Dal 15 novembre in Europa le donne lavoreranno gratis

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Nove europei su dieci – donne e uomini – ritengono inaccettabile che le donne siano retribuite meno degli uomini quando svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. E la maggior parte dei lavoratori europei è favorevole a rendere pubblici i salari medi per tipo di lavoro e genere erogati nelle rispettive aziende. Non solo. Le donne e le ragazze tendono a seguire percorsi professionali spesso meno retribuiti e a farsi carico, all’interno della coppia, della maggior parte delle responsabilità domestiche e di assistenza all’infanzia. Di conseguenza, si trovano ad affrontare problemi maggiori per conciliare vita professionale e personale, essendo talvolta scoraggiate a perseguire una carriera lavorativa. A questo si aggiunge la mancanza di strutture di assistenza adeguate per i bambini, gli anziani e le persone con disabilità. Tanto che le stime parlano di 7,7 milioni di donne che non hanno un lavoro retribuito a causa delle responsabilità di assistenza di cui si fanno carico.

In occasione della Giornata europea della parità retributiva 2024 l’Unione europea ha ribadito il proprio impegno a costruire un’Europa in cui le donne e le ragazze possano prosperare e in cui il loro contributo al mercato del lavoro sia pienamente valorizzato.

“Nell’Unione europea le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio di genere che per il terzo anno consecutivo si attesta nell’Ue a circa il 13%”, hanno spiegato da Bruxelles. “Questo significa che, per ogni euro percepito da un uomo, la retribuzione di una donna è pari 0,87 euro. Un tale divario retributivo di genere si traduce in una differenza di circa un mese e mezzo di salario all’anno”.

Considerando questa perdita di reddito, la Giornata europea per la parità retributiva, che cade il 15 novembre, vuole indicare simbolicamente l’inizio del periodo in cui le donne nell’Unione europea cominceranno a “lavorare gratuitamente” fino al termine dell’anno. Si tratta di un evento simbolico finalizzato a migliorare la sensibilizzazione sul divario retributivo di genere.

“Ribadiamo il nostro impegno a costruire un’Europa in cui le donne e le ragazze possano prosperare e in cui il loro contributo al mercato del lavoro sia pienamente valorizzato. Guidati dalla strategia dell’Ue per la parità di genere, abbiamo compiuto passi avanti verso l’eliminazione delle disparità di genere. In effetti, negli ultimi cinque anni l’occupazione femminile è aumentata di 2,9 punti percentuali e il divario retributivo di genere è diminuito di 1,5 punti percentuali”, hanno dichiarato Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, e Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza. “Permangono tuttavia notevoli ostacoli per quanto riguarda le opzioni e le strutture di assistenza disponibili per bilanciare gli impegni professionali e personali. Considerando che il 90% della forza lavoro nel settore dell’assistenza formale è costituito da donne e che 7,7 milioni di donne non lavorano a causa di servizi di assistenza insufficienti, la Commissione esorta gli Stati membri a investire in un’assistenza di alta qualità, accessibile e a prezzi abbordabili, come indicato nella strategia europea per l’assistenza. Un maggiore sostegno in questo settore non rafforzerà solo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma anche la resilienza economica dell’Europa”.

Secondo i vertici europei, nel mercato del lavoro Ue, che continua a essere caratterizzato da una segregazione di genere, le donne sono ampiamente rappresentate in settori a bassa retribuzione, come la prestazione di assistenza, in cui spesso prevalgono gli impieghi a tempo parziale. Non si tratta semplicemente di una questione di scelta, ma del risultato di pressioni e disuguaglianze sociali. Le interruzioni di carriera e la riduzione dell’orario di lavoro, soprattutto dopo la maternità, continuano a compromettere la situazione finanziaria a lungo termine delle donne. Fin dall’inizio del nostro mandato abbiamo affrontato queste disuguaglianze radicate in ambiti quali l’occupazione, l’assistenza, le retribuzioni e le pensioni.

“Invitiamo ora gli Stati membri a garantire la piena attuazione della direttiva sulla trasparenza retributiva, che permetterà di migliorare la trasparenza retributiva per le persone in cerca di lavoro, conferirà ai lavoratori il diritto ad essere informati sulle retribuzioni, imporrà di presentare relazioni sul divario retributivo di genere e introdurrà valutazioni congiunte delle retribuzioni”, hanno avvertito Jourová, Schmit e Dalli. “Grazie alla direttiva dell’Ue relativa a salari minimi adeguati sosteniamo la parità di genere, con l’obiettivo di colmare il divario retributivo in questo ambito e liberare le donne dalla povertà, dato che in Europa è del tutto sproporzionato il numero delle donne che percepiscono un salario minimo”.

Come annunciato dalla Presidente von der Leyen, il prossimo anno la Commissione presenterà una tabella di marcia in materia di diritti delle donne, con una visione di lungo termine per una piena realizzazione dei diritti delle donne e dei principi fondamentali della parità di genere nell’Unione europea. Ciò trova conferma inoltre nel nostro impegno a integrare la prospettiva della dimensione di genere in tutte le politiche.”

Iniziative dell’UE sulla parità retributiva

La strategia per la parità di genere 2020-2025, pubblicata nel marzo 2020, ha presentato obiettivi e azioni finalizzati a progredire verso un’Europa equa sotto il profilo del genere. Nel corso di questo mandato la Commissione ha compiuto progressi significativi nelle politiche in materia di parità di genere, anche grazie all’adozione di diversi atti legislativi fondamentali per l’emancipazione e la protezione delle donne.

Nel dicembre 2022 è entrata in vigore la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società, la cui data di recepimento è il 28 dicembre 2024. Entro tale data la direttiva dovrà essere pienamente recepita nelle legislazioni nazionali e l’avvenuto recepimento notificato alla Commissione.

Nel giugno 2023 sono entrate in vigore le misure della direttiva sulla trasparenza retributiva, che prevedono trasparenza e un’applicazione efficace del principio della parità retributiva tra donne e uomini, come pure il miglioramento dell’accesso alla giustizia per le vittime della discriminazione retributiva.

Nell’ottobre 2022 è stata adottata la direttiva dell’UE relativa a salari minimi adeguati per promuovere salari minimi tali da consentire ai lavoratori dell’Unione di vivere dignitosamente ovunque sia il loro posto di lavoro. Gli Stati membri sono tenuti a recepire queste nuove norme nel diritto nazionale entro domani, 15 novembre.

Nel settembre 2022 la Commissione ha presentato la strategia europea per l’assistenza nell’intento di garantire servizi di assistenza di qualità, accessibili e a costi sostenibili in tutta l’Unione europea. La strategia è corredata di due raccomandazioni per gli Stati membri: una relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia e l’altra relativa all’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi accessibili.

Entro agosto 2022 gli Stati membri dovevano recepire la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare con l’obiettivo di affrontare la sottorappresentazione delle donne nel mercato del lavoro e la ripartizione iniqua delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne, migliorando l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza che lavorano.

Nel giugno 2024 la Commissione ha pubblicato la relazione 2024 sull’adeguatezza delle pensioni, dove analizza in che modo le disparità retributive, le interruzioni di carriera per motivi di assistenza e il lavoro a tempo parziale nel corso della vita lavorativa si traducano in un divario pensionistico di genere per cui le pensioni delle donne risultano tuttora inferiori del 25% rispetto a quelle degli uomini.

Nel corso del 2023 la Commissione europea ha condotto una campagna di comunicazione per contrastare gli stereotipi di genere. La campagna #EndGenderStereotypes, destinata ai giovani adulti, ha utilizzato soprattutto i social media, ma si è avvalsa anche di influencer e altri mezzi di comunicazione. La campagna ha affrontato gli stereotipi di genere in diversi ambiti della vita, quali le scelte professionali, la condivisione delle responsabilità di assistenza e il processo decisionale.

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