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Sogin, individuate 67 aree idonee per il deposito dei rifiuti nucleari

LUBMIN, GERMANY – JULY 25: A symbol for radioactivity is visible on a container filled with radioactively-contaminated material at the nearby Greifswald former nuclear power plant at the Zwischenlager Nord temporary nuclear waste storage facility on July 25, 2013 in Lubmin, Germany. The Zwischenlager Nord, run by Energiewerke Nord GmbH, contains low, medium and high radioactive waste as well as spent nuclear fuel rods from both west and east German nuclear power plants and research reactors.(Photo by Thomas Trutschel/Photothek via Getty Images)

Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permettera’ di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attivita’. La pubblicazione e’ avvenuta con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Si tratta di un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilita’ da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorita’ a seconda delle caratteristiche), di fatto da’ l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terra’, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale.

Sara’ questo l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedra’ la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, universita’ ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornera’ la Cnapi, che verra’ nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convalidera’ la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee.

La Cnai sara’ il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sara’ una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avra’ una struttura a matrioska.

Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi gia’ condizionati. In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attivita’: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attivita’ di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano. Le aree interessate dalla Cnapi sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformita’ ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse.

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