidale #TiriamociSù per donare 2.000 pranzi di Natale in 10 città italiane (Torino, Milano, Genova, Parma, Firenze, Perugia, Caserta, Bari, Cosenza e Ragusa). Saranno 30 i ristoratori del territorio a preparare e consegnare i menù natalizi.

“Galbani è da sempre un’azienda attenta ai bisogni delle persone e dei territori in cui opera, e siamo particolarmente contenti di poter portare avanti questa iniziativa con l’appoggio di Caritas Italiana – dichiara Mauro Frantellizzi, direttore Marketing di Galbani Cheese – Il progetto #TiriamociSù coinvolge 10 città rappresentative dell’intera penisola perché Galbani è sempre al fianco degli italiani, a maggior ragione in occasione di quello che sarà un Natale molto particolare”.

Tutti sono invitati a pubblicare sul sito Galbani e sui social la foto di una fetta di tiramisù fatto in casa, con l’obiettivo di raggiungere simbolicamente il tiramisù più lungo del web. Il tutto per far sì che l’iniziativa diventi veicolo di un messaggio forte di solidarietà e vicinanza nei confronti delle persone che oggi, più di prima, rischiano di rimanere indietro.

“Con il contributo dei nostri consumatori sui social per il tiramisù più lungo del web e con la collaborazione dei nostri 30 ristoratori sul territorio, regaleremo un pranzo di Natale diverso dal solito a coloro che stanno vivendo una condizione di difficoltà – aggiunge Frantellizzi – lanciando anche un forte segnale di sostegno a quella che è una delle categorie più impattate dalle misure per il contenimento della pandemia. Speriamo con la nostra iniziativa di poter contribuire a rendere migliore anche il loro Natale”.

Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, “aver rivolto l’attenzione ai più colpiti dalla pandemia in corso contribuisce ad alimentare la speranza. Iniziative sinergiche come questa sono segni di solidarietà concreta, diffusa, che combatte l’indifferenza, nella consapevolezza che partecipiamo a un destino comune in cui nessuno deve essere lasciato indietro”.

Anche tutti i 5.000 dipendenti di Gruppo Lactalis in Italia – di cui Galbani fa parte – sono chiamati a fare la loro parte: doneranno un’ora del proprio stipendio al progetto, e Lactalis ne raddoppierà il corrispettivo in euro. La somma raccolta verrà poi donata alle Caritas locali.

Le strade italiane si tingono di green

Da poco più di 100 km del 2010 ai 592 km di fine 2020, +63% rispetto al 2019

Secondo i dati forniti da Ecopneus, società senza scopo di lucro che gestisce Pfu (Pneumatici Fuori Uso), in Italia ad oggi sono stati realizzati complessivamente circa 600 km di corsie di strade con l’impiego di asfalti modificati con gomma riciclata da Pfu, una distanza che potrebbe coprire il tragitto da Roma a Milano. Si è passati quindi da poco più di 100 km del 2010 ai 592 km totali a fine 2020, con un incremento di ben il 63% rispetto al 2019.

In Italia già 42 Province hanno scelto di affidarsi a questa tecnologia: Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Trentino Alto- Adige sono le regioni in cui sono state realizzate le esperienze più significative. Gli asfalti modificati con gomma riciclata rappresentano infatti ad oggi una tra le soluzioni più interessanti per le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti gestori del patrimonio stradale italiano in quanto permette di investire al meglio le risorse economiche per le infrastrutture stradali, riducendo al contempo i disagi per gli utenti, l’impatto ambientale dell’attività di costruzione e i costi riferiti alla manutenzione delle strade.

Diversi sono i vantaggi legati al loro utilizzo: riduzione fino a 5 dB del rumore generato dal passaggio dei veicoli e una durata fino a 3 volte quella degli asfalti convenzionali, in virtù della maggiore resistenza all’usura e alla formazione di crepe e buche; aspetto che consente anche un conseguente contenimento dei costi di manutenzione nel medio-lungo periodo.

“I risultati raggiunti ci incoraggiano e ci spronano a continuare in questa direzione – dichiara il direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta – Come Ecopneus ci siamo impegnati molto negli anni a diffondere una maggiore conoscenza su questa valida applicazione della gomma riciclata, abbiamo attivato e supportato diversi studi scientifici e iniziative, come il progetto Life Nereide co-finanziato dall’Ue. Per il 2021 auspichiamo ad una sempre più ampia diffusione di questa tecnologia anche grazie all’entrata in vigore del nuovo decreto End of Waste che fornirà un importante supporto per aumentare la qualità dei materiali riciclati dai Pfu. Anche molte importanti realtà nazionali sono sempre più attente a questa tecnologia”

L’impiego del polverino di gomma riciclata dai Pneumatici Fuori Uso permette infatti di realizzare asfalti in grado di coniugare prestazioni meccaniche di alto livello con ricadute positive per la collettività in termini di riduzione del rumore e sostenibilità ambientale, grazie appunto all’impiego di polverino di gomma riciclata da Pfu. Proprio per queste ragioni, un recente intervento con asfalti modificati nel Pavese ha ricevuto il finanziamento da parte di Cassa Depositi e Prestiti, che ha riconosciuto il valore tecnologico e ambientale di questa soluzione.

A scuola guida di mobilità elettrica con Nissan e UNASCA

Nissan LEAF 100% elettrica al centro di un percorso di formazione sulla mobilità a zero emissioni per i trainer dell’Unione nazionale delle autoscuole presso il Centro di Guida Sicura di ACI Vallelunga

Nissan e UNASCA (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica) realizzano una collaborazione per la promozione e la diffusione della mobilità elettrica nei programmi di scuola guida destinati alle nuove generazioni di automobilisti, con un percorso teorico e pratico di conoscenza dei veicoli 100% elettrici, in termini di sostenibilità, sicurezza e prestazioni.

Il corso formativo è dedicato ai trainer UNASCA, che a loro volta formeranno gli istruttori delle oltre 3.000 scuole guida associate sull’intero territorio nazionale, e ha come protagonista Nissan LEAF, l’auto 100% elettrica più venduta al mondo.

Il modulo di training è stato sviluppato in due parti. Una prima sessione plenaria in aula è dedicata all’analisi delle caratteristiche tecniche del motore elettrico, alla manutenzione, alle differenze rispetto ai veicoli tradizionali fino ad arrivare all’autonomia e alle modalità di ricarica. La presenza di varie tipologie di colonnine presenti presso l’impianto di Vallelunga permette infatti di sperimentare sia la ricarica standard sia quella rapida.

Inoltre, vengono approfonditi anche i vantaggi economici della mobilità elettrica che determinano un costo totale di esercizio più competitivo rispetto ai veicoli termici. In particolare, vengono analizzati i consumi ridotti, gli attuali incentivi governativi per l’acquisto, l’esenzione del bollo per i primi 5 anni, la sosta gratuita nelle aree blu e l’accesso libero e senza limitazioni alle zone a traffico limitato.

La seconda parte riguarda le prove dinamiche in pista dove i trainer approfondiscono individualmente le diverse tecnologie legate alla sicurezza e alle modalità della guida elettrica nelle diverse condizioni di utilizzo, insieme agli istruttori del Centro di guida sicura ACI-SARA di Vallelunga.
La scelta del circuito rientra nella partnership tra Nissan e ACI Sara Vallelunga, inaugurata nel 2018, in tema di sicurezza stradale.

Tra le tecnologie che vengono provate sulla Nissan LEAF rientrano il sistema di assistenza alla guida ProPILOT per una guida più sicura, ProPILOT Park, il sistema che parcheggia da solo l’auto e l’e-Pedal, per la guida con un solo pedale che include la frenata rigenerativa.

Il percorso didattico è la base per lo sviluppo del modulo di formazione sulla mobilità elettrica che entrerà a far parte da gennaio 2021 dei programmi ufficiali delle autoscuole associate UNASCA.

L’UNASCA è la principale associazione di categoria sul territorio italiano, con oltre 3.000 agenzie ed autoscuole associate, che ogni anno erogano servizi e assistenza formativa a circa 11 milioni di Utenti e si occupano di rilasciare annualmente 1 milione di nuove patenti e 3 milioni di rinnovi per un giro d’affari complessivo di 4,5 miliardi di euro.

L’iniziativa rientra nella Nissan Intelligent Mobility, la roadmap strategica che si propone di ridefinire il modo in cui le auto sono alimentate, integrate e connesse nella società.

Intesa Sanpaolo, ospitalità per familiari di piccoli pazienti concologici

Accoglienza gratuita alle famiglie in sei reparti di oncoematologia pediatrica dove il Gruppo ha realizzato e sostiene gli asili nido interni: Torino, Monza, Napoli, Padova, Bologna e Genova

Intesa Sanpaolo ha avviato il progetto “Una casa per la mia famiglia” per offrire accoglienza gratuita ai familiari impegnati nell’assistenza di bambine e bambini in cura presso i reparti di oncoematologia pediatrica di sei ospedali a Torino (Ospedale Regina Margherita), Monza (Ospedale San Gerardo), Napoli (Ospedale Santobono Pausilipon), Padova (Azienda Ospedale Università), Bologna (Policlinico Sant’Orsola Malpighi) e Genova (Istituto Giannina Gaslini).

Il progetto mette a disposizione circa 640 posti letto per i piccoli pazienti e i loro familiari, consolidando così le capacità ricettive delle realtà non profit presso i rispettivi ospedali: UGI Torino, Comitato Maria Letizia Verga di Monza, Fondazione Santobono Pausilipon di Napoli, Sezione AIL di Padova, AGEOP di Bologna e Fondazione Gerolamo Gaslini di Genova.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito dello specifico programma di Intesa Sanpaolo per i bambini lungodegenti avviato dal Gruppo nel 2016 che offre un servizio di asilo nido gratuito ai bambini in cura presso i reparti di oncoematologia pediatrica di sei ospedali italiani. Al servizio educativo offerto ai piccoli pazienti si aggiunge ora un sostegno alle famiglie costrette al pendolarismo sanitario.

A Genova, in particolare, il progetto si arricchisce con “WE-Connected!”, realizzato congiuntamente da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Vita e Fondazione Gerolamo Gaslini per dotare di computer e connessioni internet le 32 case di accoglienza per i pazienti in cura presso l’ospedale di Genova facilitando così didattica a distanza e socializzazione.

Nissan Leaf compie 10 anni. E l’ambiente festeggia

I proprietari delle 500.000 LEAF hanno risparmiato all’ambiente oltre 2,5 milioni di tonnellate di COe hanno percorso 16 miliardi di chilometrii a zero emissioni dal 2010.

Nissan raggiunge un traguardo storico questo mese: LEAF, il primo veicolo a zero emissioni per il mercato di massa, scelto da 500.000 clienti al mondo, 180.000 in Europa e 6.000 in Italia, compie dieci anni.

Gianluca de Ficchy, Chairman di Nissan per la regione AMIEO, ha dichiarato: “Dopo oltre mezzo milione di unità vendute in tutto il mondo, i clienti continuano a scegliere LEAF. Festeggiamo i risultati ottenuti fino ad ora e siamo felici di sottolineare l’impatto positivo verso l’ambiente, nel segno di una mobilità sempre più sostenibile. Siamo orgogliosi di LEAF e della nostra esperienza nei veicoli elettrici e non vediamo l’ora di svelarne le innovazioni future.”

Un futuro più pulito con zero emissioni allo scarico
In linea con i miglioramenti in termini di capacità della batteria, prestazioni ed efficienza, Nissan LEAF ha conquistato il numero più ampio e fedele di automobilisti al mondo. Complessivamente, i proprietari di LEAF hanno percorso circa 16 miliardi di chilometri a zero emissioni, una quantità di chilometri sufficiente a fare 400.000 volte il giro del mondo, confermando l’obiettivo di Nissan di contribuire a un futuro più sostenibile e green.

Il numero totale di LEAF commercializzate a livello globale ha risparmiato all’ambiente oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO2, per cui sarebbero stati necessari quasi 100.000.000 di alberiii per eliminare dall’atmosfera questa stessa quantità di anidride carbonica.

Potenza efficiente e tutte le emozioni della guida elettrica
Nissan LEAF offre un’esperienza di guida 100% elettrica e, ispirandosi alla LEAF NISMO RC, dispone di una coppia immediata e una potenza adrenalinica per un’accelerazione 0-100 km/h in 6,9 secondi.

In media, Nissan LEAF può rigenerare 744 kWh di energia pulita all’anno con una percorrenza di 18.000 km, una quantità di energia sufficiente ad alimentare un cellulare per 372 anniiii.

Ancora più emozione per i clienti
Per celebrare i 10 anni di LEAF, Nissan e la UEFA Champions League regaleranno un’emozione unica ad alcuni fortunati proprietari di LEAF, che potranno ricevere il Trofeo della UCL a casa e interagire virtualmente con gli ambasciatori UEFA come Clarence Seedorf. Da dicembre a febbraio, il trofeo viaggerà tra Spagna, Italia, Francia, Belgio e Regno Unito.

In viaggio verso un futuro all’insegna dell’elettrico
“A fronte dell’aumento della domanda di veicoli elettrici e della necessità di integrarli nelle nostre vite, Nissan è impegnata a sviluppare auto elettriche sempre più avanzate, che supportino i clienti in termini di sicurezza e connettività” ha dichiarato Arnaud Charpentier, Region Vice President Product Strategy & Pricing di Nissan AMIEO. “Sfruttando la natura di LEAF e la sua lunga storia, Nissan sta sviluppando una gamma sempre più vasta di veicoli a zero emissioni.”

A luglio di quest’anno, Nissan ha presentato il crossover coupé 100% elettrico Ariya che racchiude tutte le conoscenze di Nissan nel mondo della mobilità elettrica, nel design e nelle tecnologie Nissan Intelligent Mobility.

Ariya è il modello chiave del piano di trasformazione Nissan NEXT, secondo il quale Nissan prevede, a livello globale entro il 2023, l’introduzione di 8 nuovi modelli 100% elettrici e oltre 1 milione di veicoli elettrici ed elettrificati venduti all’anno.

Rifiuti urbani, differenziata a +3,1% in un anno

Aumenta ancora la raccolta differenziata nel 2019: +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale; dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata. La raccolta passa da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate. Sono i dati del Rapporto Rifiuti Urbani Ispra edizione 2020.

LIVELLO REGIONALE – Il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti. I maggiori incrementi in Molise (+12 punti) e Sicilia (+9 punti), seguite dalla Sardegna (+6,3), dalla Puglia (+5,2) e dall’Abruzzo (+ 3,1).

Nel 2019 superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, fissato al 2012 dalla normativa, 8 Regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%). Al di sopra del 60% la Valle d’Aosta (64,5%), il Piemonte (63,2%), l’Abruzzo (62,7%) e la Toscana (60,2%). Inferiore al 50% risulta la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%). La Sicilia rimane al di sotto del 40%, pur facendo registrare un aumento di 9 punti rispetto al 2018 (dal 29,5 al 38,5%).

LIVELLO PROVINCIALE – Come negli anni precedenti, i livelli più elevati di raccolta differenziata sono stati nella Provincia di Treviso, che nel 2019 si attesta all’87,7%, seguita da Mantova (86,8%), Belluno (84,4%) e Pordenone (81,5%). I livelli più bassi di raccolta differenziata si osservano per le province di Palermo (29%, nel 2018 19,9%), Crotone (30,8%, a fronte del 27,3% del 2018), Messina (32,8%, nel 2018 28,7%) e Foggia (34,1%%, nel 2018 33%).

LA DIFFERENZIATA NELLE CITTA’ METROPOLITANE – Tra le Città Metropolitane, la percentuale più elevata di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4% (+13,6 punti rispetto al 2018); Venezia si attesta al 70,9% e al di sopra del 60% si collocano Milano, Bologna, e Firenze (rispettivamente 67,4%, 65,5% e 64,8%). La Città metropolitana di Roma Capitale raggiunge il 51,2%. Il valore più basso, 29%, si registra per Palermo che, in ogni caso, fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 9,1 punti (19,9% nel 2018).

I CAPOLUOGHI PIU’ VIRTUOSI – I comuni capoluogo con percentuali di raccolta differenziata più elevate sono Treviso che raggiunge 86,9%, Ferrara con l’85,9% e Pordenone con 85,5%. Le città più indietro e ancora sotto al 20% sono Messina con il 18,8%, Palermo con il 17,4%, Taranto con il 16%, Catania con il 14,5% e Crotone con l’11%.

Bennet presenta il suo primo bilancio si sostenibilità

In un anno denso di avvenimenti Bennet fa il punto sull’impegno passato e si prepara al futuro definendo le priorità sostenibili su cui lavorare: ambiente, persone, prodotti

Con una dichiarazione di ottimismo prima della chiusura dell’anno Bennet, azienda leader nel settore degli ipermercati e dei centri commerciali con sedi in tutto il Nord Italia, presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità. A dettarne le linee guida un concept che è anche vision aziendale: “La sostenibilità non è una bella idea, ma un percorso di azioni concrete”. La concretezza infatti è un valore chiave per Bennet, applicato con continuità nelle decisioni aziendali e all’origine dell’importante accelerazione in termini solidaristici registrata quest’anno. Un 2020, tra l’altro, molto affollato di avvenimenti importanti per Bennet, tra acquisizioni, integrazione di nuovi punti vendita e flessibilità continua nell’adeguamento alle normative anti Covid.

“Con questo Bilancio parte un lungo viaggio che trasformerà le istanze socio-ambientali da corollario alle attività commerciali, in parte integrante delle nostre strategie e delle scelte future dell’azienda”, ha dichiarato Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet. “Gli eventi hanno deciso che questa fondamentale tappa della nostra evoluzione coincidesse con l’emergenza COVID-19 e con tanti altri accadimenti rilevanti per la nostra azienda. Grazie alla preziosa collaborazione di tutti i nostri dipendenti, abbiamo affrontato il cambiamento con equilibrio, dedizione e determinazione diventando un punto di riferimento per le persone, per le istituzioni e gli enti locali. A tutto questo bagaglio oggi aggiungiamo un’altra consapevolezza: dobbiamo continuare ad assumerci la responsabilità di costruire un futuro più sostenibile. Abbiamo un dovere verso le persone, verso le comunità locali, verso il pianeta: non solo generare valore economico per il territorio, ma restituire affetto, attenzione e riconoscenza per quanto ci è stato dato”.

“Questo Bilancio, oltre a rendicontare l’anno 2019, lascia inevitabilmente spazio a una prima valutazione di quanto fatto nel 2020 nell’emergenza pandemica, durante la quale la priorità per noi è stato l’i mpegno verso le persone”, ha aggiunto De Zordi. “Il 2020 ha visto un susseguirsi continuo di iniziative di prevenzione e tutela rivolte al personale e alla clientela, con lo scrupoloso mantenimento dell’operatività su tutti i fronti. Il ruolo e il valore del primo Bilancio di Sostenibilità sono strategici per Bennet. La sua preparazione ha generato infatti una presa di coscienza su tutto ciò che di naturalmente sostenibile è stato fatto nel passato. Questa analisi, combinata a una riflessione sulla centralità della sostenibilità come progetto di costruzione del futuro, ha permesso all’azienda di disegnare un proprio percorso strategico per il triennio 2020-2022. Ambiente, persone, prodotti sono i tre pilastri della crescita sostenibile che Bennet ha individuato, i tre ambiti in cui l’azienda, nei suoi oltre 55 anni di storia, ha mostrato di sapersi impegnare e su cui intende continuare ad agire.

AMBIENTE

L’impegno per l’ambiente ha registrato buoni risultati nel 2019. Rispetto al 2018 le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra sono calate del 6,3%, il consumo di carta per volantini del 12% con 971,45 tonnellate di carta risparmiata, mentre il 99% dei rifiuti contabilizzati sono stati destinati al recupero.Ma è nella concretezza delle piccole cose che Bennet dimostra di saper dare contributi tangibili. Per esempio nella riduzione dei materiali utilizzati per l’imballaggiodei prodotti a marchio: – 11% (vs 2018), un risultato ottenuto grazie a un lavoro di analisi e miglioramento di tutte le fasi di scelta e uso, a cui si affianca un importante – 43,9% nell’utilizzo della plastica. Dove non è stato possibile intervenire in modo realmente impattante Bennet ha scelto di utilizzare packaging facilmente smaltibili e riciclabili in carta e cartoncino. Insieme alle etichette compostabili un altro esempio di imballaggio ripensato in modo ecosostenibile è quello predisposto per alcune varietà di pomodori: il vassoio di carta e il film di confezionamento in PLA sono stati studiati in modo da poter essere entrambi smaltiti nell’umido.Nel confronto tra il 2019 e l’anno precedente emerge come tutti i punti vendita abbiano contribuito a produrre economie nei consumi, dall’utilizzo dell’acqua (- 2%) ai risparmi energetici,che contabilizzano un -6,7% nell’utilizzo di gas metano e un -4,1% nei consumi di energia elettrica a fronte di 355.000 kWh di energia rinnovabile prodotta da fotovoltaico. Questi risparmi sono stati ottenuti grazie a interventi su impianti di climatizzazione, centrali frigorifere, di riscaldamento, di refrigerazione (con le chiusure dei banchi frigo o la loro modernizzazione) e di illuminazione con l’introduzione di LED. Segni concreti di uno sforzo continuo per disporre di impianti ben gestiti, che hanno prodotto una riduzione dell’inquinamento, delle emissioni di CO2 oltre che della bolletta energetica. Anche trasporti e logistica hanno dato un contributo significativo. I parcheggi dei centri commerciali Bennet sono pronti ad accogliere le auto elettriche grazie a una partnership con EnelX e BeCharge che ha permesso di installare 37 colonnine di ricarica. Mentre il miglioramento della logistica ha comportato una razionalizzazione del trasporto, l’utilizzo continuo del pallet pooling e l’introduzione di automezzi a metano Euro 6 con maggiori posti pallet. Una best case delle soluzioni Bennet per ridurre l’impatto nella logistica è stato certamente l’impiego sistematico delle cassette CPR: ecologiche, riutilizzabili per il trasporto e la consegna dei prodotti alimentari ed ittici, riciclabili, a sponde abbattibili, pratiche ed economiche. In 10 anni la loro adozione ha permesso di risparmiare oltre 73.000 tonnellate di CO2 equivalente rispetto all’uso delle cassette in plastica a perdere e oltre di 27.000 tonnellate di CO2 equivalente ri spetto a quelle in cartone. Una dimostrazione chiara dell’attenzione prestata da Bennet verso comportamenti responsabili emerge anche nella gestione dei rifiuti. Attraverso un coordinamento accorto e preciso del flusso di attività e dei processi produttivi interni, l’azienda si è impegnata a prevenire e ridurre la produzione di rifiuti. Questo significa applicare continuamente quattro principi base: prevenire e ridurre la nocività, riutilizzare, riciclare o recuperare. Il risultato: il 99% dei rifiuti contabilizzati nel 2019 è stato destinato al recupero.

PERSONE

Dei 6.528 dipendenti, assunti a tempo indeterminato e determinato, 71% sono donne, mentre dei 1.376 neo assunti nel 2019 il 92% sono sotto ai 30 anni. A tutti Bennet ha messo a disposizione nel 2019 un sistema di welfare composto da assistenza sanitaria integrativa, assistenza fiscale e assistenza per pratiche amministrative gratuite, mentre per alcuni uffici della sede l’azienda ha introdotto in via sperimentale lo smart working. Nell’anno in corso la pandemia ha spinto Bennet a intensificare e ampliare significativamente alcuni di questi interventi quali le coperture assicurative, la formazione continua e, dove possibile, il lavoro agile. Nel 2019 sono state erogate 26.901 ore di formazione, +17% rispetto al 2018, con un aumento del 23% delle ore di training destinate ai dirigenti a riprova di un’alta sensibilità verso il miglioramento delle pratiche aziendali. Ai consumatori l’azienda ha dedicato impegno e attenzione continui attraverso il rinnovato programma di fidelizzazione Bennet Club che ha registrato 1,5 milioni di clienti fedeli nel 2019 (+ 18,5% rispetto al 2018). Bennet ha soprattutto investito nella crescita del servizio di e-commerce, fondamentale per rispondere ai nuovi bisogni di consumo tecnologici e digitali, portando a 33 i BennetDrive e con l’obiettivo raggiungere i 45 nel 2020. La relazione con il territorio è radicata nella cultura aziendale di Bennet che si rivolge quotidianamente alle comunità locali in cui è presente. Un impegno concreto di sostegno al territorio è l’adesione di Bennet al progetto Pronto Frescodi Banco Alimentare, che permette di recuperare l’invenduto alimentare donandolo ad associazioni ed enti di assistenza locali. Nel 2019 Bennet ha donato 265.963 kg di prodotti, in particolare freschi e verdure, per un valore di vendita di 1.630.352 euro, il corrispettivo di 531 mila pasti. Bennet ha partecipato alle giornate delle raccolte alimentari promosse da Banco Alimentare (Colletta Alimentare, 93.384 kg di prodotti raccolti) e Croce Rossa (110.000 kg di alimenti donati).Anche il progetto Ancora Buoni – prodotti prossimi alla scadenza che vengono messi in vendita a un prezzo scontato del 50% – ha contribuito a ridurre gli sprechi alimentari e a sensibilizzare i clienti verso il recupero dei prodotti con data di scadenza ravvicinata. Attivo in tutti i punti vendita, il progetto Ancora Buoni ha permesso di erogare sconti per i clienti pari a ben oltre 3 milioni di euro.All’interno del programma di fidelizzazione Bennet Club, in particolare nella raccolta punti, l’azienda ha deciso di inserire come premi anche iniziative a sostegno della comunità. Nel corso della raccolta punti i clienti hanno avutofacoltà di donare i loro punti a organizzazioni come la Fondazione Umberto Veronesi per un progetto di ricerca scientifica in oncologia pediatrica e al Centro Dino Ferrari per la promozione della ricerca scientifica e clinica nel campo delle malattie neuromuscolari e neurodegenerative. Nell’anno di rendicontazione 2019 Bennet ha erogato fondi per un importo totale di quasi 220 mila euro.

PRODOTTI

Questo pilastro diventa di anno in anno più solido. Nel 2019 sono infatti saliti a 195 i prodotti Bennet certificati sostenibili (+11% rispetto al 2018), grazie a una strategia che punta ad aumentare il numero delle referenze certificate con marchi quali FSC (+7%), Ecolabel (prodotti per la pulizia della casa), UTZ (cacao) e Bio. Questo indirizzo ha reso l’offerta Bennet sempre più ampia grazie a intere gamme di prodotti certificati, prodotti biologici e una innovativa linea di cosmesi naturale. Nel 2019 sono cresciute del 9% le referenze a marchio Bennet Bio, la firma scelta dall’azienda per prodotti di fornitori che adottano tecniche agronomiche di coltivazione naturali. Un contributo importante all’educazione del consumatore proviene anche dall’etichettatura sulle confezioni e sul materiale espositivo (cartellonistica, volantini) per i prodotti a marchio, di filiera e realizzati nei laboratori produttiviinterni. Obiettivo semplice e diretto: non solo rispondere alle normative vigenti, ma anche fornire informazioni corrette al cliente. Grande importanza è attribuita da Bennet alla provenienza dei prodotti che rispondono a requisiti di elevata qualità e di compliance agli standard normativi.Con il proposito di diffondere la cultura della sostenibilità lungo tutta la filiera, nel 2019 sono state gettate le basi del progetto Filiera Valore, che punta a garantire qualità e controllo in tutte le fasi del ciclo produttivo. Qualità che significa rispetto dei ritmi della natura, benessere animale, utilizzo responsabile degli antibiotici, tutela della salute e dell’ambiente, seguiti dalle origini fino ai banchi in punto vendita per garantire sicurezza continua. Bennet ritiene inoltre di fondamentale importanza il benessere animale al punto che il 100% delle uova in guscio proviene ormai da galline allevate a terra, così come il 100% di uova e ovoprodotti utilizzati come materie prime nei punti vendita. L’azienda è attenta anche ai prodotti che arrivano dal territorio in cui si trovano gli ipermercati. La produzione locale è infatti considerata un fattore chiave per la mission aziendale. Scegliere questi prodotti significa per Bennet contribuire a promuovere il patrimonio agroalimentare regionale, riscoprire l’identità territoriale e consentire un impiego consapevole del territorio riducendo l’impatto ambientale.Il primo Bilancio di Sostenibilità di Bennet si basa sui principi della Global Reporting Initiative (GRI), che costituiscono il punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario. Tra i goal GRI il report ne considera alcuni prioritari in associazione ai temi materiali e al contributo al loro raggiungimento generato dalle politiche e iniziative di sostenibilità di Bennet con i relativi risultati, sulla base del documento “SDG Compass” pubblicato nel 2019 da GRI, UN Global Compact e WBCSD – World Business Council for Sustainable Development.

HeidelbergCement, primo impianto per la cattura e il sequestro di anidride carbonica

Il parlamento norvegese ha approvato l’investimento per un impianto su vasta scala per la cattura dell’anidride carbonica presso il cementificio HeidelbergCement Norcem situato a Brevik, in Norvegia. Il progetto per la cattura e il sequestro di anidride carbonica (CCS) di Brevik consentirà la cattura di 400.000 tonnellate di CO2 all’anno e il loro trasporto per lo stoccaggio permanente. A livello mondiale, si tratta del primo progetto CCS su scala industriale in un impianto per la produzione di cemento. L’avvio dei lavori per il nuovo impianto a Brevik è previsto nell’immediato, con l’obiettivo di iniziare la separazione della CO2 dal processo produttivo del cemento entro il 2024. Il risultato finale sarà una riduzione del 50% delle emissioni dal cemento prodotto nello stabilimento.

Siamo entusiasti dell’approvazione finale del parlamento norvegese per il nostro rivoluzionario progetto CCS in Norvegia”, ha detto Dr. Dominik Von Achten, Presidente del Consiglio di Amministrazione di HeidelbergCement. “La separazione della CO2 è un fattore cruciale per raggiungere gli obiettivi nazionali e internazionali riguardanti il clima. Il nostro progetto CCS a Brevik getterà le fondamenta per il nostro settore e per gli altri”.

Giv Brantenberg, Direttore Generale di HeidelbergCement per il Nord Europa e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Norcem, ha detto: “HeidelbergCement apprezza molto l’esito positivo della cooperazione con le autorità norvegesi. Il progetto CCS di Brevik mostra chiaramente l’importanza di trovare soluzioni in comune tra l’industria e il settore pubblico nella lotta contro il cambiamento climatico”.

Il governo norvegese aveva selezionato Brevik per un progetto sperimentale di cattura CO2 su scala industriale all’inizio del 2018. A settembre 2019, HeidelbergCement e il fornitore statale norvegese di energia Group Equinor hanno firmato un protocollo d’intesa relativamente alla cattura e allo stoccaggio della CO2. Il progetto è stato finanziato principalmente dal governo norvegese come parte del progetto norvegese di investimento su vasta scala per il clima “Longship” che comprende la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2.

HeidelbergCement si è impegnata a ridurre le sue emissioni nette specifiche per tonnellata di CO2 del 30% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2025. In precedenza, questa cifra era stata indicata come obiettivo raggiungibile solamente entro il 2030. Per ottenere questo risultato, l’azienda ha definito misure concrete per la riduzione della CO2 in tutti i suoi impianti nel mondo. HeidelbergCement punta ad offrire calcestruzzo a zero emissioni di CO2 entro il 2050.

Biometano e idrogeno, gas rinnovabili in rapido sviluppo in Europa

Entro il 2030 la quota di biometano nelle reti europee potrebbe arrivare al 5-8% mentre per quanto riguarda la produzione di idrogeno verde, entro i prossimi dieci anni, gran parte dell’espansione verrà dal Belgio e dall’Italia che svilupperanno quasi 11 GW ulteriori. Sono le previsioni del ‘Market State and Trends Report’ sviluppato da Guidehouse e pubblicato dal consorzio Gas for Climate, che riunisce dieci aziende europee di infrastrutture gas, tra cui Snam, e due associazioni attive nel settore del biogas e del biometano, tra cui il Cib – Consorzio Italiano Biogas.

Lo studio si concentra sullo sviluppo del biometano e dell’idrogeno in Europa e sul ruolo chiave che avranno come gas rinnovabili e low-carbon funzionali agli obiettivi di neutralità climatica al 2050 e di abbattimento del 55% delle emissioni di CO2 al 2030.

Per quanto riguarda il biometano si osserva una crescita rapida della produzione e degli impianti di digestione anaerobica e upgrading, anche in virtù della discesa dei costi, con un conseguente aumento delle iniezioni in rete nell’ultimo decennio da circa 5,5 TWh all’anno agli attuali 20 TWh. Entro il 2030 la quota di biometano nelle reti europee potrebbe arrivare al 5-8%.

La maggior parte degli impianti che producono biometano in Europa (il 65% nel 2019) utilizza rifiuti o biomasse agricole come effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e colture di secondo raccolto. Il commercio transfrontaliero di certificati di biometano è ancora limitato nell’Ue a meno del 10% dei livelli di produzione, ma sta gradualmente aumentando.

Oggi l’Italia è seconda in Europa per produzione di biogas con una quota del 10% e larga parte dei produttori si sta focalizzando sul biometano; l’Italia infatti, con gli oltre 1.600 impianti di produzione di biogas in agricoltura, può contare su una dotazione strategica che ha già generato 4,5 miliardi di euro di investimenti.

Nel settore dell’idrogeno stanno nascendo numerosi progetti finalizzati ad accrescerne l’utilizzo nell’industria e nei trasporti pesanti, oltre ad agevolarne il trasporto nelle infrastrutture gas. Per quanto riguarda la produzione di idrogeno verde, la capacità di elettrolisi in Europa ha registrato un tasso di crescita del 20% annuo dal 2016 al 2019.

La tecnologia Proton Exchange Membrane (Pem) sta colmando il divario di efficienza rispetto all’elettrolisi alcalina (Alk) e alle celle di elettrolisi a ossidi solidi (Soec). L’idrogeno verde può inoltre essere prodotto anche alimentando con biometano ottenuto da biogas un’unità di steam reforming o un’unità di autothermal reforming. Entro il 2030, gran parte dell’espansione di tale capacità verrà dal Belgio e dall’Italia, che svilupperanno quasi 11 GW ulteriori.

Il rapporto prevede una crescita anche dell’utilizzo di idrogeno blu. L’impiego di idrogeno verde e idrogeno blu sarà finalizzato soprattutto alla decarbonizzazione di settori quali la produzione di ferro e acciaio e la raffinazione. Sulla base di questi sviluppi, il rapporto conclude che “il settore europeo dei gas rinnovabili potrà dare un contributo determinante al raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione al 2030 e auspica l’adozione di target vincolanti per velocizzarne lo sviluppo”.

La pandemia accelera il ricorso alla raccolta differenziata dei rifiuti da parte degli italiani

Italiani virtuosi durante la pandemia. Almeno a livello privato. Mentre il Paese si fermava per il lockdown di primavera, l’attenzione degli italiani per l’ambiente ha segnato una accelerazione rispetto al passato arrivando a registrare un incremento significativo nel ricorso alla raccolta differenziata. E’ così che si scopre che nei primi quattro mesi del 2020 il riciclo dei rifiuti d’imballaggio domestico ha segnato una crescita del 7% a livello nazionale, sospinta dall’aumento del commercio on-line. Mentre quello dei prodotti in vetro e in plastica è aumentato del 5-6% a fronte del + 10% registrato da carta e acciaio. Le cose non sono andate altrettanto bene spostando l’attenzione dall’ambito privato a quello aziendale. Nello stesso periodo dell’anno, infatti, tutte le filiere legate alle attività industriali e commerciali hanno registrato una contrazione superiore al 10% delle proprie attività.

«L’aumento del rifiuto domestico è stato controbilanciato dalla diminuzione di quello da utenze collettive (mense, ristoranti, pubblici esercizi). Equilibrio che si è ristabilito a partire da maggio-giugno con la ripresa di tutte le attività produttive, commerciali e turistiche», hanno spiegato gli esperti della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e del Fise Unicircular in occasione della presentazione del rapporto “L’Italia del riciclo”.

Ma esistono altri due effetti negativi della pandemia sulla gestione della raccolta differenziata: da una parte, la riduzione degli sbocchi esteri (chiusure e rallentamenti doganali) e di quelli nazionali per via del blocco di alcuni settori produttivi (come ad esempio l’automotive e l’edilizia) che hanno determinato un crollo della richiesta di materie prime riciclate e una maggiore competizione da parte delle materie prime vergini per il crollo dei loro prezzi; dall’altra, il rallentamento e i tagli degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti con oltre il 65% degli imprenditori che prevedere una riduzione dei futuri investimenti. «È necessario che si definiscano rapidamente dei decreti nazionali per le diverse filiere end of waste e la semplificazione delle procedure di controllo sulle autorizzazioni», ha avvertito Paolo Barberi, presidente di Fise Unicircular. «L’emergenza ha evidenziato alcune carenze di dotazione impiantistica e la necessità di nuove tecnologie di riciclo per alcune tipologie di rifiuti (plastiche miste e alcuni Raee)».

Secondo Barbieri, il sistema italiano del riciclo è dunque in grado di affrontare i nuovi e più ambiziosi target europei per l’economia circolare a patto che si facciano ulteriori sforzi per migliorare la qualità delle raccolte e dei materiali da riciclo, venga promosso l’uso dei prodotti circolari e siano recuperati i ritardi e le carenze impiantistiche ancora presenti in alcune zone del Paese. Secondo la visione del Fise Unicircular, con l’aumento della quantità di rifiuti riciclati, si dovrà infatti promuovere un impiego più consistente dei materiali generati dal riciclo dei rifiuti, rafforzando il ricorso a prodotti e beni riciclati negli acquisti pubblici verdi e introducendo l’obbligo di un contenuto minimo di riciclato, anticipando così le azioni previste dal nuovo Piano europeo sull’economia circolare. Senza tralasciare la questione dei prezzi di acquisto dei beni circolari e i reali vantaggi e costi di natura ambientale. E quando questo non dovesse avvenire, allora occorrerebbe intervenire con il contributo ambientale, con la fiscalità, o con un uso combinato dei due strumenti, per disincentivare gli impatti negativi sull’ambiente.

«Per sviluppare l’economia circolare, favorire innovazione e nuovi investimenti, sarebbe molto utile ridurre i tempi troppo lunghi per le autorizzazioni  di attività di riciclo di rifiuti che generano prodotti affidate alle Regioni e oggi sottoposte a un doppio regime di controllo a campione, non previsto dalle Direttive europee e non richiesto in nessun altro Paese europeo», ha sottolineato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. «Nell’uso delle risorse europee del Recovery fund è inoltre necessario finanziare la ricerca e l’innovazione delle tecniche di riciclo in settori critici che hanno importanti potenzialità ambientali e di sviluppo, e finanziare l’innovazione per migliorare la riciclabilità di alcuni prodotti aumentando l’impiego di materiale riciclato in sostituzione di materie prime vergini».

I dati del 2019

Prima dell’avvento della pandemia l’Italia si stava muovendo a passi veloci nella giusta direzione in tema di raccolta differenziata. La conferma è contenuta nella polaroid scattata dal rapporto “L’Italia del Riciclo”. Ebbene, lo scorso anno, il riciclo degli imballaggi ha mantenuto un buon andamento con 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia (il 3% in più rispetto al 2018) e un tasso di riciclo complessivo che ha raggiunto il 70% sull’immesso al consumo. Mentre i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati su livelli di avanguardia in Europa: 81% per la carta, 77% per il vetro, 46% per la plastica, 63% per il legno, 70% per l’alluminio e 82% per l’acciaio. Ancora lontana dagli obiettivi europei, invece, la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) che ha raggiunto il 38% (in crescita del 10%), ma distante dall’obiettivo del 65% fissato per il 2019. Stesso discorso per la raccolta delle pile (43%, due punti sotto il target di Bruxelles), così come la percentuale di reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, al di sotto della soglia dell’85% del peso del veicolo, ben lontana dal target del 95% di recupero complessivo previsto per il 2015. Trend in crescita, invece, per la filiera dei rifiuti tessili (+10% della raccolta differenziata), quella dei rifiuti da costruzione e demolizione (con un tasso di recupero arrivato al 77%), gli oli minerali (47%) e gli oli vegetali esausti (riciclo al +9% rispetto al 2018). Bene anche il recupero della frazione organica (+7,5%), la principale porzione in peso dei rifiuti urbani. Mentre per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale, avviando a recupero di materia 151.000 tonnellate e a recupero energetico 116.000 tonnellate.

HANetf firma i Principi per l’Investimento Responsabile della Nazioni Unite (UN PRI)

La piattaforma europea white-label per ETF, HANetf, ha aderito ai Principi per l’investimento responsabile delle Nazioni Unite (UN PRI – United Nations Principles for Responsible Investment) come parte del suo impegno alla tutela dei principi ambientali, sociali e di governance. La rete PRI è il leader mondiale nel sostegno all’investimento responsabile. Far parte dei firmatari dimostra l’impegno di lunga data nei confronti della sostenibilità di HANetf.

Nik Bienkowski, co-CEO di HANetf ha dichiarato: “HANetf è orgogliosa di affermare il suo impegno verso l’investimento sostenibile e responsabile. La scorsa settimana con iClima Earth abbiamo lanciato su Borsa Italiana, Deutsche Boerse e London Stock Exchange il primo fondo ESG presente oggi sulla piattaforma, iClima Global Decarbonisation Enablers UCITS ETF (CLMA), il primo al mondo a dare esposizione alle aziende che offrono prodotti e servizi che consentono di evitare emissioni di CO2 in atmosfera e che ne quantifica l’impatto.

Mettiamo l’investimento responsabile al centro della nostra strategia sui nuovi prodotti per contribuire a muoverci verso un’economia e prodotti d’investimento più sostenibili. Stiamo collaborando con altri partner per lanciare nuovi prodotti ESG sul mercato europeo all’inizio del 2021”.

“Gli ETF sono diventati popolari come modalità di presentare strategie d’investimento ESG”, haaggiuntoFiona Reynolds, CEO di PRI, “diamo quindi il benvenuto a HANetf che ha deciso di sottoscrivere i PRI e siamo ansiosi di lavorare insieme nei prossimi mesi. L’ingresso di HANetf manda anche un messaggio positivo ad altri emittenti di ETF”.

Impegno su sei principi

L’obiettivo dei PRI è capire le implicazioni della sostenibilità per gli investitori e sostenere i firmatari nell’inglobare queste tematiche all’interno del processo decisionale e nelle pratiche proprietarie.

I PRI operano nell’interesse di lungo termine dei loro firmatari, dei mercati finanziari e delle economie in cui operano e, in ultima istanza, dell’ambiente e della società. Entrando a far parte di coloro che hanno firmato i PRI, HANetf si è impegnata a: inglobare le tematiche ESG nell’analisi e nei processi decisionali che riguardano gli investimenti; essere un membro attivo e incorporare le tematiche ESG all’interno delle politiche e delle pratiche proprietarie; richiedere comunicazioni appropriate sulle tematiche ESG da parte delle realtà in cui investe; promuovere l’accettazione e l’implementazione dei Principi all’interno del settore degli investimenti; lavorare di concerto con il segretariato di PRI e gli altri firmatari per promuovere l’efficacia nell’implementare i Principi; produrre reportistica sulle proprie attività e sull’avanzamento dei lavori nell’implementazione dei Principi.

Sostenibilità e territori, Asvis: “Agenda 2030 riferimento strategico”

Italia ancora lontana dalla sostenibilità ma sempre più Regioni, Province e Città Metropolitane pianificano le loro strategie usando l’Agenda 2030 dell’Onu. E’ quanto emerge dal nuovo Rapporto dell’ASviS ‘I territori e lo sviluppo sostenibile’, strumento che misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) a 10 anni dalla scadenza del piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia.

Il Rapporto descrive anche l’impegno delle istituzioni locali per disegnare e realizzare piani strategici in linea con l’Agenda 2030. Con l’elaborazione di indicatori compositi per Regioni e Province relativi agli SDGs, che sintetizzano oltre 100 indicatori elementari riferiti al periodo 2010-2019, e di misure delle distanze dai Target previsti per il 2030 per città metropolitane e aree urbane, l’ASviS integra il Rapporto 2020 pubblicato a ottobre mostrando “il forte ritardo, aggravato dalla crisi pandemica, verso l’attuazione dell’Agenda 2030 e simulando l’andamento del Paese e dei suoi territori (Regioni, Province e Città Metropolitane) in chiave prospettica, sui prossimi dieci anni”.

Con riferimento al raggiungimento degli Obiettivi entro il 2030, dall’analisi basata sulle tendenze degli ultimi anni emerge che “l’Italia potrebbe riuscire a centrare i target quantitativi associati a tre Goal: Goal 2 (Quota di coltivazioni destinate a colture biologiche), Goal 3 (Tasso di mortalità per le maggior cause) e Goal 16 (Affollamento degli istituti di pena). Un progressivo avvicinamento ai target quantitativi si potrebbe determinare in quattro casi: Goal 4 (Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione e Quota di laureati e altri titoli terziari), Goal 7 (Quota di energia da fonti rinnovabili) e Goal 13 (Quota di emissioni di gas serra), obiettivi principali del Green deal europeo”.

Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per i rimanenti 14 target quantitativi: “Goal 1 (Quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale), Goal 2 (Uso dei fertilizzanti), Goal 3 (Incidenti stradali), Goal 5 (Parità di genere nel tasso di occupazione), Goal 6 (Efficienza delle reti idriche), Goal 8 (Tasso di occupazione 20-64 anni), Goal 9 (Spesa per ricerca e sviluppo), Goal 10 (Disuguaglianza del reddito disponibile), Goal 11 (Qualità dell’aria e offerta del trasporto pubblico), Goal 12 (Produzione di rifiuti), Goal 14 (Aree marine protette), Goal 15 (Consumo di suolo e Aree protette terrestri), Goal 16 (Durata dei procedimenti civili)”.

“Le analisi dell’ASviS mostrano chiaramente che l’Italia non è su un sentiero in linea gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e la crisi in atto impatta negativamente su ben nove di essi – commenta il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini – Per questo è necessaria e urgente una mobilitazione di tutte le energie sociali, civili, economiche e istituzionali del Paese ed è fondamentale l’impegno dei territori, e delle loro istituzioni, senza i quali non sarebbe possibile per il Paese raggiungere la sostenibilità economica, sociale e ambientale entro i termini stabiliti dal piano d’azione dell’Onu”.

Oltre a fornire un’analisi dell’impatto della pandemia sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile per l’Italia, il nuovo Rapporto dell’ASviS presenta per la prima volta un quadro statistico integrato e una valutazione della situazione e delle iniziative in corso a livello di Regioni, Province, Città Metropolitane e aree urbane. Inoltre, viene fornito un quadro completo delle politiche nazionali per i territori (Piano Sud 2030, Strategia nazionale per le aree interne, ecc.) e delle iniziative assunte a livello regionale e dalle città metropolitane per programmare strategie integrate di sviluppo basate sull’Agenda 2030.

“Abbiamo voluto offrire un quadro statistico unico e una visione prospettica sia dell’Italia sia dei territori chiamati a realizzare le politiche necessarie per contribuire a portare il Paese fuori dalla crisi nel segno dello sviluppo sostenibile – sottolinea Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS – Il lavoro dell’ASviS fa emergere disuguaglianze, punti di forza e debolezza, ma soprattutto rivela, grazie all’analisi dei diversi territori, un’Italia attiva, resiliente e impegnata a realizzare il cambiamento, con risultati che in molti casi appaiono in grado di ridurre le distanze tra le diverse aree del Paese”.

Per quanto riguarda le Regioni, gli indicatori compositi mettono in evidenza il loro posizionamento e andamento negli anni 2010-2019 per ogni Obiettivo di sviluppo sostenibile in relazione al dato nazionale, mentre gli indicatori relativi ai target quantitativi, oltre a misurare la distanza dai singoli obiettivi, ci dicono se, considerate le tendenze osservate negli ultimi anni, essi potranno essere o meno raggiunti.

Ad esempio, rileva Asvis, “oltre il 90% delle Regioni e delle Province autonome ha raggiunto o raggiungerà il 25% di superficie agricola utilizzata da coltivazioni biologiche; circa il 70% ridurrà del 25% rispetto al 2013 il tasso di mortalità per le principali cause tra i 30 e i 69 anni; oltre il 60% riuscirà a ridurre al 10% la quota di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (18-24 anni) e circa il 50% a raggiungere una quota del 32% di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia“.

Di contro, “oltre due terzi delle Regioni e delle Province autonome si sta allontanando o non si avvicinerà ai target relativi a: riduzione della quota di fertilizzanti distribuiti in agricoltura del 20% rispetto al 2018 e del tasso di feriti per incidente stradale del 50% rispetto al 2010; raggiungimento della parità di genere nel rapporto di femminilizzazione del tasso di occupazione (20-64 anni) e di una quota dell’80% nell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile; riduzione a 4,2 dell’indice di disuguaglianza del reddito disponibile; aumento del 26% dei posti-km offerti dal trasporto pubblico locale rispetto al 2004; riduzione del 27% dei rifiuti urbani prodotti pro-capite del rispetto al 2003; raggiungimento di una quota del 10% di aree protette marine; azzeramento entro il 2050 dell’incremento annuo di suolo consumato“.

Tetra Pak premiata con la doppia ‘A’ per l’impegno sul clima e la gestione delle foreste

Tetra Pak è stata premiata per la leadership nella sostenibilità aziendale dall’organizzazione non profit internazionale CDP, assicurandosi un posto nella prestigiosa “A List” per la lotta al cambiamento climatico e per l’impegno nella protezione delle foreste – due dei tre temi ambientali trattati da CDP. Tetra Pak è l’unica azienda nel settore del confezionamento in cartone ad essere inclusa nella fascia di leadership di CDP per cinque anni consecutivi e ad aver ottenuto la doppia “A” per clima e foreste nel 2020.  
 
Tetra Pak fa parte di un numero molto limitato di aziende (1%) che ha ottenuto il punteggio della doppia “A”, su oltre 5.800 aziende che hanno ottenuto un punteggio sulla base dei dati inviati tramite i questionari CDP nel 2020. Attraverso un’azione significativa e dimostrabile su rischi climatici e deforestazione, l’azienda si conferma leader ambientale per ambizione, azione e trasparenza in tutto il mondo.
 
Il processo annuale di divulgazione e valutazione di CDP è ampiamente riconosciuto come il gold standard per la trasparenza ambientale delle aziende. Nel 2020, oltre 515 investitori con oltre 106 trilioni di dollari di attività e 150+ grandi acquirenti con 4 trilioni di dollari hanno richiesto alle aziende di divulgare dati su impatti, rischi e opportunità ambientali attraverso la piattaforma di CDP. Hanno risposto oltre 9.600 realtà, il numero più alto mai registrato.

Una metodologia dettagliata e indipendente viene utilizzata da CDP per valutare queste società, assegnando un punteggio da A a D in base alla completezza delle informazioni, alla consapevolezza, alla gestione dei rischi ambientali e alla dimostrazione delle migliori pratiche associate alla leadership ambientale, come la definizione di obiettivi ambiziosi e significativi. Il punteggio di CDP per le foreste è assegnato attraverso la lente di quattro materie, tra le principali cause di deforestazione: prodotti del legno, prodotti del bestiame, soia e olio di palma. Le aziende devono ottenere un punteggio “A” su almeno una di queste materie a rischio forestale per guadagnare un posto nella “A List” delle foreste.
  
Markus Pfanner, Vice President Sustainability, Tetra Pak, ha commentato: “Una divulgazione trasparente è al centro del modo in cui misuriamo e miglioriamo le nostre prestazioni di sostenibilità. Questo riconoscimento, primo nel settore degli imballaggi in cartone, è il risultato dei nostri continui sforzi per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere obiettivi climatici ambiziosi, per proteggere e migliorare la biodiversità e rafforzare l’approvvigionamento responsabile delle materie prime. All’inizio di quest’anno, abbiamo fissato l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette lungo la catena del valore entro il 2050, supportate da un obiettivo 2030 di emissioni nette zero nelle nostre attività”.

“Questo è un altro passo fondamentale nel nostro viaggio verso il packaging alimentare sostenibile definitiva, interamente realizzata con materiali rinnovabili o riciclati. Questa confezione è comoda e sicura, consente un sistema alimentare resiliente ed è completamente riciclabile e a emissioni zero. Creare questo packaging alimentare del futuro non sarà facile e non avverrà dall’oggi al domani. Essendo stati riconosciuti come leader nella sostenibilità da CDP, rimaniamo pienamente impegnati verso questo obiettivo”.

Paul Simpson, CEO di CDP, ha dichiarato: “Estendiamo le nostre congratulazioni a tutte le società incluse nella “A List” di quest’anno. Assumere un ruolo guida in materia di trasparenza e azione ambientale è uno dei passi più importanti che le aziende possono compiere ed è ancora più degno di nota in questo anno impegnativo segnato dal COVID-19. La portata del rischio per le imprese derivante dal cambiamento climatico, dalla deforestazione e dall’insicurezza idrica è enorme e sappiamo che le opportunità di azione superano di gran lunga i rischi dell’inazione. La leadership del settore privato creerà un “ciclo di ambizioni” per una maggiore azione dei governi e garantirà che le ambizioni globali per un’economia sostenibile a zero emissioni nette diventino una realtà. La nostra “A List” celebra quelle aziende che si stanno preparando per eccellere nell’economia del futuro agendo oggi”.

Mutti premia i migliori agricoltori della filiera con il “pomodoro d’oro”

Un importante riconoscimento, non solo economico, per le 64 famiglie di agricoltori che si sono distinte nella raccolta del pomodoro di qualità

Anche in un anno sfidante come questo, Mutti premia gli agricoltori che si sono distinti nella raccolta di un pomodoro di alta qualità. Ad aggiudicarsi l’iconico trofeo del Premio Pomodorino d’Oro sono stati Marco Panizzi di Viadana (MN) per il pomodoro tondo, e Giovanni Ferrazzano e Antonio Contessa, entrambi di Lesina (FG), rispettivamente per le specialità tipiche del Sud Italia: il pomodorino ciliegino e il pomodoro lungo.


In totale sono state 64, su 317, le famiglie di agricoltori che si sono distinte in questa edizione per una qualità superiore. Nel 2020 il Gruppo Mutti ha messo a disposizione quasi 300 mila euro (+ 66% rispetto al 2019), distribuiti tra i conferitori selezionati nell’ambito dei tre stabilimenti Mutti, due in provincia di Parma per il pomodoro tondo e uno a Oliveto Citra (SA) destinato alla lavorazione delle specialità meridionali.


“Il Premio Pomodorino d’Oro, in un anno come il 2020, acquista ancor più valore. Gli impegni, da parte di tutti, sono stati mantenuti nonostante le eccezionali avversità. – dichiara Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti. I nostri agricoltori non vanno solo celebrati ma anche supportati concretamente per il loro impegno nel lavoro di ogni giorno, per la loro capacità di fare proprie non solo le buone pratiche in campo ma anche per l’operare nel rispetto di sempre più stringenti requisiti sociali, etici e ambientali. Un sostegno, il nostro, che oltre al Pomodorino d’Oro, è caratterizzato anche da una politica d’acquisto della materia prima che prevede un premium price per tutti i conferitori in grado di produrre una qualità superiore, ovvero un sovrapprezzo medio – quest’anno del 13% – rispetto al prezzo di mercato, a garanzia di una qualità superiore. Incentivi utili ai nostri agricoltori i quali potranno re-investirli per innovare la loro azienda e progredire verso nuovi importanti traguardi.”


Ogni carico di pomodori consegnato è stato valutato sulla base di molteplici parametri che permettono di misurare sia la qualità intrinseca del pomodoro stesso (intensità, sapidità, etc), sia la cura durante la raccolta meccanica che si esprime in termini di integrità e di selezione delle bacche al giusto grado di maturazione e senza difettosità.


“Sento tutto l’orgoglio per il risultato conseguito – dichiara Marco Panizzi, vincitore del Pomodorino d’Oro per il pomodoro tondo. Lavorare per Mutti è un continuo stimolo a far meglio per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi, adottando tecniche di coltivazione innovative e sempre più rispondenti alle esigenze dei consumatori. Nel mio lavoro, ho sempre avuto la volontà di fare bene, perché io produco cibo, un cibo che poi altri mangeranno. È una responsabilità. Per questo, in ogni campagna, mi impegno a produrre il miglior pomodoro possibile. Quest’anno inoltre, mio nipote, neolaureato in agraria, mi ha proposto delle idee innovative che abbiamo messo in pratica. Insieme a questo, c’è stata un’attenzione straordinaria da parte di chi ci ha supportati nella raccolta del pomodoro con la macchina. Anche lui molto giovane, era la prima volta che lo faceva e per questo ci ha messo una cura che ha fatto la differenza. E devo dire che, alla fine, con tanto impegno e dedizione, ho raccolto il miglior pomodoro tondo che abbia mai avuto. È una grandissima soddisfazione.”

Rapporto Ecomafia 2020: aumentano i reati contro l’ambiente, +23%

Nel 2019 aumentano i reati contro l’ambiente: sono 34.648 quelli accertati, alla media di 4 ogni ora, con un incremento del +23.1% rispetto al 2018. In particolare si registra il boom degli illeciti nel ciclo del cemento, al primo posto della graduatoria per tipologia di attività ecocriminali, con 11.484 (+74,6% rispetto al 2018), che superano nel 2019 quelli contestati nel ciclo di rifiuti che ammontano a 9.527 (+10,9% rispetto al 2018).

 È questa la fotografia scattata dal Rapporto Ecomafia 2020, realizzato da Legambiente, con il sostegno di Cobat e Novamont.

Da segnalare anche l’impennata dei reati contro la fauna, 8.088, (+10,9% rispetto al 2018) e quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5% rispetto al 2018).

Secondo il report, la Campania è in testa alle classifiche con 5.549 reati contro l’ambiente, seguita nel 2019 da Puglia, Sicilia e Calabria. E, come ogni anno, in queste quattro regioni, si concentra quasi la metà di tutti gli illeciti penali accertati grazie alle indagini, esattamente il 44,4%.

La Lombardia, da sola, con 88 ordinanze di custodia cautelare, colleziona più arresti per reati ambientali di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia messe insieme, che si fermano a 86.

Il business potenziale complessivo dell’ecomafia è stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019 e, dal 1995 a oggi, ha toccato quota 419,2 miliardi.

CDP e Comune della Spezia, collaborazione per iniziative di mobilità sostenibile

Cassa Depositi e Prestiti e Comune della Spezia hanno firmato un protocollo d’intesa per rafforzare la cooperazione nell’attuazione degli interventi previsti dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (“PUMS”).

In quest’ambito, CDP fornirà al Comune della Spezia consulenza tecnico-finanziaria per supportare interventi di mobilità sostenibile volti a intensificare il servizio del Comune della Spezia, con la realizzazione di nuove linee filoviarie e l’estensione delle linee esistenti. L’obiettivo delle parti è quello di andare sempre più verso lo sviluppo della mobilità sostenibile, in un’ottica green e di riduzione delle emissioni inquinanti.

Cassa Depositi e Prestiti, in linea con quanto previsto dal Piano Industriale 2019-2021, affiancherà il Comune con attività di consulenza di tipo procedurale-amministrativo, tecnico ed economico-finanziario. In particolare, CDP, in collaborazione con eventuali consulenti esterni, supporterà l’amministrazione nelle fasi di sviluppo del progetto, nella stesura dei documenti delle gare di servizi e lavori. Per dare corso a questa intesa, è prevista da parte di CDP un’assistenza continuativa per rispettare l’iter e imprimere un’accelerazione sui progetti.

“La vittoria del Comune della Spezia del bando del Ministero dei Trasporti pari a 38 milioni di euro permetterà la rivoluzione della mobilità urbana della Città, e la traguarderà in una dimensione metropolitana e europea, traguardando l’obiettivo di essere sempre più green. La collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti è fondamentale in questa fase, soprattutto perché con una specifica sinergia tecnica e finanziaria sarà possibile supportare con gradualità e decisione tutti gli interventi necessari”, ha dichiarato il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini.

“L’obiettivo di Cassa Depositi e Prestiti è quello di accelerare il processo di sviluppo delle infrastrutture del Paese al fianco degli enti locali, fornendo assistenza sia tecnica sia finanziaria. In continuità con la nostra missione, grazie all’accordo firmato oggi che mira allo sviluppo sostenibile della mobilità urbana, rafforziamo ulteriormente il modello di coesione con il territorio e la comunità”, ha dichiarato Paolo Calcagnini, Vice Direttore Generale CDP e Chief Business Officer CDP.

Amazon diventa il più grande acquirente aziendale di energia rinnovabile al mondo

26 nuovi progetti di energia eolica e solare su larga scala per un totale di 3,4 gigawatt (GW) di capacità di produzione di energia elettrica. Con questo nuovo investimento Amazon ha portato a 35 il numero di progetti in impianti per la generazione di energie rinnovabili nel 2020 con più di 4 GW di capacità – il più grande investimento aziendale in energie rinnovabili in un solo anno. Questi nuovi progetti fanno di Amazon il più grande acquirente aziendale di energia rinnovabile ad oggi.

Amazon ha investito in 6,5 GW di progetti di energia eolica e solare che consentiranno all’azienda di rifornire le proprie attività con più di 18 milioni di megawatt (MW) di energia rinnovabile all’anno – l’equivalente necessario per alimentare 1,7 milioni di abitazioni negli Stati Uniti per un anno. Questi progetti forniranno energia rinnovabile per gli uffici corporate di Amazon, i centri logistici e i data center di Amazon Web Services (AWS) che supportano milioni di clienti in tutto il mondo. I nuovi progetti contribuiranno all’impegno di Amazon a raggiungere zero emissioni nette di CO2 in tutte le attività entro il 2040: parte di questo impegno prevede di alimentare le attività di Amazon con il 100% di energia rinnovabile, e l’azienda si sta muovendo per raggiungere questa pietra miliare entro il 2025, cinque anni prima rispetto all’obiettivo del 2030 fissato inizialmente.

“Amazon sta contribuendo a combattere il cambiamento climatico muovendosi rapidamente per alimentare le nostre attività con energie rinnovabili”, ha dichiarato Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon. “Con un totale di 127 progetti solari ed eolici, Amazon è ora il più grande acquirente aziendale di energia rinnovabile di sempre. Siamo sulla strada giusta per gestire il 100% del nostro business con energie rinnovabili entro il 2025 – cinque anni prima del nostro obiettivo iniziale del 2030. Questo è solo uno dei molti passi che stiamo compiendo e che ci aiuterà a rispettare il nostro impegno preso con il Climate Pledge. Non potrei essere più orgoglioso di tutti i team di Amazon che continuano a lavorare duramente, in modo brillante e rapido, per portare a compimento questi progetti”.

I 26 nuovi progetti eolici e solari annunciati oggi si trovano in Italia, Australia, Francia, Germania, Sudafrica, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti e sono i primi di Amazon in Francia, Germania, Italia e Sudafrica. In Italia, i primi due parchi fotovoltaici saranno situati in Sud Italia e forniranno complessivamente 66 MW di energia. Amazon raggiunge oggi un totale di 127 progetti di energia rinnovabile in tutto il mondo, tra cui 59 progetti di energia eolica e solare rinnovabile su larga scala e 68 impianti fotovoltaici sui tetti nei centri di distribuzione e nei centri di smistamento in tutto il mondo (di cui 4 in Italia).

“Gli investimenti del settore privato sono essenziali per sviluppare le energie rinnovabili al ritmo necessario a guidare azioni globali a favore del clima”, ha detto Miranda Ballentine, CEO di Renewable Energy Buyers Alliance (REBA). “I soli progetti con sede negli Stati Uniti rendono l’annuncio di Amazon più grande del 270% rispetto al maggiore annuncio di acquisto aziendale da parte di un singolo acquirente, e dimostrano la capacità di leadership e l’impegno dell’azienda per un futuro caratterizzato da energia pulita”.

“A nome del settore delle energie rinnovabili, apprezziamo Amazon per il suo contributo senza precedenti alla transizione delle energie rinnovabili di quest’anno. Con ben 35 nuovi importanti progetti di energie rinnovabili nel 2020, Amazon merita un enorme riconoscimento per la sua capacità di leadership nella transizione globale verso le energie rinnovabili. Procurare più di 4.000 MW di nuova energia rinnovabile in un solo anno è un risultato incredibile, e segna un grande progresso verso l’obiettivo di Amazon di essere alimentata al 100% da energia rinnovabile. Siamo immensamente grati ad Amazon per i suoi sforzi per aiutarci a rimanere a poca distanza dalle riduzioni delle emissioni di gas serra che gli scienziati dicono siano necessarie per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico”, ha detto Gregory Wetstone, Presidente e CEO, American Council on Renewable Energy (ACORE).

Lo scorso anno, Amazon e Global Optimism hanno co-fondato il Climate Pledge, un impegno a raggiungere l’accordo di Parigi con 10 anni di anticipo e ad essere a zero emissioni di CO2 entro il 2040. Il Climate Pledge ha oggi 31 firmatari, tra cui Unilever, Verizon, Siemens, Microsoft e Best Buy. Per raggiungere il suo obiettivo, Amazon continuerà a ridurre le emissioni in tutte le sue attività, stabilendo un percorso per alimentare le sue attività al 100% di energia rinnovabile entro il 2025, cinque anni prima dell’obiettivo iniziale del 2030; realizzando il programma Shipment Zero per rendere tutte le spedizioni a zero emissioni, con il 50% di spedizioni già carbon neutral nel 2030; e acquistando 100.000 veicoli elettrici per le consegne, il più grande ordine di veicoli elettrici per consegne.

Cdp e Confindustia Energia assieme per lo sviluppo sostenibile del Paese

Fabrizio Palermo A.D. CDP durante il convegno “Partiamo dal territorio” organizzato dalla cassa depositi prestiti in occasione dell’inaugurazione della nuova sede in via corte d’appello, Torino, 10 settembre 2020 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Confindustria Energia hanno sottoscritto un “Accordo organizzativo” che prevede un rapporto associativo di collegamento tra CDP e la Federazione delle Associazioni del comparto Energia di Confindustria. L’intesa è stata firmata dall’Amministratore delegato di CDP, Fabrizio Palermo, e dal Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci.

Per Cassa Depositi e Prestiti e Confindustria Energia è prioritario promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese, attraverso una politica industriale che valorizzi innovazione, ricerca e investimenti nel comparto energetico e infrastrutturale. Con questa collaborazione CDP e Confindustria Energia mirano a valorizzare il contributo alla transizione energetica delle imprese del comparto energia. 

L’accordo ha tra i suoi obiettivi quello di individuare e promuovere iniziative e strumenti, anche finanziari, utili a sostenere processi essenziali alla transizione energetica quali le riconversioni industriali, la trasformazione delle competenze, la ricerca e l’innovazione tecnologica e il passaggio all’economia circolare.

“L’Accordo firmato con Confindustria Energia permetterà di attivare nuove sinergie per promuovere la crescita di un comparto produttivo cruciale dal punto di vista economico e occupazionale, che è anche leva strategica per il futuro in termini di sostenibilità – ha dichiarato l’Amministratore delegato di CDP, Fabrizio Palermo CDP infatti, come previsto anche nel nostro Piano Industriale, incoraggia una crescita sostenibile e inclusiva in linea con gli obiettivi per il clima e l’energia 2030 promossi dall’Unione Europea. Cassa è impegnata costantemente per il territorio e l’ambiente con soluzioni rivolte agli enti locali, alle imprese e mediante le società partecipate, per supportare la ricerca di nuove forme produttive a basso impatto ambientale, l’adozione di fonti di energia alternative e rinnovabili, l’efficientamento delle infrastrutture sul territorio”.

“L’accordo sottoscritto insieme a Cassa Depositi e Prestiti – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci conferma la capacità degli stakeholder nazionali di fare Sistema nella consapevolezza che la sostenibilità è e sarà leva per lo sviluppo di nuovi modelli di business e per la crescita del nostro Paese. In un contesto di grande trasformazione come quella che sta attraversando l’industria energetica, la sinergia tra Confindustria Energia e CDP potrà contribuire alla realizzazione di investimenti strategici e sostenibili, restituendo prospettive incoraggianti per il nostro Paese e per il suo tessuto produttivo e industriale”.

Target clima, essenziale ripresa verde da pandemia

Una ripresa verde dalla crisi innescata dalla pandemia potrebbe ridurre fino al 25% le emissioni di gas serra previste per il 2030 e avvicinare il mondo al raggiungimento dell’obiettivo dei 2°C dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. E’ quanto si legge nel nuovo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep)

L’Emissions Gap Report 2020 dell’Unep rileva che, nonostante un calo delle emissioni di anidride carbonica del 2020 causato dalla pandemia Covid-19, il mondo si sta ancora dirigendo verso un aumento della temperatura superiore a 3°C in questo secolo.

Ogni anno, il rapporto valuta il divario tra le emissioni previste e i livelli coerenti con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale in questo secolo ben al di sotto dei 2°C fino a raggiungere 1,5°C. Il rapporto rileva che nel 2019 le emissioni totali di gas a effetto serra, incluso il cambiamento nell’uso del suolo, hanno raggiunto un nuovo massimo di 59,1 gigatonnellate di CO2 equivalente (GtCO2e).

Le emissioni globali di gas serra sono aumentate in media dell’1,4% all’anno dal 2010, con un aumento più rapido del 2,6% nel 2019 a causa di un forte aumento degli incendi boschivi.

Nel 2020, come risultato della riduzione dei viaggi, della minore attività industriale e della minore generazione di elettricità, a causa della pandemia, si prevede che le emissioni di anidride carbonica diminuiranno fino al 7%. Tuttavia, questo calo si traduce solo in una riduzione di 0,01°C del riscaldamento entro il 2050.

“L’anno 2020 è destinato a essere uno dei più caldi mai registrati, mentre incendi, tempeste e siccità continuano a provocare il caos – afferma Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep – Tuttavia, il rapporto dell’Unep sul divario delle emissioni mostra che una ripresa da una pandemia verde può ridurre un’enorme fetta delle emissioni di gas serra e aiutare a rallentare il cambiamento climatico. Esorto i governi a sostenere una ripresa verde nella fase successiva degli interventi fiscali Covid-19 e ad aumentare in modo significativo le loro ambizioni climatiche nel 2021″.

Coronavirus, per gli italiani la ripresa deve affrontare la crisi climatica

Per la maggioranza degli italiani la ripresa economica dalla pandemia di Covid-19 deve affrontare la crisi climatica. E’ quanto rileva l’indagine della Bei sul clima che misura gli atteggiamenti e le opinioni dei cittadini europei sui cambiamenti climatici nel contesto di un mondo in rapida evoluzione. La terza indagine della Bei sul Clima rivela come la crisi causata dalla pandemia di Covid-19 influisca sul modo in cui i cittadini percepiscono l’emergenza climatica.

Dai risultati dell’indagine risulta in particolare che: per il 60% degli italiani la ripresa economica post-pandemica deve tenere conto dell’emergenza climatica. Il 68% afferma che la pandemia di Covid-19 è in primis la sfida maggiore che l’Italia deve affrontare. Il 92% sostiene che i cambiamenti climatici incidono sulla propria vita quotidiana (17% in più rispetto alla media europea del 75%). L’80% si dichiara a favore di misure governative più stringenti di contrasto ai cambiamenti climatici.

La crisi causata dal Covid-19 scompiglia l’ordine di importanza delle sfide. L’indagine di quest’anno rileva che oggi, al centro dell’attenzione degli italiani, vi è la crisi causata dal Covid-19 e le sue conseguenze economiche. La classifica delle preoccupazioni degli italiani vede, al primo posto, la pandemia (68%), seguita dalla disoccupazione (63%), dalla crisi finanziaria (47%) e dai cambiamenti climatici (32%, scesi di nove punti rispetto al 2019). La disoccupazione e la crisi finanziaria assillano di più gli italiani rispetto ad altri cittadini europei: la disoccupazione è una sfida per il 63% degli intervistati italiani rispetto al 41% degli europei.

La crisi finanziaria preoccupa il 47% degli intervistati rispetto al 37% degli europei. Per il 92% degli italiani, comunque, i cambiamenti climatici incidono nella vita quotidiana (una percentuale superiore del 17% rispetto alla media europea del 75%). Questa opinione sembra prevalere in particolare tra la popolazione femminile (94%) della fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni (97%).

Una comparazione globale: differenze tra le percezioni europee, americane e cinesi. La pandemia di Covid-19 ha modificato il modo in cui i cittadini di tutto il mondo percepiscono le sfide che i loro paesi devono affrontare. Il 73% degli americani e il 72% degli europei considerano adesso la crisi sanitaria la sfida maggiore che i loro paesi devono superare.

Solo per gli intervistati cinesi i cambiamenti climatici continuano ad essere la sfida maggiore, in assoluto, che il loro paese deve affrontare (61%), una percentuale che è lievemente superiore a quella di coloro che considerano la pandemia di Covid-19 la sfida maggiore (59%). Gli intervistati in tutto il mondo sono divisi se sostenere una ripresa verde o adottare le misure necessarie per tornare alla crescita economica prima possibile. Il 57% degli italiani propende per una ripresa economica post-pandemica che tenga conto dell’emergenza climatica.

Tra gli americani si nota una quasi sostanziale parità tra coloro che sostengono una ripresa verde (49%) e coloro che propendono per un ritorno a una crescita economica immediata (51%), mentre in Cina si contraddistinguono nettamente i cittadini che si schierano a favore di una ripresa verde (73%). Il 66% degli europei pensa che l’Unione europea sia in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici. In raffronto, il 90% dei cittadini cinesi crede che la Cina sia nella posizione di punta, e il 49% degli americani attribuisce questo ruolo agli Stati Uniti.

La maggior parte degli italiani ritiene che l’azione per il clima sia essenziale per la ripresa economica post-pandemia di Covid-19. Prevalgono gli italiani che considerano che la ripresa economica post-pandemica debba tenere conto dell’emergenza climatica (60%). Essi ritengono che il loro governo dovrebbe promuovere una crescita a basso impatto di CO2 e resiliente sotto il profilo climatico. Si tratta di una percentuale di tre punti superiore alla media europea (57%). Il 40% degli intervistati italiani afferma che il loro governo dovrebbe usare qualsiasi mezzo per stimolare l’economia nell’interesse di una rapida crescita economica.

Gli italiani si aspettano che il loro paese si impegni di più nella lotta contro i cambiamenti climatici. L’80% degli italiani, contro il 70% della media degli europei, è favorevole a misure governative più stringenti e correttive dei comportamenti individuali per contrastare i cambiamenti climatici. Solo il 35% degli italiani ritiene che il loro paese sia in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici, una percentuale di sei punti inferiore alla media europea (41%).

Si tratta di un’affermazione condivisa solo dal 25 % degli intervistati di età compresa tra i 15 e i 29 anni, rispetto al 41% di coloro che appartengano alla fascia di età pari a, o superiore a, 65 anni. Viceversa, il 57% degli italiani crede che l’Ue europea svolga un ruolo di primo piano nella lotta contro i cambiamenti climatici, rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, una percentuale che si raffronta alla media europea del 66%.

Il 2020 è stato un anno molto difficile. Non c’è da stupirsi se la pandemia di Covid-19 sia ora la principale preoccupazione dei cittadini. Allo stesso tempo, gli italiani chiedono una ripresa economica verde. Si tratta di un segnale forte e di un invito ad agire per le istituzioni interessate. La Bei si impegna più che mai ad affrontare questa sfida nei prossimi anni” afferma Ambroise Fayolle, Vicepresidente della Bei.

Emissioni CO2, il 10% più ricco d’Europa inquina quanto metà più povera

Il 10% più ricco dei cittadini europei è responsabile da solo di oltre un quarto (il 27%) delle emissioni totali dell’Ue, la stessa quantità della metà più povera della popolazione europea. Non solo: la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera a livello europeo ad oggi è operata solo dai cittadini che hanno un reddito medio o basso, al contrario le emissioni di cui è responsabile il 10% più ricco della popolazione europea sono aumentate dal 1990.

È l’allarme lanciato da Oxfam, con un nuovo rapporto pubblicato oggi, alla vigilia del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre. Un summit che dovrà definire gli obiettivi di riduzione delle emissioni Ue entro il 2030, cruciali per favorire una ripresa economica rapida, equa e sostenibile dalla crisi imposta dalla pandemia.

Il rapporto, che si basa su una ricerca condotta in collaborazione con lo Stockholm Environment Institute, fotografa il livello delle emissioni per diversi livello di reddito tra il 1990 e il 2015. Un periodo durante il quale le emissioni complessive nell’Unione europea si sono ridotte del 12%, a fronte però di un disuguale livello di responsabilità nell’inquinamento prodotto dallo stile di vita e consumo della parte più ricca della popolazione europea, rispetto a tutti gli altri.

Nel dettaglio: il 10% più ricco dei cittadini europei è responsabile da solo di oltre un quarto (il 27%) delle emissioni totali; il 40% degli europei con un reddito medio è responsabile del 46% delle emissioni, mentre l’1% più ricco del 7%; dall’altro lato, la metà più povera degli europei ha ridotto le proprie emissioni di quasi un quarto (il 24%), mentre i cittadini a reddito medio del 13%. Al contrario, il 10% più ricco degli europei ha aumentato le proprie emissioni del 3% e l’1% più ricco ha visto un aumento del 5%.

Secondo le stime contenute nel rapporto, per contribuire a mantenere l’aumento del riscaldamento globale entro di 1,5 ° C, l’impronta di carbonio del 10% più ricco degli europei dovrà ridursi di dieci volte rispetto ai livelli attuali entro il 2030, mentre quella dell’1% più ricco di ben 30 volte. Al contrario, l’impronta del 50% più povero dovrà ‘solo’ dimezzarsi.

“Mentre le fasce più povere della popolazione europea negli ultimi decenni si sono impegnate nel ridurre il proprio impatto inquinante, i più ricchi si sono fatti un giro gratis – commenta Elisa Bacciotti, responsabile delle campagne di Oxfam Italia – Adesso però è cruciale che ciascuno faccia la sua parte perché responsabilità tanto disuguali rischiano di non far centrare gli obiettivi di riduzione che si è data l’Unione europea. Per scongiurare questa eventualità, che potrebbe avere effetti catastrofici per tutti, è quindi necessaria un’immediata e coesa azione da parte dei leader europei”.

Tredici nuovi firmtari per il Climate Pladge firmato Amazon a sostegno del Pianeta

31 aziende hanno finora aderito al Climate Pledge, un impegno co-fondato da Amazon e Global Optimism per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi con 10 anni di anticipo.

Tredici nuovi firmatari hanno aderito al Climate Pledge, un impegno a raggiungere le zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, dieci anni in anticipo rispetto all’obiettivo fissato nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Si tratta di Atos, Brooks, Canary Wharf Group, Coca Cola European Partners, ERM, Groupe SEB France, Harbour Air, ITV, Microsoft, Neste, Rubicon, Vadue e Unilever. L’annuncio è arrivato da Amazon e Global Optimism secondo cui i firmatari del Climate Pledge si impegnano a misurare e rendicontare periodicamente le proprie emissioni di gas serra; implementare strategie di decarbonizzazione in linea con l’Accordo di Parigi attraverso cambiamenti e innovazioni reali della propria attività, che comprendano un miglioramento dell’efficienza, l’impiego di energia rinnovabile, la riduzione dei materiali e altre strategie atte all’eliminazione delle emissioni di CO2; e neutralizzare qualsiasi emissione residua adottando misure compensative aggiuntive, quantificabili, reali, permanenti e con un impatto sociale positivo, così da raggiungere zero emissioni di CO2 annue entro il 2040.

“Lo scorso anno, Amazon e Global Optimism hanno co-fondato il Climate Pledge per incoraggiare le aziende a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi con dieci anni di anticipo. Oggi abbiamo una notizia straordinaria: altre 13 aziende, tra cui Unilever e Microsoft, si uniscono a questo impegno per affrontare insieme il cambiamento climatico e salvare il pianeta per le generazioni future”, ha dichiarato Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon. “Ci sono ora 31 aziende di tutto il mondo che hanno firmato il Climate Pledge, e insieme stiamo inviando un segnale importante al mercato che c’è una domanda significativa e in rapida crescita di tecnologie che possono aiutarci a costruire un’economia a zero emissioni di CO2”.

Volvo Cars produrrà i motori elettrici a Skövde, in Svezia

Volvo Cars effettuerà l’assemblaggio dei motori elettrici presso lo stabilimento di Skövde, in Svezia, e prevede di mettere a punto una linea di produzione interna completa per i motori elettrici entro la metà del decennio. 700 milioni di corone svedesi verranno investiti nei prossimi anni per la realizzazione di questo progetto.

La Casa automobilistica si sta impegnando per realizzare il suo obiettivo di diventare un produttore di vetture elettriche di fascia alta e punta a portare al 50% la quota di modelli esclusivamente elettrici sul totale delle vendite globali entro il 2025, con la restante parte rappresentata da modelli ibridi.

Lo stabilimento di Skövde fa parte della storia di Volvo Cars sin dalla fondazione dell’Azienda, nel 1927. L’aggiunta della produzione di motori elettrici alle attività dello stabilimento significa che l’impianto storico di Skövde farà parte della Casa anche in futuro.

All’inizio di quest’anno, Volvo Cars ha annunciato di avere avviato un piano di investimenti significativi nella progettazione interna e nello sviluppo di motori elettrici per la prossima generazione di modelli Volvo. Con gli investimenti previsti per Skövde sta ora passando alle fasi di assemblaggio e produzione interna dei motori elettrici.

In una prima fase, lo stabilimento di Skövde si dedicherà all’assemblaggio delle unità elettriche. Successivamente, la Casa intende concentrare in questo impianto l’intero processo di produzione dei motori elettrici.

“La primissima Volvo del 1927 era alimentata da un motore costruito a Skövde,” racconta Javier Varela, Senior Vice President responsabile delle aree Attività Industriali e Qualità. “Qui abbiamo una squadra altamente qualificata che si impegna a garantire i più alti livelli di qualità. Quindi è giusto che faccia parte del nostro entusiasmante futuro”.

I motori elettrici vanno a sostituirsi ai motori a combustione interna nell’ingegneria automobilistica e sono dunque un elemento fondamentale delle auto elettriche, insieme alla batteria e all’elettronica di potenza. L’interazione tra questi tre componenti è cruciale per lo sviluppo di vetture elettriche di alta qualità.

Il fatto di concentrare all’interno dell’Azienda i processi di sviluppo e produzione dei motori elettrici permetterà agli ingegneri di Volvo Cars di ottimizzare ulteriormente sia questi ultimi sia l’intero sistema di propulsione elettrica delle Volvo di nuova produzione. Questo approccio consentirà ai tecnici di incrementare ulteriormente l’efficienza energetica e le prestazioni complessive delle nuove vetture elettriche.

La progettazione e lo sviluppo dei motori elettrici della Casa automobilistica hanno luogo a Göteborg, in Svezia, e a Shanghai, in Cina. All’inizio di quest’anno Volvo Cars ha aperto un nuovo laboratorio dedicato ai motori elettrici a Shanghai, che si è affiancato alle attività di sviluppo di motori elettrici già in corso a Göteborg, in Svezia, e agli avanzatissimi laboratori per le batterie esistenti in Cina e Svezia.

Le restanti attività dello stabilimento di Skövde, concentrate sulla produzione di motori endotermici, saranno trasferite a una consociata di Volvo Cars, la Powertrain Engineering Sweden (PES), che è destinata a confluire nelle attività di produzione di motori endotermici di Geely, come annunciato in precedenza.

Enel X e Green Pea, un’unione all’insegna della sostenibilità

Enel X è al fianco di Green Pea, il primo “Green Retail Park” al mondo dedicato al tema del rispetto ambientale e alla sostenibilità, che aprirà le porte al pubblico il 9 dicembre 2020. Un centro dal cuore verde di 15mila metri quadrati su cinque piani nell’area ex stabilimento Carpano a Torino, in cui sarà possibile fare un’esperienza di shopping completamente eco sostenibile.

Un connubio naturale quindi quello con Enel X che si propone come main sponsor all’interno dell’ambizioso progetto firmato Oscar Farinetti. Per la società del Gruppo Enel, infatti, le parole chiave che guidano il business sono l’uso di energia pulita, la diffusione della mobilità elettrica privata e del trasporto pubblico elettrico, l’innovazione e la sostenibilità, la circolarità: il tutto finalizzato alla creazione di valore condiviso e per rendere stabile, duraturo e diffuso uno stile di vita in armonia con l’ambiente che ci circonda, senza mai tralasciare la valorizzazione della creatività Made in Italy, che Enel X mette al servizio di tutti i Paesi in cui opera.  

All’interno di Green Pea, Enel X offrirà un ecosistema di soluzioni per rendere sostenibile ogni ambito della nostra realtà quotidiana: la mobilità, le imprese e i centri urbani, che si trasformano grazie all’innovazione tecnologica e digitale.

“L’obiettivo della presenza in Green Pea è mostrare a tutti i cittadini come, grazie ad Enel X, sia naturale fare un passo nel futuro – dichiara Augusto Raggi, Responsabile Enel X Italia. “In Green Pea mostriamo come la sostenibilità non è più solo un obiettivo da perseguire, ma un valore che viene integrato in ogni nostra scelta, in grado di cambiare in meglio i gesti quotidiani e le grandi opere. La circolarità, la tutela dell’ambiente e il vivere green non sono più concetti astratti, ma soluzioni concrete per migliorare la vita di tutti noi, tutti i giorni”.

Mobilità elettrica, quindi: oggi nelle grandi città come nei piccoli borghi è possibile viaggiare a bordo di auto private e trasporti pubblici elettrici, grazie alla famiglia Juice di Enel X, è possibile rifornire ovunque il proprio veicolo elettrico di “carburante” pulito e sicuro nel garage di casa, in strada, in ufficio; illuminare vie, piazze e monumenti delle città in modo intelligente, riducendo i consumi di energia e aumentando la sicurezza anche grazie a sistemi di monitoraggio del traffico e dell’aria. Soluzioni per rendere più efficiente e sostenibile anche il trasporto pubblico, con mezzi alimentati dall’elettricità e pensiline per l’attesa alimentate da pannelli fotovoltaici, illuminate da sistemi a LED e dotate di sensori per la sicurezza, strumenti per veicolare informazioni su traffico e mobilità oltre a sistemi per la connessione Wi-Fi e la ricarica dei cellulari dei passeggeri. I mezzi elettrici, pubblici e privati, grazie ad Enel X si muovono su un percorso illuminato da lampioni intelligenti in grado di variare l’intensità della luce in base all’ora del giorno e al flusso del traffico. Infine, l’innovazione tecnologica del Vehicle to Grid, che connette i veicoli alla rete elettrica portando benefici di stabilità a tutto il sistema. I centri urbani si trasformano cosi nelle cosiddette Smart City, che grazie ad Enel X non sono più immagini futuristiche, ma diventano presente: basti pensare al pavimento che trasforma l’energia cinetica dei passi in elettricità, altra soluzione innovativa proposta in Green Pea da Enel X.

Electrify Italy, la transizione energetica favorisce risparmi sulle bollette e sulle spese sanitarie

La ricerca ha quantificato i benefici ambientali, economici e sociali per il Paese derivanti dalla transizione energetica e dal processo di graduale elettrificazione dei consumi

L’utilizzo di fonti rinnovabili crescerà velocemente nei prossimi 30 anni e avrà notevoli impatti positivi sull’ambiente e sulla qualità della vita delle persone, determinando una riduzione dei costi energetici e della spesa sanitaria grazie al minor inquinamento dell’aria. Questi i principali risultati dello studio “Electrify Italy – Un triangolo elettrico per la transizione energetica”, realizzato da Fondazione Enel, Politecnico di Torino e Massachusetts Institute of Technology (MIT) Laboratory for Information and Decision Systems con l’obiettivo di valutare e quantificare i benefici ambientali, economici e sociali per il Paese derivanti dalla transizione energetica e dal processo di graduale elettrificazione dei consumi.

La ricerca è stata presentata oggi nel corso del webinar “Il ruolo dell’energia elettrica nella transizione energetica: il caso di studio del Paese Italia e delle sfide europee”, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Michele Crisostomo, Presidente del Gruppo Enel e del Comitato Scientifico di Enel Foundation, Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, Ettore Bompard, Direttore dell’EST@Energy Center del Politecnico di Torino e Audun Botterud, Principal Research Scientist presso il “Laboratory for Information and Decision Systems”, del MIT.

Lo studio elaborato insieme a due partner d’indiscusso prestigio scientifico come il Politecnico di Torino e il MIT – ha detto il Presidente Enel Michele Crisostomodimostra che la transizione energetica, mediante l’impulso alle rinnovabili, all’elettrificazione dei consumi e alla digitalizzazione delle reti, è la strada giusta, l’unica, da percorrere per consentire un effettivo miglioramento delle condizioni ambientali, economiche e sociali. Enel è stata tra le prime utility al mondo ad intuire le potenzialità del cambiamento verso un modello più sostenibile e a investire nel suo sviluppo. Un impegno che abbiamo confermato con il nuovo Piano strategico, nel quale abbiamo programmato investimenti per 190 miliardi di euro nei prossimi 10 anni per accelerare la transizione energetica e creare valore condiviso e sostenibile”.

“E’ convinzione comune – ha detto Ettore Bompard, docente del Politecnico di Torino e coordinatore scientifico del progetto – che una transizione energetica sia ineludibile. Una commodity tradizionale come l’energia elettrica può giocare un nuovo, cruciale ruolo attraverso il cosiddetto triangolo elettrico (generazione da rinnovabile, trasporto e distribuzione, elettrificazione degli usi finali). Politecnico di Torino, Massachusetts Institute of Technology ed Enel Foundation hanno studiato insieme come questo possa essere declinato nella realtà italiana evidenziandone i benefici energetici, ambientali ed economici in uno scenario proiettato al 2050″.

I risultati mostrano come il “triangolo dell’elettricità”, ovvero un paradigma basato su generazione di energia da fonti rinnovabili, elettrificazione dei consumi finali e reti elettriche efficienti e digitalizzate, sia lo schema che consente di coniugare produzione di energia pulita e consumo efficiente, con conseguenti sensibili miglioramenti delle prestazioni non solo energetiche, ma anche ambientali, economiche e sociali.

Secondo lo studio, nei prossimi due anni le energie rinnovabili rappresenteranno circa il 48% del totale delle fonti di approvvigionamento energetico, superando quota 85% nel 2050. Questo cambiamento favorirà il processo di elettrificazione dei consumi che raggiungerà percentuali rilevanti in diversi settori nei prossimi trent’anni: dall’industria (42%) ai trasporti (41%) passando per il residenziale (53%). La transizione energica comporterà una serie di vantaggi per il Paese in termini ambientali, economici e sanitari. In base alle stime, le emissioni di CO2 dovrebbero, infatti, più che dimezzarsi nei prossimi 30 anni, con le più significative riduzioni previste già nei 20 anni a venire.

La transizione energetica avrà, inoltre, impatti rilevanti sulle finanze pubbliche e private, con effetti come la riduzione del 17% del costo delle bollette e della spesa sanitaria quantificabile in circa 692 miliardi di euro al 2050, in virtù del miglioramento della qualità dell’aria e della riduzione dell’inquinamento atmosferico.

La ricerca realizzata propone un metodo di valutazione che utilizza input provenienti da analisi settoriali di scenari futuri, come i consumi di diverse materie prime energetiche e l’efficienza media delle tecnologie correlate. Rispetto ad altri metodi di valutazione, quello proposto, oltre a fornire la percentuale di energia elettrica sul consumo finale totale, è in grado di calcolare il contributo specifico dell’elettrificazione agli scenari di transizione energetica, misurato in termini di parametri economici, sociali e ambientali.

IKEA, oltre 32.000 pasti e 17.000 pacchi di prodotti alimentari per le famiglie in difficoltà

Un progetto che, in occasione del Natale, ha coinvolto oltre 25 Associazioni su tutto il territorio nazionale.

Il 2020 è stato un anno senza precedenti e in un anno come questo il Natale può assumere un significato ancora più importante.Il desiderio è che grazie a semplici gesti possa diventare un momento di vicinanza e condivisone anche con le persone più vulnerabili in questo momento. Così IKEA Italia ha deciso di coinvolgere tutti i suoi co-workers in un progetto di donazione di prodotti alimentari, con il supporto di numerose associazioni nazionali e locali.

In tutti i negozi d’Italia, infatti, i co-workers di IKEA dedicheranno parte del loro orario di lavoro alla preparazione di 32.000 pasti caldi e 17.000 pacchi con prodotti alimentari natalizi che, grazie a Banco Alimentare e alle Associazioni di volontariato con cui l’Azienda ha legami costanti di collaborazione, verranno distribuiti su tutto il territorio nazionale.

“Vogliamo essere al fianco delle famiglie italiane oggi più che mai, a chi in particolare sta vivendo momenti di difficoltà, mettendo a disposizione non solo i nostri prodotti, ma anche la passione e l’impegno dei collaboratori che in prima persona avranno cura di supportare l’iniziativa” dichiara Filippo Albertoni, Acting Country Food Manager IKEA Italia. “Ci auguriamo così di poter portare il nostro calore anche nelle case di chi oggi è più fragile”

La preparazione e la distribuzione dei prodotti alimentari è prevista dal 30 novembre al 4 dicembre, in tutte le città in cui IKEA è presente con i suoi negozi. Banco Alimentare si occuperà della distribuzione dei pasti caldi; i pacchi con i prodotti alimentari verranno invece distribuiti da associazioni presenti a livello locale e coinvolte nel progetto.

Fondazione Intesa Sanpaolo, assegnate 5 borse di studio in discipline umanistiche

In dodici anni di attività della Fondazione erogati quasi 24 milioni di euro per dipendenti in difficoltà, diritto allo studio universitario e progetti di solidarietà tra cui mense e dormitori sociali

La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus ha assegnato cinque borse di studio destinate a dottorati in discipline umanistiche, per un ammontare complessivo di 375.000 euro. I progetti candidati in questa quarta edizione sono stati 57 da 31 università italiane. Premiate le università di Bari, Firenze, Genova, Milano e Ca’ Foscari Venezia.

In dodici anni di attività della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, sono stati erogati oltre 7,3 milioni di euro per il diritto allo studio universitario. Quasi 2.600 gli studenti che ne hanno beneficiato partecipando alle oltre 90 iniziative bandite in più di 40 Atenei statali italiani. Anche per il prossimo anno accademico, la Fondazione ha confermato lo stanziamento di 375.000 euro per supportare la quinta edizione dell’iniziativa.

Le borse di studio prevedono percorsi di ricerca della durata di tre anni finalizzati a valorizzare, promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale italiano, con particolare attenzione ai temi di grande attualità come l’inclusione, la comunicazione e i linguaggi.

Il Presidente della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, Claudio Angelo Graziano, ha dichiarato: “Siamo convinti che investire nell’alta formazione di giovani meritevoli significhi investire sul futuro del nostro Paese, per dare un segnale di fiducia e contribuire alla ripartenza dopo questi mesi difficili. In particolare, con il sostegno ai dottorati di ricerca in discipline umanistiche, la Fondazione vuole focalizzare l’attenzione nei confronti della ricchezza della nostra cultura che, oltre ad essere una grande eredità, può costituire anche un’importante opportunità di crescita e sviluppo professionale per i giovani”.

La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, nata nel 2008, è uno dei pilastri del sistema integrato di welfare del Gruppo Intesa Sanpaolo ed opera con finalità di contrasto al disagio economico e sociale in assistenza ai dipendenti in stato di difficoltà, con borse di studio universitarie e di dottorato per giovani meritevoli e con attività di sostegno ad enti e progetti dedicati alla solidarietà verso le persone bisognose.

Nel corso del 2020 ha deliberato interventi relativi all’attività istituzionale per quasi 2,6 milioni di euro, di cui quasi 300 mila euro destinati a dipendenti, pensionati e loro familiari in situazione di svantaggio; circa 800 mila euro per borse di studio universitarie e dottorato a favore di studenti meritevoli di supporto e oltre 1,5 milioni di euro per progetti di solidarietà ed iniziative a favore dei più bisognosi, come mense e dormitori per gli indigenti.

Riciclo, benefici valgono oltre un miliardo

Eco concept with recycling symbol and garbage on wooden table background top view

I benefici diretti del riciclo in Italia, nel 2019, hanno superato il miliardo di euro in valore economico. A renderlo noto è Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi che, in partnership con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, ha presentato i risultati generati dall’attività del sistema consortile attraverso il suo Green Economy Report.

Il valore economico della materia recuperata grazie al riciclo è di 402 milioni di euro. Quello dell’energia prodotta da recupero energetico raggiunge i 27 milioni di euro. L’indotto economico generato dalla filiera è invece di 592 milioni di euro.

Impressionante il risparmio di materia prima vergine: nel 2019 è stato pari al peso di 440 torri Eiffel, 4 milioni e 469mila tonnellate. Nel dettaglio: 270mila tonnellate di acciaio, pari a quello usato per 702 treni Frecciarossa; oltre 19mila tonnellate di alluminio, che corrispondono a 1,8 miliardi di lattine; un milione e 80mila tonnellate di carta, ossia più di 433 milioni di risme di fogli A4; 907mila tonnellate di legno, l’equivalente di 41 milioni di pallet; 433mila tonnellate di plastica, pari a 9 miliardi di flaconi in Pet per detersivi da un litro; un milione e 760mila tonnellate di vetro, il corrispettivo di quasi 5 miliardi di bottiglie di vino da 0,75 litri.

Il riciclo degli imballaggi derivato dalla gestione Conai ha permesso di risparmiare anche quasi 23 terawattora di energia primaria (l’anno precedente il risparmio era stato di 21 terawattora), ossia il consumo elettrico medio annuo di 6 milioni di famiglie italiane.

È stata così evitata l’emissione di oltre 4 milioni e 300mila tonnellate di CO2: corrispondente al quantitativo di emissioni generate da circa 10mila tratte aeree Roma-New York andata e ritorno. Il beneficio indiretto di questa quantità di CO2 risparmiata è pari a 124 milioni di euro, calcolato secondo quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo.

Hyundai Kona Electric ha conquistato le cinque stelle Green NCAP

Il SUV compatto 100% elettrico di Hyundai ha ricevuto il massimo punteggio da Green NCAP. Si tratta del secondo veicolo elettrico di Hyundai a conquistare il punteggio massimo di cinque stelle, dopo IONIQ Electric nel 2019

Hyundai Kona Electric ha ricevuto il massimo punteggio da Green NCAP, l’organizzazione indipendente che classifica i veicoli in base alla loro efficienza energetica e alle loro emissioni.

Green NCAP ha attribuito cinque stelle al SUV compatto 100% elettrico, il più alto punteggio possibile.

La valutazione si è basata su tre indici, ognuno caratterizzato da numerose metriche: purezza dell’aria, efficienza energetica e gas serra. Essendo Kona Electric un veicolo a zero emissioni, il modello ha ricevuto pieni voti per quanto riguarda la purezza dell’aria e i gas serra. Particolarmente considerevole è l’elevato punteggio ottenuto in termini di efficienza energetica. Infatti, tra i 24 veicoli esaminati nel 2020, Hyundai Kona Electric è uno dei soli due modelli ad aver ricevuto il massimo punteggio.

“Come tutti i veicoli puramente elettrici, non ci sono emissioni di scarico e per questo l’auto si è assicurata il massimo dei punti per la Purezza dell’Aria e per i Gas Serra. Sebbene anche le auto elettriche consumino energia per muoversi, l’efficienza di Kona Electric rientra nella fascia di consumi idonea per il punteggio più alto, con <30kWh/100km” – scrive Green NCAP nel proprio report.

Kona Electric è il secondo modello Hyundai a conquistare il punteggio massimo di cinque stelle: nel 2019, Green NCAP ha attributo la votazione più alta in assoluto anche alla versione elettrica di Hyundai IONIQ.

IKEA Italia, nuova stagione della progettazione inclusiva ed accessibile

Dal 1 gennaio 2021 “Progettazione e soluzioni ad alta accessibilità”. IKEA amplia il suo servizio di consulenza d’arredo perché la casa possa essere accogliente e dare maggiore indipendenza a chi ne ha bisogno

In occasione della Giornata Internazionale della Disabilità, IKEA annuncia una novità nel servizio di consulenza d’arredo: «Progettazione e soluzioni ad alta accessibilità.», un’evoluzione del servizio già offerto dai consulenti per migliorare l’esperienza del vivere domestico, in linea con la visione di creare una vita quotidiana migliore per la maggioranza delle persone. Tutti i consulenti, infatti, saranno formati per offrire consulenze di arredo ergonomico ai clienti che ne faranno richiesta. Il servizio sarà disponibile – senza costi aggiuntivi – online e in tutti gli store dal 1 gennaio 2021.

La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, firmata nel 2006, ribadisce il diritto delle persone disabili a vivere in modo indipendente. Diritto che, naturalmente, passa anche attraverso la progettazione di un ambiente domestico che soddisfi esigenze di comfort fra loro differenti. La competenza di IKEA consente di definire uno stile d’arredamento funzionale per le persone a ridotta mobilità, mantenendo al tempo stesso un’atmosfera calda, accogliente e confortevole. La progettazione inclusiva e intelligente proposta da IKEA non necessita di una trasformazione radicale degli ambienti. Spesso è sufficiente collocare il prodotto opportuno nella stanza giusta.

La nostra casa è il luogo dove non vorremmo mai sentirci a disagio o avere difficoltà nel muoverci, tuttavia a volte può accadere, se non è stata progettata nel giusto modo e non si adatta alle esigenze di chi, quella casa, la vive ogni giorno. L’obiettivo di IKEA è che sempre più persone con esigenze diverse possano trovare soluzioni ergonomiche ed inclusive ad un prezzo accessibile, perché la loro vita in casa sia sempre piacevole e funzionale.

«Progettazione e soluzioni ad alta accessibilità» – Il nuovo servizio di IKEA Italia, infatti, costituisce un cambio di paradigma: non si progetta per differenziare, bensì per creare uno stile di arredamento capace di incontrare le necessità di ognuno, destinate a cambiare nel corso della vita. Fra 30 anni il 22% della popolazione mondiale – circa 2 miliardi di individui – avrà un’età pari o superiore a 60 anni. Sono davvero tante le persone che potrebbero trarre vantaggio da un design intelligente. Anzitutto i disabili e gli anziani, determinati a mantenere la propria indipendenza, ma anche tutti coloro che hanno una mobilità temporaneamente ridotta.

Il servizio è articolato su più livelli di intervento: sarà possibile progettare un ambiente completo, oppure concentrarsi sulle funzioni d’uso e sui bisogni di una parte della stanza, proponendo ai clienti l’acquisto di prodotti mirati in grado di risolvere i piccoli e i grandi problemi della vita di tutti i giorni.

Spazio alla diversity – Britt Monti, Creative Leader di IKEA, ha avuto modo di vivere in prima persona la necessità di un arredamento progettato per chi ha difficoltà motorie. Sua madre, infatti, è malata di Parkinson, e lei stessa è stata colpita da un Ictus. In seguito Britt ha sviluppato, insieme ad un team composto da esperti di ergonomia e fisioterapia, la collezione di arredi intelligenti OMTÄNKSAM, nata anzitutto dalla sua esperienza diretta.

“In genere, non amiamo essere definiti in base alla nostra età o condizione fisica e quindi è importante poter arredare la nostra casa in modo da fare spazio alla diversity.” spiega Britt Monti, “Fare un passo indietro e cambiare prospettiva ci ha permesso di aprirci a nuove opportunità”.

Per tutti, tutti i giorni, in tutti i momenti della vita – Con la collezione OMTÄNKSAM – termine svedese che significa “premuroso” – IKEA ha realizzato una serie di mobili e accessori per tutti coloro che, in alcuni momenti della vita, hanno bisogno di un aiuto in più. I prodotti, curati nel dettaglio, sono studiati per coniugare ergonomia e design, e nascono dall’esplorazione della vita quotidiana.La nuova collezione è ricca di soluzioni pratiche che nel loro insieme fanno la differenza: un poggiapiedi con la giusta inclinazione, per allungare le gambe senza bloccare la circolazione, un tavolo senza telaio, ideale per le sedie a rotelle e gli ausili per camminare, bicchieri facili da afferrare dotati di superficie antiscivolo, oppure una presina apri-barattolo che aiuta a svitare qualsiasi coperchio.Nulla è lasciato al caso. La collezione OMTÄNKSAM è stata pensata partendo da un attento studio del prodotto e delle statistiche relative alle misure del corpo umano nelle diverse popolazioni. Prima della messa in vendita la collezione è stata testata da un gruppo di persone con esigenze fisiche diverse, in modo da garantire un’ulteriore verifica del processo di progettazione.

IKEA è da sempre in ascolto delle esigenze dei propri clienti attraverso Life @ Home Report, la più grande ricerca internazionale sulla vita in casa, condotta dal brand svedese per individuare nuovi trend e nuovi bisogni. L’inclusività è già da tempo un valore caratteristico dell’approccio IKEA, come evidenziato dalla collezione OMTÄNKSAM, e il nuovo servizio di progettazione ergonomica è un ulteriore passo in questa direzione. IKEA guarda avanti e riafferma l’inclusività e l’attenzione alla differenza come valori di riferimento, confermandosi come un protagonista contemporaneo della riflessione sull’arredamento.

Bmw Italia, video attività di SpecialMente sulla disabilità

SciAbile, Dynamo Camp, Diversamente Disabili, Boccia Paralimpica

In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, SpecialMente – che il programma di CSR del BMW Group Italia – racconta il suo impegno attraverso un video realizzato insieme alla Scuola Holden. Dal 2003 Bmw Italia è attiva con programmi dedicati nel mondo della disabilità: dalla Scuola di SciAbile a Dynamo Camp, da Diversamente Disabili a Obiettivo, dalla boccia Paralimpica al mondo dell’autismo. Un racconto di un minuto e mezzo rende omaggio alla giornata del 3 dicembre con immagini delle attività realizzate e i volti dei tanti partecipanti incontrati in questi anni. Le immagini raccontano l’impegno quasi ventennale nel mondo della responsabilità sociale d’impresa con particolare attenzione alla disabilità e all’inclusione sociale. Durante la pandemia Covid-19, l’isolamento, la disconnessione, le routine interrotte e la diminuzione dei servizi hanno avuto un grande impatto sulla vita e sul benessere mentale delle persone con disabilità in tutto il mondo. Diffondere la consapevolezza della disabilità è fondamentale anche mentre il mondo è impegnato nella lotta contro il virus. Bmw Italia ha scelto di continuare a supportare i progetti in cui ha creduto in questi anni, anche in un anno difficile come è stato il 2020.

”Avere uno scopo più grande. È questo – ha dichiarato Massimiliano Di Silvestre, presidente e AD di Bmw Italia – il mantra che oggi si sta diffondendo tra i manager e le imprese che hanno l’ambizione di esercitare un ruolo di leadership a livello globale e garantirsi un successo sostenibile nel medio-lungo periodo. Questo significa che la responsabilità sociale d’impresa o CSR (Corporate Social Responsibility) come viene comunemente detta, sta diventando un asset fondamentale delle aziende di oggi. E questo aspetto è diventato così strategico che la stessa valutazione aziendale da parte degli stakeholder si fonda, in buona parte, su di esso. I tempi – ha proseguito Di Silvestre – sono cambiati anche in questo settore. In passato, un’azienda poteva scegliere per quali problemi impegnarsi. Oggi non è più così. I consumatori, in particolare Millennial e Generazione Z, chiedono a gran voce alle imprese di essere le protagoniste del cambiamento del mondo e del tentativo di risolvere i problemi più urgenti che affliggono la società.

Che cosa vuol dire tutto questo? Che bisogna essere brand activist. E se è vero che la dichiarazione del purpose non basta più è altrettanto vero che è necessario passare all’azione. Nel corso degli anni – ha concluso l’AD di Bmw Italia – siamo diventati un punto di riferimento in Italia con il nostro progetto SpecialMente, non solo nel mondo automotive ma, più in generale, in quello delle aziende che operano nel Paese”. Il filmato di SpecialMente è stato realizzato con la Scuola Holden, di cui Bmw è partner dal 2015 dalla Scuola Holden utilizzando materiale di archivio delle attività di SpecialMente e dei suoi partner, racconta in circa un minuto e mezzo la strategia dell’azienda e i risultati prodotti. ”Educare significa aiutare le persone a riconoscere e far valere il meglio di se stessi, ognuno secondo le sue possibilità – ha commentato Marco Quartana, amministratore finanziario della Scuola Holden – Questo è l’obiettivo di chiunque si occupi di fare scuola, e dunque anche della Holden. Per questo è importante per noi fare rete e collaborare con realtà importanti come Bmw Italia, che possono mettere a disposizione grandi risorse per raggiungere situazioni di fragilità e dedicare particolare attenzione a chi ne ha più bisogno. La cura, il rispetto e lo spazio che riserviamo a chi è in difficoltà non può che essere un bene: e come sempre, l’impressione è di ricevere in regalo molto più di quel che si è dato. Un nuovo senso per il nostro lavoro, nuova forza e nuova speranza per continuare a fare meglio”.

Nestlé, contrasto al cambiamento climatico con agricoltura rigenerativa e fonti rinnovabili

Raddoppiati gli sforzi per contrastare il cambaimento climatico focalizzandosi sull’agricoltura rigenerativa e sul passaggio all’energia elettrica da fonti rinnovabili

In qualità di firmataria dell’impegno “Business Ambition for 1,5°C” delle Nazioni Unite, Nestlé è una delle prime aziende a condividere il suo piano contro i cambiamenti climatici, dettagliato e con scadenze ben definite, in anticipo rispetto a quanto programmato. L’azienda – nonostante continui a crescere – sta infatti adottando misure volte a dimezzare le sue emissioni entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050.

Le azioni si concentrano sul sostegno agli agricoltori e fornitori per accelerare il passaggio verso l’agricoltura rigenerativa, ma anche sul rimboschimento di centinaia di milioni di alberi nei prossimi 10 anni e sul completamento della transizione dell’azienda verso l’utilizzo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2025. Inoltre, Nestlé sta costantemente incrementando il numero di marche “carbon neutral”.

Il presidente del Consiglio di Amministrazione di Nestlé, Paul Bulcke, ha dichiarato: “Il Board riconosce quanto sia strategicamente importante adottare misure decisive per affrontare il cambiamento climatico. Il Board supporta anche l’accelerazione e il potenziamento del nostro impegno per garantire il successo a lungo termine dell’azienda e contribuire a creare un futuro sostenibile per le generazioni a venire“.

Questa tabella di marcia è il risultato di una mappatura completa del business e delle attività produttive di Nestlé, finalizzata a comprendere la portata della sfida e determinare le azioni necessarie per poterla affrontare. Nel 2018 l’azienda ha generato 92 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra, questo dato sarà il punto di partenza per misurare i progressi compiuti.

La lotta al cambiamento climatico non può aspettare e nemmeno noi possiamo. Si tratta di un elemento fondamentale per il successo a lungo termine del nostro business“, ha commentato il CEO di Nestlé Mark Schneider, “Abbiamo un’opportunità unica per fronteggiare il cambiamento climatico poiché siamo presenti in quasi tutti i Paesi del mondo e abbiamo le capacità, le dimensioni e la portata per fare la differenza. Lavoreremo insieme ad agricoltori, partner industriali, governi, organizzazioni non governative e con i nostri consumatori per ridurre la nostra impronta ambientale“.

L’impegno di Nestlé per raggiungere le zero emissioni nette si concentra principalmente su tre aree:

  • L’azienda sta già lavorando con i suoi 500.000 agricoltori e 150.000 fornitori per sostenerli nell’attuazione di pratiche agricole rigenerative. Tali soluzioni migliorano la salute del suolo, mantengono e ripristinano la diversità degli ecosistemi. In cambio, Nestlé si offre di ricompensare gli agricoltori comprando i loro prodotti a un prezzo più alto, acquistandone quantità maggiori e contribuendo agli investimenti necessari. Entro il 2030 Nestlé prevede di ricavare dall’agricoltura rigenerativa oltre 14 milioni di tonnellate di suoi ingredienti, aumentando la domanda di questi beni.

    Nestlé sta anche potenziando il suo programma di riforestazione che prevede di piantare 20 milioni di alberi ogni anno per i prossimi 10 anni nelle aree in cui l’azienda acquista le proprie materie prime. Più alberi significano più ombra per le colture, più carbonio rimosso dall’atmosfera, più raccolti e una migliore biodiversità e salute del suolo. Entro il 2022 le principali filiere di materie prime dell’azienda, come l’olio di palma e la soia, saranno a zero deforestazione. Grazie a questo genere di sforzi, Nestlé sta costruendo partnership durature e garantendo alle comunità agricole una maggiore sicurezza e un reddito più elevato.
  • Per quanto riguarda le sue attività, nei prossimi cinque anni Nestlé prevede di completare la transizione verso il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili nei suoi 800 siti presenti in 187 Paesi. L’azienda sta rinnovando a livello globale la sua flotta di veicoli per contenere le emissioni ed entro il 2022 ridurrà e compenserà l’impatto ambientale dei viaggi di lavoro. Inoltre, sta adottando misure di conservazione e di rigenerazione dell’acqua e affrontando il problema dello spreco di cibo nelle sue attività produttive.
  • All’interno della sua gamma di prodotti, Nestlé sta ampliando continuamente la sua offerta di alimenti e bevande a base vegetale e riformulando i prodotti per renderli più rispettosi dell’ambiente. Inoltre, sta aumentando anche l’offerta di marchi “carbon neutral” per dare ai consumatori l’opportunità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. I prodotti a base vegetale Garden Gourmet, così come gli integratori Garden of Life, raggiungeranno la neutralità di emissioni di carbonio entro il 2022; gli alimenti a base vegetale Sweet Earth, tra gli altri marchi, faranno lo stesso entro il 2025. Tutto ciò si aggiunge all’impegno di Nespresso, S.Pellegrino, Perrier e Acqua Panna di raggiungere la neutralità di emissioni di carbonio entro il 2022, mentre il resto dei prodotti di Nestlé Waters conseguirà questo obiettivo entro il 2025.

Magdi Batato, Executive Vice President e Head of Operations, ha commentato “Considerando che quasi due terzi delle nostre emissioni provengono dall’agricoltura, è chiaro che l’agricoltura rigenerativa e la riforestazione rappresentino i punti focali del nostro percorso verso l’obiettivo delle zero emissioni nette. Questi sforzi ridurranno le emissioni e miglioreranno la biodiversità su larga scala. Continueremo inoltre a eliminare le emissioni dalle nostre attività e a migliorare la nostra gamma di prodotti. Si tratta di un lavoro molto articolato e noi ci impegniamo a realizzarlo“.

L’azienda prevede di investire complessivamente 3.2 miliardi di CHF nei prossimi cinque anni per accelerare gli sforzi, inclusi 1.2 miliardi di CHF per stimolare l’agricoltura rigenerativa lungo tutta la filiera. Questi investimenti saranno finanziati principalmente attraverso efficienze operative e strutturali, per mantenere neutrali i profitti generati da questa iniziativa.

Nestlé ha ottenuto l’approvazione dei propri obiettivi di riduzione delle emissioni dalla Science Based Targets initiative (SBTi), in quanto sono in linea i con i livelli richiesti per raggiungere le finalità dell’Accordo di Parigi. SBTi è una collaborazione di organizzazioni no-profit che è considerata lo standard di riferimento internazionale per la valutazione degli impegni in merito alle zero emissioni nette. Nestlé fornirà aggiornamenti annuali per garantire la trasparenza sui suoi progressi.

Cooperativa Cocabel vince la 5° edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award

Cocabel si è aggiudicata entrambi i riconoscimenti ‘Best of the Best’ conferito da una giuria di esperti ‘Coffee Lover’s Choice’ assegnato dai consumatori.

illycaffè ha annunciato il nome del vincitore dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2020, il riconoscimento che l’azienda assegna ogni anno al produttore che ha fornito durante l’anno il miglior caffè sostenibile.

Si tratta della Cooperativa Cocabel dell’Honduras che si è aggiudicata entrambi i premi: il “Best of the Best” e il “Coffee Lover’s Choice”, conferiti dopo una serie di blind tasting da parte di una giuria indipendente di esperti e consumatori.

Cocabel è una cooperativa che conta un centinaio di soci, situata nel comune di Belen, nel dipartimento di Lempira nella zona sudoccidentale del Paese.  I soci consegnano alla cooperativa le ciliegie del caffè che, poi, vengono spolpate, lavate e asciugate al sole in patio. Cocabel collabora con BICAFE, società che gestisce un magazzino e un dry mill nella zona di Santa Rosa de Copan, progettata per la selezione di lotti di caffè di alta qualità.

Il laboratorio di qualità della illycaffè ogni anno seleziona i migliori lotti di caffè, utilizzando parametri legati sia alla qualità sia alla sostenibilità. I paesi che si sono differenziati maggiormente per il raccolto 2019/2020 sono stati il Brasile, la Colombia, il Costa Rica, l’Etiopia, il Guatemala, l’Honduras, l’India, il Nicaragua e il Ruanda. Per ognuno sono stati individuati i 3 migliori produttori, che si sono sfidati durante la finale dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2020 per aggiudicarsi il primo posto nazionale ed essere uno dei nove finalisti della competizione internazionale.

Una giuria indipendente di esperti internazionali composta da specialisti, chef e critici enogastronomici, ha effettuato un blind tasting dei caffè finalisti, analizzandoli attraverso diverse preparazioni – espresso, moka, drip e filtro – e decretando il vincitore in base alla ricchezza e complessità aromatica, l’eleganza e l’equilibrio dei sapori, e l’intensità dell’aroma del caffè.

“Questa volta i giudizi della giuria di esperti e dei consumatori hanno coinciso, attestando la convergenza dei gusti dei consumatori con l’analisi qualitativa degli esperti, espressione di un meritato riconoscimento per lo straordinario lavoro che ogni giorno le donne e gli uomini della cooperativa Cocabel portano avanti con tanta dedizione – commenta Andrea Illy, presidente di illycaffè, che prosegue – La cooperativa Cocabel è riuscita a raccogliere intorno a sé molti piccoli produttori, uniti dalla consapevolezza che la qualità sostenibile inizia dalla pianta. Attraverso l’Ernesto Illy International Coffee Award vogliamo evidenziare quanto sia importante la cura che i coltivatori mettono nella loro piantagione, grande o piccola che sia, perché è lì che prende il via quel circolo virtuoso e valoriale che termina nella tazzina di caffè degustata dal consumatore finale”.

La cerimonia Ernesto Illy International Coffee Award, giunta alla quinta edizione e intitolata al figlio del fondatore della illycaffè, vuole essere un modo per celebrare e premiare i migliori coltivatori illy per l’attenzione alla qualità sostenibile, che mostrano ogni giorno con il loro lavoro, e rinnovare l’impegno dell’azienda a migliorare la vita dei produttori e a realizzare il sogno di offrire il miglior caffè al mondo.

Bmw Group Italia racconta il suo impegno nella giornata internazionale delle persone con disabilità

Dal 2003 BMW Italia è attiva con programmi dedicati nel mondo della disabilità: dalla Scuola di SciAbile a Dynamo Camp, da Diversamente Disabili a Obiettivo3, dalla boccia Paralimpica al mondo dell’autismo. Un racconto di un minuto e mezzo rende omaggio alla giornata del 3 dicembre e ai risultati ottenuti dall’azienda nel sociale

BMW Italia ha deciso di celebrare la giornata internazionale delle persone con disabilità con un filmato che raccoglie le immagini delle attività realizzate e i volti dei tanti partecipanti incontrati in questi anni. Le immagini raccontano l’impegno quasi ventennale nel mondo della responsabilità sociale d’impresa con particolare attenzione alla disabilità e all’inclusione sociale.

Durante la pandemia Covid-19, l’isolamento, la disconnessione, le routine interrotte e la diminuzione dei servizi hanno avuto un grande impatto sulla vita e sul benessere mentale delle persone con disabilità in tutto il mondo. Diffondere la consapevolezza della disabilità è fondamentale anche mentre il mondo è impegnato nella lotta contro il virus.

BMW Italia ha scelto di continuare a supportare i progetti in cui ha creduto in questi anni, anche in un anno difficile come è stato il 2020.

“Avere uno scopo più grande. È questo – ha dichiarato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e A.D. di BMW Italia S.p.A. –  il mantra che oggi si sta diffondendo tra i manager e le imprese che hanno l’ambizione di esercitare un ruolo di leadership a livello globale e garantirsi un successo sostenibile nel medio-lungo periodo. Questo significa che la responsabilità sociale d’impresa o CSR (Corporate Social Responsibility) come viene comunemente detta, sta diventando un asset fondamentale delle aziende di oggi. E questo aspetto è diventato così strategico che la stessa valutazione aziendale da parte degli stakeholder si fonda, in buona parte, su di esso”.

“I tempi – ha poi proseguito Di Silvestre – sono cambiati anche in questo settore. In passato, un’azienda poteva scegliere per quali problemi impegnarsi. Oggi non è più così. I consumatori, in particolare Millennial e Generazione Z, chiedono a gran voce alle imprese di essere le protagoniste del cambiamento del mondo e del tentativo di risolvere i problemi più urgenti che affliggono la società. Che cosa vuol dire tutto questo? Che bisogna essere brand activist. E se è vero che la dichiarazione del purpose non basta più è altrettanto vero che è necessario passare all’azione”.

“Noi nel corso degli anni – ha concluso – siamo diventati un punto di riferimento in Italia con il nostro progetto SpecialMente, non solo nel mondo automotive ma, più in generale, in quello delle aziende che operano nel Paese”.

Il filmato di SpecialMente realizzato con la Scuola Holden, di cui BMW è partner dal 2015

Il filmato, realizzato dalla Scuola Holden utilizzando materiale di archivio delle attività di SpecialMente e dei suoi partner, racconta in circa un minuto e mezzo, la strategia dell’azienda e i risultati prodotti.

Questo il testo:

“Le attività di Corporate Social Responsibility di BMW Group Italia sono iniziate nel 2000. Dal 2014 poi sono state raggruppate sotto l’ombrello di SpecialMente, il programma di responsabilità sociale d’impresa integrato con l’approccio della Casa madre, con obiettivi strategici incentrati sulla creazione di valore per la società.

SpecialMente ha da sempre tra i suoi pilastri una grande attenzione al mondo della disabilità e programmi dedicati. Grazie a questi ha prodotto risultati importanti negli ultimi 20 anni: 13mila ore di lezione di sci gratuite per i 1.400 allievi della scuola di SciAbile di Sauze d’Oulx; oltre 500 corsi di guida in auto e moto con la BMW Driving Experience e la onlus Diversamente Disabili; circa 200 atleti avviati alla Boccia Paralimpica, movimento creato insieme alla Federazione Italiana Bocce; circa 200 famiglie di ragazzi con malattie neurodegenerative ospitate gratuitamente al Dynamo Camp per una settimana di terapia ricreativa; due edizioni del Premiolino di giornalismo per l’inclusione sociale; un film co-prodotto per promuovere la consapevolezza sull’autismo raccontato da Andrea e Franco Antonello, e molto altro ancora. Oggi è una giornata speciale per la disabilità. Abbiamo fatto un pezzo di strada insieme, ma molto resta da fare. SpecialMente ora”.

“Educare significa aiutare le persone a riconoscere e far valere il meglio di se stessi, ognuno secondo le sue possibilità: questo è l’obiettivo di chiunque si occupi di fare scuola, e dunque anche della Holden. Per questo è importante per noi fare rete e collaborare con realtà importanti come BMW Italia, che possono mettere a disposizione grandi risorse per raggiungere situazioni di fragilità e dedicare particolare attenzione a chi ne ha più bisogno. La cura, il rispetto e lo spazio che riserviamo a chi è in difficoltà non può che essere un bene: e come sempre, l’impressione è di ricevere in regalo molto più di quel che si è dato. Un nuovo senso per il nostro lavoro, nuova forza e nuova speranza per continuare a fare meglio”, dice Marco Quartana, amministratore finanziario della Scuola Holden. Dal 2017, infatti, BMW Italia è anche sponsor di Fronte del Borgo, l’area della Scuola che si occupa di organizzare centinaia di attività e laboratori gratuiti per le scuole in tutta Italia e per i bambini e ragazzi del quartiere Borgo Dora di Torino.

Il mondo di SpecialMente dedicato alla disabilità

Le attività di Corporate Social Responsibility di BMW Group Italia vengono raggruppate sotto l’ombrello di SpecialMente, il programma di responsabilità sociale d’impresa integrato con l’approccio della Casa madre, con obiettivi strategici incentrati sulla creazione di valore per la società. Il racconto delle attività di SpecialMente è disponibile sul sito www.specialmente.bmw.it

SpecialMente dal 2003 ha tra i suoi pilastri l’attenzione al mondo della disabilità e programmi dedicati:

•        La relazione con Dynamo Camp attraverso il supporto alle sessioni dei ragazzi con malattie neurodegenerative e alla loro famiglie al Camp in Toscana e al Master in Terapia Ricreativa presso l’Università Vita Salute dell’Ospedale San Raffaele;

•        SciAbile che dal 2003 ha erogato oltre 13.000 ore di lezione di sci, in modo gratuito, a circa 1.400 allievi con disabilità grazie alla collaborazione con la Scuola di Sci Sauze d’Oulx Project di Sauze d’Oulx (TO);

•        ll progetto della Boccia Paralimpica grazie al quale si è creato dal nulla un movimento che oggi conta più di 200 atleti e che sta facendo enormi progressi per cercare di portare la nostra nazionale a Tokyo 2021 per la prima volta nella storia del nostro Paese.

•        I corsi di guida sicura della BMW Driving Experience che, in maniera autenticamente inclusiva, permettono la partecipazione alle persone con disabilità – su vetture specificamente equipaggiate – al programma standard di formazione in aula e in pista.

•        La collaborazione al progetto Diversamente Disabili di Emiliano Malagoli che ha rimesso in moto tantissimi motociclisti amputati o ha fatto vivere l’esperienza di girare in pista a ragazzi con differenti disabilità.

•        Il sostegno all’associazione sportiva Obiettivo 3, fondata da Alex Zanardi, che ha lo scopo di coinvolgere atleti disabili per avviarli alla pratica sportiva;

•        Il progetto del film “Se ti abbraccio non aver paura”, di Niccolò Maria Pagani, che racconta il viaggio di Andrea e Franco Antonello sulle orme di Marrakech Express, lanciato nella giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo.

HMG guida la carica verso l’era elettrica con la piattaforma “E-GMP”

I modelli EV basati su E-GMP possono offrire autonomie di guida WLTP superiori ai 500 km con una sola carica, e possono essere ricaricati fino all’80% in 18 minuti

Hyundai Motor Group (HMG) ha svelato la sua nuova piattaforma dedicata ai veicoli elettrici a batteria (BEV), chiamata “Electric-Global Modular Platform” (E-GMP).

La piattaforma sarà la tecnologia cardine per la gamma EV di prossima generazione di Hyundai e Kia.

Dal 2021, E-GMP sarà alla base di una gamma di nuovi BEV tra cui IONIQ 5 di Hyundai, oltre al primo modello unicamente elettrico di Kia che verrà svelato nel 2021 e a una serie di altri futuri modelli.

Progettata esclusivamente per veicoli elettrici a batteria, la piattaforma E-GMP offre diversi vantaggi rispetto a quelle già esistenti del Gruppo, studiate prevalentemente per ospitare i motori a combustione interna. Questo comporta una serie di benefici, tra cui maggiore flessibilità nello sviluppo, performance, sicurezza e dinamiche di guida migliorate, una maggiore autonomia e più spazio interno per passeggeri e bagagli.

Vigeo Eiris incorona Enel leader mondiale della sostenibilità

Trionfo della società italiana tra quasi 5mila imprese valutate sulla base delle performance di sostenibilità con un punteggio due volte superiore alla media.

Per la prima volta in assoluto la leadership globale di Enel nel campo della sostenibilità è stata riconosciuta grazie all’assegnazione del primo posto, tra circa 5mila imprese valutate, nell’edizione di quest’anno della classifica V.E. Il risultato senza precedenti, pari al doppio del punteggio medio raggiunto nella valutazione delle performance di sostenibilità, ha permesso a Enel di essere riconfermata nella revisione della seconda metà del 2020 dell’indice Euronext Vigeo-Eiris World 120.

Grazie ai dati forniti da V.E (Vigeo Eiris), l’indice Euronext Vigeo-Eiris World 120 stila due volte l’anno la classifica delle 120 aziende più sostenibili tra le 1.500 principali società per capitale flottante in Nord America, Asia-Pacifico ed Europa. Enel ha mantenuto la sua posizione anche negli indici regionali Euronext Vigeo-Eiris Europe 120 ed Eurozone 120, che comprendono rispettivamente le 120 imprese più sostenibili fra le 500 aziende con il maggiore capitale flottante in Europa e nell’Eurozona. Anche Endesa, la controllata spagnola del Gruppo, è stata inclusa in questi ultimi tre indici.

“La leadership mondiale tra le imprese nel campo della sostenibilità testimoniata da V.E (Vigeo Eiris) costituisce un riconoscimento al nostro obiettivo di integrazione dei temi ambientali, sociali e di governance nella strategia aziendale di Enel e all’interno di tutta la nostra catena del valore”, ha dichiarato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. “Ci impegniamo per sviluppare un modello di business che generi valore per i nostri azionisti e clienti, apportando al contempo benefici alle comunità locali e all’ambiente in generale. Grazie alle persone che lavorano in Enel siamo in grado di gestire le sfide in continua evoluzione del nostro settore e di guidare la transizione energetica come riconosciuto da V.E. “.

V.E. (Vigeo Eiris), acquisita da Moody’s nel 2019, è leader globale nelle valutazioni in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG), per dati, ricerca, benchmark e analisi. Attraverso una partnership con Euronext, la principale borsa europea, V.E. (Vigeo Eiris) seleziona le società quotate con le migliori performance nel campo della sostenibilità sulla base di una valutazione dei risultati aziendali fondata su 25 criteri di sostenibilità che tengono conto di ambiente, capitale umano, diritti umani, coinvolgimento delle comunità, comportamento aziendale e governance d’impresa. La metodologia misura la rilevanza degli impegni assunti da imprese e organizzazioni, l’efficienza dei loro sistemi manageriali, la capacità di gestire i rischi, nonché le loro performance rispetto a tutti i fattori di responsabilità ambientale, sociale e di governance.

In particolare, V.E. ha riconosciuto le performance eccezionali di Enel nello sviluppo della sua strategia ambientale, inclusi gli obiettivi ambientali specifici fissati per limitare le emissioni di gas a effetto serra e migliorare la qualità dell’aria, accelerando la decarbonizzazione del suo mix energetico e incrementando l’utilizzo delle rinnovabili. Dall’altro lato, Enel ha primeggiato anche in diversi criteri relativi alla gestione del capitale umano, inclusa la promozione delle relazioni sindacali, la non discriminazione e la diversità. Inoltre, hanno registrato risultati eccezionali anche diverse pratiche relative alla governance, tra cui il ruolo del Consiglio di Amministrazione nel supervisionare le performance di sostenibilità della società.

La leadership globale di Enel nel campo della sostenibilità è testimoniata a livello mondiale dalla presenza del Gruppo in diversi altri importanti indici della sostenibilità e classifiche, come gli MSCI ESG Leaders Indexes, la Climate “A” List del CDP, gli indici di sostenibilità del Dow Jones World e Europe, la serie di indici FTSE4Good, l’indice STOXX Global ESG Leaders, l’ISS “Prime” rating, il Bloomberg Gender Equality Index, l’indice Refinitiv TOP 100 Diversity and Inclusion, la classifica “Gender Equality in Europe” di Equileap, la classifica “100 Most Sustainable Corporations in the World” di Corporate Knights Global, gli ECPI Indices e i Thomson Reuters/S-Network ESG Best Practices Indices.

Il Gruppo attira in maniera crescente l’interesse degli Investitori Socialmente Responsabili (SRI), le cui partecipazioni nella società sono in costante crescita, e rappresentano ad oggi il 13,4% del capitale sociale di Enel, pari a quasi il doppio rispetto ai livelli del 2014. Tale aumento, che è in linea con il crescente riconoscimento dell’importanza degli elementi non finanziari nella creazione di valore sostenibile di lungo termine, riflette il rafforzamento della leadership di Enel nel campo della sostenibilità a livello globale.

La consolidata tradizione di inclusione di Enel all’interno dei principali indici mondiali della sostenibilità è sostenuta dal suo impegno in prima fila nell’affrontare le maggiori sfide energetiche che attendono la società, tra cui quella di un’urbanizzazione sostenibile.

Enel e IILA insieme per lo sviluppo delle città circolari in America Latina

Condividere esperienze, progetti e best practice per la promozione e lo sviluppo delle città circolari nel territorio latino americano: è questo l’obiettivo della lettera d’intenti siglata oggi tra IILA, Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e Enel Américas rappresentati rispettivamente dal Segretario Generale IILA, Antonella Cavallari, e dal  Responsabile America Latina di Enel Maurizio Bezzeccheri, alla presenza del Presidente Enel Michele Crisostomo e del Presidente pro tempore dell’IILA Roberto Carlos Melgarejo. La collaborazione mira a diffondere nella Regione latinoamericana la conoscenza e coscienza del tema e accelerare la transizione verso modelli di urbanizzazione circolari, centrati sull’applicazione dei principi della circular economy a tutti i settori coinvolti nello sviluppo sostenibile delle città, favorendo la competitività economica, l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale. Tutti temi al centro delle agende tanto di Enel quanto di IILA.

“Grazie a questa collaborazione – commenta il Presidente Enel Michele Crisostomo contiamo di imprimere un’accelerazione alla transizione verso un modello più sostenibile in una delle aree di maggiore rilevanza strategica per Enel. I centri urbani ospitano più della metà della popolazione mondiale e devono essere il luogo del cambiamento di paradigma, con il passaggio verso il modello di circular city. Le città dovranno reinventarsi attraverso soluzioni innovative, per rispondere alle sfide sociali, economiche e ambientali che si trovano ad affrontare oggi, per offrire alle comunità un miglioramento della qualità della vita e alle nuove generazioni spazi dove l’elemento antropico lasci un’impronta sostenibile.”

Non abbiamo alternative – afferma il Segretario Generale IILA Antonella Cavallaridobbiamo cogliere ora l’opportunità di trasformare il nostro modello di vita apportando un contributo concreto, ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità”.

Enel è leader nel settore energetico in America Latina – commenta Maurizio Bezzeccheri, Responsabile America Latina di Enel – ed è impegnata nel favorire lo sviluppo di nuovi modelli di business sostenibili. Questa collaborazione ci permetterà di rafforzare ulteriormente la nostra azione a supporto della transizione energetica, accelerando lo sviluppo delle rinnovabili, promuovendo le reti elettriche intelligenti e la diffusione della mobilità elettrica pubblica e privata nelle principali città latino americane”.

Le sinergie che l’accordo odierno intende favorire riguarderanno in particolare: le iniziative che IILA sta sviluppando insieme a Symbola con il progetto Ciudades Verdes, che punta a rafforzare le reti istituzionali e a sviluppare meccanismi di governance per sostenere la trasformazione di località “modello” in America Latina; la condivisione di best practice che il Gruppo Enel sta sviluppando a livello globale; l’individuazione di priorità per la definizione di un’agenda strategica dell’economia circolare sul territorio latino-americano; la definizione di linee guida che promuovano la transizione a un modello di economia circolare; iniziative di divulgazione e di formazione tecnico-specialistica in materia di economia circolare; la realizzazione di studi e approfondimenti dedicati alle città circolari, anche avvalendosi della collaborazione di altri attori, pubblici e privati.

In America Latina già oggi quasi l’80% della popolazione vive in aree urbane; il ripensamento del modello di sviluppo richiede dunque anche una riorganizzazione della convivenza urbana in senso sostenibile e circolare. Enel e IILA intendono collaborare più intensamente e sistematicamente proprio per rispondere in maniera concreta a questa sfida ambientale e sociale.                                                     

Bmw Roma partner del Teatro dell’Opera di Roma per l’apertura della stagione 2020-2021

Un nuovo allestimento de “Il barbiere di Siviglia” apre la stagione 2020-21 dell’Opera di Roma con la direzione dell’orchestra di Daniele Gatti e la regia di Mario Martone. Lo spettacolo è realizzato dal Teatro dell’Opera in chiave anti-Covid: a porte chiuse, in assenza di pubblico ma con gli artisti in presenza

BMW Roma, filiale del BMW Group che offre i servizi di vendita e assistenza per i brand BMW, MINI e BMW Motorrad nella Capitale, sostiene il Teatro dell’Opera dal 2015 e non ha voluto far mancare il proprio supporto anche in una stagione complicata come quella che stiamo vivendo.

Il Teatro dell’Opera di Roma ha deciso di non fermarsi e di utilizzare una modalità inedita per l’allestimento de “Il barbiere di Siviglia”, mettendo in campo una produzione “cinematografica” e trasformando in un set il Teatro Costanzi, per uno spettacolo che sabato 5 dicembre verrà trasmesso da Rai Cultura su Rai 3 e tornerà in onda su Rai 5 a Capodanno. In questo modo l’opera saprà affascinare e sorprendere gli spettatori che la seguiranno in televisione, in attesa di poter tornare in sala e garantire il proprio applauso agli artisti del teatro.

“Sosteniamo con orgoglio il Teatro dell’Opera di Roma, portando nella nostra città l’impegno del Gruppo BMW a favore della cultura.” – ha dichiarato Gianluca Durante, Direttore Generale di BMW Roma – “Così come abbiamo adattato i nostri processi di vendita e assistenza, attivando soluzioni digitali per garantire la continuità, il massimo comfort e la sicurezza dei nostri clienti, siamo contenti che il Teatro abbia trovato il modo di trasmettere le emozioni degli spettacoli, anche senza la presenza fisica del pubblico.”

Mini, nuovi concept per i modelli elettrici John Cooper Works

Le nuove architetture dei veicoli offrono ulteriori possibilità per quanto riguarda il pianificato ampliamento della gamma di modelli MINI – Prestazioni di spicco con una trasmissione a zero emissioni affineranno il profilo iconico di John Cooper Works

L’evoluzione della gamma di modelli MINI è incentrata sullo sviluppo della mobilità elettrica e offre nuove opportunità per sperimentare il piacere di guida caratteristico del marchio – aprendo nuove possibilità anche per il brand John Cooper Works. Grazie alle future architetture dei veicoli MINI, le prestazioni estreme e il vero piacere di guida saranno disponibili con trazione completamente elettrica o con motore a combustione.

MINI ha già raggiunto ottimi risultati in termini di mobilità elettrica. La MINI Cooper SE Countryman ALL4 ibrida plug-in (consumo di carburante combinato: 2,0 – 1,7 l/100 km; consumo di energia combinato: 14,0 – 13,1 kWh/100 km; emissioni di CO2 combinate: 45 – 40 g/km) ha portato all’elettrificazione del 5% delle vendite totali del marchio. Dopo il lancio di successo della MINI Cooper SE completamente elettrica (consumo di carburante combinato: 0,0 l/100 km; consumo energetico combinato: 16,8 – 14,8 kWh/100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g/km), questa quota è raddoppiata raggiungendo il 10% in pochi mesi. Sulla base di questa esperienza e guardando al futuro tecnologico, MINI si sta ora preparando per il passo successivo, ovvero lo sviluppo dei modelli elettrici John Cooper Works.

“Con MINI Electric abbiamo dimostrato che è possibile combinare il piacere di guida tipico del marchio con la mobilità sostenibile”, afferma Bernd Körber, Head of MINI. “Ora è il momento di tradurre la passione per le prestazioni del brand John Cooper Works in elettro-mobilità. Ecco perché stiamo lavorando sullo sviluppo dei concept per i modelli elettrici John Cooper Works “.

L’attuale focus sulla progettazione di una MINI John Cooper Works elettrica dimostra il ruolo centrale che la mobilità elettrica occupa all’interno delle strategie future del marchio – l’obiettivo è una miscela unica di sostenibilità, prestazioni e passione. “I modelli John Cooper Works con motori a combustione convenzionali continueranno ad avere un ruolo importante, per essere sicuri di soddisfare i desideri e le esigenze degli appassionati di tutto il mondo”, afferma Bernd Körber. “Con questa nuova attenzione alle prestazioni elettriche, stiamo anche creando l’opportunità per affinare il profilo distintivo del marchio John Cooper Works come mai prima d’ora”.

Il consumo di carburante, i dati sulle emissioni di CO2 e il consumo di energia sono stati misurati utilizzando i metodi richiesti secondo il Regolamento VO (CE) 2007/715 e successive modifiche. Le cifre sono calcolate utilizzando un veicolo dotato di equipaggiamento di base in Germania, le gamme indicate tengono conto delle differenze nelle dimensioni di ruote e pneumatici selezionate, nonché degli equipaggiamenti opzionali. Possono cambiare durante la configurazione.

Le cifre sono già state calcolate sulla base del nuovo ciclo di prova WLTP e adattate al NEDC a scopo di confronto. In questi veicoli, per la valutazione delle tasse e di altri dazi relativi ai veicoli che sono (anche) basati sulle emissioni di CO2 possono essere richiesti dati diversi da quelli qui pubblicati.

Enel X a supporto della moda con l’Osservatorio per misurare e migliorare la circolarità del Made in Italy

Il progetto coinvolgerà circa 50 brand del settore tessile e abbigliamento italiano che verranno analizzati con l’obiettivo di creare un report di circolarità dell’intero ecosistema

L’impatto ambientale delle attività produttive e dei metodi di lavoro nell’intera value chain, i processi virtuosi di riciclo e riuso delle materie prime, l’utilizzo di energia rinnovabile, l’efficienza energetica e il trasporto elettrico. Sono alcuni dei parametri che verranno analizzati dall’”Osservatorio del mondo della moda Italia” creato da Enel X per misurare la circolarità del settore tessile-abbigliamento italiano e individuare le soluzioni migliori per colmare i gap. La sostenibilità di 50 brand del Made in Italy, tra i più importanti del panorama nazionale e internazionale, sarà al centro del report che Enel X realizzerà sui principali attori della filiera tessile nazionale.

“La Circular Economy rappresenta uno dei pilastri della sostenibilità – ha dichiarato Nicola Tagliafierro, Responsabile Sostenibilità di Enel X. “Il settore tessile italiano è da sempre considerato un fiore all’occhiello del Made in Italy e per questo motivo, attraverso l’Osservatorio della circolarità, abbiamo voluto mettere a disposizione di una delle filiere più importanti del Paese l’expertise di Enel X, offrendo strumenti di analisi avanzati per l’implementazione di comportamenti virtuosi che integrino i principi dell’Economia circolare nell’intera filiera con l’obiettivo di aumentarne la competitività a livello internazionale”.

Il Tessile-Abbigliamento è il terzo comparto manifatturiero per dimensioni, con 450mila addetti e più di 50mila aziende attive in tutto il territorio, ed è al centro di una trasformazione che guarda alla sostenibilità come leva competitiva attraverso un utilizzo più razionale e consapevole delle materie prime.

Le aziende coinvolte saranno analizzate sia sull’utilizzo dei prodotti, sia attraverso i processi produttivi con l’obiettivo di effettuare una prima analisi sullo “stato di maturità circolare”. Lo step successivo sarà quello dell’aggregazione dei dati, ed Enel X, d’accordo con le aziende, individuerà i KPI per la realizzazione del report in cui verrà evidenziato il rispetto dei principi della Circular economy da parte del settore moda, i punti di forza e di debolezza e una roadmap di miglioramento. L’Osservatorio infatti monitorerà negli anni, coinvolgendo sempre più attori, l’andamento degli eventuali gap di circolarità e i passi avanti fatti dalle aziende nell’avvicinarsi a un modello interamente sostenibile e circolare e rappresenterà un punto di riferimento per tutti gli altri settori industriali e per gli altri Paesi.

Intesa Sanpaolo, al via il primo corso per formare manager della cultura

Dall’esperienza del Progetto Cultura della Banca un corso per professionisti della gestione di patrimoni artistici e culturali di privati, istituzioni non profit e imprese

Intesa Sanpaolo avvia la prima edizione del corso executive in “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate” per favorire la crescita delle competenze dei professionisti che operano nel settore come elemento qualificante del sistema culturale italiano. Il corso, con il patrocinio del Mibact, nasce dall’esperienza acquisita da Intesa Sanpaolo negli anni con il Progetto Cultura, il programma della Banca che dal 2011 tutela, gestisce e valorizza le collezioni di Intesa Sanpaolo – oltre 30 mila opere di cui circa 3.500 di particolare pregio storico-artistico, le Gallerie d’Italia con i tre musei a Milano, Napoli e Vicenza e quello in prossima apertura a Torino, l’Archivio storico del Gruppo, il progetto Restituzioni.

Il progetto, unico in Italia, è realizzato da Intesa Sanpaolo con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione e Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e ideato con il contributo scientifico della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali; l’iniziativa aggiunge un tassello importante alle attività filantropiche realizzate in ambito culturale dalle fondazioni Cariplo e Compagnia San Paolo, che ogni anno mettono a disposizione ingenti risorse per progetti sul territorio per la valorizzazione e la promozione dei beni artistici e architettonici. Anche il miglioramento delle competenze di chi opera in questo ambito rientra tra gli obiettivi delle fondazioni, così come l’accesso a opportunità culturali, soprattutto nei confronti di quel pubblico e di quelle persone che di solito non hanno occasione o mezzi per avvicinarsi o fruirne.

Tra i temi trattati la tutela dei patrimoni di privati, istituzioni non profit e imprese, il contesto giuridico istituzionale in Italia e all’estero, la relazione pubblico-privato e le nuove forme di partnership, le prassi innovative di heritage management, il collection management in ambito privato e aziendale, la dimensione economico-finanziaria e contabile dei beni e delle attività culturali, le strategie di valorizzazione e di ampliamento della fruizione di patrimoni corporate e privati.

Il corso, sotto la regia organizzativa di Intesa Sanpaolo Formazione, è coordinato dal prof. Guido Guerzoni, docente dell’Università Bocconi. Le lezioni sono tenute da accademici di atenei italiani, professionisti, manager della cultura e d’impresa, direttori e funzionari museali, una faculty che comprova la stretta relazione tra il settore pubblico e il comparto privato quale leva fondamentale di sviluppo ed elemento qualificante per le politiche di tutela, gestione e valorizzazione dei beni culturali.

L’iniziativa è il primo passo di un più ampio progetto di formazione in via di definizione, Gallerie d’Italia Academy, un ulteriore impegno di Intesa Sanpaolo verso il mondo dell’arte e della cultura orientato alla costituzione di un bacino qualificato di professionisti specializzati in uno dei settori più attivi e caratterizzanti per il Paese.

Il corso si rivolge a laureati con esperienza lavorativa di almeno due anni, preferibilmente nella gestione di musei, archivi e patrimoni artistici di imprese e privati con l’obiettivo di accrescerne le competenze manageriali e le relazioni con il territorio. Dura sei mesi, da febbraio a luglio 2021, con 144 ore di lezione svolte in dodici sessioni (venerdì pomeriggio e sabato). Ha un approccio multidisciplinare e applicativo basato su analisi e sperimentazione di casi concreti e sullo scambio diretto tra docenti e partecipanti. Fino al perdurare dell’emergenza sanitaria, il corso sarà erogato in digitale tramite la piattaforma di e-learning della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, partner scientifico del corso. Eventuali incontri in presenza si terranno a Milano, presso le Gallerie d’Italia – Piazza Scala e a Torino, nella sede della Fondazione 1563. La didattica potrà essere integrata da visite studio di luoghi d’arte, istituzioni culturali, patrimoni aziendali e musei. Sono disponibili 8 borse di studio erogate da Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e dalla Fondazione Cariplo. È previsto inoltre il programma Gallerie d’Italia Fellowship che consente la partecipazione di 4 ulteriori candidati con meno di 32 anni, che abbiano conseguito un dottorato di ricerca o un diploma di specializzazione da non più di 18 mesi in discipline economiche, giuridiche e storico-artistiche legate ad arte e cultura non ancora inseriti nel mercato del lavoro.

Informazioni e costi sul sito www.intesasanpaoloformazione.it dove è possibile compilare la domanda di ammissione al corso distribuito da Intesa Sanpaolo Formazione a partire dal 1° dicembre.

Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia, dichiara: «L’impegno per la cura e la promozione dell’eccezionale patrimonio culturale della Banca ha ribadito l’importanza della formazione di competenze specifiche nella gestione delle collezioni d’arte e dei musei. L’iniziativa, risultato di un’attiva sinergia fra soggetti pubblici e privati, concretizza un’opportunità innovativa di crescita per giovani professionisti del settore, testimoniando la capacità del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo di generare valore anche sociale, in una prospettiva aggiornata sui temi e sulle sfide del presente».

«Abbiamo deciso di partecipare a questa importante iniziativa perché convinti che la formazione di tutti gli operatori del settore, inclusi i responsabili della gestione privata del patrimonio culturale, sia la garanzia per una sempre più efficace attuazione delle politiche pubbliche di tutela e valorizzazione». Dichiara così Alessandra Vittorini, direttore della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali, istituto internazionale di alta formazione e ricerca, nato nel 2016 per volontà del MIBACT come struttura operativa a sostegno delle politiche di innovazione e qualificazione dei professionisti del patrimonio culturale. «Per questo», prosegue Vittorini, «abbiamo studiato, insieme ad Intesa Sanpaolo, un programma formativo capace di creare nei partecipanti quel linguaggio comune innovativo e consapevole che siamo convinti genererà effetti positivi per l’intero sistema del patrimonio».

52 Nissan LEAF in dotazione all’Arma dei Carabinieri

52 Nissan LEAF entrano nell’autoparco dell’Arma dei Carabinieri che impiegherà i veicoli 100% elettrici per le esigenze dei reparti preposti alla tutela dei Parchi Nazionali e della Biodiversità nelle Riserve Naturali Statali. Si tratta di un progetto che ha avuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in linea con il piano di decarbonizzazione nazionale e di sostenibilità dell’ambiente.

Nissan è pioniere e leader mondiale nel mercato di massa dei veicoli 100% elettrici con LEAF, che quest’anno celebra il suo decimo anniversario dal lancio. Oltre 500.000 unità prodotte a livello mondiale e 14,8 miliardi di chilometri percorsi a zero emissioni, con oltre 2,4 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate all’ambiente.

Marco Toro, Presidente e Amministratore Delegato di Nissan Italia ha commentato: “Sono orgoglioso che Nissan LEAF, la nostra icona della mobilità sostenibile, sia a supporto dell’Arma dei Carabinieri e che affianchi lo svolgimento delle loro attività in aree di grande valore naturalistico. È la vettura ideale per gli spostamenti urbani ed extraurbani, in virtù della sua capacità di percorrere fino a 400 km con una singola ricarica, offre brillanti prestazioni di guida e comfort a zero emissioni”.

Nissan LEAF è il veicolo elettrico è l’icona della Nissan Intelligent Mobility, la roadmap strategica che ridefinisce l’offerta di prodotti e servizi energetici e rappresenta l’evoluzione della tecnologia applicata alla mobilità, perché attraverso avanzati sistemi di assistenza alla guida, come l’e-Pedal, ProPILOT Park e ProPILOT, si può guidare con un solo pedale, parcheggia in maniera autonoma assumendo il controllo dello sterzo, dell’acceleratore e del freno e consente di guidare in autostrada in autonomia su singola corsia.

Nissan offre anche un programma di servizi per i propri clienti chiamato EV Care volto a far conoscere i benefici della mobilità elettricaconla prova gratuita della vettura per 48 ore e l’istallazione della wall box domestica.

L’impegno Nissan per la sostenibilità ambientale si amplia grazie al piano di elettrificazione della propria gamma, che prevede, a livello globale entro il 2023, l’introduzione di 8 nuovi modelli 100% elettrici e oltre 1 milione di veicoli elettrici ed elettrificati venduti all’anno.

Il Black Friday di Ikea diventa green. Al via la campagna per dare nuova vita ai mobili usati

Al via la campagna #GreenFriday, il Black Friday alternativo di IKEA che invita i clienti a “rivendere” i propri mobili IKEA usati per dare loro una seconda vita. Un servizio già attivo in IKEA da 8 anni e che, nella settimana del Black Friday, vuole essere ancora più conveniente per i soci IKEA Family, promuovendo un circolo virtuoso in favore dell’ambiente. L’iniziativa nasce infatti dall’impegno dell’azienda a diventare un business circolare e avere un impatto positivo sul clima entro il 2030*, termine entro il quale tutti i prodotti IKEA saranno realizzati con materiali rinnovabili o riciclati.

I clienti che desiderano “vendere” i propri mobili IKEA usati potranno consultare la pagina del sito dedicata, effettuare una pre-valutazione grazie al tool online e prenotare il proprio ingresso in negozio per la consegna del mobile nel giorno e nella fascia oraria desiderata, compatibilmente con le aperture dei punti vendita nelle varie regioni**. Per i soci IKEA Family che effettueranno la valutazione dal 27 novembre al 6 dicembre, il valore della valutazione sarà maggiorato di un ulteriore 50% rispetto a quella originale e avranno la possibilità di riportare il proprio mobile in negozio fino al 28 febbraio 2021, insieme alla pre-valutazione ricevuta.

Chi consegna a IKEA i propri mobili usati riceverà una Carta Reso IKEA da spendere in negozio, che avrà una validità di 2 anni dal momento del rilascio, offrendo ad ogni cliente la possibilità di utilizzarla solo dopo aver valutato accuratamente le proprie reali esigenze di acquisto.

La campagna attivata da IKEA per il Green Friday si lega al servizio “Riporta e Rivendi”, che da 8 anni aiuta le persone a prolungare la vita dei loro prodotti IKEA: a fronte del ritiro dell’usato IKEA, i clienti ricevono una Carta Reso valida 2 anni dall’emissione. È possibile usufuire del servizio tutto l’anno, visitando la pagina del sito dedicata.

Con queste iniziative, IKEA vuole invitare la maggioranza delle persone a vivere una vita più sostenibile in casa, promuovendo un consumo sempre più consapevole, sia per il pianeta che per il portafoglio dei consumatori. La possibilità di far vivere i propri mobili in altre case è infatti un vantaggio sia per chi li rivende che per chi li acquista, e alimenta un circolo virtuoso al quale tutti possono contribuire.

WellMAKERS, da BNP Paribas un “ecosistema” per un welfare aziendale sostenibile

Attraverso una piattaforma digitale, WellMAKERS mette a disposizione delle imprese e dei loro collaboratori oltre 400 servizi e soluzioni, frutto del contributo delle Società del Gruppo in Italia e di partner

WellMAKERS è il nuovo ecosistema welfare e sostenibilità del Gruppo BNP Paribas in Italia dedicato alle aziende e al benessere dei loro dipendenti.
Un modello distintivo sul mercato che offre prodotti e servizi vantaggiosi per i dipendenti e utili per l’azienda, per costruire insieme un futuro sostenibile.

In periodi come quello che stiamo vivendo è indispensabile, per il datore di lavoro, supportare il benessere e la serenità dei propri dipendenti con tutti gli strumenti a disposizione. In questo contesto il welfare, oltre ad avere vantaggi fiscali, rappresenta un importante strumento con cui sostenere il reddito dei lavoratori e migliorarne le condizioni di vita.

BNP Paribas mette a disposizione l’esperienza delle Società del Gruppo in Italia e dei suoi partner perché l’azienda possa servire al meglio il proprio dipendente. Grazie ad Arval, BNL, BNP Paribas Cardif, Cargeas e Findomestic, WellMAKERS è un ecosistema completo dove trovare soluzioni per il benessere delle famiglie con un’attenzione alla sostenibilità.

Terna, dai giovani studenti nuove idee per la rete elettrica del futuro

02/11/2011 Roma, nella foto l’edificio che ospita la direzione generale di Terna, Rete Elettrica Nazionale S.p.A.

Premiato il progetto di Coatings per il rinnovamento delle linee aeree, vincitore dell’Hackathon ‘Sustainable Materials’ organizzato da TERNA in collaborazione con UniSMART

Ridurre gli inquinanti attraverso l’uso di biossido di titanio e aumentare la resilienza tramite un rivestimento innovativo con nanoparticelle mirato principalmente a prevenire la formazione del ghiaccio (“manicotti”) sulle reti elettriche: queste le idee vincitrici dell’Hackathon ‘Sustainable Materials’ presentate dalla squadra DC/AC con l’obiettivo di rinnovare le infrastrutture aeree per la trasmissione nazionale dell’energia elettrica verso nuovi standard di sostenibilità.

Con la partecipazione di oltre 25 iscritti si è ieri concluso il contest di idee innovative di Terna, il più grande operatore indipendente europeo di trasmissione dell’energia elettrica, organizzato in collaborazione con UniSMART, Fondazione Università degli Studi di Padova, che ha coinvolto studenti universitari, ricercatori e dottorandi dei corsi di laurea STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) del prestigioso ateneo veneto.

L’iniziativa rientra nel filone delle attività di Open Innovation di Terna che contribuiscono alla generazione di idee e alla diffusione della cultura dell’innovazione. Due elementi imprescindibili per abilitare la transizione energetica a beneficio di tutto il sistema che assumeranno in Terna un ruolo ancor più centrale nei prossimi 5 anni. Dei complessivi 8,9 miliardi di euro di investimenti previsti dal Piano 2021-2025, 900 milioni saranno dedicati, infatti, all’innovazione attraverso lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e digitali che possano dare un contributo in prospettiva importante alla transizione energetica di cui Terna è regista.

La sfida per gli studenti dell’Università degli Studi di Padova si è focalizzata sull’ideazione e lo sviluppo di soluzioni e servizi innovativi nell’ambito degli Advanced Materials, materiali dalle proprietà o prestazioni “superiori” seguendo i principi della sostenibilità declinata sia dal punto di vista industriale ed economico che ambientale. Alto profilo tecnologico e attinenza all’economia circolare: queste le prerogative richieste per tutte le idee proposte il cui utilizzo sia in linea con uno o più SDGs (Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite) che per Terna rappresentano un riferimento valoriale nella realizzazione delle sue attività, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo dell’infrastruttura equilibrato e sostenibile. I partecipanti, infatti, si sono messi alla prova per individuare approcci e applicazioni per una progressiva trasformazione in ottica sostenibile delle infrastrutture elettriche.

Il team vincitore, selezionato da una giuria di esperti di Terna e della Fondazione UniSMART, riceverà un premio di 3.500 euro, con la possibilità di attivare una collaborazione con Terna per sviluppare le idee proposte. Oggi verrà dedicata, inoltre, a tutti i team una giornata di formazione online durante la quale la struttura Risorse Umane di Terna fornirà gli elementi chiave per gestire al meglio un colloquio di selezione, coinvolgendo i partecipanti attraverso esercitazioni pratiche.

Due nuovi fondi infrastrutturali green per Generali Global Infrastructure

Disegnare un futuro sostenibile e resiliente per il Vecchio continente. E’ con questo spirito che Generali Global Infrastructure (GGI), boutique focalizzata sul debito infrastrutturale e parte della strategia multi-boutique nell’asset management del Gruppo Generali, ha lanciato due fondi infrastrutturali a supporto della ripresa europea. «Gli asset infrastrutturali sono riconosciuti come strategici nel definire un percorso di ripresa sostenibile e resiliente per l’Europa e un mondo più green, digitale e incentrato sulla società», hanno spiegato dalla società. I fondi intendono sostenere la ripresa delle economie europee dagli impatti negativi del Covid-19 attraverso investimenti sostenibili e resilienti in infrastrutture, ed offrono un’allocation flessibile tra investimenti in debito ed equity.

I due fondi – ciascuno con un target di raccolta tra 400 milioni e 700 milioni di euro – sono stati lanciati a ottobre 2020 con un investimento iniziale del Gruppo Generali pari a 290 milioni di euro, 145 milioni per ciascun fondo. Le strategie di investimento dei due fondi sono disponibili anche per investitori istituzionali esterni al Gruppo Generali, alla ricerca di investimenti che possano generare un impatto positivo ed offrire rendimenti interessanti e stabili.

«Il team di investimento di GGI seleziona investimenti brownfield e greenfield che ritiene presentino una distintiva capacità di contribuire alla ripresa economica europea ed agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite», hanno fatto sapere da Generali. Un fondo sarà incentrato su transizione energetica, ambiente e mobilità green; il secondo, su transizione digitale e infrastrutture sociali. Le aree geografiche e i settori target offrono una gamma molto ampia di opportunità di investimento, consentendo a GGI di costruire portafogli diversificati e con un approccio altamente selettivo, che permette di generare performance dal punto di vista finanziario ed extra-finanziario. «Il Green Deal Europeo implica un rinnovato sforzo per accelerare la transizione ambientale e sociale, generando impatti positivi di lungo termine sulla vita dei cittadini e delle imprese in Europa», ha sottolineato Timothy Ryan, CEO di Generali Asset Management. «Il contributo delle infrastrutture sarà strategico in questo piano di sviluppo, determinando rilevanti benefici sociali ed economici alla società. I nuovi fondi di GGI confermano l’attenzione centrale del nostro Gruppo agli investimenti sostenibili, indirizzando il capitale verso progetti di elevata qualità e ad impatto positivo».

Il settore delle infrastrutture ha generato globalmente 657 miliardi di dollari di investimenti nel 2019 in operazioni di debito ed equity, offrendo un’ampia varietà di opportunità di investimento privato in tutti gli strumenti, settori e aree geografiche. In questo scenario, l’Europa ha confermato la sua posizione di leadership con circa 222 miliardi di progetti nel 2019. «La crisi attuale rappresenta un’opportunità per i governi di accelerare investimenti ambiziosi verso la transizione energetica e sociale, indirizzando i capitali nel rendere le nostre economie e società più resilienti», ha concluso Philippe Benaroya, CEO di Generali Global Infrastructure. «L’infrastruttura è una consolidata asset class anticiclica, una delle poche in grado di unire capitale pubblico e privato verso il raggiungimento di impatti finanziari ed extra finanziari positivi a lungo termine. Questa asset class è un tema chiave per gli investitori alla ricerca di investimenti resilienti che offrono un rendimento significativo nello scenario di tassi bassi».

Bmw partner del master in Terapia Ricreativa con Dynamo Camp e Università Vita-Salute San Raffaele

Al via il secondo ciclo del Master di I livello in Terapia Ricreativa, nato nel 2018 dalla collaborazione tra l’Università Vita-Salute San Raffaele, Dynamo Camp Onlus e Dynamo Academy, con lo scopo di formare a livello accademico operatori delle professioni sanitarie che realizzino percorsi di Terapia Ricreativa. 

Il progetto è realizzato anche grazie al contributo non condizionante di BMW Italia partner di Dynamo Academy nello sviluppo di progetti innovativi dal 2013 all’interno della strategia di Corporate Social Responsibility SpecialMente.

Il Master è il primo Master Europeo in Terapia Ricreativa a fronte di numerosi corsi dello stesso livello ed anche di laurea presenti negli Stati Uniti d’America. Coinvolge docenti delle tre facoltà di Medicina e Chirurgia, Psicologia, Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e della Temple University di Philadelphia, quindi con vocazione di multidisciplinarietà e internazionalizzazione.

In aula per la seconda edizione ci sono 12 partecipanti, con background personali e lavorativi differenziati, all’interno del mondo delle professioni sanitarie, tra cui psicologi, infermieri, educatori, terapisti della riabilitazione. 

Si tratta di professionisti che nel proprio lavoro operano a beneficio di persone in situazioni di disagio sociale, disabilità, fragilità permanente o temporanea, operando nella sfera clinica e socioeducativa del soggetto preso in carico.

Il Master inizia oggi presso Università Vita Salute, in modalità digitale, e si sviluppa in un percorso di studio che alterna parti in aula e parti in digitale, e comprende una parte presso il Campus di Dynamo Academy per conoscere dal vivo il lavoro di Dynamo Camp.

La Terapia Ricreativa nata negli Stati Uniti, sviluppata negli anni dai Camp fondati da Paul Newman, e approdata in Italia grazie a Dynamo Camp nel 2007, costituisce un’esperienza migliorativa della qualità di vita per migliaia di ragazzi con patologie gravi o croniche, coinvolti ogni anno, a livello psicologico, motorio e di slancio vitale. Proprio a Dynamo Camp, l’esperienza della Terapia Ricreativa è stata ampliata nel 2020, offerta a nuovi beneficiari in condizioni di fragilità e disagio sociale: minori ospiti di case-famiglia, nuclei mamma-bambino che vivono in comunità protette, adulti con disabilità gravi ospiti di Residenze Sanitarie per Disabili.

L’evidenza dei risultati e l’ambizione di migliorare le capacità degli operatori sono divenute, attraverso Dynamo Academy, la motivazione della collaborazione con UniSr, anche nella prospettiva di impieghi sul miglioramento della qualità della vita in situazioni che non riguardino solo i ragazzi, ma anche le loro famiglie e il carico emotivo degli operatori.

I docenti che hanno strutturato la  faculty e coordinano i diversi moduli di insegnamento e le attività pratiche sono:  Il Prof. Alessandro Aiuti, Il Prof. Massimo Filippi e  Il Prof. Roberto Cavallaro, della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita Salute San Raffaele,  Il Prof. Roberto Mordacci della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele, La Prof.ssa Anna Ogliari della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita Salute San Raffaele e la Prof.ssa Alexis McKenney della Temple University di Philadelphia.

Presenteranno la Seconda Edizione il professor Roberto Cavallaro, Direttore del Master, Serena Porcari, CEO di Dynamo Academy e Presidente di Dynamo Camp Onlus, la Professoressa Anna Ogliari, professore di Psicologia Clinica, e Delegato Rettorale alla Disabilità e Pari Opportunitàdi UniSR.


Il progetto SpecialMente ha già raggiunto 1,3 milioni di persone

Il progetto SpecialMente di BMW Italia, nato ufficialmente nel 2013 ma che include attività iniziate nei primi anni del 2000, è perfettamente integrato con la strategia di sostenibilità dell’headquarter di Monaco di Baviera, che ha obiettivi strategici che riguardano le aree dei prodotti e dei servizi, della produzione e della creazione di valore per i dipendenti e la società, coerentemente con i principi stabiliti dai 17 “Sustainable Development Goals” promossi dalle Nazioni Unite.

SpecialMente si basa su 5 pilastri: cultura, intercultura, inclusione sociale, sicurezza stradale e sostenibilità. Per ognuno di questi aspetti, sono molteplici le iniziative realizzate nel corso degli anni. Le attività del progetto vengono raccolte nel sito specialmente.bmw.it, che ospita i racconti degli eventi e dei protagonisti delle attività di responsabilità sociale del BMW Group.

Grazie al coinvolgimento diretto nelle attività di CSR e alla comunicazione attraverso il sito e i canali social, con un mix di contenuti digitali on-line e “reali” on-land, il programma SpecialMente è stato in grado, alla fine del 2020, di raggiungere il prestigioso traguardo di 1,3 milioni di persone.

Terna si illumina di rosso contro la violenza sulle donne

La società è inclusa tra le aziende leader del Bloomberg Gender Equality Index (GEI): indice che misura l’assenza di svantaggi per le donne o significative disparità di genere

Terna s’illumina di rosso in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Le sedi principali di via Galbani a Roma, dal tramonto del 25 novembre fino all’alba del giorno dopo, saranno avvolte da fasci luminosi e sulle facciate dei palazzi verrà proiettata la scritta “Terna contro ogni forma di violenza, abuso e discriminazione”.

Il gestore della rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione sceglie così di sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani, e accoglie l’invito lanciato a livello mondiale dall’Onu che nel 1999 ha designato il 25 novembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Leader tra le aziende incluse nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI), indice internazionale che misura le performance aziendali sui temi della parità di genere, Terna monitora costantemente i principali indicatori di gender equality suggeriti dagli standard GRI-Global Reporting Initiative insieme a una serie di parametri gestionali, per certificare la parità di trattamento tra uomini e donne, confermando quanto sancito dal Codice Etico del Gruppo, ovvero l’assenza di svantaggi per le donne o disparità significative.

Maltempo, da Intesa Sanpaolo 25 milioni di euro per famiglie e imprese di Crotone

Intesa Sanpaolo, al fine di rispondere nel più breve tempo possibile alla situazione di emergenza venutasi a creare nella città di Crotone e nella sua provincia, ha stanziato un plafond di 25 milioni di euro a sostegno delle famiglie e delle imprese che hanno subito danni a seguito dell’eccezionale maltempo.

In particolare, il plafond è destinato alle famiglie, alle imprese, ai piccoli artigiani e commercianti che hanno subito danni, dando loro un sostegno finanziario per consentire l’accesso a nuovi finanziamenti a condizioni agevolate. Inoltre, Intesa Sanpaolo prevede la possibilità di richiedere la sospensione per 12 mesi delle rate dei finanziamenti in essere per famiglie e imprese, residenti nelle zone colpite dal maltempo.

Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le proprie filiali sul territorio per fornire prontamente informazioni ed assistenza.

Intesa Sanpaolo, riaffermando la vicinanza ai territori in cui opera e l’attenzione verso le necessità delle popolazioni – dichiara Giuseppe Nargi, Direttore Regionale di Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo– si è attivata subito in soccorso di tutte le realtà che stanno subendo danni per il maltempo, stanziando immediatamente un consistente intervento finanziario per tutta la provincia di Crotone. Una prima e rapida risposta per rendere possibile alle imprese di proseguire nella loro attività e alle famiglie di affrontare questa situazione di emergenza”.

Bmw Group prepara la rete di produzione delle auto del futuro

La società sta accelerando il passaggio all’elettromobilità e rafforzando la sua rete globale per la produzione di veicoli elettrificati. L’azienda sta investendo 400 milioni di euro in un nuovo impianto di assemblaggio veicoli nello stabilimento principale di Monaco e sta concentrando le sue attività di produzione europea di motori a combustione interna nelle sedi di Steyr e Hams Hall

Il BMW Group sta accelerando il passaggio all’elettromobilità e rafforzando la sua rete globale per la produzione di veicoli elettrificati. L’azienda sta investendo 400 milioni di euro in un nuovo impianto di assemblaggio veicoli nello stabilimento principale di Monaco e sta concentrando le sue attività di produzione europea di motori a combustione interna nelle sedi di Steyr e Hams Hall. “Stiamo implementando sistematicamente la nostra strategia di elettrificazione. Entro la fine del 2022, ciascuno dei nostri stabilimenti tedeschi produrrà almeno un veicolo completamente elettrico”, secondo Milan Nedeljković, membro del Consiglio di Amministrazione di BMW AG responsabile della produzione.

Il BMW Group dispone di uno dei sistemi di produzione più flessibili dell’industria automobilistica al mondo. “Siamo in grado di produrre sia veicoli con motori a combustione che con propulsori elettrici su un’unica linea e rispondere in modo flessibile alle richieste dei clienti”, ha affermato Nedeljković: “Questo è un fattore di successo cruciale”. Nedeljković è responsabile della divisione produzione da poco più di un anno. “Durante la crisi del Covid-19, abbiamo dimostrato di essere in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente a sviluppi di mercato anche molto volatili e, allo stesso tempo, di migliorare in modo permanente la nostra struttura dei costi”, ha sottolineato il responsabile della produzione. “I progressi compiuti quest’anno ridurranno i nostri costi fissi di circa mezzo miliardo di euro entro la fine del prossimo anno.”

Costruzione di un nuovo impianto di assemblaggio veicoli nello stabilimento di Monaco

Il BMW Group sta sistematicamente orientando il suo stabilimento principale a Monaco verso il futuro. A seguito dell’ampliamento del reparto carrozzeria e della costruzione di una nuova officina di verniciatura efficiente sotto il profilo delle risorse tra il 2016 e il 2018, l’azienda investirà circa 400 milioni di euro in un nuovo impianto di assemblaggio veicoli da qui al 2026. “Stiamo sviluppando continuamente lo stabilimento di Monaco verso l’elettromobilità e creando strutture di produzione efficienti e competitive per questo scopo”, ha spiegato Nedeljković. “Questa decisione segnala il nostro forte impegno per la sede di Monaco.”

Manfred Schoch, Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza e Presidente del Comitato Aziendale Europeo e Generale di BMW AG: “La decisione di costruire un nuovo impianto di assemblaggio nel nostro stabilimento di Monaco di quasi 100 anni mostra che la trasformazione può garantire, e persino creare, lavori industriali nel cuore della città, se affrontati strategicamente e con coraggio. Questa decisione fornisce un modello per una trasformazione di successo nell’industria tedesca”.

Il futuro impianto di assemblaggio e i suoi processi di produzione saranno progettati per una nuova architettura a cluster orientata ai sistemi di trasmissione elettrici. Nedeljković: “Questa architettura sarà in uso dalla metà del decennio. Si svilupperà per la prima volta nel nostro futuro stabilimento di Debrecen, in Ungheria, prima di essere implementata nella nostra rete di produzione globale in più fasi”.

Il nuovo impianto di assemblaggio a Monaco sarà costruito nel sito attualmente utilizzato per la produzione di motori. I motori a combustione con quattro, sei, otto e 12 cilindri saranno prodotti negli stabilimenti dell’azienda a Steyr in Austria e in futuro ad Hams Hall nel Regno Unito. “Ristrutturare la nostra rete di produzione di motori è una mossa strategica orientata al futuro. Stiamo anche aumentando la nostra efficienza e ottimizzando il nostro utilizzo della capacità “, ha spiegato Nedeljković.

La produzione dei motori sarà trasferita da Monaco gradualmente entro il 2024

I dipendenti continueranno a lavorare in diverse aree di pianificazione e produzione presso la sede di Monaco o altri siti in Baviera. Nel solo centro di competenza per la produzione di motori elettrici a Dingolfing, la società aumenterà il numero dei dipendenti da 1.000 a 2.000. “La trasformazione dei nostri stabilimenti e la garanzia di posti di lavoro futuri vanno di pari passo”, ha sottolineato Ilka Horstmeier, membro del Consiglio di Amministrazione di BMW AG responsabile delle Risorse Umane, riguardo ai prossimi cambiamenti strutturali nella produzione di motori. “Qui a Monaco, dimostreremo ancora una volta che la forza lavoro BMW può gestire il cambiamento. I nostri dipendenti riceveranno un supporto e una formazione intensivi durante questo processo. ” Più di 50.000 persone al BMW Group sono già state formate per l’elettromobilità dal 2009.

Trasformazione verso l’elettromobilità

Il riallineamento della rete di produzione si basa su tre priorità: trasformazione verso l’elettromobilità e digitalizzazione; efficienza dei processi e delle strutture; e sostenibilità nella produzione e nella logistica. Continua l’espansione dell’elettromobilità nella rete di produzione. Anche il nostro stabilimento cinese di Dadong ha iniziato quest’anno a produrre la BMW iX3*. “Entro la fine del 2022, tutti gli stabilimenti tedeschi avranno almeno un veicolo completamente elettrico nel loro programma”, ha sottolineato Nedeljković. Dal prossimo anno, la BMW i4 e la BMW iX * usciranno dalle linee di produzione rispettivamente a Monaco e Dingolfing. Anche le varianti completamente elettriche della nuova BMW Serie 7 e della futura BMW Serie 5 sono pronte a partire a Dingolfing. Lo stabilimento di Regensburg inizierà anche la produzione della nuova BMW X1 nel 2022, che sarà disponibile sia con un motore a combustione che con una trasmissione completamente elettrica. Dal 2023, lo stabilimento del BMW Group di Lipsia, che ha costruito l’iconica auto elettrica BMW i3 * dal 2013, produrrà il successore della MINI Countryman, con un motore a combustione e come variante completamente elettrica.

Allo stesso tempo, il BMW Group sta espandendo la sua capacità di produrre sistemi di trasmissione elettrici. L’azienda sta investendo in apparecchiature di produzione per e-drive altamente integrati e batterie ad alta tensione presso il Competence Center for E-Drive Production di Dingolfing. Anche le sedi di Lipsia e Regensburg stanno attualmente allestendo attrezzature per la produzione di moduli batteria e batterie ad alta tensione a partire dal 2021. Parallelamente, l’azienda sta anche aumentando la capacità di produzione di alloggiamenti per e-drive presso lo stabilimento di Steyr.

“L’allocazione della capacità in questo modo pone un’enfasi deliberata sulla flessibilità dei nostri impianti e li rende più efficienti e competitivi. Anche gli accordi a lungo termine con i rappresentanti dei dipendenti giocano un ruolo importante in questo”, ha aggiunto Nedeljković.

Sostenibilità nella produzione

Il BMW Group ha ridotto del 50 percento il consumo di risorse e le emissioni di CO2 nella produzione di veicoli dal 2006, che è molto di più rispetto ad altri produttori europei. La quantità di CO2 generata per veicolo sarà ridotta di un altro 40% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2025 e dell’80% entro il 2030. “La sostenibilità è un aspetto fondamentale della produzione moderna”, ha sottolineato Milan Nedeljković, aggiungendo: “Entro la fine di quest’anno, i nostri stabilimenti in tutto il mondo otterranno la loro elettricità esclusivamente, al 100%, da fonti energetiche rinnovabili”. Per fare ciò, trarranno vantaggio dalle migliori opzioni in ogni località: dall’energia solare a Oxford, in Messico e in Cina, al biogas in Sud Africa, all’energia eolica a Lipsia.

Oltre all’utilizzo di energie rinnovabili, il consumo di acqua, solventi, gas ed elettricità sarà parallelamente ulteriormente ridotto. Ad esempio, l’azienda utilizza l’analisi dei dati per ridurre al minimo il consumo energetico delle macchine. Anche la quantità di rifiuti per veicolo è in continua diminuzione, rendendo il BMW Group uno dei produttori automobilistici più sostenibili al mondo. Lo sottolinea la posizione del BMW Group come leader di settore nella categoria “Automobili” del Dow Jones Sustainability Indices World and Europe, annunciata pochi giorni fa.

BMW partner del Teatro alla Scala di Milano per lo speciale Concerto del 7 dicembre

Dal 2005 BMW è “Partner Ufficiale della Serata Inaugurale” del Teatro alla Scala di Milano

Niente pubblico in sala il 7 dicembre 2020. Nonostante questo, il Teatro alla Scala di Milano annuncia che “quest’anno saremo tutti in prima fila” per uno speciale Concerto che verrà trasmesso in diretta televisiva su RAI1 dalle ore 18. Non poteva mancare BMW Italia, in veste di “Partner ufficiale”, così come dal 2005 lo è per la serata che tradizionalmente inaugura la stagione lirica.

L’appuntamento è per le ore 18 di lunedì 7 dicembre, con un Concerto con Coro e Orchestra e grandi voci. Nel corso della serata, la cui regia sarà affidata a Davide Livermore, ci saranno anche alcuni momenti di balletto con passi a due eseguiti dai ballerini del Corpo di Ballo e con la partecipazione di Roberto Bolle. La serata verrà trasmessa in diretta in Italia dai canali RAI (diretta su RAI1), in Europa e nel resto del mondo dai partner di RAI.

In una stagione in cui è necessario rinunciare alla fruizione di molti eventi e spettacoli dal vivo, anche il Teatro alla Scala ha dovuto rompere con la tradizione e modificare il calendario degli spettacoli in programma. Non ha però voluto far mancare del tutto agli appassionati la possibilità di godere delle emozioni che solo il palcoscenico del teatro sa regalare.

“In tutti i settori quest’anno abbiamo dovuto affidarci al digitale per sopperire all’impossibilità di incontrarsi di persona – ha spiegato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e A.D. di BMW Italia – e abbiamo applicato questo paradigma a diversi aspetti della nostra routine, dalla vita lavorativa a quella privata. In questo senso era per noi naturale confermare il nostro impegno e la nostra partnership con il Teatro alla Scala di Milano, che rappresenta una delle grandi eccellenze italiane nel mondo e uno dei pilastri del nostro programma di responsabilità sociale d’impresa, anche in un’occasione così diversa da quelle a cui eravamo abituati negli anni passati”.

“Del resto – ha poi proseguito di Silvestre – anche noi come BMW Group abbiamo recentemente lanciato un formato digitale per il recente #NEXTGen, (il nostro evento di lancio di nuovi prodotti e innovazioni) che ha permesso a tutti i clienti e appassionati dei brand del gruppo di scoprire nuovi modelli e osservare da “dietro le quinte” le tecnologie che ci stanno portando verso la mobilità sostenibile del futuro. Una “prima” digitale che ha portato milioni di persone nel mondo di domani”.

È possibile scoprire #NEXTGen 2020 su www.bmw.com/nextgen.

BMW Group Italia e il Teatro alla Scala di Milano

BMW Italia è partner del Teatro alla Scala dal 2002 in qualità di «Fornitore Ufficiale» e dal 2005 nella veste di «Partner Ufficiale della Serata Inaugurale». Dal 2016, in occasione del centenario del BMW Group e dei 50 anni di presenza nel nostro Paese, la filiale italiana è diventata «Fondatore Sostenitore» del Teatro alla Scala di Milano.

Tante le iniziative realizzate insieme nel corso degli anni, ad esempio per il lancio di nuovi prodotti, come le ultime tre generazioni della BMW Serie 7 e nel 2013 della BMW i3, la prima vettura elettrica del BMW Group.

A partire dalla prima edizione del 2014 la filiale italiana del BMW Group supporta il progetto «Grandi Opere per Piccoli», che mira a formare nuove generazioni di pubblico per l’opera e i concerti e ha già portato nella sala del Piermarini 200 mila giovanissimi ascoltatori, che hanno potuto apprezzare i grandi titoli del repertorio operistico ridotti a dimensioni temporali e adattati a strutture drammaturgiche a misura di bambino.

BMW Italia e la Cultura

La promozione di attività culturali – insieme a dialogo interculturale, inclusione sociale, sicurezza stradale e sostenibilità – è uno dei pilastri di SpecialMente, il programma integrato di responsabilità sociale d’impresa di BMW Group Italia, filiale nazionale dell’azienda leader nel settore automotive e presente in 140 Paesi in tutto il mondo, che ha saputo trasformare il proprio impegno nella sostenibilità in creazione di valore a lungo termine per tutti gli stakeholder. I dettagli sulle attività di CSR di BMW Italia si trovano sul sito www.specialmente.bmw.it.

BMW è attiva nella promozione di attività culturali tra le più rilevanti del nostro Paese, coerentemente con quanto avviene a livello internazionale, dove il BMW Group in 50 anni ha partecipato a oltre 100 iniziative di riferimento per la cultura internazionale in tutto il mondo. Le collaborazioni con il Teatro alla Scala, La Milanesiana e La Triennale a Milano, il Teatro dell’Opera e il MAXXI a Roma testimoniano i valori e l’impegno dell’azienda nel tessuto del Paese.

Hyundai e INEOS collaboreranno per il progresso dell’economia ad H2

Le due aziende lavoreranno insieme anche per valutare l’utilizzo del sistema fuel cell di Hyundai sul veicolo INEOS Grenadier

Hyundai e INEOS hanno annunciato la firma di un memorandum d’intesa con l’obiettivo di esplorare nuove opportunità per accelerare l’economia a idrogeno globale.

Hyundai e INEOS ricercheranno insieme le opportunità per la produzione e la fornitura di idrogeno, oltre alla diffusione del suo impiego e delle sue tecnologie a livello mondiale. Inizialmente, entrambe le aziende cercheranno di facilitare i progetti nel settore pubblico e privato, dedicati allo sviluppo di una filiera a idrogeno in Europa.

L’accordo include anche la valutazione del sistema fuel cell di Hyundai per l’utilizzo sul fuoristrada 4×4 INEOS Grenadier, annunciato recentemente. Questa cooperazione rappresenta un passo importante negli sforzi di INEOS per diversificare la scelta di powertrain fin dall’inizio.

Il sistema modulare fuel cell di Hyundai, che verrà utilizzato su veicoli di prova, ha già dimostrato di essere affidabile ed efficiente su Hyundai NEXO. Il primo SUV al mondo alimentato a idrogeno è dotato della più lunga autonomia di guida tra i veicoli FCEV sul mercato. Hyundai è uno dei brand leader nel settore della tecnologia delle celle a combustibile, e ha dato il via alla prima produzione in serie al mondo di veicoli a idrogeno già nel 2013.

INEOS ha recentemente lanciato un nuovo business volto allo sviluppo e all’incremento della capacità per l’idrogeno pulito in tutta Europa, a sostegno dell’evoluzione verso un futuro a zero emissioni. Attualmente, l’azienda produce 300.000 tonnellate di idrogeno all’anno, principalmente come sottoprodotto proveniente dalla sua attività di produzione chimica.

INEOS ha recentemente lanciato una nuova attività per sviluppare e costruire capacità di idrogeno pulito in tutta Europa a sostegno della spinta verso un futuro a zero emissioni di carbonio. L’azienda attualmente produce 300.000 tonnellate di idrogeno all’anno principalmente come sottoprodotto delle sue operazioni di produzione chimica.

Attraverso la propria controllata INOVYN, INEOS è il più grande operatore esistente in Europa nel campo dell’elettrolisi, la tecnologia che utilizza l’energia rinnovabile per generare idrogeno destinato alla produzione di energia, al trasporto e all’industria. La sua esperienza nello stoccaggio e nella gestione dell’idrogeno, combinata con il suo know-how consolidato nella tecnologia dell’elettrolisi, pone INEOS in una posizione unica per guidare il progresso verso un un futuro carbon-free basato sull’idrogeno.

Nel 2018 Hyundai Motor Group ha annunciato la Fuel Cell Vision 2030, una roadmap di medio-lungo periodo che prevede un incremento della produzione dei sistemi fuel cell a idrogeno per arrivare a 700.000 unità all’anno entro il 2030.

Bennet corre in aiuto dei più bisognosi insieme al Banco Alimentare

Arriva la Charity Card, una carta digitale per donare in tutta sicurezza

Da sabato 21 novembre a martedì 8 dicembre alle casse dei 73 punti vendita Bennet saranno disponibili le Charity Card: carte che Banco Alimentare ha prodotto in occasione della Colletta Alimentare 2020. Infatti, quest’anno Bennet ha, sin da subito, creduto e aderito alla nuova formula di Charity Card promossa da Banco Alimentare: nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19, il passaggio di prodotti alimentari di mano in mano è stato sostituito con l’acquisto di una card, la più sicura modalità per donare alimenti alle famiglie più bisognose.

Realizzata in tre tagli di diverso valore – 2€, 5€ e 10€ – la carta, acquistabile alle casse di tutti i punti vendita Bennet, permetterà a Banco Alimentare di raccogliere donazioni che si trasformeranno in generi alimentari come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola, e altri prodotti fondamentali da distribuire ai più bisognosi.

I prodotti alimentari saranno raccolti presso le sedi regionali di Banco Alimentare e da qui partirà la distribuzione presso le strutture caritative convenzionate su tutto il territorio nazionale, che si occuperanno a loro volta di consegnare materialmente i prodotti di genere alimentare a persone e famiglie assistite.

“Siamo sempre motivati a ospitare le iniziative dei volontari di Banco Alimentare e apprezziamo molto il loro impegno continuo e la spinta che li muove”, ha dichiarato Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet. “In questoanno difficile in cui la pandemia rende tutto più complesso e i livelli di indigenza sono diventati allarmanti, l’intero nostro comparto si è mosso ed espresso a favore di queste iniziative così concrete e attente. La nuova modalità dematerializzata rimane un atto semplice e permette anche ai punti vendita di svolgere un ruolo proattivo importantevalorizzando al massimo le donazioni dei clienti. Speriamo che i nostri clienti continuino a seguirci in questa azione di cura e attenzione per i bisognosi di aiuto”.

L’iniziativa di Banco Alimentare rientra a pieno titolo tra le numerose azioni che Bennet ha realizzato durante questi mesi di pandemia attivandosi immediatamente per rispondere alle esigenze dei cittadini, degli enti locali e offrendo un aiuto tangibile.Le iniziative che si sono susseguite in questi mesi sono state numerose e tutte centrate sul valore delle comunità in cui l’Azienda comasca opera. Bennet continuerà ad essere proiettata in questa direzione, risoluta nell’agire dove si può fare la differenza verso le persone.

All’asta la Ferrari “Roma” per Save the Children

Il Cavallino Rampante ha raccolto 750.000 dollari per i programmi educativi di Save the Children negli Stati Uniti, grazie anche all’offerta che si è aggiudicata la Ferrari Roma in una recente asta online. Questo risultato è stato annunciato ieri sera durante il gala virtuale di Save the Children intitolato “Kid Strong Together”, ed è la tappa più importante dell’iniziativa filantropica a cui hanno aderito il leader della band Maroon 5, Adam Levine, e sua moglie, la modella Behati Prinsloo, prestando i loro volti per far conoscere questa importante causa di grande attualità.

Ferrari ha scelto di supportare Save the Children e le sue attività nel continente americano, che mirano a sostenere gratuitamente l’apprendimento dei bambini affiancando i loro genitori e operatori. Date le notevoli incertezze sull’assistenza all’infanzia e sull’apertura delle scuole, la perdita nell’apprendimento su vasta scala è uno dei rischi maggiori per i bambini causati dalla pandemia da Covid-19, anche negli Stati Uniti. Per questo, a partire da marzo, Save the Children ha raggiunto più di 700.000 bambini e le loro famiglie in 200 comunità rurali del Paese.

“Behati ed io siamo onorati dell’opportunità di sostenere Save the Children e di aver contribuito a far conoscere questa iniziativa, contribuendo con Ferrari a un risultato vincente”, ha dichiarato Adam Levine. “Dare ai bambini l’istruzione che meritano è la strada maestra per la loro crescita personale e per offrire loro migliori opportunità. È una causa molto significativa per noi”, ha concluso Adam.

La nuova Ferrari Roma pone al primo posto le emozioni di guida, attraverso le sue esaltanti prestazioni e il suo design senza tempo, che la mettono al centro di questa iniziativa benefica. La Ferrari Roma incarna “La Nuova Dolce Vita”, ispirandosi nel design a quell’eleganza sportiva celebrata dalle leggendarie Ferrari Gran Turismo degli anni Sessanta. La Ferrari Roma, raffinata e senza tempo, introduce una serie di caratteristiche ineguagliabili dal punto di vista tecnologico che la pongono ai vertici del suo segmento in termini di prestazioni e di piacere di guida.

Bmw Group nominato leader del settore nel Dow Jones Sustainability Index 2020

Il gruppo è l’azienda automobilistica più sostenibile del mondo

Il BMW Group si aggiudica il primo posto per la categoria “Automobiles” nell’ultima classifica pubblicata da S&P Dow Jones Indices per i Dow Jones Sustainability Index World and Europe (DJSI), guadagnando 80 punti su 100 possibili. Il BMW Group figura quindi come l’azienda automobilistica più sostenibile del mondo ed è l’unico produttore di automobili ad essere stato costantemente nominato tra i leader di settore fin dall’istituzione del Dow Jones Sustainability Index.

Nel 2020 sono state valutate complessivamente 39 aziende automotive. I risultati mostrano che il BMW Group è migliorato in tutte e tre le aree di valutazione (Governance & Economic, Ambiente, Sviluppo Sociale). “La lotta al cambiamento climatico e il modo in cui utilizziamo le risorse deciderà le sorti della nostra società – e, anche, del BMW Group. Per questo motivo, abbiamo fatto della sostenibilità e dell’efficienza delle risorse il centro del nostro allineamento aziendale, un approccio condiviso in tutte le divisioni. Lo consideriamo un elemento fondamentale per costruire con successo il nostro futuro, dato che business model e sostenibilità per noi vanno di pari passo”, ha dichiarato Oliver Zipse, Presidente del Consiglio di Amministrazione di BMW AG.

L’attuale leadership di settore del BMW Group nel Dow Jones Sustainability Index riflette i continui traguardi che il gruppo ha raggiunto negli ultimi anni. Ad esempio, attraverso la sua rete di produzione internazionale, il BMW Group ha ridotto il consumo di energia per veicolo prodotto del 40% e le emissioni di CO2 di circa il 70% dal 2006. Tutti i siti di produzione utilizzano elettricità proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili. Il BMW Group ha anche ridotto le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli venduti in Europa di circa il 42% tra il 1995 e il 2019. Il gruppo ha poi sistematicamente inserito elevati standard ambientali e sociali nella gestione della propria supply chain, affermandosi come leader in questo campo.

Ed ora si appresta a compiere il passo logico successivo nella lotta al cambiamento climatico e verso una gestione responsabile delle risorse. Il BMW Group ha infatti presentato a luglio la sua nuova direzione strategica per la sostenibilità.

Il produttore di vetture premium bavarese ha un piano di obiettivi chiari per la riduzione di CO2 fino al 2030. Per la prima volta, questi obiettivi si estendono all’intero ciclo di vita del prodotto: dalla catena di approvvigionamento alla produzione fino alla fine del periodo di utilizzo. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di CO2 per veicolo di almeno un terzo nell’intero spettro. Per la flotta di oltre 2,5 milioni di veicoli, prodotti dal BMW Group nel 2019, ciò corrisponderebbe ad una riduzione di oltre 40 milioni di tonnellate di CO2 nel corso del ciclo di vita di ogni prodotto entro il 2030.

Il BMW Group punta a ridurre le emissioni provenienti dalla produzione (Scope 1+2) di un ulteriore 80% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030. Le emissioni di CO2 a quel punto saranno meno del 10% di quanto erano nel 2006. Oltre a rifornirsi di energia verde al 100% a partire da quest’anno, il BMW Group investirà sistematicamente nell’ottimizzazione dell’efficienza energetica. Le restanti emissioni di CO2 derivanti dalla produzione in tutto il mondo saranno compensate con opportuni certificati. Ciò significa che a partire dal 2021 la produzione del BMW Group sarà “ad impatto zero” dal punto di vista climatico in tutti i suoi stabilimenti.

Per il BMW Group l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli del 40% per chilometro percorso entro il 2030. Obiettivo che sarà raggiunto attraverso una massiccia espansione della mobilità elettrica. In dieci anni, si stimano oltre sette milioni di veicoli elettrificati BMW su strada – circa due terzi dei quali dotati di propulsione completamente elettrica.

Il BMW Group ridurrà anche le emissioni di CO2 per veicolo derivanti dalla supply chain del 20% rispetto ai livelli del 2019. L’impronta ecologica di un fornitore sarà il criterio decisionale fondamentale nei processi di aggiudicazione degli appalti. Il BMW Group è il primo produttore di automobili a stabilire obiettivi concreti di CO2 riguardo la propria supply chain.

Il BMW Group è fermamente impegnato a rispettare l’Accordo sul clima di Parigi. E questi nuovi obiettivi mettono il produttore bavarese su una strada che è significativamente più ambiziosa dell’obiettivo dei 2°C.

Enel Green Power e Novartis insieme per 10 anni di energia rinnovabile al 100%

Enel Green Power sarà un “Green Enabler” di Novartis, supportando la società nel suo percorso di sostenibilità ambientale

Enel Green Power, controllata per l’energia rinnovabile del Gruppo Enel, e Novartis, multinazionale farmaceutica, hanno firmato un Virtual Power Purchase Agreement (VPPA) della durata di dieci anni per circa 78 MW di energia rinnovabile. Tale VPPA paneuropeo sarà operativo da gennaio 2022 e aiuterà Novartis a raggiungere i suoi obiettivi in termini di elettricità rinnovabile al 100% e carbon neutrality nelle sue operazioni in Europa entro il 2025.

L’energia fornita nel quadro di questo VPPA verrà prodotta dal parco eolico di TICO da 179,9 MW, situato nella provincia spagnola di Saragozza, che sarà operativo dall’inizio del 2022. Attraverso questo accordo, l’energia rinnovabile fornita a Novartis eviterà l’immissione nell’atmosfera di circa 96.400 tonnellate di CO2 ogni anno.

Novartis è una società leader nelle questioni legate all’ambiente e alla sostenibilità. In Enel Green Power, siamo molto orgogliosi di essere un partner strategico e il Green Enabler di una parte di un importante traguardo nel loro percorso verso la carbon neutrality delle operazioni e della filiera della società”, ha dichiarato Javier Vaquerizo, Direttore di Global Commercial Office di Enel Green Power. “Con questo accordo, Novartis mostra le possibilità che i VPPA paneuropei possono offrire alle imprese impegnate per la lotta ai cambiamenti climatici nel continente”.

“In Novartis, la sostenibilità ambientale è in linea con il nostro obiettivo di reimmaginare la medicina per migliorare e allungare la vita delle persone”, ha affermato Montse Montaner, Chief Sustainability Officer di Novartis. “L’efficienza energetica e le soluzioni per l’energia rinnovabile costituiscono le pietre angolari della nostra strategia per la riduzione delle emissioni. Siamo orgogliosi di unire le forze con Enel Green Power e altri partner che condividono la nostra mentalità nel nostro percorso verso la sostenibilità ambientale”.

Questo accordo fa parte dell’impegno di Novartis per la sostenibilità ambientale volto ad aiutare a rendere la società resiliente sia dal punto di vista energetico che climatico. La società punta inoltre a stimolare la sostenibilità attraverso le sue operazioni, nonché quelle dei suoi fornitori, e ha fissato obiettivi ambiziosi al fine di minimizzare il proprio impatto sul clima, sulla produzione di rifiuti e sulle risorse idriche. Novartis si impegna per utilizzare le risorse in modo efficiente e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, che producono effetti sul clima.

Enel Green Power, all’interno del Gruppo Enel, è dedicata allo sviluppo e alla gestione di rinnovabili in tutto il mondo, con una presenza in Europa, Americhe, Asia, Africa e Oceania. Leader mondiale nel settore dell’energia pulita, con una capacità gestita di circa 46,4 GW e un mix di generazione che include l’energia eolica, solare, geotermica e idroelettrica, Enel Green Power è all’avanguardia nell’integrazione di tecnologie innovative in impianti rinnovabili.

Novartis ed Enel X presentano lo studio sul rapporto tra ambiente e salute

Inquinamento atmosferico e impatti sulla salute dei cittadini, anche in relazione alla diffusione del Covid-19, sono al centro dello studio condotto da Novartis ed Enel X e presentato nell’ambito della 37a Assemblea ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani, di cui le due aziende sono partner.

Durante l’Assemblea ANCI dello scorso anno le due aziende avevano sottoscritto un protocollo d’intesa per collaborare attivamente al miglioramento della qualità dell’aria nelle città, promuovendo attività di sensibilizzazione e informazione sugli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute. 

L’appuntamento di quest’anno, che ha visto la partecipazione di Pasquale Frega, Country President e Amministratore Delegato di Novartis Farma e Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia, è stato l’occasione per confermare la partnership strategica avviata sul tema della sostenibilità e presentare i risultati di un gruppo di lavoro congiunto che ha approfondito il nesso tra salute e ambiente nelle città.

Novartis ha contribuito, raccogliendo ed elaborando i dati provenienti dalla comunità scientifica che evidenziano gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei cittadini, legati prevalentemente all’insorgenza di patologie croniche respiratorie e cardiovascolari.

Una parte consistente di questo lavoro ha anche analizzato i dati relativi alla diffusione del Covid-19 nelle aree geografiche in cui è più alta la concentrazione di polveri sottili.

Enel X ha contribuito alla realizzazione dello studio predisponendo una nuova versione dell’algoritmo e-Mobility Emission Saving tool, lanciato lo scorso anno e rivisitato in questa occasione, attraverso il quale è possibile calcolare le emissioni di CO2 di PMx e NOx risparmiate grazie all’utilizzo di veicoli elettrici. Partendo dai kWh erogati dalle infrastrutture di Enel X connesse, sulla base del consumo medio dei veicoli elettrici, è possibile stimare i km percorsi dai BEV e dai PHEV. Con questi dati Enel X è in grado di calcolare le emissioni di CO2 risparmiate all’ambiente da una vettura media del parco circolante italiano. In aggiunta alle emissioni clima alteranti, il nuovo tool è in grado di misurare anche il particolato nelle sue diverse dimensioni (PMx) e gli Ossidi di Azoto (NOx).

“La collaborazione con Novartis segna un altro concreto risultato; un Manifesto che affronta il problema dell’elevato tasso di inquinamento atmosferico delle città italiane analizzandone le cause e proponendo rimedi che siano attuabili nel minor tempo possibile, anche in considerazione del periodo delicato che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19 – afferma Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia. “Attraverso l’algoritmo e-Mobility Emission Saving tool di Enel X dimostriamo la necessità di puntare con decisione sulla diffusione dei veicoli elettrici come strumento indispensabile per rendere l’aria che respiriamo, soprattutto nelle città, più pulita grazie alla drastica riduzione delle emissioni di CO2. Questo, insieme allo sviluppo delle energie rinnovabili, alla digitalizzazione delle reti di distribuzione e all’elettrificazione dei consumi contribuirà al raggiungimento degli obiettivi sfidanti posti dall’Agenda ONU 2030”.

“Un anno fa abbiamo raccolto la sfida di essere tra le prime aziende farmaceutiche a sostenere la lotta all’inquinamento atmosferico come strumento di prevenzione di patologie croniche, cardiovascolari e respiratorie”, ha dichiarato Pasquale Frega, Country President e Amministratore Delegato di Novartis Farma.  “Il nostro impegno per la tutela della salute è a tutto campo e si esprime in modo prioritario nello sviluppo di soluzioni innovative che aiutano i pazienti a gestire meglio queste patologie ma anche, e sempre più, nel dare il nostro contributo per contrastare la principale causa di queste malattie, cioè l’inquinamento atmosferico. Peraltro, scienziati e ricercatori hanno evidenziato il nesso tra concentrazione di polveri sottili ed altri inquinanti ed incidenza del contagio da Sars-CoV2. Sappiamo che la Salute ed il benessere sono al centro delle attenzioni e delle preoccupazioni di cittadini e Governi. Noi intendiamo offrire una prospettiva ed un contributo sull’importanza del nesso tra salute e ambiente, anche in prospettiva futura e quando, passata la fase più critica di questa pandemia, saremo chiamati tutti assieme a ripensare le nostre città e gli spazi urbani”.

Novartis è leader nel settore della salute, della ricerca e sviluppo di terapie altamente innovative per molteplici patologie croniche, respiratorie e cardiovascolari, tra le principali sfide per la salute pubblica, ed è in prima linea nel sostegno alle attività di prevenzione, diagnosi e gestione terapeutica che le riguardano.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico è responsabile di patologie croniche cardiovascolari e a carico dell’apparato respiratorio che provocano ogni anno 2,4 e 1,8 milioni di decessi nel mondo, oltre 60 mila nella sola Italia.

Questi dati confermano che l’inquinamento ha un impatto determinante sulla salute pubblica e che il miglioramento della ‘qualità dell’aria’, soprattutto nei centri urbani, è un fattore decisivo per la sua tutela.

È un obiettivo che, come ricordano la stessa OMS e le autorità sanitarie, può essere raggiunto solo attraverso una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati, che consenta di intervenire in più ambiti, dalla mobilità alle politiche di prevenzione, dai trasporti alla comunicazione.

Hyundai, una piattaforma di open innovation per collaborare con nuove start-up

Fino al 27 dicembre le startup possono presentare i propri progetti per i 10 temi tech proposti

Hyundai Motor Group (il Gruppo) ha annunciato 2020 ZER01NE Accelerator, una piattaforma di open innovation che facilita la collaborazione tra le startup e i team interni del Gruppo su diversi progetti

Il programma scopre le startup con più potenziale e sviluppa possibili utilizzi strategici delle loro innovative tecnologie.

Diversi team di Hyundai Motor Group hanno sviluppato un totale di 50 progetti ZER01NE Accelerator inerenti a 10 temi: dati, user experience, interfaccia uomo-macchina, mobilità, ricarica, robotica, smart factory, logistica, sanità e materiali. Ogni startup può candidarsi per un solo progetto, e i team responsabili degli sviluppi tecnologici saranno direttamente coinvolti nei processi di revisione e selezione delle startup per la collaborazione.

Per poter partecipare, le startup candidate devono essere società registrate e possono fare domanda di iscrizione entro il 27 dicembre attraverso il sito web ufficiale. I risultati verranno annunciati a inizio febbraio 2021.

Le startup selezionate riceveranno un budget per lo sviluppo del loro progetto. Hyundai Motor Group considererà anche potenziali investimenti nel loro capitale.

Dall’introduzione di ZER01NE Accelerator nel 2018, otto partner del Gruppo e 54 startup hanno preso parte al programma, dando vita a 48 progetti collaborativi e 35 investimenti di capitale nelle startup.

MINI x Paul Smith, due icone del design per un futuro sostenibile

MINI e lo stilista inglese Paul Smith hanno annunciato la loro seconda collaborazione dal 1999. Due vere istituzioni che non condividono solo le origini britanniche e la lunga tradizione, ma anche l’impegno sul fronte della sostenibilità

MINI e lo stilista inglese Paul Smith hanno annunciato la loro seconda collaborazione dal 1999. Due vere istituzioni che non condividono solo le origini britanniche e la lunga tradizione, ma anche l’impegno sul fronte della sostenibilità, creando prodotti responsabili per un futuro migliore. I due marchi sono da sempre attenti ad un utilizzo consapevole – ma pur sempre d’effetto – delle risorse a disposizione. In questa nuova fase della loro collaborazione di successo, i due marchi instaureranno un dialogo creativo, lavorando insieme per sviluppare soluzioni di design con un’attenzione ancor maggiore alla sostenibilità.

Mentalità 100% sostenibile

L’idea centrale della prima MINI era già basata su un principio di sostenibilità. Concepita nel mezzo della crisi petrolifera, era un’auto familiare che offriva il massimo dello spazio e del divertimento di guida, riducendo al minimo il consumo di materiali e risorse. La MINI Classica ha dimostrato quanto si possa fare di più con meno – prima ancora che qualcuno parlasse di sostenibilità. A quei tempi, la riduzione degli sprechi era un aspetto fondamentale ed è quindi diventata parte integrante della mentalità MINI fin dagli esordi del marchio.

“Portiamo il concetto di sostenibilità della prima MINI nel futuro attraverso la MINI Vision Urbanaut – la nostra interpretazione per un modello MINI spazioso e multifunzionale”, afferma Oliver Heilmer, Head of MINI Design. “Anch’essa offre il massimo spazio nonostante le dimensioni ridotte. Ed è più versatile che mai. Inoltre, per gli interni sono stati utilizzati materiali completamente riciclati, evitando la pelle e le cromature”.

“La chiave di molti design iconici è la semplicità”, aggiunge Sir Paul Smith. “In altre parole, si tratta di ciò che si tralascia, non di ciò che si aggiunge”. Nella moda il concetto è simile. Per Paul Smith, come per MINI, la sostenibilità è sempre stata un modo naturale per affrontare le cose, anche prima che la parola sostenibilità fosse sulla bocca di tutti. “Abbiamo sempre seguito un approccio responsabile nell’utilizzo dei materiali e nei processi produttivi. L’utilizzo di imballaggi riciclati, la riduzione dello spreco dei tessuti e l’alimentazione dei nostri negozi attraverso fonti di energia rinnovabile sono solo alcune delle misure che abbiamo adottato e siamo costantemente alla ricerca di modi per fare di più”. Per Oliver Heilmer, la collaborazione è il prossimo passo logico: “Siamo attratti l’uno dall’altro, dalle nostre somiglianze, e poi ci ispiriamo e ci arricchiamo a vicenda attraverso le differenze tra il mondo della moda e l’industria automobilistica. Perché non c’è futuro senza sostenibilità”.

MINI e Paul Smith.

Sir Paul Smith è uno dei più importanti stilisti britannici. È rinomato per il suo creativo senso estetico, che combina tradizione e modernità. Alla fine degli anni ’90, Smith ha collaborato con MINI per un’edizione speciale a tiratura limitata della Mini classica. L’auto è stata verniciata nella tonalità di blu immaginata da Sir Paul, e sfoggiava cerchi in lega antracite perfettamente coordinati. Un’altra edizione unica altrettanto famosa – se non di più – è stata presentata in occasione del 40° anniversario della MINI Classica, che Smith ha dipinto con le sue iconiche strisce multicolore.

Bennet e La Nostra Famiglia, uniti per un aiuto concreto

Le due realtà raccolgono i frutti del sodalizio che dura da due anni.

Alessia ha 22 anni, vive a Como e tutte le mattine prende il pullman per recarsi al lavoro, come addetta alle vendite presso il reparto di panificazione e pasticceria del punto vendita Bennet di Montano Lucino: ha potuto mettere a frutto le competenze acquisite nel percorso di formazione professionale presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini. I colleghi la apprezzano e lei sente di essere valorizzata, artefice della propria vitae felice della sua autonomia, non solo finanziaria.

Anche Marta, 23 anni, è stata assunta da Bennet: lavora al punto vendita di Erba, inserita nella squadra come addetta alle pulizie, dopo un percorso di avviamento al lavoro presso il Centro Diurno de La Nostra Famiglia di Como: “Ogni giorno quando esce per andare al lavoro è così contenta che sembra stia andando ad una festa, nonostante i turni partano dalle 6 del mattino”, racconta la sua mamma. Del suo lavoro Marta dice al tutor che la sta seguendo: “Mi soddisfa tanto, perché ho trovato persone che mi hanno insegnato a sviluppare diverse competenze”.

Alessia e Marta sono tra le persone con disabilità intellettiva destinatari di un progetto di inclusione e inserimento lavorativo pensato da La Nostra Famiglia in collaborazione con Bennet.

“Grazie alla collaborazione attivata da due anni con lo Sportello Lavoro Nostra Famiglia nello sviluppo del progetto Disabili al lavoro: inclusione, formazione e sviluppo, si concretizza il nostro impegno verso le persone ed i territori in cui Bennet è radicata, per poter generare impatti socioeconomici positivi” spiega Adriano De Zordi, Amministratore Delegato di Bennet e continua: “Un lavoro che si attua con l’analisi e l’individuazione delle posizioni di lavoro per l’inserimento personalizzato delle persone con disabilità all’interno di ciascun punto vendita, studiando i processi di lavoro e le attività che li compongono”.

In un secondo momento si procede con un’analisi approfondita e condivisa con il lavoratore delle conoscenze e competenze possedute, garantendo anche il sostegno di un tutor nelle prime fasi di inserimento nel punto vendita Bennet.

Per garantire il successo nel processo di inclusione lavorativa, la buona conoscenza delle postazioni di lavoro previste e l’analisi approfondita delle competenze, delle propensioni e delle attitudini devono necessariamente sposarsi ad altre peculiarità come spiega Cristina Panzeri, responsabile dello Sportello Lavoro La Nostra Famiglia: “È necessario prevedere un matching tra le caratteristiche individuali del lavoratore con disabilità e le necessità lavorative dell’azienda, per assegnare a ciascun aspirante lavoratore una posizione e un incarico appropriato e sostenibile”. Il progetto “Disabili al lavoro: inclusione, formazione e sviluppo” ha così innescato una catena virtuosa, che nel corso del tempo ha dato i suoi frutti: sono stati inseriti 17 lavoratori negli Ipermercati Bennet delle provincie di Lecco, Como, Monza e Brianza ed ora è in corso una prima sperimentazione anche sul territorio di Brescia e Novara.

Si tratta di giovani alle prime esperienze lavorative, che provengono da percorsi di formazione e riabilitazione presso i centri de La Nostra Famiglia di Bosisio, Castiglione Olona e Como e di ragazzi segnalati dai servizi del territorio, in forza della comune partecipazione alla rete dei servizi provinciali – come nel caso della Provincia di Como.

“La Nostra Famiglia, grazie al suo Sportello Lavoro, ha avviato percorsi di orientamento personalizzato e collocamento al lavoro di soggetti con disabilità, utilizzando il Sistema Dotale di Regione Lombardia”, spiega la Direttrice Generale Regionale Francesca Pedretti: “Abbiamo preso in carico persone con diverse tipologie di disabilità – fisica, psichica e sensoriale – iscritte al Collocamento Mirato per la valutazione delle competenze, l’analisi delle mansioni lavorative ipotizzate, l’inserimento lavorativo mirato, il tutoring per i primi mesi di lavoro in azienda. Per questo ringrazio il dott. Andrea Gelpi, già direttore del personale di Bennet, che ha creduto fortemente all’integrazione al lavoro di persone con disabilità e promotore della progettualità condivisa con Bennet”.

“Le nostre persone sono il cuore pulsante dell’azienda” spiega Silvio Giorni, Capo Progetto per la Direzione Risorse Umane di Bennete continua: “Nella selezione del personale rivestono un ruolo fondamentale la provenienza dal territorio e la passione e grazie alla convenzione con l’Istituto La Nostra Famiglia di Lecco abbiamo modo di dare un segnale forte e un aiuto concreto alle comunità locali”

Enel alla guida del Dow Jones Sustainability World Index per il 2020

L’indice riconosce gli eccellenti risultati raggiunti dalla società nel contrasto al cambiamento climatico e nella promozione della decarbonizzazione dell’economia globale, favorendo l’Open Innovation e pratiche di gestione aziendale responsabile

La leadership mondiale di Enel nella sostenibilità è stata riconosciuta con il primo posto nel Dow Jones Sustainability World Index (DJSI World) di quest’anno, un traguardo mai raggiunto nei 17 anni di presenza dell’azienda nell’indice. Ancora una volta, nel processo di selezione del DJSI World, Enel si è distinta nella maggior parte dei 27 criteri valutati da SAM[1]. Nello specifico, la società ha ottenuto un punteggio superiore a 90/100 in oltre il 70% dei criteri, tra i quali alcuni dei più significativi sono la strategia climatica e le opportunità di mercato, due criteri finalizzati a valutare la performance delle utility elettriche nel guidare la transizione verso un modello energetico a basse emissioni di CO2. Inoltre, ad Enel è stata assegnata la prima posizione del DJSI Europe, nel settore “Electric Utilities”, e la seconda a livello mondiale in tutta la famiglia dei Dow Jones Sustainability Indices per lo stesso settore.

Il riconoscimento della nostra leadership mondiale in sostenibilità da parte di DJSI World rappresenta per noi un incentivo a continuare a migliorare le performance ambientali, sociali e di governance” ha dichiarato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel. “La leadership di Enel nelle energie rinnovabili, nella digitalizzazione della rete e nelle soluzioni energetiche avanzate finalizzate alla decarbonizzazione di altri settori, come quello dei trasporti, rappresentano alcune delle principali best practice che hanno contribuito a questo riconoscimento. Con l’integrazione dell’innovazione e della sostenibilità all’interno delle prassi aziendali del Gruppo Enel stiamo attivamente guidando la transizione verso un modello a zero emissioni, proteggendo l’ambiente mondiale e creando al contempo valore di lungo periodo per i nostri stakeholder. Vorrei ringraziare tutte le persone che lavorano nel Gruppo Enel, è per merito loro che abbiamo raggiunto questo traguardo storico.

Enel ha ottenuto risultati eccellenti anche in altri criteri relativi alla valutazione della gestione aziendale responsabile, tra cui la gestione dei rischi e delle crisi, la politica e la gestione ambientale, l’efficienza ecologica delle operazioni, le questioni legate alle risorse idriche, i diritti umani, lo sviluppo del capitale umano e la trasparenza sulle performance sociali e ambientali.

Anche Endesa, la controllata spagnola del Gruppo, è stata inclusa quest’anno nell’indice DJSI World, in cui è presente ininterrottamente da vent’anni. Enel ed Endesa sono due delle otto società ammesse all’indice a livello globale nel settore delle utility elettriche. Inoltre, Enel Américas, controllata sudamericana del Gruppo, è stata confermata nel Dow Jones Sustainability Emerging Markets Index e nel Dow Jones Sustainability MILA[2] Pacific Alliance Index per il terzo anno consecutivo, e nel Dow Jones Sustainability Chile Index per il quarto anno consecutivo, mentre la controllata cilena Enel Chile è stata confermata per la terza volta in questi tre indici.

La leadership di Enel nella sostenibilità è riconosciuta a livello mondiale anche dalla presenza del Gruppo in diversi altri importanti ranking e indici di sostenibilità, come ad esempio MSCI ESG Leaders Indices, CDP[3] Climate “A” List, gli indici Euronext Vigeo-Eiris 120, la serie FTSE4Good Index, l’indice STOXX Global ESG Leaders, ISS “Prime” ranking, Bloomberg Gender Equality Index, Refinitiv TOP 100 Diversity and Inclusion Index, Equileap Gender Equality in Europe Ranking, Corporate Knights Global 100 Most Sustainable Corporations in the World ranking, gli indici ECPI e i Thomson Reuters/S-Network ESG Best Practices Indices.

Il Gruppo sta attirando sempre maggiore attenzione da parte degli investitori socialmente responsabili, la cui quota nella società è in costante crescita, e rappresenta circa il 10,8% del capitale di Enel nel 2019, valore quasi doppio rispetto al 2014. Questo incremento, coerente con il crescente riconoscimento dell’importanza degli elementi non finanziari nella creazione di valore sostenibile di lungo periodo, testimonia la crescente leadership di Enel nella sostenibilità.

Il modello Open Innovability di Enel ha continuato ad essere un riferimento per il DJSI, in quanto l’azienda si è distinta nel criterio della gestione dell’innovazione per il quinto anno consecutivo. Combinando Innovazione e Sostenibilità, Enel mira a sviluppare soluzioni che affrontino le sfide della società, dell’ambiente e dell’energia. In particolare, le soluzioni innovative di Enel nel campo delle rinnovabili stanno rivoluzionando il modo di operare di questi impianti, favorendo l’espansione del settore.

Hyundai protagonista a e_mob 2020 per la mobilità a zero emissioni

Hyundai ha preso parte a e-mob 2020, 4° edizione del festival della mobilità elettrica che si è svolto quest’anno in modalità digitale.

Nel corso della tavola rotonda con i principali attori della mobilità elettrica in Italia, Andrea Crespi, Managing Director di Hyundai Italia, ha illustrato la visione di Hyundai, da anni uno dei principali player nelle soluzioni di trasporto a zero emissioni. Durante il dibattito, volto a fornire risposte concrete e praticabili a tutta la filiera e a sensibilizzare il supporto delle istituzioni, Crespi ha descritto l’impegno attivo di Hyundai basato su tre pilastri: investimenti ingenti nella tecnologia, una strategia di elettrificazione ben definita e soluzioni pratiche per i clienti.

Con la più ampia gamma di motorizzazioni elettrificate sul mercato – full electric, mild-hybrid, full-hybrid, plug-in hybrid e fuel cell – Hyundai Motor Group vanta infatti un’esperienza nell’elettrificazione ormai trentennale, e ha già annunciato un investimento di oltre 40 miliardi di euro entro il 2025 nella mobilità del futuro – che si tradurrà in 44 modelli elettrificati – e di 6,7 miliardi di euro entro il 2030 nella tecnologia a idrogeno in cui Hyundai è stata pioniera: dal 2000 con il primo veicolo a celle a combustibile – Santa Fe FCEV – passando al 2013 con ix35 Fuel Cell, prima auto a idrogeno al mondo prodotta in serie, fino al 2018 con NEXO, il SUV fuel cell allo stato dell’arte.

Nell’ambito della strategia a zero emissioni, Hyundai ha recentemente lanciato il nuovo brand IONIQ, dedicato ai nuovi veicoli elettrici a batteria, che presenterà 3 innovativi modelli nei prossimi 4 anni, a partire dal 2021 con IONIQ 5. L’obiettivo è essere tra i tre principali fornitori di veicoli elettrici in Europa entro il 2025. L’elettrificazione di Hyundai si muove anche verso altri settori della mobilità, dal motorsport ai trasporti commerciali, con il debutto di XCIENT Fuel Cell, primo camion a idrogeno a essere costruito in serie, le cui prime unità sono state consegnate in Svizzera lo scorso ottobre.

Il percorso di elettrificazione della gamma rappresenta infatti un punto focale nella strategia del brand, che entro la fine del 2020 offrirà in Italia quasi il 90% dei modelli commercializzati in versione elettrificata proponendo tutte le tecnologie con un portafoglio completo di prodotti innovativi per soddisfare le diverse esigenze di tutti i clienti, un traguardo raggiunto proponendo soluzioni pratiche e concrete.

In chiusura del suo intervento, Crespi ha inoltre descritto la visione della mobilità elettrica di Hyundai che trova la massima realizzazione in Kona Electric: Accessibile, con l’innovativa formula di leasing By Mobility che propone il primo SUV compatto a zero emissioni a partire da 199 euro al mese (con Ecobonus statale); Tecnologica, grazie a un’autonomia fino a 484 km (oltre 650 km in città) e un’efficienza record di 14,3 kWh/100 km; Sicura, in virtù dei numerosi sistemi di guida assistita e di sicurezza attiva ai vertici della categoria; Connessa, attraverso un sistema di infotainment all’avanguardia e ai servizi di telematica Bluelink; Semplice, con il servizio integrato di ricarica pubblica Charge My Hyundai insieme alla garanzia unica di 5 anni a km illimitati.

Infine, Hyundai auspica in una collaborazione con tutti gli attori per definire una strategia unica e condivisa a livello nazionale. Se da una parte è importante che i diversi player, dai produttori ai fornitori di servizi di mobilità elettrica, continuino lo sviluppo per arricchire e rendere sempre più accessibile la mobilità a zero emissioni, è fondamentale promuoverne al meglio l’accelerazione attraverso un intervento strutturato e centralizzato che permetta agli stessi attori del mercato di avere obiettivi chiari e comuni, senza tralasciare alcun aspetto della filiera e dando un giusto e concreto supporto ai clienti.

Di cruciale importanza sarà illustrare nel migliore dei modi al pubblico – privato e aziendale – i vantaggi tangibili che offre la mobilità elettrificata, nel presente e nel futuro, rimuovendo le barriere all’acquisto frutto di convinzioni errate ma diffuse nell’opinione pubblica.

Hyundai è inoltre presente con uno stand virtuale accessibile dalla piattaforma online di e_mob 2020, da cui è possibile entrare in contatto con tutti i canali del brand e scoprire la gamma elettrificata Hyundai: Kona Electric, Kona Hybrid, IONIQ nelle varianti elettrica, ibrida e ibrida plug-in, a cui si aggiungeranno nelle prossime settimane Nuova Tucson e Nuova Santa Fe in versione full hybrid e, nei prossimi mesi, anche plug-in hybrid.

Oltre a continuare ad essere protagonista nell’elettrificazione, la strategia per il futuro di Hyundai vede come obiettivo finale la transizione da produttore di auto a vero e proprio Smart Mobility Solution Provider, facendo leva su tecnologie avanzate per offrire esperienze di mobilità intelligente a 360° che sappiano combinare device e servizi in modo ottimale per andare incontro ai bisogni in rapido cambiamento dei clienti.

Bmw Group sostiene i giovani studenti e onora la loro visione di una mobilità premium sostenibile

Il concorso mondiale di idee #NEXTGen Moving Tomorrow Pitch ha un vincitore: il team “FLOT” della prestigiosa Tsinghua University in Cina ha impressionato i giudici con il suo concetto di mobilità premium sostenibile nel 2040. +++ Il #NEXTGen Moving Tomorrow Pitch del BMW Group incoraggia giovani studenti a sviluppare e presentare le loro visioni e idee per una mobilità premium sostenibile

Per ora, è solo una visione: un veicolo scivola dolcemente sul terreno, svincolato da qualsiasi infrastruttura e alimentato dalla bioenergia ottenuta dalle alghe. Eppure, questa visione ha già vinto premi: il team “FLOT” della prestigiosa Tsinghua University in Cina ha convinto i giudici critici con la loro proposta, vincendo il concorso #NEXTGen Moving Tomorrow in una finale entusiasmante. E giustamente: l’auto volante colpisce per la sua forte attenzione alla sostenibilità, alla tecnologia all’avanguardia e al design innovativo. Il concetto non solo supera le aspettative dei giudici per una mobilità premium sostenibile, ma incarna anche pienamente lo spirito pionieristico del BMW Group.

L’idea del team vincente di Pechino è tanto semplice quanto rivoluzionaria: la tecnologia a cuscino d’aria consente all’abitacolo di scivolare dolcemente sul terreno, non richiedendo più alcuna infrastruttura di trasporto. Il veicolo è alimentato da bioenergia ottenuta dalle alghe e può adattarsi in modo flessibile alle condizioni delle future megalopoli. Le auto possono essere collegate l’una dietro l’altra per trasportare più persone contemporaneamente o, se necessario, anche ruotate per andare in direzione verticale – guidando lungo le pareti esterne piantumate di giganteschi grattacieli ed evitando così il traffico o dovendo cambiare modalità di trasporto. Oltre a ricevere un premio finanziario di 15.000 euro, il team “FLOT” avrà anche l’opportunità di discutere la propria visione a livello internazionale con il consiglio di Amministrazione del BMW Group.

Suscitare gioia: questo era l’obiettivo. “Il #NEXTGen Moving Tomorrow Pitch ha incoraggiato la prossima generazione di studiosi a combinare il loro know-how tecnologico con la loro visione di mobilità premium sostenibile del 2040”, ha dichiarato felice Ilka Horstmeier, membro del Cconsiglio di Amministrazione di BMW AG responsabile delle Risorse Umane, alla cerimonia di premiazione. È entusiasta di soluzioni come “FLOT’s” che sono convincenti non solo per la loro originalità, ma anche perché adottano un approccio olistico che tiene conto della sostenibilità, del design di lusso e delle esigenze della prossima generazione. Questa è stata anche l’opinione dei giudici, che includevano il fondatore di DLD Steffi Czerny e il CEO di Phineo Dr. Andreas Rickert, insieme a Ilka Horstmeier.

I giudici sono rimasti colpiti anche dagli altri due finalisti: una seconda squadra della Tsinghua University e una squadra tra le sei dei Frauenhofer-Institutes. “Non sono state solo le idee che hanno presentato a sorprenderci, ma anche il modo in cui sono state sviluppate. Abbiamo visto esempi eccezionali di cooperazione tra team interdisciplinari, in alcuni casi, anche oltre i confini”, ha riassunto Horstmeier “Crediamo che questo sia esattamente ciò che guiderà l’innovazione in futuro”.

Trasferimento di conoscenze e scambio di idee attraverso la cooperazione universitaria

Il BMW Group guarda al futuro. Si rivolge specificamente al trasferimento interdisciplinare di conoscenze che coinvolgono varie università internazionali per sviluppare innovazioni lungimiranti a lungo termine con giovani di talento. L’attenzione principale è su argomenti di ricerca come la ricerca sulle batterie, l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale, la guida automatizzata e la produzione additiva. Questo scatena gioia – per il domani.

Bmw Group Italia, partnership con Milano Prime per auto full-electric per i voli di business aviation

Prosegue la partnership tra BMW Italia e SEA Prime: la flotta di mezzi dedicata ai voli di business aviation di Linate Prime si arricchisce di due nuove BMW i3

BMW Group Italia prosegue e consolida la storica partnership con SEA Prime, società del Gruppo SEA, che con il brand Milano Prime è il gestore unico delle infrastrutture di business&general aviation per gli aeroporti di Linate e Malpensa, incrementando l’offerta di servizi a favore dei clienti dello scalo leader nella business aviation in Italia e tra i primi in Europa.

La flotta di mezzi dedicata ai voli di business aviation di Linate Prime si arricchisce di due nuove BMW i3. Primo modello completamente elettrico del BMW Group, BMW i3 rappresenta la sintesi dell’approccio del gruppo alla mobilità sostenibile: dalla produzione che utilizza il 100% di energie rinnovabili, alla circolazione a zero emissioni, fino al riuso dei vari materiali e al riciclo del 95% dei componenti della vettura a fine utilizzo. L’adozione delle due BMW i3 per una mobilità sempre più green rientra nell’impegno per la sostenibilità di SEA Prime negli aeroporti di Milano Linate e Malpensa accreditati al livello 3+ di carbon neutrality da ACI Europe.

“La collaborazione con SEA Prime ci dà l’opportunità di essere presenti in una situazione strategica per la città di Milano” ha sottolineato Federico Izzo, Direttore Marketing BMW “dove abbiamo la possibilità di comunicare ad un target esclusivo i nostri valori di brand. La presenza di BMW i3 è un ottimo elemento che aggiunge valore e premiumness al servizio offerto.”

“Siamo orgogliosi di annunciare la rinnovata collaborazione con BMW, che ci permette di offrire servizi eccellenti ai nostri clienti e di perseguire gli obiettivi di sostenibilità di SEA Prime” ha dichiarato il CEO Chiara Dorigotti. “Continuiamo, dunque, a garantire qualità, sicurezza: fattori essenziali in questi ultimi periodi, che hanno contribuito alla ripresa del traffico nei terminal Milano Prime.”

La partnership si inserisce in un rapporto consolidato negli anni, iniziato con l’apertura del BMW Business Center di Milano Prime a Linate nel 2016, che offre 5 sale riunioni con spazi modulabili aperti anche a clienti esterni che cercano tempo e spazio di qualità in un luogo riservato di Milano.

BMW Group stabilisce un codice etico per l’uso dell’intelligenza artificiale

AI già ampiamente utilizzata all’interno dell’azienda. Oltre 400 casi d’uso in tutta la catena del valore. Il codice etico è alla base del maggiore utilizzo delle tecnologie AI

L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) è un elemento centrale del processo di trasformazione digitale del BMW Group. Il BMW Group utilizza già l’IA in tutta la catena del valore per generare valore aggiunto per clienti, prodotti, dipendenti e processi.

Michael Würtenberger, responsabile del “Project AI”: “L’intelligenza artificiale è la tecnologia chiave nel processo di trasformazione digitale. Ma per noi l’attenzione resta sulle persone. L’intelligenza artificiale supporta i nostri dipendenti e migliora l’esperienza del cliente. Stiamo procedendo in modo deciso e con cautela nell’espansione delle applicazioni IA all’interno dell’azienda. I sette principi per l’IA del BMW Group forniscono la base per il nostro approccio”.

Il BMW Group continua a seguire gli sviluppi globali in termini sia di innovazioni tecnologiche che di questioni normative ed etiche. Insieme ad altre società e organizzazioni, il BMW Group è coinvolto nella definizione e nello sviluppo di una serie di regole per lavorare con l’IA e l’azienda ha assunto un ruolo attivo nel processo di consultazione della Commissione europea in corso.

Basandosi sui requisiti fondamentali formulati dall’UE per un’IA affidabile, il BMW Group ha elaborato sette principi di base che coprono l’uso dell’IA all’interno dell’azienda. Questi verranno continuamente perfezionati e adattati secondo necessità in base all’applicazione multilivello dell’IA in tutte le aree dell’azienda. In questo modo, il BMW Group aprirà la strada per estendere l’uso dell’IA e aumentare la consapevolezza tra i suoi dipendenti della necessità di sensibilità quando si lavora con le tecnologie AI.

Sette principi che coprono lo sviluppo e l’applicazione dell’intelligenza artificiale al BMW Group:

  • Attività umana e supervisione

Il BMW Group implementa un monitoraggio umano appropriato delle decisioni prese dalle applicazioni IA e considera possibili modi in cui gli esseri umani possono annullare le decisioni algoritmiche.

  • Robustezza tecnica e sicurezza

Il BMW Group mira a sviluppare robuste applicazioni IA e osserva gli standard di sicurezza applicabili progettati per ridurre il rischio di conseguenze ed errori non intenzionali.

  • Privacy e governance dei dati

Il BMW Group estende le sue misure di privacy e sicurezza dei dati all’avanguardia per coprire l’archiviazione e l’elaborazione nelle applicazioni IA.

  • Trasparenza

Il BMW Group mira alla spiegabilità delle applicazioni AI e alla comunicazione aperta laddove vengono utilizzate le rispettive tecnologie.

  • Diversità, non discriminazione e correttezza

Il BMW Group rispetta la dignità umana e quindi si propone di costruire applicazioni IA eque. Ciò include la prevenzione della non conformità da parte delle applicazioni IA.

  • Benessere ambientale e sociale

Il BMW Group si impegna a sviluppare e utilizzare applicazioni IA che promuovono il benessere di clienti, dipendenti e partner. Ciò è in linea con gli obiettivi del BMW Group nelle aree dei diritti umani e della sostenibilità, che include il cambiamento climatico e la protezione ambientale.

  • Responsabilità

Le applicazioni IA del BMW Group dovrebbero essere implementate in modo che funzionino in modo responsabile. Il BMW Group identificherà, valuterà, segnalerà e mitigherà i rischi, in conformità con una buona governance aziendale.

Centro di competenza globale dell’azienda: “Project AI”

“Project AI” è stato lanciato nel 2018 per garantire che le tecnologie IA siano utilizzate in modo etico ed efficiente. In qualità di centro di competenza del BMW Group per l’analisi dei dati e l’apprendimento automatico, garantisce una rapida condivisione delle conoscenze e della tecnologia in tutta l’azienda. Project AI svolge quindi un ruolo chiave nel processo in corso di trasformazione digitale presso il BMW Group e supporta lo sviluppo e la scalabilità efficienti di dati intelligenti e tecnologie IA. Uno degli sviluppi che emergeranno da Project AI è uno strumento di portfolio che crea trasparenza nell’applicazione a livello aziendale di tecnologie che prendono decisioni basate sui dati. Questo portafoglio D³ (Data Driven Decisions) comprende attualmente 400 casi d’uso, di cui più di 50 sono disponibili per il funzionamento quotidiano.

Hyundai Motor Group si unisce a IONITY

Hyundai Motor Group è il più recente azionista a unirsi a IONITY, la joint venture che sviluppa e gestisce un network di stazioni di ricarica ad alta potenza per i veicoli elettrici in tutta Europa

Hyundai Motor Group si è unito in qualità di partner strategico e azionista a IONITY, il network di ricarica ad alta potenza leader in Europa.

Attraverso la partecipazione alla joint venture, Hyundai Motor Group guiderà l’espansione del network di ricarica ad alta potenza sulle autostrade d’Europa, promuovendo un maggiore utilizzo della mobilità a zero emissioni.

La rete di ricarica IONITY utilizza lo standard di ricarica europeo CSS (Combined Charging System), e dato che il network utilizza energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili, chi guida un veicolo elettrico non solo può viaggiare ad emissioni zero, ma può anche farlo in modo CO2-neutral. Si tratta di un importante passo per rendere la mobilità elettrica una soluzione di successo in Europa.

Nestlé, 1.450 nuovi posti di lavoro e 1.400 stage per i giovani in Italia entro il 2025

Da anni, Nestlé è in prima fila nel promuovere iniziative per valorizzare il talento e le idee dei giovani e contribuire alla loro formazione e al loro orientamento. Questo impegno assume oggi ancor più valore in relazione all’emergenza Covid-19 che sta avendo forti ripercussioni in ambito economico, sociale e lavorativo in particolar modo sui giovani. Nestlé vuole fare la sua parte e si impegna da qui al 2025 a offrire 1450 assunzioni dirette e 1400 stage in Italia, che diventano 40.000 nuove opportunità se si considera l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa.

Secondo gli ultimi dati Eurostat , la pandemia sta causando un forte aumento della disoccupazione giovanile, con più di 3 milioni di ragazzi senza lavoro in tutta Europa. Consapevole che sia più che mai importante concentrare l’attenzione sui giovani e sul loro futuro, anche quest’anno Nestlé ha proseguito con il suo impegno a supportare concretamente i ragazzi, assumendo ad oggi più di 180 giovani under 30, attivando 80 stage nelle diverse sedi del Gruppo e avviando programmi di collaborazione con startup e giovani imprenditori.

“Noi di Nestlé da tempo siamo impegnati a offrire opportunità a ragazze e ragazzi attraverso assunzioni, stage, attività formative e orientamento al lavoro. Mai come quest’anno però abbiamo imparato quanto i giovani possano interpretare un ruolo importante nelle nuove sfide che ci attendono” – ha commentato Marco Travaglia, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Nestlé Italia e Malta – “La pandemia ha avuto e continua ad avere un forte impatto sulle nostre vite, costringendoci a cambiare radicalmente il nostro modo di lavorare e di operare nella società. In questo nuovo scenario i giovani dovranno essere protagonisti. Per questo motivo, come Gruppo Nestlé siamo determinati a offrire il supporto necessario per contribuire a evitare una “generazione lockdown” e favorire il loro sviluppo e le loro iniziative.” 

I programmi di Nestlé a sostegno dei giovani ruotano attorno al progetto Nestlé Needs YOUth, inaugurato nel 2013, che è stato il primo programma di educazione e formazione lanciato da un’azienda a livello globale con l’obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile e dare accesso a opportunità economiche a 10 milioni di giovani in tutto il mondo entro il 2030. L’iniziativa poggia su quattro pilastri: inserimenti diretti in azienda, stage e tirocini, attività di formazione e di orientamento al lavoro e coinvolgimento di aziende nel progetto Alliance4YOUth, di cui Nestlé è membro fondatore e che finora, a livello europeo, ha offerto 450.000 posti di lavoro o esperienze formative, di cui circa 22.000 grazie a Nestlé.

McDonald’s Italia, 200 punti di ricarica per auto elettriche con Enel X

Le prime stazioni – già in funzione – nei ristoranti McDonald’s di San Benedetto del Tronto, Ancona e Osimo.

Una nuova partnership quella tra McDonald’s Italia ed Enel X che porterà entro la fine del 2021 all’installazione di 200 punti di ricarica per vetture elettriche all’interno di 100 parcheggi dei ristoranti McDonald’s, lungo tutta la Penisola.

Il know how e la tecnologia d’avanguardia di Enel X si combina con la capillarità dei ristoranti McDonald’s: un connubio d’eccezione che mira a favorire la transizione verso la mobilità elettrica e sottolinea l’importanza di un’impronta green, per cui da diversi anni le due realtà si prodigano.

Grazie al nuovo accordo siglato da McDonald’s ed Enel X, le stazioni di ricarica JuicePole e JuicePump verranno installate all’interno dei parcheggi dei ristoranti McDonald’s e offriranno un nuovo servizio ai clienti, consentendo il rifornimento di due veicoli contemporaneamente con potenza erogabile fino a 22 kW in AC per le JuicePole e di almeno 50 kW in DC per le JuicePump. Con quest’ultima, saranno sufficienti in media circa 30 minuti per realizzare un “pieno” di energia elettrica[1], l’equivalente del tempo medio trascorso dai clienti McDonald’s nei ristoranti per consumare un pasto.

La collaborazione così strutturata permetterà di ottenere importanti risultati anche in termini di impatto ambientale: i punti di ricarica a pieno regime porteranno ad un risparmio netto di oltre 1.800 tonnellate di CO2 emessa nell’atmosfera, dato che corrisponde alla CO2 assorbita da più di 100.000 alberi in un anno.

La prime stazioni di ricarica installate sono presso i ristoranti McDonald’s di Desio, Eboli, Loreto, San Benedetto del Tronto, Ancona e Osimo, di cui le ultime tre già attive e visibili sulle app, come ad esempio JuicePass; presto il piano di implementazione toccherà le nuove città di Piombino, Barberino di Mugello, Alessandria, Quartu Sant’Elena e Firenze.  

“Siamo la maggiore catena di ristorazione nel mondo e sentiamo la responsabilità di intervenire direttamente in alcune delle sfide sociali e ambientali oggi più urgenti – afferma Tommaso Valle, Corporate Relations and Sustainability Director di McDonald’s Italia – Attraverso la nuova collaborazione con Enel X, di cui siamo davvero orgogliosi, confermiamo il nostro impegno quotidiano verso un minor impatto ambientale, facendoci promotori di una cultura della sostenibilità, rendendo sempre più facilmente accessibili – in primis ai nostri clienti – i servizi e gli strumenti che concorrono a questo scopo.”

La scelta di implementare questo progetto va a rafforzare l’impegno di McDonald’s verso la sostenibilità, pilastro che sottende l’intera strategia aziendale e che si sviluppa lungo tutta la filiera, dal campo al vassoio.

Ne sono un esempio l’accordo a sostegno dello sviluppo di una filiera della carne bovina italiana sostenibile, firmato con Coldiretti, Inalca e A.I.A., e l’impegno sul packaging: già oggi in Italia il 100% del packaging in carta è rinnovabile, riciclato o certificato e dal 2019 ha preso il via un percorso di eliminazione della plastica monouso che ha già coinvolto tappi e cannucce per le bibite fredde, posate e pack di alcuni prodotti.

 “L’accordo con McDonald’s permette alle persone di avvicinarsi in modo facile e consapevole al mondo della mobilità elettrica, l’unica vera opzione per spostarsi nel pieno rispetto dell’ambiente – ha dichiarato Federico Caleno, responsabile e-mobility Italia di Enel XI nuovi punti di ricarica si aggiungono agli oltre 10.500 che abbiamo già installato in tutto il Paese e sono parte di un progetto più ampio che ci vede impegnati nella realizzazione di un network di infrastrutture europeo”.

La mobilità elettrica è uno degli elementi chiave per lo sviluppo della sostenibilità nel mondo dei trasporti ed è una pratica sempre più diffusa, segno di un deciso cambio di direzione che sta via via conquistando anche gli automobilisti. Sulla base dei dati a disposizione, il numero di veicoli elettrici nel mondo è di oltre 7,7 milioni, di cui più di 2,25 milioni venduti solo nel 2019. In Italia nei primi nove mesi del 2020 i veicoli BEV (100% elettrici) hanno segnato un incremento delle immatricolazioni del +127,6% e gli ibridi Plug-in del +210,3%, in un continuo crescendo che ha toccato il record storico mensile a settembre con quasi 7.000 veicoli targati*.

Ma è fondamentale che il cambiamento venga accompagnato dallo sviluppo di infrastrutture a disposizione dei cittadini che, da un lato agevolino il passaggio all’elettrico, e dall’altro ne facilitino la fruizione nei luoghi di frequentazione quotidiana.

Enel X ad oggi ha installato oltre 10.500 punti di ricarica in Italia e prevede di raggiungere quota 28mila entro il 2022. Grazie all’e-Mobility Emission Saving tool di Enel X è stato calcolato che i servizi di ricarica erogati attraverso le infrastrutture connesse hanno permesso ai propri clienti di percorrere oltre 100 milioni di km in elettrico e risparmiare all’ambiente oltre 12 milioni di kg di CO2, che equivalgono alla quantità assorbita da circa 670.000 alberi in un anno.

BNP Paribas Italia dona oltre 840 mila euro alla Croce Rossa Italiana

Per far fronte all’emergenza COVID-19 e testimoniare la vicinanza e il supporto alle famiglie e alle imprese colpite dall’emergenza sociale e sanitaria, BNL e tutte le società del Gruppo BNP Paribas in Italia sono intervenute, in questi mesi, a sostegno della Croce Rossa Italiana.

La gara di solidarietà era scattata nei giorni più tragici della pandemia da Covid-19 e il Gruppo BNP Paribas in Italia – Gruppo BNL, Fondazione BNL, Findomestic, Arval, BNP Paribas Asset Management, BNP Paribas Cardif, Cargeas, BNP Paribas Corporate & Institutional Banking, BNP Paribas Leasing Solutions, BNP Paribas Real Estate, BNP Paribas Securities Services – aveva subito donato 500mila euro alla Croce Rossa Italiana per le esigenze in campo sanitario e sociale. Intanto gli oltre 18mila collaboratori delle Società del Gruppo avevano iniziato una raccolta fondi, aiutati anche dai clienti.

Oggi si è superata la cifra di 840mila euro totali che CRI ha già destinato all’acquisto di due pulmini ad alto bio-contenimento, veicoli strutturati per il trasferimento in sicurezza di persone colpite da virus; un’autoemoteca, mezzo che svolge le stesse funzioni di un centro fisso per le trasfusioni e la raccolta del sangue; due nuove ambulanze per il trasporto di malati in emergenza. Acquistati anche attrezzature e materiale per ospedali da campo e divise per i volontari.

Di fronte a una crisi sanitaria, che è diventata anche emergenza sociale ed economica per persone bisognose, Croce Rossa Italiana potrà destinare, inoltre, a chi è in difficoltà, circa 70mila buoni spesa.

Accanto al sostegno alle attività sanitarie, la donazione ha permesso, infatti, di realizzare le attività sociali finalizzate ad assistere le parti più fragili della popolazione, in condizioni di maggior disagio e vulnerabilità, con assistenza e supporto sanitario e psicologico a persone isolate dall’emergenza, come anziani e disabili, provvedendo ad assistenza domiciliare con consegna farmaci, alimentari e beni di prima necessità.

Il Gruppo BNP Paribas a livello mondiale ha lanciato, nelle settimane più intense della pandemia, un piano di aiuti per oltre 50 milioni di euro – 3 all’Italia – per supportare ospedali, enti di ricerca, associazioni di beneficienza e volontariato e persone in situazioni di disagio sociale ed economico. Sono state attivate, inoltre, iniziative finanziarie straordinarie a sostegno di clienti – privati, famiglie, imprese – in difficoltà a seguito del lockdown.

I fondi della raccolta di clienti e collaboratori sono stati destinati da Croce Rossa Italiana all’acquisto di:

  • 2 pulmini ad alto bio-contenimento
  • Materiale sanitario per ospedali da campo
  • Divise per i volontari

La raccolta fondi si è affiancata all’iniziativa di donazione delle Società del Gruppo BNP Paribas in Italia e di Fondazione BNL che ha permesso l’acquisto di un’autoemoteca, 2 ambulanze ed oltre 69mila buoni spesa per servizi di assistenza alle persone più vulnerabili.

A supporto dei più vulnerabili abbiamo risposto ad una sfida che ha bisogno di tutti, anche in questo momento delicato.

Hyundai Re:Style 2020 reinventa il futuro del lifestyle sostenibile

Hyundai lancia la collezione moda Re:Style 2020, creata attraverso il riuso di materiali di scarto provenienti dalla produzione e dalla rottamazione di auto e trasformati in prodotti fashion

Hyundai annuncia il lancio di Re:Style 2020. La collezione presenta un approccio creativo alla moda sostenibile che sfrutta l’upcycling (riuso creativo) per trasformare gli scarti provenienti dai processi produttivi e dalla rottamazione dei veicoli in prodotti commerciabili. La collezione è stata realizzata in collaborazione con importanti artisti nel campo del design ecosostenibile.

Facendo seguito al successo della collezione 2019, la ‘capsule collection’ Re:Style 2020 è stata sviluppata in collaborazione con rinomati brand della moda come Alighieri, E.L.V. DENIM, Public School, pushBUTTON, Richard Quinn e Rosie Assoulin. Questi partner all’avanguardia sono stati selezionati in quanto condividono la visione di Hyundai nel trovare modi più sostenibili per creare i prodotti che amiamo. Ognuno di loro si è unito all’obiettivo di Hyundai di creare collaborazioni in tuti i settori per guidare l’innovazione verso design e stili di vita sostenibili.

Per garantire la sicurezza delle persone durante la pandemia globale, Hyundai ha svelato la collezione con un format digitale sui canali social di Hyundai, di Selfridges e dei brand affiliati.

Caratterizzata da una varietà di prodotti tra cui gioielli, tute, gilet da lavoro, borse e diversi altri capi di abbigliamento realizzati con materiali di scarto derivanti dal processo di produzione e di rottamazione delle auto, la collezione Re:Style 2020 è in vendita esclusivamente nel pop-up store del centro commerciale Selfridges a Londra e nel rispettivo negozio online. L’inizio delle vendite è coinciso con Project Earth, una campagna sostenibile simbolica lanciata da Selfridges, catena britannica di centri commerciali di lusso e retailer online.

Attraverso le vendite, i brand raccoglieranno fondi per l’Institute of Positive Fashion (IPF) del British Fashion Council, che mira a creare un esempio nel settore, unendo le competenze provenienti da diverse aree, per aiutare i brand ad affrontare un argomento spesso difficile da comprendere e per mettere in moto un cambio di paradigma completo e necessario. L’istituto raccoglie le informazioni tramite la ricerca, le opinioni di esperti, diversi insight di settore e tramite esperienze significative di attività individuali e di organizzazioni.

I brand partecipanti e i loro prodotti sono:

Alighieri: una straordinaria collezione di collane, chocker, braccialetti e altri accessori realizzati con oggetti ricondizionati come cinture di sicurezza, vetri auto e materiale espanso, uniti a oro, argento, bronzo e perle d’acqua dolce

E.L.V. DENIM: una tuta realizzata tramite l’upcycling di denim e pelle scartati durante il processo di produzione delle auto

Public School: un modello di Fuji Technical Vest prodotto con materiali di scarto derivati delle cinture di sicurezza e dagli airbag

pushBUTTON: un gilet da lavoro fatto con il materiale degli airbag, che ne conserva i dettagli originali

Richard Quinn: un busto realizzato col tessuto riciclato degli airbag, decorato con un motivo floreale blu e bianco

Rosie Assoulin: una tote bag realizzata con il nastro delle cinture di sicurezza, il tessuto dei tappetini e imbottiture, riqualificate dai materiali di scarto del settore automotive

Re:Style 2020 nasce per mostrare che, sebbene la maggior parte dei materiali come il ferro e i metalli non ferrosi siano riciclati come parte del processo di rottamazione dei veicoli, ci sono ancora molti materiali come pelle, vetro e airbag che finiscono in discarica. Sia per Re:Style 2020 che per l’edizione passata del 2019, il brand ha raccolto diversi materiali di scarto con l’aiuto di diversi partner e li ha poi inviati ai designer che hanno collaborato alle nuove creazioni.

In linea con la vision “Progress for Humanity” di Hyundai, Re:Style 2020 punta a stimolare collaborazioni tra diversi settori per dare vita a nuove idee e innovazioni relative al design e agli stili di vita sostenibili. In questo modo, Hyundai reinventa nuove possibilità di utilizzo dei rifiuti così da rappresentare un esempio di best practice globale in materia di sostenibilità ed economia circolare.

Nell’ambito della Strategy 2025, Hyundai mira ad assicurarsi una leadership nella mobilità pulita e a zero emissioni, diventando entro il 2025 il terzo più grande produttore al mondo di veicoli ecosostenibili, offrendo una nuova e innovativa gamma di veicoli elettrici a batteria e fuel cell. NEXO, seconda generazione di veicoli Hyundai a idrogeno dotato di un’autonomia di oltre 660 chilometri con una singola ricarica (WLTP), emette solo vapore acqueo e purifica l’aria durante la guida, filtrando il 99,9 percento di polveri sottili.

Come parte della strategia per la mobilità pulita, Hyundai sta consolidando la propria posizione di leader mondiale nello stile di vita sostenibile attraverso il lancio di IONIQ, nuovo brand dedicato alla mobilità elettrica che introdurrà nuovi modelli EV dedicati a partire dal 2021.

Mini Electric celebra 80 anni di flash in occasione di Lucca Changes 2020

Un esemplare di MINI Full Electric fa da tavola da disegno per Carmine Di Giandomenico, fumettista italiano di fama internazionale, che ha per l’occasione celebrato gli 80 anni di Flash, in occasione della fiera internazionale Lucca Changes, dal 29 ottobre al 01 novembre 2020

In occasione di Lucca Changes 2020, l’edizione rinnovata e ripensata del community event internazionale dedicato al fumetto, al gioco, all’animazione e all’immaginario fantasy, che si svolge dal 29 ottobre al 1° novembre con un programma culturale fruibile solo online, in osservanza del nuovo DPCM del 25 ottobre, MINI ha voluto celebrare Flash.

Flash è un eroe che, proprio come MINI, ha una lunga storia di successo, che ha visto una modernizzazione e trasformazione del soggetto, rinnovando i suoi tratti inconfondibili ma restando fedele al suo DNA. 

Una velocità incalcolabile, maggiore di quella della luce: è questa la caratteristica principale di Flash, di cui proprio quest’anno si festeggiano gli 80 anni, essendo apparso per la prima volta in America nel 1940 sulla testata Flash Comics. 

Il supereroe DC appare quindi magicamente e velocemente sulla carrozzeria della Nuova MINI Full Electric: due vere icone di stile, linearità e – senza dubbio – velocità che si uniscono in occasione di Lucca Changes per raccontare un’auto che raccoglie tante delle peculiarità dell’eroe della DC Comics: puramente elettrica, silenziosa, performante e molto potente. 

A realizzare l’opera è stato Carmine Di Giandomenico, uno dei disegnatori italiani più noti e attivi all’estero, che ha grande familiarità con il Velocista Scarlatto, avendone disegnato oltre 34 numeri. 

Il Flash di Carmine Di Giandomenico è un corridore che fa esplodere ogni pagina con il suo dinamismo, pur rimanendo fedele agli elementi chiave del personaggio, a partire dal costume. Carmine Di Giandomenico ha sì disegnato il Velocista Scarlatto, ma ne ha fatte proprie anche alcune peculiarità, a partire dalla velocità: nel 2016 infatti ha conquistato un importante record mondiale realizzando ben 56 tavole in sole 48 ore (e con cinque ore di anticipo rispetto a quanto preventivato). Un traguardo unico, tipico di chi possiede le caratteristiche dei supereroi, come quelli del Multiverso DC Comics che lui ben conosce, che gli è valso l’appellativo di “disegnatore più veloce del mondo”. 

Flash è un supereroe con il potere di muoversi a una velocità che supera sette volte quella della luce, violando le leggi della fisica. 
La prima incarnazione del personaggio è l’alter ego di Jay Garrick che, dopo avere inalato i vapori dell’acqua pesante, diventa l’uomo più veloce del mondo, indossando un costume rosso, blu e giallo, con stivaletti ed elmetto ornato ai lati da due ali come il dio Mercurio. 

Negli anni Cinquanta si ha una nuova incarnazione del personaggio, Barry Allen, un chimico che viene colpito da un fulmine mentre è intento a testare alcune sostanze chimiche, trasformandolo in un supereroe con un nuovo costume tutto rosso e senza elmetto sostituito da una maschera.

Il lavoro svolto su MINI Full Electric è stato una reinterpretazione della copertina dello storico numero 123 del personaggio, disegnata da Carmine Infantino, in cui si incontrano la versione classica – o golden age – del personaggio, Jay Garrick e la sua incarnazione moderna, Barry Allen, reso ormai famosissimo da film e serie tv.
Sullo sfondo, come nella copertina originale, la città che accomuna tutte le avventure di Flash, Central City.

Carmine di Giandomenico ha unito ad un segno molto plastico e dinamico una velocità prodigiosa, proprio come il Velocista Scarlatto, disegnando interamente la MINI Full Electric in sole 10 ore ed utilizzando una tecnica mista.

L’omaggio di MINI a Flash in occasione di Lucca Comics è pensato in sinergia con Panini Comics, che da quest’anno edita in Italia i fumetti del Multiverso DC ed è stato presentato attraverso una conferenza stampa digitale nonché verrà svelato sui canali social di MINI, Panini Comics e Lucca Changes.

Epson raggiunge il livello Platinum di EcoVadis per la sostenibilità

Il premio colloca Epson nel primo 1% delle aziende tecnologiche per la sostenibilità ambientale

I consulenti indipendenti di EcoVadis hanno assegnato a Epson il livello Platinum per la responsabilità sociale d’impresa (CSR). La valutazione Platinum, creata nel 2020, indica che Epson si colloca nel primo 1% delle aziende del settore. Negli ultimi tre anni, Epson aveva ottenuto la valutazione Gold. Il livello Gold viene assegnato alle società che si collocano nel primo 5% delle aziende valutate.

Il livello Platinum è un riconoscimento delle iniziative globali di responsabilità sociale d’impresa (CSR) di Epson. La valutazione EcoVadis si concentra su quattro temi: ambiente, lavoro e diritti umani, etica, approvvigionamento sostenibile. Epson ha ricevuto un punteggio “Outstanding” (il più alto) per l’ambiente e punteggi elevati per approvvigionamento sostenibile, etica, lavoro e diritti umani, che la collocano nel primo 1% nel settore della produzione di computer e periferiche.

Kazuyoshi Yamamoto, Presidente di Epson Europe, ha aggiunto: “La certificazione Platinum di EcoVadis garantisce ai nostri clienti che Epson sta adottando tutte le misure disponibili per raggiungere la sostenibilità in ogni sua attività. La sostenibilità è radicata nel nostro DNA ed è presente in tutte le nostre attività. Grazie allo status Platinum, i nostri clienti possono essere certi che ogni aspetto della nostra attività è controllato e certificato in modo indipendente e che siamo totalmente impegnati a garantire i più elevati standard di sostenibilità”.

EcoVadis fornisce una piattaforma indipendente, affidabile e comune per la valutazione di oltre 65.000 gruppi e aziende in 200 settori in 160 Paesi, utilizzando criteri di valutazione CSR basati sugli standard di sostenibilità di migliaia di fonti esterne quali ONG, sindacati, organizzazioni internazionali, governi locali e organizzazioni di auditing.

Epson sfrutta le proprie tecnologie efficienti, compatte e di precisione per promuovere le innovazioni in quattro aree, tra cui le stampanti inkjet. Ritiene che la sua tecnologia possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale, aumentare la produttività e svolgere un ruolo importante nella risoluzione dei problemi sociali e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Epson mira a raggiungere la sostenibilità sociale e pubblica le informazioni sulle proprie iniziative ambientali, sulla creazione di valore sociale, sulla governance aziendale e su altre attività di CSR nel Report integrato e nel Report sulla sostenibilità. Le informazioni sono pubblicate anche sulle pagine di Responsabilità sociale del sito web aziendale.

La mobilità elettrica e il futuro della gamma Mini

Rafforzamento dei valori fondamentali del marchio MINI: sostenibilità ed efficienza – Possibilità per il cliente di scegliere tra una varietà di modelli e motorizzazioni – Continua l’offensiva di prodotto nei segmenti compact e crossover premium – Sviluppo del mercato cinese grazie all’avvio della produzione locale dal 2023

Il costruttore inglese di vetture premium MINI sta ridefinendo la propria gamma con un chiaro focus sulle nuove tecnologie delle motorizzazioni, sull’offerta nei vari segmenti dei veicoli e sui servizi futuri.

Al centro di questa ridefinizione c’è lo sviluppo della mobilità elettrica, un maggior impegno nei segmenti compact e crossover premium e il rafforzamento della presenza nel mercato cinese. “MINI ha sempre fornito la risposta a sfide molto speciali in relazione alla mobilità individuale. E ancora oggi la volontà di reinventare lo status quo continua a caratterizzare il nostro marchio”, commenta Bernd Korber, Head of MINI. “Oltre alla mobilità elettrica, sarà cruciale per il futuro del marchio la possibilità di raggiungere nuovi clienti e nuovi mercati”.

Sono passati ormai 20 anni dalla presentazione della seconda generazione di MINI, dopo il rilancio dello storico marchio inglese. Da allora, nello stabilimento MINI di Oxford, sono stati prodotti circa quattro milioni di veicoli, distribuiti in più di 100 paesi in tutto il mondo. Durante questo ventennio, sono state le esigenze e i desideri del cliente ad aver guidato lo sviluppo della gamma MINI.

Nel 2015, la Nuova MINI Clubman guidò con successo l’ingresso nel segmento delle compatte premium, e due anni dopo, tale transizione venne portata avanti dalla Nuova MINI Countryman. Circa il 40% di tutti i veicoli MINI venduti nel mondo appartengono a questo segmento. La gamma MINI, tra l’altro, è ora più ampia che mai. Attualmente i modelli sportivi John Cooper Works costituiscono circa il 5% delle vendite totali del marchio MINI, mentre i modelli elettrificati stanno progressivamente guadagnando quote.

Il ”Fun to drive”, combinato con l’efficienza, è un elemento profondamente radicato nella tradizione del marchio. Il modello classico MINI, presentato 61 anni fa, fu non solo caratterizzato da una rivoluzionaria abitabilità degli interni, ma anche da una guida economica con peculiarità sportive. La seconda generazione, introdotta nel 2000, ha ottimizzato la relazione tra il piacere di guida e l’efficienza, grazie anche all’introduzione dei motori diesel. Nel 2008, MINI fu il precursore della mobilità elettrica all’interno del BMW Group. La MINI E fu prodotta in serie limitata e consentì di raccogliere informazioni cruciali sull’utilizzo di un’auto completamente elettrica nel traffico quotidiano.

Oggi la mobilità a zero emissioni si è fortemente affermata nella gamma MINI. Con la sola MINI Countryman Plug-in Hybrid (consumo carburante: 2.0 – 1.71 l/100km; consumo di elettricità: 14.0 – 13.1 KWh/100 km; emissioni di CO2: 45 – 40 g/km), i veicoli con la guida elettrificata hanno rappresentato il 5% delle vendite totali del brand nel 2019. A seguito del lancio della MINI Electric (consumo di carburante: 0.0 l/100 km; consumo di elettricità: 16.8 – 14.8 kWh/ 100 km; emissioni di CO2: 0 g/km), questa percentuale è raddoppiata, e costituisce il 10% di tutte le nuove immatricolazioni del marchio.

I motori a combustione ad alta efficienza e i veicoli elettrificati di MINI facilitano l’approccio “Power of Choice”

In futuro, MINI garantirà ai clienti di tutto il mondo una guida a zero emissioni grazie a una gamma completamente elettrificata. Allo stesso tempo, MINI continuerà a offrire motori a benzina e diesel altamente efficienti, soluzione ideale per quei clienti e mercati i cui bisogni di mobilità non possono essere ancora soddisfatti da veicoli completamente elettrici. “Stiamo portando avanti l’approccio cosiddetto “Power of Choice” perseguito dal BMW Group attraverso una vasta gamma di motori a benzina e diesel, sistemi ibridi plug-in e guida completamente elettrica, per soddisfare le esigenze e le aspirazioni dei nostri clienti in tutto il mondo”, ha sottolineato Bernd Korber. “Questo ci consente di creare le condizioni ideali per una futura crescita del marchio sui mercati globali”.

In futuro, il portfolio core di tutti i veicoli elettrici includerà la MINI-3 Door Hatch, un nuovo modello crossover nel segmento delle utilitarie e un nuovo crossover compatto. Sarà possibile scegliere tra motori a combustione interna convenzionali sulle utilitarie e sui crossover compatti.

illycaffè partner di TerraCycle® per riciclare le capsule nei paesi europei

Capsule usate ritirate a casa o spedite al riciclo a carico dell’azienda: illycaffè ha scelto TerraCycle® per la creazione di un programma di raccolta e riciclo delle capsule illy sia in plastica Iperespresso che in alluminio. Le due aziende hanno attivato la partnership in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Austria*, Olanda e Belgio, dove i consumatori potranno usufruire, a seconda del Paese, della raccolta delle capsule esauste a domicilio oppure inviarle per posta a TerraCycle®. Il servizio non è ancora utilizzabile in Italia per i vincoli normativi alla gestione dei rifiuti.

Da sempre illycaffè è attenta all’impatto ambientale dei propri prodotti, che progetta e perfeziona attraverso le ricerche realizzate nei suoi laboratori di Ricerca & Innovazione e mediante l’attivazione di programmi di economia circolare. Da questi laboratori è nato il sistema Iperespresso, un’innovazione tecnologica protetta da cinque brevetti, in cui la capsula diventa una vera e propria camera di estrazione. A differenza della tradizionale preparazione in cui l’espresso si produce in un’unica fase, la percolazione, nella nuova capsula il caffè passa attraverso due fasi: l’iperinfusione e l’emulsione.

Nel desiderio di offrire questa esperienza a un pubblico sempre più vasto, incontrando le esigenze di consumo attuali, illycaffè ha ampliato l’accesso al suo blend unico con la linea di capsule in alluminio compatibili con le macchine per caffè Nespresso.

Per tutelare la qualità dell’ambiente e ridurre l’impatto del polipropilene di cui è composta la capsula Iperespresso, e dell’alluminio di cui è fatta la capsula compatibile, illycaffè si è affidata a TerraCycle®, leader internazionale nel riciclo dei rifiuti, che provvederà alla raccolta del prodotto, alla separazione del caffè dalla capsula, al riciclo della plastica e dell’alluminio e all’invio del caffè esausto a un impianto di compostaggio industriale.

Per i Paesi in cui il servizio di TerraCycle® non è ancora attivo, la capsula Iperespresso si può smaltire nella raccolta differenziata, separando il caffè dall’involucro attraverso l’apricapsule Easy Capsules Opener, disponibile sul sito illy. 

I clienti illy che si registreranno sul sito illy potranno usufruire del ritiro del prodotto direttamente a casa – grazie ad un sistema già operativo in Francia, Spagna e Gran Bretagna – oppure potranno inviare le capsule esauste per posta – in Olanda, Austria e Belgio – a TerraCycle®.

“illycaffè è una Società Benefit che si è impegnata a investire per la promozione di uno stile di vita sempre più eco-sostenibile – commenta Massimiliano Pogliani, Amministratore Delegato di illycaffè –.  Vogliamo offrire ai nostri consumatori la possibilità di prepararsi da soli un caffè come al bar attraverso l’uso delle capsule, nel rispetto dell’ambiente. Per questo, insieme a TerraCycle, abbiamo sviluppato un programma di economia circolare che ci permette di raccogliere e dare nuova vita alle capsule sia in plastica che in alluminio, evitando alle famiglie qualsiasi costo e aggravio: gestiremo interamente noi il servizio insieme con il partner”. 

Laure Cucuron, General Manager di TerraCycle Europe commenta: “illycaffè sta dimostrando grande dinamismo nel rendere i loro prodotti riciclabili e TerraCycle è entusiasta di far parte di questo percorso. TerraCycle sarà responsabile di dare alle capsule e al caffè una nuova vita inviando quest’ultimo al compostaggio e trasformando gli elementi di plastica e alluminio in un pellet o una lamina che possono essere utilizzati per la produzione di nuovi oggetti durevoli come mobili per esterni o applicazioni da costruzione.”

Partnership Gardaland-Enel X: 8 punti di ricarica al Parco per favorire la mobilità sostenibile

A Gardaland il divertimento è ancora più sostenibile. Grazie alla partnership con Enel X il Parco mette a disposizione da oggi otto punti di ricarica per autoveicoli elettrici, una scelta che punta a favorire le sempre più ampie esigenze dei Visitatori ma che soprattutto consolida l’impegno di Gardaland a favore dell’ecosostenibilità.

Le nuove colonnine sono state inaugurate alla presenza di Aldo Maria Vigevani, Amministratore Delegato Gardaland, di Elisa Tosoni, responsabile E-Mobility Enel X per il Triveneto, e dell’amata mascotte di Gardaland Prezzemolo.

Le 4 infrastrutture del tipo “pole station” da 22 kW, ciascuna con presa di tipo Mennekes, consentono la ricarica contemporanea di 8 veicoli elettrici; trattandosi di strutture ad uso pubblico, visibili e prenotabili attraverso l’app Juicepass, rappresentano un significativo risultato per tutto il territorio circostante, non solo per gli automobilisti italiani – i quali scelgono sempre di più le auto elettriche – ma anche per i turisti stranieri, molto numerosi sul Lago di Garda, che sono particolarmente interessati alla mobilità elettrica.

L’installazione è stata resa possibile da una innovativa collaborazione tra Gardaland ed Enel X che ha permesso di contenere i tempi di installazione delle colonnine rendendole rapidamente operative già da ottobre.

Siamo molto felici che il nostro Parco disponga ora di un sistema di ricarica per veicoli elettrici” ha affermato Aldo Maria Vigevani, Amministratore Delegato di Gardaland “Sono tanti i Visitatori che hanno deciso di passare alla mobilità eco-sostenibile e che ora, grazie a questo servizio, potranno divertirsi a bordo delle attrazioni del Parco mentre la loro auto si ricarica. Gardaland è una realtà da sempre molto attenta all’ambiente e l’installazione di queste colonnine è un ulteriore passo avanti verso un futuro sempre più green”.

“In Italia – ha sottolineato Elisa Tosoni, responsabile E-Mobility Enel X per il Triveneto – siamo protagonisti della rivoluzione della mobilità elettrica con un piano nazionale che punta all’obiettivo di 28.000 punti di ricarica entro il 2022. Le nuove stazioni di ricarica, realizzate con tecnologia interamente sviluppata da Enel X ed in grado di assicurare i più alti standard di affidabilità e sicurezza, hanno un grande valore simbolico per stimolare nelle giovani generazioni e nelle loro famiglie – già molto sensibili ai temi del clima e dell’ambiente – una sempre maggiore consapevolezza rispetto a stili di vita sempre più sostenibili”.

Bmw i3 prima nel suo genere e motore di innovazione per la mobilità sostenibile

Anniversario della produzione nello stabilimento del BMW Group a Lipsia – Il primo modello di serie su larga scala alimentato esclusivamente da elettricità del BMW Group continua a godere di una forte domanda anche dopo quasi sette anni di produzione

La BMW i3 (consumo di carburante combinato: 0,0 l / 100 km; consumo di energia combinato: 13,1 kWh / 100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g / km) è sulla buona strada per il successo, in maniera sostenibile, in entrambi i sensi del termine. Quasi sette anni dopo il suo lancio sul mercato, il modello compatto ad alimentazione puramente elettrica e quindi a emissioni locali prive di emissioni è ancora molto richiesto. Nello stabilimento del BMW Group a Lipsia, il 200.000esimo esemplare di BMW i3 è uscito ieri dalla linea di produzione, quasi silenziosamente come sempre. La BMW i3s (consumo di carburante combinato: 0,0 l / 100 km; consumo di energia combinato: 14,6 – 14,0 kWh / 100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g / km) in colore Fluid Black Metallic e accenti in BMW i Blue è stata prodotta per un cliente dalla Sassonia e sarà consegnata dalla filiale BMW di Lipsia.

La BMW i3 da 125 kW / 170 CV e la BMW i3s da 135 kW / 184 CV sono costruite a Lipsia per l’intero mercato mondiale su una linea di produzione dedicata e da dipendenti appositamente formati. Con l’inizio della produzione nel 2013, lo stabilimento in Sassonia è diventato un pioniere e un centro di eccellenza per la mobilità sostenibile. La BMW i3 è stato il primo modello del BMW Group di serie su larga scala alimentato esclusivamente elettricamente e anche il primo veicolo dell’azienda con una cella passeggeri in plastica rinforzata con fibra di carbonio (CFRP). Il modulo Life realizzato in CFRP fa parte di un’architettura del veicolo specifica per BMW i e progettato per la mobilità elettrica sin dall’inizio. È modellato a Lipsia da nastri in fibra di carbonio e assemblato in un processo unico sviluppato dal BMW Group. Segue l’unione con il modulo Drive, lo chassis in alluminio, che porta la trasmissione, il telaio e la batteria ad alto voltaggio. Processi di produzione all’avanguardia garantiscono che la costruzione della carrozzeria e l’assemblaggio della BMW i3 a Lipsia richiedano solo circa la metà del tempo necessario per i veicoli convenzionali.

BMW i3 come motore dell’innovazione per la mobilità elettrica e la costruzione leggera.

Il successo della BMW i3 e l’esperienza acquisita nello sviluppo e nella produzione hanno notevolmente incrementato i progressi nel campo della mobilità elettrica e della costruzione leggera. In questo modo il marchio BMW i è diventato il laboratorio del futuro per l’intera azienda. La trazione della BMW i3s ora alimenta anche la MINI Cooper SE (consumo di carburante combinato: 0,0 l / 100 km; consumo di energia combinato: 16,8 – 14,8 kWh / 100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g / km) per fornire piacere di guidare puramente elettrico. Inoltre, il contenuto energetico lordo dell’unità di accumulo ad alta tensione è stato quasi raddoppiato dagli iniziali 22,6 a 42,2 kWh senza modificarne le dimensioni. L’autonomia della BMW i3 è quindi aumentata fino a 285-310 chilometri nel ciclo di prova WLTP.

Sulla base del know-how acquisito con la BMW i3, numerose innovazioni sono state ottenute anche nei settori della trazione, dell’elettronica di potenza e della tecnologia di ricarica. La quinta generazione della tecnologia BMW eDrive è ora pronta per la produzione in serie. Viene utilizzata, tra le altre cose, nella nuova ammiraglia tecnologica del BMW Group, la BMW iNEXT, che sarà prodotta nello stabilimento BMW Group di Dingolfing, con componenti dallo stabilimento BMW di Landshut, a partire dal 2021. Il materiale high-tech CFRP, ad esempio, contribuisce ora anche alla costruzione leggera intelligente nella BMW Serie 7.

Lipsia come sede per il futuro: la produzione di moduli batteria inizierà nel 2021.

Lo stabilimento del BMW Group a Lipsia continuerà a dare un contributo significativo all’espansione della mobilità elettrica in futuro. Il sito entrerà a far parte della rete di produzione internazionale del BMW Group per i moduli batteria già nel 2021. Entro il 2022, il BMW Group investirà più di 100 milioni di euro per stabilire la produzione di moduli batteria a Lipsia. In futuro, le celle agli ioni di litio fornite saranno assemblate in moduli standardizzati in un processo altamente automatizzato. Questi verranno poi assemblati insieme alle connessioni al veicolo, alle centraline e al sistema di raffreddamento in un alloggiamento in alluminio specifico per ogni modello. Entro il 2022 più di 150 dipendenti lavoreranno nella produzione di moduli batteria a Lipsia.

In questo modo, l’esperienza acquisita in questo sito di produzione della BMW i3 viene costantemente utilizzata per la produzione di veicoli elettrificati in Germania. Lo stabilimento del BMW Group a Lipsia, dove oltre alla BMW i3, vengono prodotti anche i modelli delle BMW Serie 1 e 2 con trazione ibrida convenzionale e plug-in, è quindi ancora più completamente attrezzato per seguire l’approccio “Power of Choice” nella strategia di modelli dell’azienda in futuro.

Pioniere per la mobilità elettrica premium in città e per una comprensione generale della sostenibilità.

La BMW i3 è stata sviluppata come un nuovo concetto di veicolo rivoluzionario per la mobilità individuale nelle aree urbane. Con la BMW i3, il BMW Group ha fornito un significativo impulso al cambiamento nel campo del trasporto urbano, che ha anche ispirato altre case automobilistiche a dedicare maggiore attenzione alla mobilità elettrica. Oggi, la BMW i3 non è solo l’auto premium più venduta nel suo segmento, ma anche un simbolo di fama mondiale della guida a zero emissioni locali in città e per il pendolarismo tra casa e lavoro.

Secondo uno studio del 2019 dell’Automobile Club tedesco (ADAC), i clienti beneficiano non solo di vantaggi ecologici ma anche economici significativi. Secondo i calcoli, i costi totali per una BMW i3 o BMW i3s sono in media inferiori di circa il 20% rispetto a un modello BMW con un motore a combustione paragonabile in termini di prestazioni del motore e equipaggiamento. Sono state prese in considerazione tutte le spese per l’acquisto, l’esercizio e l’ammortamento dei veicoli, con un periodo di utilizzo di cinque anni ciascuno e un chilometraggio totale di 75 000 chilometri. Grazie ai sussidi statali ora aumentati per i veicoli elettrificati, il vantaggio della BMW i3 e della BMW i3 in termini economici è attualmente ancora maggiore.

Inoltre, la BMW i3 rappresenta una nuova concezione della mobilità premium, che è anche fortemente caratterizzata dalla sostenibilità al di là della trazione puramente elettrica. Il tetto è realizzato in CFRP riciclato nello stabilimento del BMW Group a Lipsia. La verniciatura del rivestimento esterno in plastica richiede il 75% di energia in meno e il 70% di acqua in meno rispetto ai processi convenzionali. Il 25 percento dei materiali utilizzati per le parti esterne in termoplastica è stato riciclato o prodotto da risorse rinnovabili. Anche negli interni viene utilizzata un’elevata percentuale di materie prime rinnovabili e materiali riciclati. La produzione della BMW i3 nello stabilimento del BMW Group a Lipsia è al 100% CO2 neutrale. Le turbine eoliche nella struttura della fabbrica forniscono l’energia elettrica necessaria per la produzione.

L’eccezionale valutazione del ciclo di vita della BMW i3 è già stata confermata da un certificato ISO rilasciato da revisori indipendenti subito dopo il suo lancio sul mercato. A tal fine, gli esperti di TÜV Süd hanno analizzato tutti i dati e le valutazioni rilevanti, da cui è stato ricavato il bilancio ambientale della BMW i3 per l’intero ciclo di vita del veicolo, dall’estrazione e produzione delle materie prime all’uso e al riciclo. Secondo lo studio, l’uso di energia dal mix di elettricità dell’UE-25 ha già portato a una riduzione del potenziale di gas serra di circa il 30% rispetto a veicoli simili con sistemi di trasmissione convenzionali. Se utilizzata esclusivamente con energia rinnovabile, come l’energia eolica o solare, l’impronta di CO2 è stata addirittura ridotta di oltre il 50 percento.

Il consumo di carburante, i dati sulle emissioni di CO2 e il consumo di energia sono stati misurati utilizzando i metodi richiesti in base al Regolamento VO (CE) 2007/715 e successive modifiche. Le cifre sono calcolate utilizzando un veicolo dotato di equipaggiamento di base in Germania, le gamme indicate tengono conto delle differenze nelle dimensioni di ruote e pneumatici selezionate, nonché degli equipaggiamenti opzionali. Possono cambiare durante la configurazione.

Le cifre sono già state calcolate sulla base del nuovo ciclo di prova WLTP e adattate al NEDC a scopo di confronto. In questi veicoli, per la determinazione delle tasse e di altri dazi relativi ai veicoli che sono (anche) basati sulle emissioni di CO2 possono essere richiesti dati diversi da quelli qui pubblicati.

Enel X e ASSTRA promuovono il trasporto pubblico sostenibile

Al centro dell’intesa, l’accelerazione della transizione energetica, una maggiore efficienza nell’utilizzo dei fondi pubblici, infrastrutture di ricarica all’avanguardia e nuove soluzioni per le Smart City

Rendere più sostenibile il trasporto pubblico locale, contribuire a ridurre le emissioni delle linee urbane ed extraurbane e migliorare la qualità del servizio ai cittadini: sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato da Enel X, la business line globale di Enel dedicata allo sviluppo di prodotti innovativi e soluzioni digitali, e ASSTRA-Associazione Trasporti, l’associazione che riunisce circa 140 aziende del trasporto pubblico locale.

Il protocollo prevede una serie di attività finalizzate alla promozione della mobilità sostenibile nelle città italiane: dallo sviluppo di nuovi modelli di business che accelerino la transizione energetica dei sistemi di approvvigionamento degli autobus e garantiscano un più efficiente utilizzo dei fondi pubblici messi a disposizione dal Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile del MIT, alla progettazione di infrastrutture e colonnine di ricarica all’avanguardia, passando per la definizione di nuove soluzioni per le Smart City in grado di ridurre i consumi delle flotte, i costi di manutenzione e rifornimento e di disegnare servizi di mobilità a più alto valore aggiunto. L’intesa prevede anche lo sviluppo di soluzioni di efficienza energetica da applicare presso le sedi dei depositi del trasporto pubblico.

“L’obiettivo della collaborazione con ASSTRA è accelerare la transizione energetica verso il trasporto elettrico pubblico”, dichiara Augusto Raggi, Responsabile Enel X Italia. “La collaborazione tra un grande player industriale come Enel X e ASSTRA porterà a individuare modelli di business innovativi per un sistema di trasporto pubblico integrato con soluzioni di efficienza energetica, green e digitali. In questo modo potremo aumentare il confort del trasporto per i cittadini e ridurre i costi di esercizio, con vantaggi per la Pubblica Amministrazione e esternalità positive per le città come il miglioramento della qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico.”

Andrea Gibelli, Presidente di ASSTRA, ha dichiarato: “ASSTRA, con il protocollo d’intesa sottoscritto oggi, intende sostanziare ulteriormente il lavoro che sta svolgendo per sviluppare l’innovazione tecnologica applicata ai trasporti pubblici. L’elemento innovativo del protocollo siglato con Enel X Italia  risiede nell’esplorazione di nuovi modelli di business per i sistemi di trasporto collettivo elettrico su autobus, finalizzati ad accelerare  la transizione energetica garantendo un  utilizzo più  efficace ed efficiente dei fondi pubblici, per un settore la cui importanza per il Paese sta emergendo drammaticamente proprio in questi giorni a causa della crisi pandemica. La nostra intenzione è guardare avanti per costruire oggi un futuro migliore per il TPL e dunque per i cittadini”.

Nell’ambito del protocollo, le soluzioni innovative saranno sviluppate in considerazione del quadro normativo e con il coinvolgimento delle imprese di trasporto pubblico locale, secondo un modello virtuoso di collaborazione pubblico-privato.

L’intesa mira, infine, a incentivare azioni di sensibilizzazione sugli effetti nocivi dell’inquinamento ambientale e acustico, con particolare attenzione ai centri urbani.

I monopattini elettrici Segway salgono sulle Range Rover Evoque e Discovery

La micro-mobilità elettrica è uno dei trend in crescita in Italia, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria Covid-19, ed è diventata parte integrante del panorama quotidiano nelle città italiane.

Il successo dei monopattini elettrici è sempre più tangibile: rappresentano un’alternativa semplice e a zero emissioni per gli spostamenti a corto raggio ed un mezzo complementare all’automobile, magari per percorrere velocemente l’ultimo chilometro o per entrare nelle aree a traffico limitato.

Questo è quanto emerso anche dall’indagine che Jaguar Land Rover Italia ha condotto lo scorso giugno tra i suoi Clienti; i risultati della ricerca hanno confermato il trend della micro-mobilità in sensibile crescita.

Per questo, nascono le edizioni limitate Range Rover Evoque e Discovery Sport Urban View SegwayNinebot come risultato della partnership di Jaguar Land Rover Italia con Segway-Ninebot, produttore leader di monopattini elettrici.

Range Rover Evoque e Discovery Sport con il tetto panoramico, saranno vendute in serie limitata, in abbinamento ad un monopattino Segway-Ninebot MAX G30. Con le loro ampie superfici vetrate diventeranno le vetture ideali per esplorare e godere la città, con comfort ed elegante dinamicità, consentendo di percorrere gli ultimi chilometri con il monopattino Segway-Ninebot per arrivare a destinazione, diventando quindi un vero manifesto di mobilità urbana integrata.

Si tratta di un’edizione limitata di 200 unità totali che riguarderanno le vendite da ottobre a dicembre 2020 e che sarà sostenuta da una campagna di comunicazione nazionale sui canali stampa, digital e affissioni nel periodo ottobre – novembre 2020.

Range Rover Evoque e Discovery Sport sono due vetture di grande successo in Italia, entrambe con un innegabile carattere: perfetta sintesi di eleganza e minimalismo la prima, di versatilità e performance sportiva, la seconda.

Helbiz insieme a Enel per una mobilità in città al 100% green e sostenibile

I mezzi elettrici Helbiz alimentati da Enel Energia sono il primo caso di micro-mobilità carbon neutral  

Grazie al protocollo d’intesa firmato da Helbiz ed Enel in occasionedella settimana Europea della Mobilità sostenibile,le città italiane potranno contare su una flotta di micro-mobilità alimentata da sola energia rinnovabile fornita da Enel Energia. Obiettivo dell’accordo è accelerare il tasso di utilizzo di monopattini e bici elettriche in sharing attraverso l’impiego esclusivo di fonti rinnovabili. A partire da oggi infatti, tutti i mezzi elettrici Helbiz saranno alimentati da energia rinnovabile certificata erogata da Enel Energia presso tutti i magazzini italiani di stoccaggio e ricarica delle 14 città italiane ad oggi coperte dal servizio tra cui Milano, Roma, Bari, Napoli, Torino.

La partnership, della durata di un anno, permetterà inoltre ai dipendenti del Gruppo Enel di usufruire dei servizi di mobilità Helbiz a condizioni e tariffe agevolate.

“L’accordo con Enel è la naturale convergenza fra due aziende che guardano al futuro nella sola ottica della sostenibilità delle nostre città”, commenta Salvatore Palella, fondatore e CEO di Helbiz. “Crediamo che la possibilità di offrire agli utenti una flotta di mezzi powered by Enel Energia, con energia che proviene al 100% da fonti rinnovabili sia già di per sé la miglior garanzia di un uso efficiente e responsabile della risorsa energetica. Questo è per Helbiz un impegno in grado di tradurre concretamente la nostra visione di impresa in cui il ruolo dei fattori ESG è equiparabile agli altri rating di profittabilità del business”.

“L’utilizzo sempre maggiore di energie rinnovabili e la mobilità a zero emissioni sono due tasselli fondamentali dell’impegno di Enel per la transizione energetica verso un modello più sostenibile”, commenta Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia – L’accordo con Helbiz fa compiere un ulteriore passo in avanti alla micro-mobilità urbana in termini di sostenibilità, favorendo l’ambiente, il benessere delle persone e la qualità della vita nelle città”.

Helbiz ha calcolato che la riduzione dell’impatto ambientale conseguente all’utilizzo dei monopattini elettrici sia nell’ordine di oltre 1,7 kg di CO2 per ogni chilometro percorso rispetto all’utilizzo di veicoli a combustibile fossile. Solo nelle prime due settimane di operatività del servizio nel mese di settembre, sottolinea la società americana fondata da Salvatore Palella, nelle città italiane sono state risparmiate ben 400 tonnellate di CO2.

Francesco Starace nominato nuovo Presidente di SEforALL

Sustainable Energy for All (SEforALL) ha annunciato oggi che Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel S.p.A., è stato nominato Presidente dell’Administrative Board di SEforALL.

SEforALL è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che lavora a stretto contatto con le Nazioni Unite per accelerare e realizzare su scala le soluzioni necessarie per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 (SDG7) – accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni per tutti – entro il 2030.

Con meno di 10 anni per raggiungere l’SDG7 e con la sempre maggiore urgenza che il mondo si attivi per raggiungere gli obiettivi per il clima dell’Accordo di Parigi, il ruolo di SEforALL nel guidare la transizione globale verso l’energia pulita non è mai stato così importante. L’Ing. Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel, una delle maggiori utility in Europa, da maggio 2014, assume le funzioni con effetto immediato.

Commentando l’annuncio, Elizabeth Cousens, Vice-Presidente dell’Administrative Board di SEforALL, nonché Presidente e Amministratore Delegato della UN Foundation, ha dichiarato: “Francesco è un leader visionario nel campo dell’energia con una lunga storia alle spalle nel guidare le ambizioni dell’azienda in azioni a favore di clima, sostenibilità e accessibilità all’energia per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che ne sono prive. È una scelta naturale per questo ruolo importante in un momento così critico. Con il mandato unico nel suo genere di SEforALL conferito dalle Nazioni Unite per guidare le azioni a favore dell’SDG7 in linea con l’Accordo di Parigi, la sua leadership può aiutare a far avanzare ancora di più e più speditamente l’organizzazione per raggiungere l’obiettivo dell’accesso universale all’energia”.

In quanto Presidente dell’Administrative Board – il principale organo di governo dell’organizzazione – Starace aiuterà a sviluppare la strategia e le operazioni dell’organizzazione ai massimi livelli. Attualmente, Starace è anche membro del Global Compact Board of Directors e della Global Commission to End Energy Poverty delle Nazioni Unite. In precedenza ha ricoperto il ruolo di membro dell’ex-Advisory Board di SEforALL e di Presidente di Eurelectric, l’associazione europea del settore dell’elettricità. 

Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel S.p.A., ha dichiarato: “L’energia deve essere al cuore dell’agenda globale per guidare il mondo lungo un percorso più sostenibile, concentrandosi su interventi multilaterali specialmente nel campo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’accesso all’energia e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Sono molto orgoglioso di unirmi a SEforALL e di sostenerne l’impegno per la transizione verso l’energia pulita lavorando insieme per il raggiungimento dell’SDG 7.

“Il mio principale obiettivo come Presidente dell’Administrative Board di SEforALL sarà quello di cooperare con i principali attori per accelerare il passaggio fondamentale a un’energia più sostenibile, moderna e accessibile per tutti. Ho grande fiducia nella leadership di SEforALL e nei suoi peculiari punti di forza per affrontare la complessità delle sfide energetiche e aiutare a garantire il diritto fondamentale all’elettricità per tutti, in tutto il mondo”.

L’annuncio giunge dopo la recente pubblicazione da parte di SEforALL di un nuovo piano di attività triennale per contribuire a stimolare azioni graduali verso l’energia sostenibile per lo sviluppo e la transizione energetica. L’ambizioso piano riconosce la necessità di rafforzare l’advocacy globale espandendo al contempo le attività che danno priorità a processi decisionali basati su dati, partnership strategiche e un’implementazione specifica per paese. 

Accogliendo con favore la sua nomina, Damilola Ogunbiyi, Amministratore Delegato e Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’iniziativa “Sustainable Energy for All” e co-Presidente di UN-Energy, ha commentato: “Tramite azioni ambiziose possiamo ancora raggiungere l’SDG7 entro il 2030, ma i prossimi anni saranno fondamentali per aumentare l’accesso all’energia, specialmente sulla scia della pandemia di COVID-19. La leadership di SEforALL è cruciale per dare forma concreta a questa visione ed è per questo che sono lieta di dare il benvenuto a Francesco Starace quale nostro nuovo Presidente dell’Administrative Board. Francesco apporta la sua incredibile esperienza che può aiutare SEforALL a realizzare una transizione energetica che sia veramente inclusiva ed equa, senza lasciare nessun indietro”.

BMW Group, entro il 2030 più di 7 milioni di veicoli full electric o plug-in hybrid

Il Gruppo offre ora la più ampia selezione al mondo di automobili premium con un sistema di trazione elettrificato. Sul mercato italiano sono disponibili 21 modelli elettrificati (Full Electric e Plug-in Hybrid) e 71 con tecnologia Mild Hybrid a 48 volt

Con un piano decennale per la sostenibilità, il BMW Group sottolinea il suo impegno per gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima, concentrandosi principalmente sull’espansione della mobilità elettrica. Oggi, i marchi BMW e MINI con sistemi di propulsione completamente elettrici e ibridi plug-in rappresentano già circa il 13,3 percento di tutte le nuove immatricolazioni in tutta Europa (fonte: Rapporto IHS Markit New Registrations luglio 2020). Ciò corrisponde a 1,5 volte la quota media di tutti i marchi, che è circa l’8 %. Il Gruppo prevede che questa cifra salirà a un quarto entro il 2021, a un terzo entro il 2025 e al 50 % entro il 2030.

I veicoli dei marchi BMW e MINI dotati di sistemi di propulsione elettrificata sono ora offerti in 74 mercati in tutto il mondo, dove sono stati venduti oltre 500.000 veicoli elettrificati fino al 2019. Entro la fine del 2021, questa cifra salirà probabilmente a oltre un milione. Nonostante le restrizioni legate alla pandemia, nella prima metà del 2020 sono stati venduti più veicoli elettrificati del BMW Group rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Gli obiettivi di sostenibilità del BMW Group mirano a mettere su strada in tutto il mondo entro il 2030 più di sette milioni di veicoli con sistemi di guida elettrificati, due terzi dei quali varianti completamente elettriche. Come risultato della massiccia espansione della mobilità elettrica, le emissioni prodotte dai veicoli del BMW Group per chilometro percorso saranno ridotte di circa il 40 % entro il 2030.

Power of Choice : approccio efficace per la sostenibilità globale

L’attuale offensiva di prodotto sta aprendo la strada verso questo obiettivo, con il BMW Group che segue l’approccio del “Power of Choice” per tenere conto delle esigenze dei clienti e dei requisiti legali sui mercati automobilistici globali. La BMW X3 è il primo modello disponibile con motori a benzina e diesel ad alta efficienza, inclusa la tecnologia ibrida a 48 volt, con un sistema di trasmissione ibrida plug-in o un sistema di trasmissione completamente elettrico.

In futuro, ulteriori serie di modelli con sistemi di propulsione elettrificati e convenzionali verranno costruiti su un’unica linea di produzione. Ad esempio, la prossima generazione di berline di lusso della BMW Serie 7 sarà offerta anche come variante di modello puramente elettrico. Anche le BMW Serie 5 e BMW X1 saranno immesse sul mercato non solo con motori a combustione interna convenzionali e sistemi ibridi plug-in, ma anche con unità di trasmissione completamente elettriche.

L’elettrificazione dei sistemi di propulsione è parte integrante del futuro campo D-ACES (Design, Autonomous, Connected, Electrified und Services / Shared) definito dal BMW Group nella sua strategia NUMBER ONE> NEXT. Oggi, il BMW Group offre già la più ampia selezione di veicoli corrispondenti in tutto il mondo. Questi modelli convincono anche per le caratteristiche sportive. Inoltre, la loro attrattiva è attribuibile a un design espressivo e tecnologia avanzata nelle aree di operazione e digitalizzazione, che sono orientate allo stile di vita dei gruppi target contemporanei.

La quinta generazione della tecnologia BMW eDrive debutta nella nuova BMW iX3 (consumo di carburante combinato: 0,0 l/100 km; consumo di energia: 17,8 – 17,5 kWh/100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g/km). La qualità dei suoi componenti – motore elettrico, batteria ad alto voltaggio, tecnologia di ricarica ed elettronica di potenza – è il risultato dell’esperienza acquisita dal marchio BMW i nel settore della mobilità elettrica dal 2011. Il BMW Group si affida allo sviluppo interno di tutti i componenti per la tecnologia BMW eDrive. Un esempio dei progressi raggiunti in questo modo è la batteria ad alta tensione per la BMW i3, la cui capacità di stoccaggio è raddoppiata dal lancio di questo modello nonostante lo spazio di installazione invariato.

Puro piacere di guidare: mobilità completamente elettrica con la BMW iX3, la BMW i3 e la MINI Cooper SE.

Con la quinta generazione della tecnologia BMW eDrive presente nella BMW iX3, l’efficienza e lo sviluppo della potenza del motore elettrico, il contenuto energetico della batteria ad alto voltaggio, la capacità di carica e il controllo intelligente dell’intero sistema raggiungono un nuovo livello. Il motore elettrico di nuova concezione dell’auto eroga 210 kW/286 CV e aziona le ruote posteriori. Il primo Sports Activity Vehicle completamente elettrico combina sportività e un’autonomia elevata fino a 520 chilometri, non per mezzo di batterie particolarmente grandi, ma con un concetto generale intelligente di efficienza e dinamica. A partire dal 2021, la quinta generazione della tecnologia BMW eDrive sarà implementata anche nei modelli BMW i4 e BMW iNEXT.

Trazione completamente elettrica, telaio in alluminio e cabina passeggeri in resina rinforzata con fibra di carbonio (CFRP): ecco come funziona la BMW i3 (consumo di carburante combinato: 0,0 l/100 km; consumo di energia: 13,1 kWh/100 km; CO2 combinato emissioni: 0 g/km) afferma ancora in modo convincente il suo ruolo di pioniere della mobilità elettrica premium quasi sette anni dopo il suo debutto. Grazie al materiale leggero in carbonio, la BMW i3 raggiunge prestazioni di guida sportiva anche con una batteria relativamente piccola, per cui il peso del veicolo è allo stesso livello di quello di un modello convenzionale nel suo segmento. Il motore elettrico sincrono per la BMW i3 genera una potenza massima di 125 kW/170 CV, raggiungendo anche 135 kW/184 CV nel caso della BMW i3s (consumo di carburante combinato: 0,0 l/100 km; consumo di energia combinato: 14,6 – 14,0 kWh/100 km; emissioni di CO2 combinate: 0 g/km).

La versione più potente del sistema di propulsione è installata anche nella MINI Cooper SE. La differenza più cruciale rispetto alla BMW i3s è che il primo veicolo puramente elettrico della MINI è dotato di trazione anteriore, caratteristica del marchio. Al contrario, la BMW i3 e la BMW i3 si affidano al classico concetto di trazione posteriore. La flessibilità della tecnologia BMW eDrive si riflette anche nella versione specifica del modello della batteria ad alta tensione, che è a forma di T e situata in profondità nel pavimento del veicolo. Di conseguenza, la quantità di spazio disponibile per gli occupanti e il volume del bagagliaio nella MINI Cooper SE sono esattamente gli stessi di quelli delle varianti di modello a propulsione convenzionale della MINI a 3 porte.

Il meglio di entrambi i mondi: modelli ibridi plug-in di BMW e MINI.

Grazie all’interazione controllata in modo intelligente tra i due sistemi di propulsione, i modelli ibridi plug-in di BMW e MINI combinano il meglio di due mondi. Facilitano la guida puramente elettrica nel traffico urbano e negli spostamenti tra casa e il luogo di lavoro, nonché una lunga autonomia complessiva del veicolo per i viaggi su lunghe distanze. L’autonomia elettrica è aumentata mediante rigenerazione intensiva durante le fasi di inerzia e decelerazione. Inoltre, la gestione intelligente dell’energia offre la possibilità di risparmiare la capacità della batteria ad alta tensione in modo specifico per la guida locale a emissioni zero all’interno di aree edificate. Il precondizionamento degli interni è di serie e garantisce un comfort ottimizzato in ogni stagione grazie al riscaldamento autonomo e alla climatizzazione.

Nei modelli ibridi plug-in della BMW Serie 7, la BMW X5 xDrive45e (consumo di carburante combinato: 2,1 – 1,6 l/100 km; consumo di energia combinato: 23,5 – 21,3 kWh/100 km; emissioni di CO2 combinate: 47-37 g/km) e la nuovissima BMW 545e xDrive Berlina (consumo di carburante combinato: 2,4 – 2,1 l/100 km; consumo di energia combinato: 16,3 – 15,3 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 49 g/km), il motore elettrico, integrato nella trasmissione Steptronic, funziona in combinazione con un motore a benzina a sei cilindri in linea, che eroga una potenza del sistema di 290 kW/394 CV.

Una combinazione tipica del marchio di sportività e sostenibilità caratterizza anche i modelli i cui sistemi ibridi plug-in sono realizzati da un motore a benzina a quattro cilindri e un motore elettrico che è anche integrato nel cambio Steptronic a 8 rapporti. In presenza di carichi particolarmente elevati, la potenza del sistema generata dalle due unità di potenza può essere aumentata di ulteriori 30 kW/40 CV per un breve periodo. Questa funzione XtraBoost aumenta la potenza del sistema, ad esempio durante le manovre di kick-down, fino a 215 kW/292 CV, fornendo uno sviluppo di potenza molto più spontaneo rispetto al caso dei tradizionali motori a benzina e diesel. Nella BMW Serie 3 e nella BMW Serie 5, questo sistema ibrido plug-in è offerto rispettivamente per quattro modelli, i modelli Berlina e Touring sono disponibili con trazione integrale e trazione posteriore. Inoltre, l’esperienza di guida della BMW X3 xDrive30e (consumo di carburante combinato: 2,4 – 2,1 l/100 km; consumo di energia combinato: 16,7 – 16,0 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 47 g/km) raccoglie il vantaggio di due motori e quattro ruote motrici.

Un differente approccio di sportività è la caratteristica comune dei modelli ibridi plug-in di BMW e MINI nel segmento delle compatte premium. Questo è il risultato di una tecnologia di trazione integrale specifica per l’ibrido che è unica nel settore di appartenenza. Il motore elettrico eroga coppia alle ruote posteriori tramite una trasmissione monostadio. Il motore a benzina a tre cilindri trasferisce la potenza a un cambio Steptronic a 6 rapporti e aziona le ruote anteriori. Il risultato è una potenza complessiva del sistema di 162 kW/220 CV nella BMW X1 xDrive25e (consumo di carburante combinato: 1,9 l/100 km; consumo di energia combinato 13,8 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 43 g/km) rispettivamente e 162 kW/220 CV nella BMW X2 xDrive25e (consumo di carburante combinato: 1,9 l/100 km; consumo di energia combinato: 13,7 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 43 g/km) rispettivamente e 162 kW/220 CV nella MINI Cooper SE Countryman ALL4 (consumo di carburante combinato: 2,0 – 1,7 l/100 km; consumo di energia combinato: 14,0 – 13,1 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 45-40 g/km). La BMW 225xe Active Tourer (consumo di carburante combinato: 1,9 l/100 km; consumo di energia combinato: 13,5 kWh/100 km; emissioni min. di CO2 combinate: 42 g/km) eroga una potenza del sistema di 165 kW/224 CV.

Con servizi digitali innovativi, il BMW Group contribuisce attivamente a migliorare la percentuale di guida elettrica offerta dai modelli ibridi plug-in. La funzione BMW eDrive Zone attiva un passaggio automatico alla modalità operativa puramente elettrica non appena il veicolo entra in zone urbane a basse emissioni e in aree urbane simili. Inoltre, la guida locale a emissioni zero con un modello ibrido plug-in BMW viene premiata attraverso il programma premium unico al mondo BMW Points.

I prodotti e i servizi di BMW Charging e MINI Charging facilitano la ricarica semplice e confortevole a casa e in viaggio. Questi comprendono vari tipi diversi di Wallbox, compreso il servizio di installazione, le offerte individuali per l’acquisto di elettricità verde e l’accesso alla più grande rete mondiale di stazioni di ricarica pubbliche che comprende più di 155.000 punti di ricarica nella sola Europa. Inoltre, il BMW Group sta estendendo sostanzialmente la sua infrastruttura di ricarica aziendale a circa 4.100 punti di ricarica nella sola Germania.

Dalla materia prima al riciclo: focus su tutta la catena del valore.

Il BMW Group combina lo sviluppo continuo della mobilità elettrica con un approccio olistico della sostenibilità, tenendo sempre presente l’intera catena del valore e il ciclo di produzione completo, dall’approvvigionamento delle materie prime, alla produzione e alla vita utile del veicolo fino al successivo riciclaggio. Oggi, l’impatto ambientale totale di un modello ibrido plug-in, noto come impronta di CO2, è già significativamente inferiore a quello di un veicolo a propulsione convenzionale. La BMW X1 xDrive25e, ad esempio, raggiunge già un valore inferiore del 31% rispetto al corrispondente modello a benzina quando utilizza la corrente di carica del mix di elettricità dell’UE durante il suo intero ciclo di vita. Se il veicolo utilizza esclusivamente elettricità verde per tutta la sua vita utile, l’impronta di CO2 è addirittura inferiore del 55 %.

Per il futuro, il BMW Group sta sviluppando, tra le altre cose, un ciclo sostenibile di materiale riutilizzabile per le celle delle batterie. Le materie prime chiave come il cobalto e il litio provengono esclusivamente da fornitori che rispettano rigorosi standard in materia di sostenibilità ecologica e sociale. Sono procurate dal BMW Group e quindi mandate ai produttori delle celle della batteria. Il motore elettrico dell’ultima generazione di BMW eDrive è prodotto senza materie prime provenienti dalle cosiddette terre rare. Inoltre, la produzione di tutti i componenti della tecnologia BMW eDrive di ultima generazione utilizza esclusivamente elettricità proveniente da fonti rinnovabili. Di conseguenza, nei prossimi dieci anni verranno evitate circa 10 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Complessivamente, da quest’anno, tutte le sedi di produzione del BMW Group nel mondo saranno fornite con elettricità verde al 100 %. L’azienda aumenterà anche in modo sostanziale la percentuale di materiali secondari utilizzati nei nuovi veicoli. In futuro, l’ulteriore utilizzo e riciclaggio delle batterie ad alta tensione diventerà di grande importanza. Dopo essere stati utilizzati in veicoli con sistemi di propulsione elettrificati, possono fungere da unità di stoccaggio fisse per l’energia eolica e solare, come attualmente avviene nei locali dello stabilimento BMW di Lipsia. Un efficiente riciclaggio delle materie prime non avviene se non dopo questo passaggio. Mentre una quota di riciclaggio del 50 percento è attualmente richiesta in tutta Europa, il BMW Group e lo specialista tedesco del riciclaggio Duesenfeld hanno sviluppato congiuntamente un processo con cui è prevista una quota di riciclaggio di oltre il 95 percento, inclusi grafite ed elettrolita.

Tetra Pak, obiettivo zero emissioni nette di gas serra

Tetra Pak conferma la sua priorità strategica nel guidare la trasformazione sostenibile con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di gas serra lungo la catena di valore entro il 2050, supportando questo progetto con un obiettivo intermedio al 2030 per le proprie attività. La società stabilirà inoltre obiettivi di riduzione delle emissioni per contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C, secondo l’iniziativa Science Based Targets (SBT) per gli ambiti 1, 2 e 3.

Tetra Pak è stata fondata sull’idea che una confezione dovrebbe far risparmiare più del suo costo, con un orientamento alla sostenibilità sempre al centro dell’operato aziendale. Dal 1999, la società raccoglie ogni anno dati sull’uso di energia e sulle emissioni di gas serra da tutta l’organizzazione, con i suoi resoconti GHG controllati da una terza parte indipendente dal 2013.

Lars Holmquist, Vice Presidente esecutivo Packaging Solutions e Attività Commerciali di Tetra Pak, ha dichiarato: “Fin dal 2002, abbiamo costantemente raggiunto i nostri obiettivi climatici. Lo abbiamo fatto nuovamente nel 2005 e siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo 2020. Nel 2017, siamo stati la prima azienda nel settore alimentare e delle bevande ad avere avuto l’approvazione da SBT per i nostri obiettivi di riduzione dell’impatto climatico. Più di recente, abbiamo aderito all’Alleanza europea per il recupero verde, il primo appello paneuropeo per la mobilitazione su soluzioni di investimento verde post-crisi. Oggi stiamo fissando nuovi e ambiziosi obiettivi per il raggiungimento di zero emissioni nette, obiettivi che guideranno la trasformazione in tutto il nostro settore e nell’intera catena di valore. La più grande sfida ambientale del pianeta non richiede nulla di meno da quello che stiamo già facendo.

Entro il 2030 Tetra Pak si concentrerà su quattro aree chiave per raggiungere zero emissioni nette di gas a effetto serra attraverso le proprie attività ed entro il 2050 lungo l’intera catena di valore:

  • Riduzione delle emissioni legate all’ambito energetico attraverso il risparmio di energia, miglioramento dell’efficienza, installazione di impianti solari fotovoltaici in loco (solare fotovoltaico) e acquisto di energia rinnovabile. Dal 2011 Tetra Pak ha investito oltre 16 milioni di euro in efficienza energetica, evitando così un aumento del 23% del consumo di energia. A oggi l’azienda ha installato circa 2,7 MW di fotovoltaico solare (o circa 8.000 pannelli), offrendo elettricità a basse emissioni di carbonio e risparmiando costi operativi. Membro dell’iniziativa RE100, Tetra Pak è passata dal 20% di utilizzo di energia elettrica rinnovabile nel 2014 al 69% nel 2019 e sta per raggiungere l’obiettivo 2020 dell’80%. Questo percorso ha previsto anche l’installazione di pannelli solari nelle sue attività e l’acquisto di certificati rinnovabili, una delle prime realtà a farlo in paesi come Thailandia e Sudafrica.
  • Collaborazione con fornitori e altri soggetti lungo la catena di valore per ridurre significativamente l’impronta di carbonio. Tetra Pak sta collaborando con i fornitori per ridurre le emissioni di carbonio a monte, con l’individuazione di obiettivi ambiziosi per le energie rinnovabili e l’aumento dell’uso di materiali rinnovabili e riciclati, fondamentali per rendere possibile un’economia circolare a basse emissioni di carbonio.
  • Accelerazione dello sviluppo del portfolio a basse emissioni di carbonio per imballaggi e apparecchiature e supporto ai clienti nel raggiungimento di propri obiettivi di riduzione delle emissioni. Un passo in avanti nei livelli di investimento in innovazione sostenibile che sta portando l’azienda a realizzare le sue ambizioni di una confezione completamente riciclabile, realizzata esclusivamente con materiali rinnovabili o riciclati, e a offrire linee di lavorazione e confezionamento con impatto ambientale minimo.
  • Sviluppo di catene di valore di riciclo sostenibile grazie alla collaborazione con clienti, società di gestione dei rifiuti, comuni, associazioni di settore e fornitori di attrezzature. Per Tetra Pak tutti i cartoni per bevande possono essere raccolti per il riciclo e nessun cartone per bevande deve diventare rifiuto o essere avviato in discarica.

Lars Holmquist: “Dieci anni fa abbiamo fissato un obiettivo 2020 sul clima per limitare il nostro impatto attraverso la catena di valore ai livelli del 2010, facendo crescere il business. Questo ci ha aiutato a risparmiare fino a oggi 12 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Riteniamo che la nostra capacità di fissare e compiere progressi in linea con le aspettative scientifiche e sociali, la nostra spinta all’innovazione e l’approccio collaborativo lungo la catena di valore ci abbiano messo sulla strada giusta per raggiungere i nostri nuovi obiettivi.”

Taglio 50% emissioni e 100% riciclo, eco-Piano Procter & Gamble

Il 100% di imballaggi riciclabili o riutilizzabili, la riduzione del 50% delle emissioni di gas serra, l’approvvigionamento del 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili. Questi gli obiettivi più ambiziosi di Procter & Gamble e del suo Piano di sostenibilità ambientale, chiamato ‘Ambition 2030’ e presentato oggi a Fiumicino in occasione dell’inaugurazione del Seabin, il dispositivo raccogli-rifiuti a forma di grande cestino messo in azione alla foce del fiume Tevere.
Il Piano si muove su più livelli: i brand e le abitudini di consumo, la filiera di produzione e approvvigionamento, partnership con le maggiori organizzazioni esperte in sostenibilità e il coinvolgimento dei dipendenti dell’azienda. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale di Procter & Gamble – viene spiegato – giocano “un ruolo fondamentale anche per il mercato e per la realtà produttiva italiani: Dash e Lenor, due dei nostri brand più importanti – ha osservato Faiza Lahlou, Europe communications & sustainability director di Procter & Gamble – si pongono insieme l’obiettivo di ridurre la plastica dei loro imballaggi di 1.550 tonnellate all’anno già entro il 2025. Anche i marchi di P&G per la cura della casa, come swiffer, fairy, viakal, mastro lindo e ambipur, hanno annunciato che dall’inizio del 2020 raddoppieranno la quantità di plastica riciclata nei loro imballaggi in Europa con un risparmio di plastica vergine di circa 9mila tonnellate all’anno. Gli stabilimenti di Gattatico (Reggio Emilia) e Pomezia (Roma) hanno ottenuto la certificazione ‘Zero rifiuti in discarica’, diminuito i consumi di energia e di acqua e ridotto l’emissione di CO2. Una realtà industriale dunque sempre più attenta all’impatto ambientale. Come non citare – conclude Faiza Lahlou – il primo impianto su scala industriale al mondo in grado di riciclare il 100% dei prodotti assorbenti per la persona usati sviluppato da FaterSMART, la business unit di Fater spa, joint venture paritetica tra Procter & Gamble e Gruppo Angelini, un’eccellenza unica al mondo nell’economia circolare e nella valorizzazione di questa tipologia di rifiuti”.

Il cestino salva-mare di Procter&Gamble approda a Fiumicino

Catturerà fino a 500 chilogrammi di rifiuti all’anno, più o meno circa un chilo e mezzo al giorno. A farlo è Seabin, un dispositivo pulisci-acqua, a forma di grande cestino, che Procter & Gamble in collaborazione con LifeGate ha inaugurato oggi a Fiumicino – al molo del Tecnomar, il circolo nautico a due chilometri dalla fiumara Grande (la foce naturale del Tevere) – nell’ambito dell’iniziativa PlasticLess di LifeGate (uno dei punti di riferimento della sostenibilità in Italia).

Tra la spazzatura che viaggia lungo il fiume Tevere fino al mare, e che rimarrà intrappolata dentro Seabin, ci saranno soprattutto plastica, micro-plastica e microfibre; da loro riuso e riciclo si potranno ricavare felpe, teli da bagno e altri oggetti di uso quotidiano.

La speciale ‘nassa’ per l’immondizia, che sarà in azione a pochi passi dal parco archeologico di Ostia antica e dalla Necropoli di Porto, è stata ideata dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton, ed è stata lanciata sul mercato a fine 2017. Una volta immerso in acqua e fissato a un pontile, il Seabin è in grado di catturare fino a 500 kg tra rifiuti di plastica (incluse micro-plastiche da 5 a 2 millimetri di diametro e microfibre da 0,3 millimetri), oltre a rifiuti più comuni come per esempio mozziconi di sigaretta o cotton fioc; grazie all’azione del vento, delle correnti e alla posizione strategica, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del cestino marino che, in punti di accumulo come i porti e le darsene, diventa ancora più efficace riuscendo a sfruttare la sua pompa capace di trattare 25mila litri di acqua marina all’ora. Con la plastica raccolta, LifeGate potrà produrre oggetti vari, oltre alla possibilità di fornire dati importanti per la ricerca, sugli effetti dell’inquinamento su persone e ecosistemi.

42,5 milioni di italiani hanno già adottato comportamenti ecosostenibili

Sono moltissimi gli italiani che, nel 2019, hanno fatto qualcosa di concreto per l’ambiente; i giovani più idealisti e impegnati in prima linea fuori casa nel diffondere i valori della sostenibilità, gli adulti più concreti e focalizzati nel ridurre, soprattutto in ambito domestico, gli sprechi. È questa la fotografia emersa dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat che, interrogando un campione rappresentativo della popolazione nazionale*, hanno scoperto come, lo scorso anno, siano stati circa 42,5 milioni gli italiani che hanno adottato comportamenti ecosostenibili per ridurre il proprio impatto ambientale. Ma quali sono gli ambiti dove gli italiani sono stati più attenti e quali le differenze generazionali?

Meno sprechi e più efficienza in ambito domestico….

La casa è l’ambiente all’interno del quale più italiani hanno adottato comportamenti ecosostenibili nell’ultimo anno. Massima attenzione, anche per ragioni economiche, agli sprechi; nel 2019 il 73,5% dei rispondenti ha dichiarato di aver ridotto l’uso di acqua, il 68,6% ha consumato meno energia elettrica e il 61,7% ha sprecato meno carta. Quasi 1 italiano su 2 ha inoltre ridotto la produzione di rifiuti domestici riutilizzando, quando possibile, alimenti o, più in generale, materiali di scarto.

Centrale il tema dell’efficienza energetica nelle abitazioni; sono 16 milioni gli italiani che nel 2019, anche grazie agli incentivi, hanno sostituito un vecchio elettrodomestico con uno nuovo di classe energetica superiore, mentre poco meno, circa 14 milioni, hanno dichiarato di aver effettuato interventi di efficientamento sulla propria abitazione. E poco importa che si tratti di lavori più strutturali, come un cappotto termico o il cambio degli infissi oppure, più semplicemente, dell’installazione di termo valvole, a guadagnarci sono stati non solo l’ambiente… ma anche le tasche degli italiani; solo il sostituire un elettrodomestico di classe B con uno di classe A+ consente di ridurne il costo in bolletta sino al 20%.

Gli adulti mettono più prodotti biologici nei carrelli e sulla tavola

Cambia anche il carrello della spesa di molti italiani; secondo l’indagine, nel 2019, 6 rispondenti su 10 hanno ridotto l’acquisto di prodotti con plastica, il 20% ha invece comprato, quando possibile, prodotti di seconda mano.

La sostenibilità è stata protagonista anche sulle tavole di molti italiani, che sempre più spesso adottano una dieta ecosostenibile: spopolano i prodotti alimentari naturali, bio o a chilometro zero tanto che, come emerso dall’indagine, il 43,5% dei rispondenti ha dichiarato di averli acquistati nell’ultimo anno. Al supermercato si inizia ad affermare anche l’abitudine di comprare prodotti sfusi; nel 2019 hanno sperimentato questa modalità oltre 11,7 milioni di consumatori.

Si diffondono sempre più, inoltre, gli orti urbani e domestici; nel 2019 circa 11,3 milioni di italiani (il 25% dei rispondenti) hanno dichiarato di aver coltivato direttamente in casa frutti o ortaggi.

I giovani si impegnano fuori dalle mura di casa

Ogni età ha la sua sfera d’azione; se gli adulti si impegnano per l’ambiente tra le pareti di casa, i giovani lo fanno fuori dalle mura domestiche e nelle relazioni con gli altri. Guardando ai rispondenti con età compresa tra i 18 ed i 24 anni emerge che, nel 2019, più di uno su 2 (54,5%) si è informato attivamente sulle tematiche della sostenibilità (39,1% la media nazionale) e quasi uno su 4 (22,5%) ha partecipato in prima persona ad un evento o a manifestazioni per il clima (11,9% la media nazionale).

Giovani non solo partecipi alla vita comune, ma anche e impegnati concretamente nel sensibilizzare gli altri: il 59,5% dei ragazzi nella fascia di età 18-24 anni si è speso in prima persona per convincere familiari o amici ad adottare uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente.

Molti, infine, i ragazzi che hanno dichiarato di aver fatto attenzione a non sporcare l’ambiente quando si trovavano fuori casa (73,6%); su questo però gli adulti hanno ancora qualcosa da insegnare se si considera che, tra gli over 55, la percentuale sale all’85%.

Dal risparmio… a Greta Thunberg: ecco le leve del cambiamento

Cosa ha spinto così tanti italiani a modificare, almeno in parte, le proprie abitudini e a fare qualcosa di concreto per il pianeta? Diverse le ragioni; l’83% ha dichiarato di aver adottato comportamenti ecosostenibile perché ritiene sia importante contribuire in prima persona alla salvaguardia dell’ambiente, mentre il 56% lo ha fatto per le generazioni future.

Molti, circa 19 milioni di italiani, hanno adottato comportamenti ecosostenibili per ragioni economiche e per risparmiare; motivazione indicata, in particolare, tra i rispondenti con età superiore ai 45 anni.

Determinante per le giovani generazioni, invece, è stato l’esempio di Greta Thunberg; tra i rispondenti con età 18-24 anni, quasi 1 su 4 ha dichiarato di essersi interessato alle tematiche della sostenibilità proprio perché ispirato dalla giovane paladina dell’ambiente.

In netta minoranza, ma ancora molti, circa 1,2 milioni, gli italiani che hanno dichiarato di essere totalmente disinteressati alle tematiche della sostenibilità e che, per questo motivo, nel 2019 non hanno adottato nessun comportamento virtuoso verso il pianeta. Tra le ragioni di questo scetticismo vi è molto spesso una motivazione di natura economica; per il 29,9% costa troppo adottare comportamenti ecosostenibili.

* Metodologia: n. 1.015 interviste CAWI con un campione rappresentativo della popolazione adulta, in età 18-74 anni, sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta tra il 15 e il 18 novembre 2019.

Investimenti ESG, l’Europa batte il Nord America

L’Eurozona sovraperforma rispetto al Nord America negli investimenti ESG. E’ quanto emerge dal nuovo studio di Amundi sull’impatto dei criteri ESG nella performance dei portafogli tra gennaio 2018 e giugno 2019. La società di asset management ha utilizzato i dati raccolti tra il 2018 e il 2019 per analizzare le performance di 1.700 società appartenenti a cinque universi di investimento corrispondenti agli indici MSCI, in seguito alla crescente domanda di investimenti ESG da parte di clienti istituzionali in tutto il mondo.

Nella ricerca è emerso che gli investimenti ESG continuano ad essere una fonte di sovraperformance nell’Eurozona, mentre dal 2018 calano i rendimenti in Nord America. In Europa la componente sociale “S” ha ora il maggior impatto, quindi i fattori ambientali “E” e di governance “G” non rappresentano le uniche preoccupazioni per gli investitori. Inoltre, l’approccio ESG è ora completamente integrato nei processi di selezione dei titoli.

Vincent Mortier, group deputy CIO, ha dichiarato: “La complessità e la diversità degli investimenti responsabili comporta che gli investitori debbano essere agili e disposti a rispondere a nuovi temi e driver. Abbiamo rilevato che negli ultimi 10 anni la mobilitazione e la consapevolezza degli investitori hanno portato la materia ESG dall’essere considerata “nice to have” a “must have”.

UniCredit costituisce il Sustainable Finance Advisory Team

UniCredit ha annunciato oggi la costituzione di un Sustainable Finance Advisory Team, una mossa che consentirà alla banca di coniugare la propria expertise nel campo della sostenibilità con quella relativa ai mercati dei capitali al fine di approfondire il dialogo con i clienti su argomenti ambientali, sociali e di governance (ESG) e facilitarne l’accesso al mercato europeo dei finanziamenti “green”. Il nuovo team sarà diretto da Antonio Keglevich, in qualità di Global Head of Sustainable Finance Advisory, a riporto di Goffredo Guizzardi e Christian Reusch, Co-responsabili di Global Finance & Advisory. Il Sustainable Finance Advisory Team, parte del Corporate & Investment Banking di UniCredit e pienamente integrato all’interno del Gruppo, fornirà consulenza ai clienti riguardo a strategie di transizione da prodotti tradizionali (“brown”) a “green”, promuovendo l’opportunità di finanziamenti ESG presso imprese, istituzioni finanziarie, enti e agenzie pubbliche lungo l’intera catena del valore. Il team lavorerà a fianco dell’attuale Equator Principles Advisory Team di UniCredit. Nel 2003 UniCredit è stato tra i primi gruppi al mondo ad adottare i dieci principi cosiddetti “Equator Principles”1, un quadro di riferimento per la gestione del rischio volto a stabilire, valutare e gestire il rischio ambientale e sociale dei progetti. Da allora il Gruppo ha contribuito attivamente allo sviluppo di tale quadro di riferimento. Entrambi i team opereranno in sintonia per definire categorie di progetti idonei. Nel commentare la costituzione del nuovo team, Richard Burton, Head of Corporate & Investment Banking di UniCredit, ha dichiarato: “Negli ultimi anni la crescita sostenibile e le modalità per raggiungerla sono diventate una preoccupazione primaria di investitori, istituzioni e imprese di tutto il mondo. Le banche hanno un ruolo sempre più importante in questa dialettica e l’annuncio odierno sottolinea il costante impegno di UniCredit a offrire soluzioni innovative alla nostra estesa rete di clienti”. Antonio Keglevich, Global Head of Sustainable Finance Advisory, ha aggiunto: “Il mercato delle obbligazioni e dei crediti “green” è avviato a stabilire un record annuale di nuove emissioni per effetto della positiva pressione esercitata dagli investitori ad aumentare gli impieghi sostenibili e mitigare il cambiamento climatico. Siamo decisi a incontrare questa nuova classe di borrower e la costituzione di questo nuovo team è un passo concreto in questa direzione”. UniCredit ha oltre un decennio di esperienza nei finanziamenti “green”, da quando nel 2007 fu lead manager nella prima obbligazione “green” portata sul mercato dalla Banca Europea degli Investimenti. Nel 2018 UniCredit è stato joint bookrunner o joint arranger di 16 obbligazioni “green” e sostenibili per un importo collocato di quasi 13 miliardi in totale. Sul fronte degli impieghi la banca ha ricoperto un ruolo di 1 Gli EP si applicano ai Servizi di Project Finance Advisory, Project Finance, a determinati finanziamenti correlati al progetto (Project-Related Corporate Loans) e ai prestiti ponte (Bridge Loan) in tutti i settori industriali. Quest’anno, secondo Dealogic2, UniCredit si colloca in seconda posizione nella classifica Corporate Green Bonds in EUR nell’area EMEA e al quaro posto nei Green Loans in EUR nella stessa area EMEA.

La moda si tinge di Green

Fashion, giro d’affari da 30 milioni per i capi sostenibili. Domanda in auemnto del 78%
in due anni

La domanda di capi sostenibili in Italia è cresciuta del 78% negli ultimi due anni e oggi il 55% degli utenti è disposto a spendere di più per capi ecofriendly. Oggi la produzione di lino, canapa, gelso da seta coinvolge circa 2mila aziende agricole e il fatturato del settore (indotto compreso) si aggira intorno ai 30 milioni di euro. I dati sono stati presentati oggi a Roma durante il convegno “Paesaggi da indossare – Le Donne in Campo coltivano la moda”, organizzato dall’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani. L’obiettivo di Donne in Campo è arrivare a una filiera del tessile Made in Italy 100% ecosostenibile, con tessuti naturali e tinture green, realizzate con prodotti e scarti agricoli. “Se la filiera degli Agritessuti venisse incoraggiata -osserva la presidente, Pina Terenzi – questa cifra potrebbe triplicare già nel prossimo triennio”. La strada indicata da Donne in Campo – che ha appena lanciato il marchio Agritessuti – auspica il coinvolgimento, nell’immediato, delle 3mila imprese produttrici di piante officinali, allargando anche a lavanda e camomilla. E associando, ovviamente, la tintura dagli scarti dell’agricoltura: come le foglie dei carciofi, le scorze del melograno, le bucce della cipolla, i residui di potatura di olivi e ciliegi, i ricci del castagno.

Regusto e Rovagnati insieme contro lo spreco alimentare, nel 2021 donate 15 tonnellate di prodotti

Continua anche quest’anno la partnership che vede protagonisti Regusto e Rovagnati, impegnati in prima linea a combattere gli sprechi alimentari. Il 2021 ha registrato dei risultati importanti per l’azienda che ha donato un totale di 15,4 tonnellate di prodotti; e solo da gennaio 2022 a oggi sono stati distribuite più di 6 tonnellate, equivalenti a oltre 13.000 pasti. Questo impegno solidale, che l’azienda ha sempre avuto nel proprio DNA, si è arricchito grazie alla piattaforma di Regusto, il primo portale per la gestione delle donazioni basato su un modello di sharing for charity innovativo che sfrutta la tecnologia blockchain per garantire trasparenza e tracciabilità nella gestione dei flussi di denaro e merci.

Attraverso la piattaforma Regusto, Rovagnati dona le proprie eccedenze digitalizzando e tracciando tutti i flussi in maniera trasparente. La tecnologia blockchain fornisce, infatti, garanzie a tutti i soggetti coinvolti, tracciando i prodotti e certificando gli impatti positivi generati grazie al mancato smaltimento del prodotto.

L’attività di Regusto è in linea con gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite per l’agenda 2030 ed è stata inserita da Fondazione Barilla tra i quattro casi virtuosi in Europa per prevenire lo spreco. – dice Marco Raspati, CEO di Recuperiamo SrlGrazie a partner come Rovagnati facciamo in modo che i prodotti non vengano sprecati generando benefici ambientali e sociali. Ad oggi 320 aziende si appoggiano a noi con risultati concreti.”

Nel 2017 Rovagnati ha dato vita al proprio programma di Corporate Social Responsibility “Rovagnati Qualità Responsabile”, progetto con il quale si fa promotore di uno sviluppo sostenibile attento ai prodotti e alle persone. Il sostegno ai territori e alle comunità è uno dei pilastri del programma aziendale.

Abbiamo avviato la collaborazione con Regusto alla fine del 2021 perché abbiamo riscontrato nel suo impegno e nella sua missione una forte affinità con i valori che contraddistinguono la nostra azienda. – commenta Gabriele Rusconi, Managing Director e Board Member di Rovagnati – “La trasparenza e la tracciabilità offerte dalla tecnologia blockchain rispondono perfettamente a tre obiettivi chiave dell’azienda: restare fedeli al nostro DNA valoriale, investire in innovazione tecnologica e rafforzare la rete di supporto e relazione con enti e comunità che hanno bisogno di noi”.

La partnership fra Regusto e Rovagnati prosegue anche nel 2022 e, solo nei primi cinque mesi dell’anno, sono stati risparmiati 1.375 kg di CO2.

Janus Henderson, pochi finanziamenti dal mercato rallenta decabornizzazione in America Latina

Le ambizioni politiche limitate e la mancanza di finanziamenti del settore privato hanno rallentato la decarbonizzazione in America Latina, secondo una nuova ricerca lanciata oggi da Janus Henderson Investors. Il Janus Henderson Latin America Decarbonisation Report analizza le iniziative di decarbonizzazione in Messico, America Centrale e Caraibi nonché Sud America rispetto a tre parametri: energie rinnovabili in percentuale del mix energetico totale, emissioni di climate bond in percentuale delle emissioni obbligazionarie totali e target temporali per il raggiungimento dello zero netto.

Gli impegni volti allo zero netto non si traducono nell’utilizzo di strumenti di finanziamento “green” del mercato dei capitali

L’adesione, almeno in linea di principio, all’obiettivo dello zero netto entro il 2050 è diffusa nella maggior parte dei principali Paesi della regione e, per generare energie rinnovabili, diversi Paesi hanno già fatto ricorso alle loro risorse naturali. Nella regione, poi, sono stati stanziati ulteriori investimenti per aumentare la generazione di energie rinnovabili, facendo leva sui progetti esistenti e creando nuova capacità produttiva.

Alcuni dei Paesi più piccoli, come Haiti, Guatemala e Uruguay, producono una notevole quota di energia da fonti rinnovabili grazie a un’ingente assistenza multilaterale o a piani strategici a lungo termine volti a migliorare la resilienza economica. Otto dei 43 Paesi inclusi nell’analisi non hanno assunto impegni per lo zero netto entro il 2050, tra cui Messico e Venezuela.

Tuttavia, gli impegni presi non si sono ancora tradotti in un notevole utilizzo degli strumenti di finanziamento del mercato dei capitali correlati al clima, come i green bond. A oggi gli schemi istituzionali volti allo zero netto evidenziano la volontà politica, ma non garantiscono finanziamenti su larga scala provenienti dai mercati finanziari per le iniziative di decarbonizzazione. Solo 12 Paesi dei 43 inclusi nell’analisi hanno finora emesso carbon bond. Il Cile è al primo posto (9 miliardi di dollari), seguito dal Brasile (8,7 miliardi di dollari) e dal Messico (3,8 miliardi di dollari).

L’emissione di climate bond è limitata rispetto alle dimensioni della regione

Alla fine del 2021 il volume delle emissioni cumulative di climate bond in America Latina era pari a 45 miliardi di dollari in termini assoluti per 11 Paesi, dato limitato se paragonato alle dimensioni complessive del relativo mercato globale, pari a oltre 1.000 miliardi di dollari.  

Il ridotto volume di climate bond dell’America Latina è dovuto alla mancanza di emissioni governative da parte degli emittenti sovrani della regione, il che ne ostacola una maggiore adozione anche da parte degli emittenti corporate. Finora solo il Cile si distingue come emittente sovrano attivo di green bond (anche se Paesi come il Messico e l’Ecuador hanno emesso titoli di Stato correlati alla sostenibilità). Allo stesso modo, nonostante l’avvio di diversi progetti su larga scala in Paesi come il Cile e la Colombia, e di altri in arrivo, il pool di progetti investibili rimane limitato rispetto ad altre regioni del mondo, in particolare all’Asia.

Politiche conflittuali portano alla frammentazione del mercato

Migliori meccanismi di finanziamento sarebbero disponibili qualora una maggiore emissione di obbligazioni correlate al clima permettesse ai Paesi dell’America Latina di utilizzare i mercati dei capitali e contribuire a colmare il divario di finanziamento. Serve un’azione politica che funga da meccanismo di supporto e attuazione, ma al momento i singoli mercati presentano politiche e quadri di riferimento divergenti in materia di climate bond, il che decreta frammentazione del mercato, vincoli di liquidità nonché difficoltà di accesso al mercato dei climate bond da parte degli investitori internazionali. I governi dell’America Latina sono chiamati a svolgere un chiaro ruolo nella transizione energetica creando un quadro e una strategia comuni per attrarre investimenti in progetti “green”.

Janus Henderson incoraggia la creazione di un quadro politico “green” coordinato tra i governi dell’America Latina

Janus Henderson Investors invoca una risposta coordinata. Norme e regolamenti governativi convergenti e coerenti, su questioni che vanno dagli standard tecnici alla regolamentazione delle attività ad alta intensità di carbonio, fungerebbero da catalizzatore per una più rapida decarbonizzazione a livello pan-regionale. Aumenterebbero inoltre il successo degli impegni volti allo zero netto entro il 2050 e accelererebbero le emissioni di green bond, attingendo al crescente pool di asset dedicati con un mandato esplicito per investire in linea con i principi di sostenibilità e gli investimenti focalizzati sul clima.

Paul LaCoursiere, Global Head of ESG Investments di Janus Henderson, ha dichiarato: Una risposta coordinata al finanziamento ‘green’ a livello pan-regionale rappresenterebbe una vera svolta a favore della finanza verde in America Latina. Alcuni mercati presentano quadri politici chiari e ambiziosi e utilizzano ampiamente finanziamenti dei mercati dei capitali per accelerare la transizione verso la generazione di energie rinnovabili, ma c’è ancora molta strada da fare per soddisfare le ambizioni dello zero netto nella regione. L’adesione dei Paesi che emettono green bond a protocolli volti a un utilizzo comune dei proventi, ad esempio, porterebbe a un incremento della liquidità e attirerebbe una più ampia base di investimenti internazionali. A nostro avviso, quadri coordinati e coerenti incoraggerebbero la formazione di capitale nazionale e attrarrebbero investimenti esteri a sostegno della decarbonizzazione della regione”.

Jennifer James, Emerging Market Debt Portfolio Manager, ha affermato: “A fronte della volontà dei Paesi di adottare infrastrutture più sostenibili, le emissioni di green bond rappresentano una fonte naturale di finanziamento. Da parte loro, gli investitori optano con entusiasmo per i green bond data l’importanza strutturale che le questioni ESG stanno assumendo negli investimenti. Questa combinazione, in cui la domanda e l’offerta si incontrano naturalmente, fornisce un ingente supporto all’ulteriore crescita delle emissioni di green bond. Nel 2022 il Cile è stato il primo Paese latino-americano a emettere obbligazioni sostenibili, a fronte di un’ingente domanda da parte degli investitori. A nostro parere tali obbligazioni presentavano un prezzo competitivo e un obiettivo giusto, quindi auspichiamo che altri Paesi seguano tale esempio. I Paesi dell’America Latina presentano un elevato potenziale in termini di iniziative a favore della sostenibilità, tendenza entusiasmante per la crescita del mercato dei green bond”.

Amazon sostituisce in Italia le buste di plastica monouso con buste di carta riciclabili

Entro la fine dell’anno Amazon non utilizzerà più buste e sacchetti di plastica monouso all’interno della sua catena logistica in Italia, per l’imballaggio di articoli venduti da Amazon e dai partner di vendita che utilizzano il servizio di Logistica di Amazon (Fulfilment By Amazon). I clienti riceveranno quindi i prodotti all’interno di buste flessibili in carta e cartone più facilmente riciclabili nel sistema di raccolta differenziata in tutta Italia, realizzate con quantità maggiori di materiali riciclati e capaci di ridurre il volume delle spedizioni rispetto alle consegne in scatole di cartone ondulato. I clienti continueranno a ricevere gli articoli più grandi all’interno di scatole di cartone. Amazon sta anche aumentando il numero di prodotti in vendita che possono essere spediti nella loro confezione originale fornita dal produttore, con la sola aggiunta dell’etichetta dell’indirizzo.

“Abbiamo apportato dei cambiamenti all’interno della nostra rete di fornitori che ci permettono di eliminare le buste di plastica monouso per le consegne in Italia dei prodotti venduti da Amazon e dai partner che utilizzano Logistica di Amazon”, ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager Italia e Spagna. “I clienti stanno già ricevendo un numero maggiore di consegne in imballaggi di carta e cartone facilmente riciclabili e continueremo a innovare e a trovare modalità per usare imballaggi più sostenibili”.

Dalle scatole di cartone alle buste flessibili in carta, Amazon sta lavorando per migliorare la sostenibilità dei suoi imballaggi. L’azienda ne ha adeguato le dimensioni per adattarle a quelle dei prodotti, utilizzando, in generale, meno materiale, e aumentando la quantità di componenti riciclate che vengono utilizzate per realizzarli. Dal 2015, Amazon ha ridotto il peso degli imballaggi in uscita del 36% per ogni spedizione e ha eliminato oltre un milione di tonnellate di materiale da imballaggio, l’equivalente di due miliardi di scatole per le spedizioni.

I programmi che si focalizzano sull’ottimizzazione degli imballaggi di Amazon incoraggiano i partner di vendita a confezionare i loro prodotti in imballaggi facili da aprire, riciclabili al 100% e pronti per la spedizione ai clienti senza ulteriori aggiunte di imballaggio da parte di Amazon. L’azienda testa gli imballaggi in un laboratorio dedicato e all’avanguardia e nei centri di distribuzione di tutto il mondo per identificare i passi specifici che i produttori possono compiere per migliorare i loro imballaggi e garantire che i prodotti siano protetti fino alla porta di casa del cliente. L’azienda sta anche incoraggiando i partner di vendita che non usano la logistica di Amazon – e quindi sono responsabili delle loro scelte di imballaggio – a usare imballaggi più sostenibili.

Uno studio di Oliver Wyman e di Logistic Advisory Experts (LAE), uno spin-off dell’Istituto di Supply Chain Management dell’Università di St Gallen, ha evidenziato come l’e-commerce, incluso il processo di reso, provochi tra 1,5 e 2,9 volte meno emissioni di gas serra rispetto alla vendita al dettaglio. Allo stesso tempo, l’e-commerce risparmia da quattro a nove volte il traffico generato, con le consegne ai clienti che rappresentano solo lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane.

Amazon ha co-fondato il Climate Pledge e ne è il primo firmatario, un impegno a raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040. Come parte del suo impegno, Amazon sta avanzando speditamente per arrivare ad alimentare il 100% delle sue attività mediante energie rinnovabili entro il 2025 e ha acquistato più di 100.000 veicoli elettrici per le consegne, con migliaia di mezzi elettrici che già consegnano ai clienti in tutta Europa.

Enel e I-Com promuovono la prima energy academy per le associazioni dei consumatori

Una serie di incontri rivolti alle Associazioni dei consumatori per approfondire i temi legati alla transizione ecologica, che costituisce una delle principali sfide nell’agenda pubblica nazionale ed europea: è l’Energy Academy, iniziativa promossa da Enel con il supporto dell’Istituto per la Competitività (I-Com). Il programma dell’Academy, dedicata a 40 giovani professionals e agli esperti di settore delle associazioni, prevede l’intervento di decine di docenti universitari, manager e rappresentanti delle istituzioni.

All’evento inaugurale di presentazione hanno partecipato Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro allo Sviluppo Economico, Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali di Enel Italia, Stefano da Empoli, Presidente di I-Com, e i vertici delle 20 Associazioni appartenenti al CNCUComitato Nazionale Consumatori e Utenti.

L’iniziativa, prima del suo genere in Italia, si propone come momento di riflessione e confronto, articolato in dieci diversi appuntamenti fino a giugno 2022, sulle più importanti questioni che attraversano oggi il sistema dell’energia nel nostro Paese.

L’Energy Academy intende infatti favorire una maggiore consapevolezza dei consumatori e delle associazioni che li rappresentano rispetto allo stato dell’arte e le possibili traiettorie dell’energia e dello sviluppo sostenibile in Italia. Al centro del percorso anche le esperienze delle stesse associazioni, il loro ruolo in questi tempi di grande cambiamento e le buone pratiche che contribuiscono a diffondere verso la cittadinanza. Gli incontri sono articolati in tre distinti moduli: la transizione ecologica, il sistema dell’energia e i mercati retail.

La transizione energetica – sottolinea Fabrizio Iaccarino sarà una grande opportunità per il nostro Paese solo se sapremo affrontarla in chiave partecipativa. Attraverso l’Energy Academy puntiamo a rafforzare ulteriormente la collaborazione e il dialogo con le Associazioni dei consumatori, mettendo a disposizione le chiavi di lettura che permettano loro di essere parte attiva nel processo di transizione nonché di accrescere il proprio ruolo di mediatore consumeristico e di abilitatore di una comunità sempre più sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale”

“Un elemento che caratterizza i mercati energetici – afferma Stefano da Empoli è la complessità, amplificata dalle grandi trasformazioni in corso. Questa complessità va di pari passo con la natura di bene essenziale dell’energia e ha dunque bisogno di luoghi e format innovativi. Per questo, con Enel abbiamo immaginato un momento che non è solo di formazione ma anche di ascolto e confronto con le associazioni dei consumatori, le principali istituzioni pubbliche e alcuni dei massimi esperti nazionali del settore”.

Zurich Italia è Champion of Diversity Employer 2020 dei Women in Finance Italy Awards

Zurich Italia si è aggiudicata il premio Champion of Diversity Employer 2020 alla terza edizione di Women in Finance Italy Awards, un riconoscimento de ll’Ambasciata britannica, Freshfields Bruckhaus Deringer e Lener & Partners, in collaborazione con Borsa Italiana, che va alle aziende che valorizzano i talenti femminili e le diversità nel mondo della finanza.

Il riconoscimento è stato attribuito a Zurich per le politiche a sostegno del welfare, della diversity e del benessere dei dipendenti come: l’equilibrio vita-lavoro; la capacità di promuovere la parità tra i generi a tutti i livelli di seniority (oltre il 50% dei ruoli chiave è ricoperto da donne); l’introduzione di una nuova politica parentale che si estende alle coppie omossessuali ed ai genitori naturali, adottivi o affidatari e l’adozione di politiche contro forma di discriminazione all’ingresso e nella progressione di carriera (le Community LGBT+ e WIN); il sostegno alla diversità all’interno e all’esterno dell’organizzazione aziendale (progett iper a disabilità, incontri idi sensibilizzazione e testimonianze nelle scuole e presso le istituzioni cittadine).

“Le persone sono la nostra principale risorsa ed è quindi naturale che il loro benessere sia per noi una priorità assoluta”, ha dichiarato Federica Troya, Head of HR and Services di Zurich Italia, aggiungendo “crediamo che le potenzialità risiedano nella diversità: permettere alle persone di esprimersi consente di generare innovazione attraverso idee, capacità e competenze”.

Il premio riconosce l’eccellenza delle società che hanno saputo creare e mantenere ambienti di lavoro inclusivi, coesi e aperti ai valori della diversità e che sono impegnate a eliminare il “gender gap”.

Commissione Ue adotta proposte per limitare il disboscamento e innovare la gestione dei rifiuti

Oggi la Commissione ha adottato tre nuove iniziative necessarie per concretizzare il Green Deal europeo. La Commissione propone nuove norme per frenare il disboscamento provocato dall’UE e altrettante nuove norme per facilitare le spedizioni di rifiuti all’interno dell’UE al fine di promuovere l’economia circolare, contrastare l’esportazione illegale di rifiuti e dei problemi da essi posti nei paesi terzi. La Commissione presenta anche una nuova strategia per la protezione del suolo volta a ripristinare, rendere resiliente e proteggere adeguatamente il suolo in tutt’Europa entro il 2050. Con le proposte odierne la Commissione presenta gli strumenti per passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo.

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “Per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno. Il regolamento sul disboscamento risponde all’appello dei cittadini che chiedono di ridurre al minimo il contributo europeo a questo problema e promuovere consumi sostenibili. Le nuove norme che disciplinano le spedizioni di rifiuti promuoveranno l’economia circolare e garantiranno che le esportazioni di rifiuti non danneggino l’ambiente o la salute umana in altre parti del pianeta. E con la strategia per il suolo riporteremo i terreni in buona salute, faremo sì che siano usati in modo sostenibile e ricevano la necessaria protezione giuridica.” 

Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, si è così espresso: “Se ci aspettiamo dai partner politiche più ambiziose in materia di clima e ambiente, dovremmo smettere di esportare l’inquinamento e di sostenere il disboscamento. I regolamenti sul disboscamento e sulle spedizioni di rifiuti che stiamo proponendo sono i tentativi legislativi in assoluto più ambiziosi al mondo per affrontare queste questioni. Con le proposte odierne ci assumiamo le nostre responsabilità e concretizziamo i nostri impegni riducendo l’impatto che produciamo sull’inquinamento e sulla perdita di biodiversità nel pianeta. Abbiamo inoltre presentato una strategia innovativa dell’UE per il suolo, con una solida agenda politica che mira a garantire al suolo lo stesso livello di protezione delle acque, dell’ambiente marino e dell’aria.”

La Commissione propone un nuovo regolamento per frenare il disboscamento e il degrado forestale imputabili all’Unione. Solo dal 1990 al 2020 il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foreste, una superficie più vasta dell’Unione europea. Le nuove norme proposte garantiranno ai cittadini che i prodotti acquistati, usati e consumati nel mercato dell’UE non contribuiscano al disboscamento e al degrado delle foreste nel mondo. La prima causa di questi processi è l’espansione dei terreni agricoli legata ad alcune materie prime, quali soia, manzo, olio di palma, legno, cacao, caffè e alcuni loro derivati.

Per garantire che il mercato dell’UE accolga solo prodotti legali che non abbiano contribuito al disboscamento, il regolamento obbliga le imprese che intendono commercializzare questi prodotti a esercitare il dovere di diligenza. La Commissione utilizzerà un sistema comparativo per valutare i paesi e il rispettivo livello di rischio di disboscamento e degrado forestale connesso alle materie prime che rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento.

La Commissione intensificherà il dialogo con altri paesi grandi consumatori e si impegnerà a livello multilaterale per unire le forze. Si prevede che le nuove norme, promuovendo il consumo di prodotti “a disboscamento zero” e attenuando l’impatto dell’UE in termini di disboscamento e degrado forestale in tutto il mondo, ridurranno le emissioni di gas a effetto serra e la perdita di biodiversità. La lotta al disboscamento e al degrado forestale avrà infine effetti positivi sulle comunità locali, comprese le popolazioni più vulnerabili, come quelle indigene, che dipendono fortemente dagli ecosistemi forestali (materiale video disponibile qui).

Con la revisione del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti, la Commissione realizza gli obiettivi dell’economia circolare e dell’inquinamento zero proponendo norme più rigorose per l’esportazione dei rifiuti, un sistema più efficiente per la circolazione dei rifiuti considerati risorsa e un’azione incisiva contro il traffico illegale. Le esportazioni di rifiuti verso paesi non appartenenti all’OCSE saranno limitate e autorizzate solo se i paesi terzi sono disposti a ricevere determinati rifiuti e sono in grado di gestirli in modo sostenibile. Le spedizioni di rifiuti verso i paesi OCSE saranno monitorate e potranno essere sospese se causano gravi problemi ambientali nel paese di destinazione. In base alla proposta tutte le imprese dell’UE che esportano rifiuti fuori dall’Unione dovranno garantire che gli impianti destinatari siano sottoposti a un audit indipendente da cui risulti che gestiscono i rifiuti in modo ecologicamente corretto.

La Commissione propone poi di semplificare ampiamente le procedure in vigore per le spedizioni intra UE, facilitando il rientro dei rifiuti nell’economia circolare senza abbassare il livello di controllo necessario. In tal modo si contribuirà a ridurre la dipendenza dell’Unione dalle materie prime primarie e si sosterranno l’innovazione e la decarbonizzazione dell’industria per conseguire gli obiettivi climatici. Le nuove norme mettono inoltre le spedizioni al passo con l’era digitale introducendo lo scambio elettronico dei documenti.

Il regolamento rafforza ulteriormente l’azione contro il traffico dei rifiuti, una delle forme più gravi di reato ambientale: il 30 % delle spedizioni di rifiuti potrebbe di fatto essere illegale, per un valore di 9,5 miliardi di € all’anno. Per migliorare l’efficienza e l’efficacia del regime di contrasto sarà istituito un gruppo UE di garanzia della legalità delle spedizioni di rifiuti, sarà conferito all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) il potere di coadiuvare le indagini transnazionali condotte dagli Stati membri sul traffico di rifiuti e saranno introdotte norme più rigorose in materia di sanzioni amministrative.

Infine la Commissione presenta oggi anche una nuova strategia UE per il suolo, un importante risultato tangibile del Green Deal europeo e della strategia UE sulla biodiversità 2030 per affrontare la duplice crisi del clima e della natura. Un suolo in buona salute è il fondamento del 95 % degli alimenti di cui ci nutriamo, ospita più del 25 % della biodiversità mondiale ed è il più grande serbatoio terrestre di carbonio del pianeta. Tuttavia, il 70 % dei suoli nell’UE non è in buone condizioni. La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile del suolo e propone una serie di misure, sia volontarie che vincolanti: l’obiettivo è aumentare il carbonio nei terreni agricoli, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute.

La strategia chiede per il suolo lo stesso livello di protezione che già esiste nell’UE per l’acqua, l’ambiente marino e l’aria. Ciò sarà fatto tramite un nuovo atto legislativo, che sarà proposto entro il 2023 in seguito a una valutazione d’impatto e un’ampia consultazione dei portatori di interessi e degli Stati membri. La strategia mobilita inoltre la società, le risorse finanziarie necessarie e le conoscenze comuni, e promuove pratiche di gestione sostenibili e il loro monitoraggio, sostenendo l’ambizione dell’UE per un’azione sul suolo a livello mondiale

Intesa Sanpaolo lancia il progetto di educazione finanziaria “Psiche, emozioni e decisioni”

Quattro appuntamenti online, in programma il 20, 21, 25 e 28 ottobre sempre alle 18, per approfondire e raccontare l’educazione finanziaria con nuovi linguaggi e in modo appassionato, interattivo e divertente: Intesa Sanpaolo lancia il progettoPsiche, emozioni e decisioni”.

L’Italia è tra i paesi OCSE con un grado di alfabetizzazione finanziaria più basso rispetto alla media e la crisi sanitaria ha aumentato timore e incertezza, portando le persone a un eccesso di cautela e all’immobilismo nelle scelte finanziarie. L’iniziativa, realizzata dal Museo del Risparmio in collaborazione con la Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Taxi 1729, società di formazione e comunicazione scientifica composta da giovani matematici e fisici, ha l’obiettivo di consolidare il ruolo della Banca come motore del cambiamento e di avvicinare le persone all’educazione finanziaria in maniera semplice e chiara.

Webinar al via il 20 ottobre con l’incontro dal titolo “Te l’avevo detto! Senno di poi e previsioni finanziarie” dove si affronterà il tema del saper riconoscere e imparare dai nostri errori. Si prosegue il 21 ottobre con “Il coraggio di cambiare. Adattamento e resilienza” quando si parlerà di come sapersi adattare ai cambiamenti. Terzo incontro “Le parole contano! Effetto framing e uso consapevole dell’informazione”, in programma il 25 ottobre e tratterà di come individuare le informazioni corrette e valutarle con spirito critico. Nell’ultimo appuntamento il 28 ottobre dal titolo “Rischio: istinto o ragione? Come decidere in condizioni di incertezza” si parlerà di come saper prendere decisioni consapevoli in condizioni di incertezza.

In tutti gli incontri interverrà Giovanna Paladino, Direttore e curatore del Museo del Risparmio, affiancandosi ai Direttori Regionali della Banca dei Territori Teresio Testa (Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna), Giuseppe Nargi (Campania, Calabria, Sicilia), Luca Severini (Toscana, Umbria) e Pierluigi Monceri (Lazio, Abruzzo), oltre ai ragazzi di Taxi 1729, che parleranno anche di scienza, in particolare di finanza comportamentale, in modo preciso, approfondito ma anche divertente.

Ambrosetti cerca un Senior Consultant Sustainability

The European House – Ambrosetti è un laboratorio di eccellenza. Per l’ottavo anno consecutivo, nel 2021, siamo stati nominati 1° Think Tank in Italia, 4° in Europa e tra i più riconosciuti al mondo.

Da oltre 50 anni, i nostri professionisti affiancano le imprese italiane, sviluppando soluzioni uniche e su misura in Management Consulting, Think Tank, Leaders’ Education e Summit.

Dal 2018 il team Sustainaibility si occupa di anticipare la trasformazione della società e del mercato per trasformare la sostenibilità in una leva di business per i nostri clienti.

@Carlo Cici @Diana D’Isanto @Adele Fusi @Francesco Dubini @Alice Pescetti @Matteo Rimini

Posizione

Stiamo cercando una persona determinata e intraprendente da inserire nel team Sustainability di Milano, pronta a impegnarsi per accelerare la transizione sostenibile delle aziende, guardando al di là della compliance.

Requisiti

Il candidato ideale

  • Laurea specialistica/Master, con ottimi risultati
  • Esperienza di 2-3 anni in aziende o società di consulenza sui temi della sostenibilità
  • Buona conoscenza dei principali temi ESG, delle principali linee guida di redazione dei bilanci di sostenibilità, principi internazionali e modelli di gestione in ambito di sostenibilità, definizione di modelli di misurazione degli impatti economici, sociali e ambientali
  • Curiosità, dinamicità e attitudine alla professione del consulente
  • Elevati standard di qualità e orientamento all’eccellenza professionale
  • Coordinamento dei team di lavoro, project management e autonomia organizzativa
  • Elevati standard di qualità e orientamento all’eccellenza professionale
  • Propensione all’innovazione e allo sviluppo di nuovi servizi e mercati
  • Ottima conoscenza del pacchetto Office
  • Inglese fluente scritto e parlato
  • Disponibilità a viaggiare in Italia e all’estero

Siamo interessati a tutte le candidature, nel rispetto dell’inclusione e dei valori che ci guidano.

Per candidarti clicca QUI

Global Thinking Foundation, alfabetizzazione finanziaria per contrastare la violenza economica

Global Thinking Foundation da ormai quattro anni promuove l’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne a ragazze attraverso il progetto D2 – Donne al Quadrato, un percorso didattico che si articola in lezioni frontali e online affiancate da azioni di mentorship e che vede coinvolte oltre 45 volontarie certificate AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), una vera e propria Task Force presente in modo capillare. Si tratta di donne che aiutano altre donne: Donne x le Donne, ecco spiegato il nome. Le docenti, forti della loro esperienza, offrono le loro conoscenze e competenze gratuitamente e in tutta Italia, a beneficio di altre donne che vivono un momento di difficoltà legato alla crisi economica, che affrontano situazioni familiari complesse, che vogliono assumere un ruolo da protagoniste consapevoli rispetto alle proprie scelte di vita, che desiderano rimettersi in gioco sul piano professionale.

Nel corso del 2020 sono stati erogati 10 corsi, 1 in presenza e 9 online, in 13 regioni, per un totale di 366 beneficiarie.

E l’impatto sociale determinato dal percorso Donne al Quadrato è stato misurato per il secondo anno consecutivo, in collaborazione con ALTIS, l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso un questionario somministrato alle partecipanti ai corsi nell’anno 2020/2021 in due momenti: all’inizio del corso e a pochi mesi dalla conclusione dello stesso. La doppia somministrazione è stata prevista per catturare la dimensione di cambiamento, relativamente a personalità, conoscenze, attitudini e comportamenti. Per mostrare gli impatti si è costruito un indice sintetico relativo al benessere finanziario che è descritto da diverse dimensioni, soggettive e oggettive, che compongono il comportamento finanziario.

Il benessere finanziario delle partecipanti ai corsi è cresciuto del 3,1% e le conoscenze del 5%: l’aspetto il cui punteggio rileva una crescita maggiore è quello comportamentale relativo alla scelta informata dei prodotti (+0,68), seguito da quello attitudinale della propensione al debito consapevole (+0,58), dalla padronanza della materia economico-finanziaria (+0,52) e dalla fiducia nelle proprie capacità di gestione del denaro (+0,44). Tali dati suggeriscono che le partecipanti abbiano accresciuto le loro competenze, aumentato la propria autostima e autonomia in relazione ai temi di natura economico finanziaria, sviluppato nuove propensioni per la consapevolezza del proprio modo di indebitarsi e modificato i propri comportamenti d’acquisto rendendoli più meditati e frutto di ponderazioni razionali.

Discorso analogo vale per gli aspetti di personalità e comportamentali: le partecipanti dichiarano migliorata gestione dell’impulsività (+0,34) e propensione a ragionare in chiave prospettica (+0,24), dichiarano di monitorare maggiormente le proprie spese (+0,25) e di pianificare come spendere il proprio denaro con più frequenza (+0,23). In particolare, salta all’occhio la diminuzione del punteggio relativo alla preoccupazione nei confronti della situazione economico-finanziaria futura: le partecipanti sembrano dimostrare un aumento dello stato di apprensione rispetto alle proprie possibilità economiche, come la capacità di risparmio, la possibilità di ottemperare i debiti contratti o la possibile perdita di lavoro, probabilmente causato anche dalla pandemia.

Il gruppo che riporta un impatto maggiore è quello degli over 65 coerentemente con il cluster lavorativo delle pensionate. Per quel che concerne il grado d’istruzione, l’impatto del corso sembra essere, in una qual misura, inversamente proporzionale al grado di educazione formale ricevuta dai/dalle rispondenti.

In relazione alla situazione lavorativa, i corsi che rilevano un cambiamento maggiore per le categorie di lavoratori più precarie: dipendenti con contratto a tempo determinato, disoccupati/e in cerca di lavoro e pensionati/e.

Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation, dichiara: “L’esito positivo della misurazione di impatto sociale sui corsi di educazione finanziaria diffusi attraverso incontri mirati su tutto il territorio nazionale ci rafforza in un impegno continuativo e lungimirante per un rafforzamento delle competenze nel nostro Paese”.

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